Bozza:Steve Sperguenzie

Steve Sperguenzie, pseudonimo di Luca Vinciguerra (Livorno, 15 maggio 1966), è un artista e musicista italiano. Grafico, pittore, scultore, musicista e cantante, la sua attività spazia dalla Pop art alla musica psichedelica. È fondatore, compositore e frontman del gruppo Steve Sperguenzie & the Incredible Lysergic Ants, creatore dell'opera di pop art Stoneschair ispirata al logo dei Rolling Stones, e voce e ukulele dei Sinfonico Honolulu.

Biografia

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Figlio del pittore livornese Antonio Vinciguerra (1937), Luca Vinciguerra si forma al Liceo Artistico di Lucca e prosegue gli studi presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Approfondisce varie discipline artistiche come design, restauro, incisione e aerografia. Ha fondato uno studio artistico e un centro culturale a Livorno, città con cui mantiene un legame profondo anche sul piano sociale e politico. Fin da giovane dedica la sua vita all’arte, mescolando musica e arti visive in una forma di denuncia surreale e ironica della società contemporanea. Il suo concetto di “nuovo bello” nasce dal contrasto tra cultura popolare, critica sociale e sperimentazione materica.

La sua passione per la musica e per le arti visive nasce in ambito familiare

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Luca Vinciguerra è discendente di una stirpe di artisti attivi nel corso del Novecento, il cui contributo alla musica e all’arte ha costituito il terreno fertile della sua formazione. Questo retaggio culturale ha influenzato profondamente la sua poetica, portandolo a sviluppare una visione personale, ironica e sperimentale, elaborando un linguaggio artistico originale, orientato a una continua ricerca di senso attraverso l’espressione visiva e sonora:

Pop Art & design

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Con il nome d’arte Steve Sperguenzie, realizza opere che fondono scultura, pittura, fumetto, oggetti d’arredo e installazioni luminose, utilizzando materiali come vetroresina, luci artificiali, plexiglass e oggetti di recupero. Il suo stile visivo attinge alla Pop art, alla psichedelia e alla cultura underground. Il suo lavoro si colloca nel solco della tradizione pop internazionale, con riferimenti a Andy Warhol e Roy Lichtenstein, ma anche in dialogo con l’arte italiana del Novecento.

Le sue opere trasformano icone della cultura di massa in oggetti d’arte, tra le più note:

  • Stoneschair – poltrona in vetroresina a forma di lingua, ispirata al logo dei Rolling Stones, simbolo di lusso sfrenato tra sesso e droga;
  • Cani senza testa – serie scultorea sulla condizione umana contemporanea;
  • New-town – scultura/dodecaedro che raffigura una città spettrale e futurista.

La Stoneschair è stata esposta accanto a opere di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Peter Halley, Le Corbusier, Aldo Cibic e Jonathan Prince[1]. Apprezzata da critici d’arte come Vittorio Sgarbi e Giorgio Grasso.

Principali mostre

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Galleria Uno, Pietrasanta (2010) – Artefiera, Padova (2012) – Galleria Bongiovanni, Bologna (2012) – Biennale Internazionale, Palermo (2013) – Palazzo Ottolenghi, Asti (2014) – Gestalt Gallery, Milano (2014) – Le Galerie Nationale, Dubai (2014–2017) – Ex Fabbrica del Vapore, Milano (2014) – Via Tortona 32, Milano (2015) – Mediolanum Art, Padova (2016) – Palazzo Pretorio, Livorno (2019) – Disanima Piano Festival, Mantova (2019) – Patty’s Gallery, Treviso (2022) – Futura Art Gallery, Pietrasanta (2024).

Carriera musicale

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Origine dello pseudonimo

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Il nome Steve Sperguenzie nasce come gioco fonetico che richiama l'estetica del garage punk e del movimento Paisley Underground statunitense degli anni Sessanta. Lo pseudonimo si rifà a una tradizione in cui gli artisti adottavano cognomi con consonanti a contrasto, difficili da pronunciare, trasformando il nome stesso in una dichiarazione identitaria, una provocazione sonora e concettuale. Ne sono esempi significativi: Pfisterer, batterista dei Love (gruppo musicale), Rudi Protrudi, frontman dei The Fuzztones, come anche Greg Prevost, Elan Portnoy, Pet Zarembra. Allo stesso modo, anche il nome della sua band, Steve Sperguenzie & the Incredible Lysergic Ants, si ispira alla tendenza di molte formazioni psichedeliche degli anni ’60 a scegliere nomi eccessivamente lunghi, visionari e volutamente surreali, in perfetta sintonia con lo spirito lisergico del tempo.

