Bozza:Giovanni Canciani

Giovanni Canciani (Paularo, 3 settembre 1936Tolmezzo, 19 dicembre 2018) è stato un compositore italiano.[1]

Giovanni Canciani, Rep. Ceca – Rožmitál sullo sfondo Organo del XVIII sec. del compositore J. J. Ryba

Fu attivo in Carnia e in Piemonte, e oltre alla composizione si occupò di arti figurative, del restauro di strumenti antichi e coltivò interessi per la teologia, la letteratura, la filosofia, l'arte e la scienza. Nel corso della sua carriera ha composto oltre centocinquanta opere.[2]

Biografia

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Giovanni Canciani nasce a Paularo, paese di montagna in Carnia, il 3 settembre 1936.

La mamma, Maria Del Negro, sarta e ricamatrice. Il padre Ezio, falegname e clarinettista dilettante.

Il fratello Enzio, elettrotecnico, a metà degli anni ’70 fonda, assieme a Vittorio Sbrizzai una delle prime radio libere della Carnia: “Radio Paularo”. La sorella Flaviana si dedica al campo della pittura.

In questo contesto il compositore Giovanni Canciani vive la sua infanzia a Paularo, avvicinandosi ai primi strumenti musicali, sotto la guida di nonno “Neto”, intagliatore e musicista.[3]

La prima figura che intuisce le doti di Canciani è il suo maestro delle elementari, Giorgio Bassi, che invita il padre a far intraprendere la carriera di compositore al figlio Giovanni.[4]

Dopo aver trascorso l’infanzia a Paularo intraprende gli studi classici ed inizia ad interessarsi di armonia e composizione sotto la guida di Giovanni Pigani, e pianoforte con Enrico De Angelis Valentini presso il “Conservatorio Jacopo Tomadini” di Udine.[2]

Svolge il servizio militare a Spoleto, dove fonda un coro formato da oltre quattrocento uomini, ottenendo premi ed encomi per le sue attività artistiche svolte a favore dell’Esercito.[2] Termina il servizio militare nel 1957 a Torino, dove completa i suoi studi classici letterari presso l’Istituto “Antonio Rosmini” ed il “Regina Margherita”. Prosegue gli studi musicali al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, studiando al contempo organo con Gianluigi Ferdinando Centemeri, conseguendo il diploma in musica corale, direzione di coro e composizione.[2]

Inizia ad insegnare a Torino educazione musicale presso l’Istituto “Rosmini”, la Scuola Civica “Monti” ed il Conservatorio “Giuseppe Verdi”.[5] Organizza tra gli anni ’70 e ’90 centinaia di concerti con artisti di fama internazionale. Si occupa di conservazione e restauro di storici strumenti nei campi dell’organaria e cembalaria. Viene nominato Ispettore Onorario presso la Sopraintendenza ai beni storici della città di Torino e del Piemonte. In qualità di esperto di organaria ed organologia, diviene membro della Commissione di Tutela degli organi antichi presso la sopraintendenza ai Musei ed alle Gallerie della Regione Piemonte.

Direttore artistico di numerose manifestazioni come il “Maggio Musicale di Chieri”, “Quaresima in musica”, “L’Isola di Pasqua”, con concerti nella settimana Santa.

È critico musicale per il settimanale “Il Nostro Tempo”, commentatore per la trasmissione televisiva “L’anima e il corpo” con Gianluigi Marianini. Nel 1986 fonda e presiede l’Associazione Musicale “Syntagma Musicum”, iniziando un’attività concertistica rivolta ai giovani diplomati del Piemonte con esecuzioni integrali delle musiche di Bach, Haendel, Vivaldi, Mozart, Zelenka, Mendelssohn.[2]

Viene nominato dalla Confindustria Giovanile di Torino direttore artistico della vita culturale della città, organizza importanti concerti anche al Teatro Regio, tra cui quello con la Sinfonica di Teplice, diretta da Tomáš Koutník, e quello con la Sinfonica di Zagabria diretta da Anton Nanut.[2]

È ospite in vari salotti culturali di Franco Antonicelli, Marziano Bernardi, Massimo Mila, Antonio Paolucci, Gianluigi Marianini. Amico di figure di spicco come Arturo Sacchetti, Carl Richter, Claudio Scimone. Tra i suoi allievi il violinista Guido Rimonda ed il pianista Luca Rasca.[2]

A partire dagli anni ’60 si dedica all’arte organaria, complice anche l’incontro con l’organologo Corrado Moretti e con l’organaro Bossi, della fabbrica di organi a Centallo, Cuneo.

