Bozza:Raffaele Zicconi

Raffaele Zicconi (Sommatino, 13 agosto 1911 – Roma, 24 marzo 1944), noto come "Lino", è stato un partigiano italiano e vittima delle Fosse Ardeatine.

Biografia

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Zicconi nacque a Sommatino, Caltanissetta, da Lorenzo Zicconi e Anna Olla. Di professione impiegato alle poste, si trasferì a Roma dove, nel 1941, sposò Ester Aragona (nata a Cosenza nel 1916), nipote dello scienziato Alfonso Splendore, scopritore della toxoplasmosi all’Università di Rio de Janeiro nel 1908.[1]

Zicconi ebbe un figlio, Renzo, di due anni, e la moglie era in attesa della seconda figlia, Simonetta, che non conobbe mai.

Attività partigiana

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Attivo nel Partito d'Azione, Zicconi consegnava giornali e opuscoli clandestini, nascondeva armi e aiutava gli ebrei perseguitati durante l’occupazione tedesca. Venne arrestato dalle SS il 7 febbraio 1944, tradito da un compagno di partito di nome “Albertini”. Durante l’arresto gli venne sequestrato l’esplosivo necessario per un’azione di sabotaggio.[2]

Arresto e morte

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Dopo l’arresto fu portato a via Tasso, sede del comando nazista e luogo di torture diretto da Herbert Kappler. Venne poi rinchiuso in isolamento a Regina Coeli (III braccio) per diciassette giorni di torture.[3]

Il 24 marzo 1944, in rappresaglia all’attentato di Via Rasella, Zicconi fu tra i 335 detenuti politici ed ebrei assassinati alle Fosse Ardeatine. Le sue spoglie si trovano nel sacello 328 del Mausoleo.[4]

Riconoscimenti

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È stato riconosciuto partigiano combattente Caduto.[5]

Collegamenti esterni

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