Emblematico è anche il taglio di capelli a “zazzera bionda” che rappresenta il suo amore per Brian Jones, icona, maestro e guida assoluta per intere generazioni. Brian Jones, come Syd Barrett, è una figura insostituibile e imprescindibile per l’evoluzione stilistica dei generi musicali, dei riff e delle invenzioni degli anni Sessanta[2].

Steve Sperguenzie & The Incredible Lysergic Ants

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Fondatore e frontman del gruppo Steve Sperguenzie & The Incredible Lysergic Ants (dal 1987). Il gruppo è noto per il suo stile psichedelico e teatrale, con influenze garage punk. Per il suo impatto live, Steve viene definito incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey, dapprima da Loris Furlan e poi dall’Enciclopedia del Rock Arcana Editrice 2007.

La sua carriera come musicista prende forma verso la fine degli anni Ottanta, quando inizia a farsi notare con la sua band - Steve Sperguenzie & the Incredible Lysergic Ants - partecipando a numerosi concerti. L’idea di indirizzare la musica verso la psichedelia garage avviene quando con Fabio Tognetti, co-fondatore e bassista, decide di seguire il sound dei The Fuzztones, in quanto rimasti folgorati da un loro concerto al Back Doors di Poggio a Caiano.

Tra gli step più significativi di Steve, spiccano le esperienze musicali vissute negli Stati Uniti durante gli anni ’90. Un periodo felice e creativo, fatto di live, performance e importanti collaborazioni, coronato da un accordo contrattuale con la storica Atlantic Records. A sostenere questo percorso americano furono Peppy Castro, manager dell’etichetta e figura iconica della scena psichedelica newyorkese degli anni ’60 come membro fondatore dei leggendari The Blues Magoos. Al fianco di Steve anche Glenn Kolotkin, ingegnere del suono di fama internazionale, già al lavoro con artisti del calibro dei Ramones e di numerose band di culto.

A supportare lo sviluppo e la pianificazione degli step professionali di Sperguenzie negli USA sono due figure chiave: Cat Cacciatore, della Midcoast Mania Network TV di St. Louis, e Kenny Ketcham, manager con base a Orlando, Florida. In quegli stessi anni, prende forma anche una nuova e promettente collaborazione: Tom Petty, musicista e produttore, rimane colpito dal brano She Stails My Flowers, scritto e prodotto da Steve Sperguenzie. L’entusiasmo di Petty per il pezzo è tale da volerlo riarrangiare e includere nel proprio repertorio, aprendo così nuove prospettive artistiche ed espressive.

Nel 1997 la band pubblica l’album The Bright Rump of the Road, un’opera caratterizzata da un’intensa fusione di sonorità ispirate agli anni sessanta, una esplosiva e coloratissima miscela di sonorità sixties: quattro brani contenuti nell’EP e due 45 giri autoprodotti con un packaging curato direttamente da Steve, in quanto anche grafico, e per i quali tutti i giornali ne parlarono e permisero fortunate apparizioni del gruppo in tv. I quattro brani inediti saranno accolti dagli addetti ai lavori in modo sorprendente. John Vignola, giornalista e critico musicale, penna e voce di rinomate rubriche radiofoniche nazionali, è attento alla novità, come Max Stefani, Federico Guglielmi e Massimo Cotto ne sono incuriositi, e i brani sono così recensiti su tutti i giornali di settore.

Nel 1998 la band arriva sul palco televisivo di Help! (programma televisivo) di Red Ronnie con un’esibizione magistrale in cui Steve Sperguenzie sembra reincarnare in un unico corpo il mito di Mick Jagger e di Brian Jones e gli Incredible Lysergic Ants quello di band come Blues Magoos, Love o Chocolate Watchband.