Restaura numerosi strumenti da tasto: organi, clavicembali, clavicordi, claviorgani, forte piani, pianoforti. A Torino conserva oltre cento di questi strumenti, una parte dei quali è oggi custodita nelle case Museo fondate da Giovanni Canciani: Mozartina e Mozartina 2 a Paularo.

Nel 1990 rientra in Carnia e viene eletto Sindaco di Paularo. Accetta l’incarico, pur non avendo alcuna esperienza politica pregressa. Organizza la commemorazione di Jacopo Linussio (1691-1747) nel trecentesimo anniversario della nascita, con una mostra internazionale e numerosi concerti. Vengono effettuate riproduzioni delle tovaglie, tovaglioli, runner ed asciugamani in lino che venivano prodotti nelle aziende tessili di Jacopo Linussio. Sono state inoltre riconiate le monete d’oro che Linussio utilizzava per i suoi pagamenti, con il monogramma “JL” in rilievo. Nella sua veste di Sindaco di Paularo intende elevare non solo il Paese, ma tutta la Carnia, facendone un fulcro culturale.[6] A causa di dissidi, non solo con l’opposizione, ma soprattutto con la sua stessa maggioranza, interrompe anticipatamente il mandato, rassegando le dimissioni irrevocabili il 31 dicembre 1993. A questo tema si dedica l’articolo apparso sul quotidiano locale Messaggero Veneto: "Canciani si è dimesso: Il professore di musica lascia l’incarico: “Ha vinto l’ignoranza”"[7] nel quale si spiegano i motivi della decisione, e la lettera annessa: “Svegliatevi, o voi che dormite” titolo tratto dal celebre corale di Bach, dove invita a riflettere sulle vere priorità di un territorio.[7]

Rientrato in Carnia, pone le basi per diffondere e divulgare la cultura nella montagna friulana. Dirige il “Corut” a Paularo, la “Corale Cossetti” a Tolmezzo, la “Corale Duomo” a Paluzza. Fonda e dirige la “Scuola di Musica della Carnia” a Tolmezzo. Organizza decine di stagioni musicali, alcune delle quali con cadenza annuale tra cui: il “Concorso Pianistico Nazionale Mozart”, i “Concerti di San Vito”, i “Concerti di San Martino”, “Una tastiera per i giovani”. Nei pieghevoli di presentazione, contenenti le date ed i programmi dei concerti, è solito scrivere le premesse che mettono a fuoco le motivazioni delle manifestazioni e danno spunti di riflessione.[8] Le manifestazioni si tengono ancora oggi per iniziativa dei suoi allievi, che desiderano proseguire l’opera iniziata dal musicista.

Giovanni Canciani spira il 19 dicembre 2018[2].

Le Opere

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Giovanni Canciani ha composto oltre centocinquanta opere vocali e strumentali.

Il musicologo Boemo Igor Hainz l'ha definito l’ultimo compositore Barocco, dopo aver ascoltato le sue opere.[2]

Tra i compositori preferiti da Canciani si annoverano Bach, Vivaldi, Haendel, Alessandro e Domenico Scarlatti, Pergolesi, Corelli, Zelenka, Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin, Vaňura, Brixi e soprattutto Mozart di cui era grande conoscitore e studioso, della vita e delle opere.

Secondo i musicologi, le sue composizioni rappresentano una sintesi tra lo stile Barocco Classico e quello del primo Romanticismo.[9]

Opere vocali

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Le opere vocali appartengono a quattro categorie:

  • Musica vocale profana: inni, villotte, filastrocche con o senza accompagnamento strumentale;
  • Musica vocale Sacra a cappella o con accompagnamento d’organo: Messe, antifone, mottetti, inni, canti di Natale, canti di Quaresima;
  • Musica vocale strumentale Sacra;
  • Trascrizioni, armonizzazioni di altri autori.

Opere strumentali

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Le opere strumentali sono divise in tre categorie:

  • Per organo o tastiera;
  • Sonate concertanti per due trombe e organo, per due corni e organo, per due oboi e organo;
  • Composizioni per orchestra.

Tra le composizioni Sacre si menziona il Mottetto a corale, antifona del Venerdì Santo, "Ecce Lignum crucis", caratterizzato da continue modulazioni, dissonanze, accelerando, rallentando, crescendo e diminuendo.[2] I contenuti vedono un graduale e costante aumento di tensione, che si risolvono e ripartono in un’altra tonalità per culminare con la massima intensità sulla parola "Crucis", che si dissolve in una rassegnata discesa verso l’"Amen".

