Bozza:Antonio Scordia
Antonio Scordìa (Santa Fe, 16 agosto 1918 – Roma, 12 agosto 1988) è stato un artista italiano, attivo nel panorama dell’arte informale italiana. Vicino all’ambiente della Scuola romana, seppur sempre consideratosi indipendente,[1] la sua ricerca si mosse dal figurativo espressionista all’astrazione dinamica, mantenendo sempre una spiccata sensibilità per segno, colore e materia pittorica.
Biografia
modificaGioventù
modificaAntonio Scordìa nasce a Santa Fe in Argentina, il 16 agosto 1918. Figlio di emigrati italiani, all’età di 3 anni la famiglia si stabilisce a Roma, città dove Antonio vivrà tutta la vita se non per brevi periodi all’estero.[2] Rimasto orfano di padre e poi di madre, trascorre la gioventù in un istituto di Francescani.[1] Già durante gli anni del collegio si manifesta la sua curiosità artistica ed una grande passione per il disegno, che resteranno sempre la radice delle sue opere.[3]
Tra il 1936 e il 1938 frequenta la Scuola Libera dell’Accademia di Francia e inizia a collaborare con giornali e settimanali.[4][2] Frequenta l’ambiente della Scuola romana e conosce in quegli anni Federico Fellini col quale stringerà un’amicizia che li porterà a varie collaborazioni tra cui quella per il Satyricon in cui Scordìa fu consulente per le pitture nel 1969.[4]
All’alba della seconda guerra mondiale, presta servizio militare a Messina e si ritrova presto spiegato sul fronte greco‑albanese dove, durante un ripiegamento, perde un taccuino di disegni.[2] Ammalatosi sul fronte, trascorre l’ultimo anno di servizio militare a Roma, lavorando all'Ufficio Disegnatori del Comando superiore delle Forze Armate, dove si riavvicina all’ambiente artistico della capitale, conoscendone esponenti come Leonardo Sinisgalli e Giorgio Vigolo.[1]
In seguito alla Liberazione, riprende l’attività artistica e nel 1945 espone per la prima volta alla Galleria del Secolo opere a tinte espressioniste in cui si percepisce tuttavia l’influenza di pittori italiani della Scuola Romana come Mario Mafai,[4] grazie al quale incontrò colei che poi divenne sua moglie, la traduttrice Valentina Borrozzino.[1] Proseguono in quegli anni le sue collaborazioni con testate giornalistiche come La Domenica, Cosmopolita e La Fiera Letteraria.[2]
Maturità artistica
modificaNel 1947, dopo diverse mostre personali a Roma e negli USA, alla Whyte Gallery di Washington[2] e dopo la prima partecipazione alla Quadriennale romana (1948)[4], si trasferisce con Valentina in Argentina. Dopo due anni trascorsi lontano dalla presenza costante del ricordo della guerra, torna in Europa spinto dalla necessità di ritrovare centri culturali più animati ed affini e, grazie ad una borsa di studio, soggiorna prima a Parigi e poi a Londra.[1][5]
L’incontro in particolare con le pitture di Matisse e Picasso, oltre l’effervescenza del clima europeo, forniscono spunti per una sua pittura rinnovata che si esprime pienamente al ritorno a Roma e si traduce in una produzione dove desiderio di espressività incontra la figurazione, pur mantenendo un impianto di tipo post cubista.[1]
La celebrità
modificaTra il 1950 e i primi anni Sessanta, Scordìa partecipa a mostre internazionali (Biennale di Venezia, San Paolo, New York, Mosca, Tokyo) e vince numerosi premi (Esso[6], Marzotto, Faenza, Bari[5]), tra i quali, nel 1956 il “Premio della Presidenza della Biennale per un disegnatore”.[7]
Negli anni ’60 la scoperta dell’astrattismo americano marca in Scordìa un ulteriore allontanamento dalla figurazione. La svolta, tuttavia, non rimette in discussione la radice espressiva della sua arte e quindi il legame con la realtà che essa rappresenta[1], come si può constatare nelle opere esposte nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1964.[8]
Attivo negli anni ’70 e ’80, Scordìa presenta antologiche a Palazzo Barberini (1977)[5] e in altre sedi in Italia e nel mondo ed ha l’occasione di compiere un viaggio di studio in Iran (1978). Conclude la sua carriera con la mostra L’Astratto vissuto e i suoi Maestri Italiani degli anni ’50 nel 1988 alla Fondazione Michetti.
Muore a Roma nell’agosto dello stesso anno.
Esposizioni
modificaMostre personali
modifica- 1959 – Antonio Scordia, Galleria L'Attico, Roma. Testo introduttivo di Maurizio Calvesi.[10]
- 1969 – Scordia : tempere 1963-69, Galleria Edieuropa, Roma. Testo introduttivo di Giovanni Carandente[11]
- 1977 – Antonio Scordia. Antologica, Palazzo Barberini, Roma (Ente Premi Roma). Testo introduttivo di Nello Ponente.[3]
- 1979 – I segni dell’esistere[12], Pinacoteca e Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Ex Chiesa di San Paolo, Macerata. Testo introduttivo di Luigi Lambertini.[1]
Partecipazioni a rassegne nazionali e internazionali
modifica- 1956 – Italian art of the 20th century : 16 October - 18 November, Art Gallery of New South Wales (Associazione artistica internazionale indipendente), Sidney.[13]
- 1958 – Paintings in post war Italy. 1945-1957, Columbia University (Casa italiana), New York.