Nel 1999, esce l’EP 5 Investigators per l’etichetta Toast Records, un concentrato di garage-rock, surf e beat che richiama le vibrazioni dei Rolling Stones. Il loro EP "5 Investigators" (1999) è stato recensito positivamente, evidenziando l'influenza dei Rolling Stones e del garage rock. Successivamente, Sperguenzie pubblica diversi singoli, tra cui Magdlene, Colours Fly e Susan & Prozac, prodotti da Gianni Maroccolo per Materiali Musicali/Toscana Musiche.[3].

Critica

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  • «Novello Austin Powers, Sperguenzie incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey»Gianluca Testani, Enciclopedia del rock italiano (Arcana Editrice, 2007)[4].
  • «Il gruppo mette in luce eccellenti capacità compositive e interpretative»Federico Guglielmi, Il Mucchio Selvaggio.
  • «Band multicolore e schizzatissima, guidata dalla personalità di Steve Sperguenzie»Giulio Tedeschi, produttore discografico.
  • «La band toscana fa uno show impeccabile, versando la sua tanica di beat, rock ‘n roll, surf, garage e psichedelia a pochi metri dalla navicella spaziale dentro cui siede Red Ronnie, fino ad infiammarlo»Franco Lys Dimauro, Videomusic.
  • «Una folle macchina del tempo a ritroso nel rock sixties»Loris Furlan, Il Mucchio Selvaggio.

Sinfonico Honolulu

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Dal 2010 è voce e ukulele della band Sinfonico Honolulu, prima orchestra italiana di ukulele. Con il gruppo collabora a progetti con Mauro Ermanno Giovanardi, Niccolò Fabi, Paola Turci, Manuel Agnelli, Eugenio Finardi, Morgan, Patty Pravo e altri[5].

Ha partecipato a programmi di Radio1, Radio2, Radio Deejay e Canale 5.

È autore della prefazione del libro Saltellando qua e là: intorno all’ukulele di Davide Donelli (2019)[6].

Artworks e grafica

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Steve cura personalmente la grafica dei suoi album, poster e mostre, in continuità con la tradizione di artisti come Peter Townshend, David Bowie, Keith Richards, Ronnie Wood, Bob Dylan e Paul McCartney, tutti artisti che, oltre alla musica, si sono dedicati anche alle arti visive come pittori, designer o studenti d’arte.

Discografia

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Con Steve Sperguenzie & The Incredible Lysergic Ants

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  • Shake, My Nightmare
  • The Werewolf
  • Cosmic War
  • Susan and Prozac
  • Serial Killer
  • S.O.S. Pianeta
  • Fly Agaric Boy
  • Let Me In
  • Move On Up
  • Colours Fly

Con Sinfonico Honolulu

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  • Absolutely Live (2011)
  • Maledetto colui che è solo (2013)
  • Il sorpasso (2015)
  • Thousand Souls of Revolution (2018)

Articoli e recensioni

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Template:Note

Bibliografia

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  • Gianluca Testani, Enciclopedia del rock italiano, Arcana Editrice, 2007, ISBN 88-7966-422-0.
  • Davide Donelli, Saltellando qua e là: intorno all’ukulele, Independently Published, 2019, ISBN 1070507776.

Collegamenti esterni

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  1. ^ Maurizia Tazartes, [Vinciguerra) con il fumetto mescola rock e arti visive, in Il Giornale. URL consultato il 19 ottobre 2025.
  2. ^ Gianluca Testani, Enciclopedia del rock italiano, Arcana Editrice, 2007, ISBN 88-7966-422-0.
  3. ^ [Recensione) di "5 Investigators", su Rockit.it. URL consultato il 19 ottobre 2025.
  4. ^ Gianluca Testani, Enciclopedia del rock italiano, Arcana Editrice, 2007, ISBN 88-7966-422-0.
  5. ^ [Piero) Ciampi e gli ukulele? Ecco Sinfonico Honolulu, in Left.it, 17 maggio 2013. URL consultato il 19 ottobre 2025.
  6. ^ Davide Donelli, Saltellando qua e là: intorno all’ukulele, Independently Published, 2019, ISBN 1070507776.