Tra i lavori più importanti del Compositore ci sono due inni dedicati alla sua terra: "Decima Regio" e "Carnorum Regio".

DECIMA REGIO

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Inno alla Regione, per coro e orchestra con testo in lingua latina, in cui si evoca l’"Umanitatis cultum" e l’origine Romana del Friuli. Le particolarità artistiche di Canciani emergono in questo brano, sia per la costruzione e la fattura, sia per l'inserimento tra le prime due strofe e le ultime due, dell’incipit dell’inno Europeo della Nona sinfonia di Beethoven, per sottolineare il legame della Regione Friuli Venezia Giulia con l’Europa.

CARNORUM REGIO

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Inno alla Carnia, testo in lingua friulana. Il titolo è tratto da una citazione dello storico latino Plinio il Vecchio (23 - 79 d.C.). Il brano è ispirato ai temi della tradizione carnica.[10]

Le case Museo: Mozartina e Mozartina 2

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Mozartina

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Giovanni Canciani nel corso della sua carriera colleziona e restaura oltre cento strumenti antichi. Il progetto, in accordo con l’Amministrazione Comunale di Torino, era di realizzare una scuola di restauro e un museo di strumenti antichi presso il "Cimitero dei Nobili" ed il "Convento delle Sacripantine", dove esporre gli strumenti antichi, restaurati e sonanti. Questo progetto naufragò.[11]

Il Compositore realizza a Paularo il "Museo del suono della voce del tempo" nella villa settecentesca, "Casa Scala", chiamandola Mozartina, omaggio al grande Compositore Salisburghese.

All’interno della Casa Museo troviamo lo strumento più antico e funzionante: l’organo Testa, del 1650 circa, dotato di 320 canne. E’ chiamato "ad ala" per la disposizione delle canne, ed è positivo-portativo. Positivo, perché quando è sovrapposto e messo in posa, da cui positivo, ha un peso che lo rende inamovibile, portativo perché è smontabile e quindi trasportabile.[12]

 
Organo “ad ala” positivo portativo Testa 1650 circa

Il "Testa" apparteneva all’organaro Corrado Moretti. Originariamente era di proprietà della Regina Cristina di Svezia, la quale lo regala al Cardinale Ottoboni, divenuto poi Papa Alessandro VIII.[13]

Nella sala dedicata all’organo vi sono anche il pianoforte Thurmer, di fine ‘800, il flauto armonico o harmonium, il forte piano Kriegelstein.

La sala Carnica è dedicata agli oggetti collegati alla storia della famiglia Canciani, ai quali si aggiunge un pianoforte Petrof. Nella stanza del compositore, è collocato un pianoforte Erard, preferito da Beethoven. Vi è una stampa di Lionello Balestrieri che raffigura Beethoven mentre suona con il violinista Kreutzer per i poveri di Vienna.

Vi sono poi mandolini, due strumenti Nepalesi: un rausinga ed un sarangi ed un pregiato violino Geipel. [14]

Nella sala del Genovesino si trova il dipinto "La Natività" attribuita a Luigi Miradori, detto il Genovesino. Nella libreria c'è "Il Nuovo Saggio sulle opinioni delle idee" scritto da Rosmini. Troviamo poi un fortepiano a coda Wopaterni, Vienna 1840 circa.[15] Nella sala è posizionato uno strumento commissionato ed appartenuto a Mozart, finemente realizzato, un Glockenspiel, gioco di campane, utilizzato dal musicista austriaco per l’esecuzione della sua ultima opera "Il flauto magico".[16]

Nella "Saletta dei concerti" il primo strumento che si incontra è un pianoforte Lipp. Canciani diceva che "non si lascia domare", in quanto non è riuscito ad accordarlo pienamente.[17]

Vi sono due Harmonium, un pianoforte Blutner, un organo elettronico Viscount, un clavicembalo William de Blaise.

