Calcarea
Le calcispongie o spugne calcaree (Calcarea Bowerbank, 1864) sono una classe di spugne accomunate da endoscheletro formato da spicole calcaree di calcite cristallina e carbonato di calcio.
| Spugne calcaree | |
|---|---|
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Animalia |
| Sottoregno | Parazoa |
| Phylum | Porifera |
| Classe | Calcarea Bowerbank, 1864 |
| Nomi comuni | |
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Calcarea | |
| Sottoclassi | |
Generalità
modificaLe calcisponge o spugne calcaree, tipiche di molti ambienti ma frequenti soprattutto presso la superficie, in zone ombrose, sono spugne di piccole dimensioni, tutte marine, hanno un endoscheletro calcareo e colore in genere tendente al bianco o al giallo.[1]
Descrizione
modificaSono caratterizzate da un endoscheletro costituito esclusivamente da spicole calcaree incoerenti, composte da carbonato di calcio (CaCO3) sotto forma di calcite cristallina. Le spicole generalmente sono non connesse, non ramificate, e possono essere a forma di bastoncino (spicole diactine), raggiate con tre punte (spicole triactine) e raggiate con quattro punte (spicole tetractine). Attorno all'osculo, presentano tipicamente una corona di spicole calcaree a funzione protettiva. Le spugne calcaree sono gli unici poriferi a disporre di miociti.[1]
Per quanto riguarda l’organizzazione del sistema acquifero, si presentano generalmente con individui a struttura asconoide o siconoide, più rare le forme con struttura a leuconoide. È l’unica classe di poriferi che presenta tutte e tre i tipi di organizzazione corporea.[1]
In genere, le spugne calcaree sono di piccole dimensioni (una decina di centimetri) e si presentano in forme molto diverse, da tubolare a globosa, da incrostante a cespugliosa. Formano colonie di piccoli individui vasiformi aggregati da tubi interconnessi alla base. Alcune morfologie esterne sono caratteristiche della classe, come la forma a sacco tipica del genere Sycon e la forma a rete presente nei generi Clathrina e Guancha.[1]
Hanno per lo più colori poco appariscenti, ma alcune specie del genere Clathrina sono vivacemente colorate di giallo o di rosso. La colorazione è dovuta a particolari pigmenti, i carotenoidi, che hanno la funzione di proteggere la spugna dalle intense radiazioni solari.[1]
Spesso vivono da epibionti su altri organismi, sulle conchiglie di molluschi, sugli scheletri di madrepore e briozoi e sopra spugne più grandi. Alcune spugne calcaree del genere Sycon e Leucosolenia appartengono al grande gruppo degli organismi del fouling e sono in grado di colonizzare ambienti inquinati come i porti, sviluppandosi in gran numero su corde, gavitelli, scafi sommersi e su qualsiasi altro tipo di substrato artificiale. Esiliata nell’oscurità delle grotte marine è, invece, Petrobiona massiliana, sciafila, considerata un fossile vivente.[1]
Distribuzione e habitat
modificaNonostante l’esiguo numero di specie, le spugne calcaree colonizzano quasi tutti gli ambienti marini e sono diffuse praticamente ovunque, ben adattandosi a diverse condizioni ambientali. Sono più frequenti in acque costiere a basse profondità, in ambienti riparati. Le specie del genere Clathrina sono caratteristiche di ambienti costieri poco profondi, ma si trovano anche nel coralligeno. Molte specie sono sciafile, cioè non tollerano ambienti troppo illuminati ma vivono in ambienti riparati, oscuri, ombreggiati, come grotte, anfratti rocciosi e nel coralligeno. Crescono tra le alghe, all’entrata di anfratti e cavità, nelle lagune costiere e nelle praterie di Posidonia oceanica.[1]
Nel Mediterraneo sono comuni le spugne calcaree dei generi Sycon, Clathrina, Leucosolenia e la specie Petrobiona massiliana, spugne sciafile che prediligono gli ambienti riparati e poco illuminati, come grotte, anfratti rocciosi e coralligeno, da 5 a 25 m di profondità.[1]
Riproduzione
modificaLe spugne calcaree si riproducono per via sessuale generando piccole larve dette anfiblastule, cigliate solo in parte (la parenchimella è presente solo in pochissime specie). Una volta emesse dalla spugna madre, le anfiblastule vagano come componenti dello zooplancton.[1]
Possono anche riprodursi per via asessuale, per frammentazione (colamento) o per gemmazione (producendo piccole gemme). Quest’ultima modalità di riproduzione è stata osservata in alcune specie del genere Clathrina in cui le gemme si formano per costrizione di alcuni tubi che costituiscono il corpo della spugna. La costrizione continua finché solo un sottile lembo di tessuto mantiene il legame fisico tra la gemma e la spugna madre. Una volta staccata, la gemma rotola sul substrato e inizia ad accrescersi indipendentemente.[1]
Tassonomia
modificaLa classe Calcarea si divide in 3 sottoclassi e 6 ordini:
- Sottoclasse Calcinea, con una larva simile alla parenchimella, derivante però da un'anfiblastula, e flagelli dei coanociti che si originano indipendentemente dal nucleo;
- Ordine Clathrinida
- Ordine Leucettida
- Sottoclasse Calcaronea, con anfiblastula e flagelli che si originano a livello del nucleo dei coanociti;
- Ordine Leucosolenida
- Ordine Sycettida
- Sottoclasse Pharetronida, con poche specie relitte aventi uno scheletro formato, oltre che da spicole, da una massa calcarea.
- Ordine Inozoa
- Ordine Sphinctozoa
Voci correlate
modificaBibliografia
modifica- Egidio Trainito e Rossella Baldacconi, Spugne del Mediterraneo, Il Castello, 2013, ISBN 9788865204016.
- Hooper, J.N.A.; Van Soest, R.W.M., Systema Porifera: a guide to the classification of Sponges, New York, NY (USA), Kluwer Academic/Plenum Publishers, 2002, ISBN 0-306-47260-0.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calcarea
- Wikispecies contiene informazioni su Calcarea
Collegamenti esterni
modifica- (EN) calcareous sponge, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Calcarea, su Fossilworks.org.
Note
modifica| Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007546576305171 |
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