- Quadriennale nazionale d’arte di Roma:
- V Quadriennale nazionale d'arte di Roma (marzo - maggio 1948).[14]
- VII Quadriennale nazionale d'arte di Roma (novembre 1955 - 1956).[15]
- IX Quadriennale nazionale d'arte di Roma (ottobre 1965 - marzo 1966).[16]
- X Quadriennale nazionale d'arte di Roma (maggio - giugno 1973).[17]
- XI Quadriennale nazionale d'arte di Roma (maggio - agosto 1986).[18]
- Esposizione biennale internazionale d’arte di Venezia:
- XXVI Esposizione internazionale d'arte (14 giugno – 19 ottobre 1952).[19]
- XXVII Esposizione internazionale d'arte (19 giugno – 17 ottobre 1954).[20]
- XXVIII Esposizione internazionale d'arte (16 giugno – 21 ottobre 1956).[21], mostra di disegni.
- XXXII Esposizione internazionale d'arte (20 giugno – 18 ottobre 1964).[22], sala personale.
Antonio Scordia nei musei
modifica- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, Roma.
- Museo d'arte moderna di Buenos Aires, Buenos Aires.
- Galleria internazionale d'arte moderna, Venezia.
- Art Gallery of New South Wales, Sidney.
- Musei civici di palazzo Buonaccorsi, Macerata.
- Virginia Museum of Fine Arts, Richmond (Virginia).
- Collezione Farnesina, Palazzo della Farnesina, Roma.
Note
modifica- ^ a b c d e f g h Luigi Lambertini, Antonio Scordia. I segni dell’esistere, Macerata, Coopedit, 1979, pp. 5–12.
- ^ a b c d e Biografia di Antonio Scordia, su archivioantonioscordia.it, Archivio Antonio Scordia. URL consultato il 9 ottobre 2025.
- ^ a b Nello Ponente, Antonio Scordia. Catalogo della mostra antologica, Roma, Palazzo Barberini – Ente Premi Roma, 1977.
- ^ a b c d Antonio Scordia, su arbiq.quadriennalediroma.org, Archivio Storico della Quadriennale di Roma. URL consultato il 9 ottobre 2025.
- ^ a b c Antonio Scordia, su galleriaedieuropa.it, Galleria Edieuropa. URL consultato il 9 ottobre 2025.
- ^ Antonio Scordia, su dizionariodartesartori.it, Dizionario d’Arte Sartori. URL consultato il 9 ottobre 2025.
- ^ 28. Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, su asac.labiennale.org. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ 32. Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, su asac.labiennale.org. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- ^ Giulio Carlo Argan, Antonio Scordia: Opere recenti 1970-1974, Roma, Galleria Il Collezionista di Arte Contemporanea, 1974.
- ^ Maurizio Calvesi, Antonio Scordia, Roma, Galleria L’Attico, 1959, Nota: presentazione introduttiva al catalogo della mostra personale.
- ^ Antonio Scordia. Galleria Edieuropa, su galleriaedieuropa.it. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ I segni dell’esistere, su musei.macerata.it. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ Italian art of the 20th century : 16 October - 18 November 1956, su agnsw.spydus.com. URL consultato il 26 ottobre 2025.
- ^ V Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ VII Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ IX Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ X Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ XI Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ XXVI Biennale di Venezia, su asac.labiennale.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ XXVII Biennale di Venezia, su asac.labiennale.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ 28. Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, su asac.labiennale.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
- ^ 32. Esposizione Biennale Internazionale d’Arte, su asac.labiennale.org. URL consultato il 25 ottobre 2025.
Bibliografia
modifica- Lionello Venturi, Pittori italiani d’oggi. Pirandello Mafai Birolli Santomaso Corpora Afro Cassinari Turcato Scialoja Scordia Vedova, Roma, De Luca, 1957.
- Leonardo Sinisgalli, Pitta e pitta bene, in L’Europa letteraria, n. 15-16, giugno.
- Nello Ponente, Arte italiana del dopoguerra, Movimento degli astratti concreti 1959 - 1955, Avezzano, Palazzo Torlonia, 1970.
- Giulio Carlo Argan, Antonio Scordia: Opere recenti 1970-1974, Roma, Galleria Il Collezionista di Arte Contemporanea, 1974.
- Nello Ponente, Antonio Scordia. Catalogo della mostra antologica, Roma, Palazzo Barberini – Ente Premi Roma, 1977.
- Luigi Lambertini, Antonio Scordia. I segni dell’esistere, Macerata, Coopedit, 1979, pp. 5-12.
Collegamenti esterni
modifica- Archivio Antonio Scordia, su archivioantonioscordia.it. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- Antonio Scordia, su treccani.it. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- Antonio Scordia in Archivio Biblioteca Quadriennale, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 7 ottobre 2025.
- Antonio Scordia in ASACdati La Biennale di Venezia, su asac.labiennale.org. URL consultato il 22 ottobre 2025.