Alla Mozartina è esposta la raccolta delle "Pianete" - paramenti liturgici, si tratta di sopravesti ampie e lunghe - databili tra il ‘600 e l’'800, tra le quali una appartenuta a San Giovanni Bosco, una a San Giuseppe Cafasso e una a San Giuseppe Cottolengo.[18]

Mozartina 2

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Organo De Paoli Vincenzi fine dell’’800
 
Harmonium a doppia tastiera Ph. J. Trayser 1870

Dopo circa vent’anni Canciani istituisce un’altra sede del "Museo del suono della voce del tempo": la "Mozartina 2", un appartamento in stile decò composto da cinque stanze, nelle quali vi sono strumenti musicali storici, tutti sonanti. La collezione è composta da una ventina di strumenti. Appesa alle pareti è esposta la mostra iconografica dedicata all’arte organaria quale omaggio che il Maestro Giovanni Canciani ha dedicato agli organari carnici: De Corte, Morassi, Selenati.[2]

Presso la "Mozartina 2" si trovano tre violini, di cui uno appartenuto a Galimberti, uno appartenuto al compositore Boemo Jan Václav Hugo Voříšek, una serie di trombe della fanfara di Napoleone III, un fagotto ottocentesco, un raro clarinetto, una chitarra liuto e un cimbalon ungherese. Vi sono quattro pianoforti a coda: Boesendorfer, Erard, Broadwood, Ibach. C'è anche un Harmonium ottocentesco ad aspirazione.[2]

Nella sala concerti di Sant’Antonio Abate, sono posizionati: un organo De Paoli Vincenzi [19], un clavicembalo a due tastiere de Blaise, un Piatino verticale, un pianoforte Steinway & Sons e un prezioso Harmonium a doppia tastiera, Ph. J. Trayser 1870. [20]

La storia del pianoforte Lipp

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Pianoforte Lipp, seconda metà dell’800

Tra gli strumenti antichi restaurati da Giovanni Canciani si annovera il pianoforte Lipp. Si dice appartenuto alla nobildonna francese, Madame Gautier, che scampata alla ghigliottina si rifugia in Italia, sul lago di Como, e sposa un barone svizzero.

Si narra che un giorno il marito, rincasando, sorprende la moglie al pianoforte in compagnia di un giovane violoncellista. Secondo la tradizione popolare, l'uomo uccide la moglie e, prima di darsi alla latitanza, incarica la governante di vendere tutti i beni di sua proprietà, offrendole quale ricompensa per questa incombenza il pianoforte Lipp.

Secondo la tradizione la governante, convinta che di notte lo strumento si metta a suonare da solo, desidera venderlo, ma nessuno lo acquista in quanto ritenuto di cattivo auspicio. Il pianoforte viene portato nel deposito del Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino. Quando Canciani decide di restaurarlo, smonta completamente il mobile riuscendo a rimetterlo a nuovo, ma la meccanica "non si lascia mai domare del tutto, sembra proprio rifiutarsi di suonare", parole di Giovanni Canciani, che non riesce ad accordarlo alla perfezione.[21]

All’interno del pianoforte vengono ritrovati i carnet nei quali Madame Gautier era solita segnare gli appuntamenti con l’amante, ed in una nicchia vengono rinvenuti i gioielli della dama francese.[22] Secondo la leggenda, a mezzanotte, il fantasma della nobildonna torna a suonare il pianoforte.[22]

Eredità materiale e musicale

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Il musicista e compositore Giovanni Canciani ha educato e istruito centinaia di allievi. Negli anni ’90 ritiene che uno di questi aveva le capacità per acquisire la sua eredità, materiale e musicale: adotta per questo Daniel Procházka, originario della Boemia, Repubblica Ceca.[23]

Dopo gli studi artistici a Polná, nel 1990 inizia a frequentare a Paularo un corso di studi di artigianato artistico presso la "Cjase O", gestito dall’"Istituto Regionale IRFOP". Dopo questa esperienza si diploma in Canto al "Conservatorio Jacopo Tomadini" di Udine.

Il repertorio solistico di Daniel Canciani Procházka è rivolto alla musica antica Barocca e Neoclassica. È docente di teoria musicale e solfeggio alla "Scuola di Musica della Carnia" di Tolmezzo. All’attività didattica e di direzione corale affianca quella di studio e revisione della "Musica Antica Boema". È anche conservatore del "Museo del suono della voce del tempo": "Mozartina" e "Mozartina 2" di Paularo.[24]

L’eredità materiale dal musicista si concreta nella Casa Museo Mozartina. A questa si aggiunge poi l'eredità musicale che consiste in oltre centocinquanta opere del Compositore.[25]

Il figlio adottivo sta proseguendo i progetti di Giovanni Canciani.[26]

Riconoscimenti e Premi

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  • Diploma d’onore della Città di Albenga
  • Diploma d’onore della Città di Torino
  • Premio Epifania
  • Premio Nadâl Furlan
  • Diploma d’onore dell'Union of Bulgarian Musicians Members of UNESCO
  • Ispettore Onorario presso la Soprintendenza della città di Torino
  • Ispettore Onorario presso la Soprintendenza del Piemonte
  • Membro della Commissione di Tutela degli organi antichi presso la Soprintendenza ai Musei ed alle Gallerie della Regione Piemonte
  • Direttore Artistico della vita culturale della città di Torino su nomina della Confindustria Giovanile

Opere (elenco parziale)

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Il compositore Giovanni Canciani ha composto circa centocinquanta opere.

Musica strumentale

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  • Tre sonate per due trombe e organo concertante: una in Re maggiore, una in Re minore e una in Do maggiore detta "Zanina"
  • Due preludi e fughe per orchestra ed archi: una in Do minore, una in Mi minore
  • Una sonata per due oboi e organo concertante
  • Una sonata per due corni e organo concertante
  • Centinaia di improvvisazioni all’organo e al pianoforte (circa cento registrate)

Musica Sacra

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  • Vocale: tre Messe
    • Una messa in italiano
    • Una messa solenne in latino
    • Una messa solenne per soli coro e orchestra per Sant’Ilario
  • Strumentale-vocale: circa cinquanta mottetti sacri
    • Stabat Mater
    • Ecce lignum crucis
    • Tu es Sacerdos
    • Laudate Dominum
    • Lauda Sion
    • Adoro te devote
    • O salutaris Hostia
    • Tre Alleluja
    • Veni Creator Spiritus
    • Pange lingua
    • Salve Regina e Ave Maris Stella
  • Te Joseph Celebrent, inno in onore del martire Don Giuseppe Treppo
  • Inno a San Vito, per la parrocchiale di Paularo
  • Fasti del Friuli, inno per il Friuli
  • Carnorum Regio, inno alla Carnia, titolo tratto da Plinio il Vecchio (23–79 d.C.)
  • Decima Regio, inno alla Regione Friuli Venezia Giulia (2005)

Musica vocale villottistica

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  • Din da de
  • Sante stricche di piticche
  • Ninna nanna
  • Niciul naciul
  • Ven ju giuin dal nihil (testo di Rino De Crignis)
  • Sulla creta di Zermula
  • La jote
  • Toni da Pierina, inedita
  • Bigjio bigjio (testo di Rino De Crignis), inedita
  1. ^ Addio al maestro Giovanni Canciani, compositore dell'inno alla Carnia, su UdineToday. URL consultato l'11 settembre 2025.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Sot La Nape 2019 Giovanni Canciani – Il grande artista della Carnia di Alessio Screm e Daniel Canciani Procházka
  3. ^ Cronaca Vera, New Message Uno Srl, 01.02.2006
  4. ^ Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  5. ^ Libretto esplicativo allegato al CD Carnorum Regio, 2023
  6. ^ Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  7. ^ a b Canciani si è dimesso. I professore di musica lascia l'incarico: "Ha vinto l'ignoranza", Messaggero Veneto, 12/1993
  8. ^ Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  9. ^ Daniel Procházka, Partitura di Carnorum Regio, EdiT&TrascrizionE, 2004
  10. ^ La Mozartina. I gioielli del Maestro Canciani – Cre@ttiva 2001
  11. ^ Cronaca Vera, New Message Uno Srl, 01.02.2006
  12. ^ Libretto esplicativo allegato al CD Carnorum Regio
  13. ^ La Mozartina. I gioielli del Maestro Canciani, Cre@ttiva, 2001
  14. ^ La Mozartina. I gioielli del Maestro Canciani, Cre@ttiva, 2001
  15. ^ La Mozartina. I gioielli del Maestro Canciani, Cre@ttiva, 2001
  16. ^ Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  17. ^ Cronaca Vera, New Message Uno Srl, 01.02.2006
  18. ^ La Mozartina. I gioielli del Maestro Canciani, Cre@ttiva, 2001
  19. ^ CONCERTO INAUGURALE 13 LUGLIO 2024, La Mozartina, 2024, https://www.lamozartina.it/concerto-inaugurale-13-luglio-2024
  20. ^ QUARESIMA IN MUSICA, 15 MARZO 2025, La Mozartina, 2025, https://www.lamozartina.it/quaresima-in-musica-2025
  21. ^ Cronaca Vera, New Message Uno Srl, 01.02.2006
  22. ^ a b Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  23. ^ Daniel Canciani Procházka, https://www.italiacori.it/direttori/daniel-canciani-prochazka
  24. ^ Daniel Canciani Procházka, https://www.italiacori.it/direttori/daniel-canciani-prochazka
  25. ^ Intervista inedita a Daniel Canciani Procházka, 19.07.2025
  26. ^ L'eredità di Giovanni Canciani, Il Friuli, 25/01/2019