Calliroe (Oceanina)

oceanina della mitologia greca
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Calliroe (in greco antico: Καλλιρρόη oppure Καλλιρόη?, Kallirròē) è un personaggio della mitologia greca. È una ninfa Oceanina.

Calliroe
Statua di Calliroe nei giardini del Castello di Schwetzingen
Nome orig.Καλλιρρόη oppure Καλλιρόη.
Lingua orig.Greco antico
Caratteristiche immaginarie
Epitetobel flusso
SpecieOceanina
Sessofemmina

Calliroe dà il suo nome alla luna di Giove Calliroe.

Genealogia

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Figlia di Oceano[1] Teti,[1] sposò il gigante Crisaore[2][3][4][5] che la rese madre del gigante Gerione.[2][3][4][5][6]

Da Poseidone[7] divenne madre di Minia.[7]

Da Mane[8] divenne madre di Cotys.[8]

Dal potamoi Nilo[9] divenne madre di Chione.[9]

Da Piranto[10] divenne madre di Argo,[10] Arestoride[10] e Triopa.[10]

Mitologia

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Calliroe, assieme a molte altre divinità, assistette inerme al rapimento di Persefone compiuto dal "il forte signore, l'ospite di molti" (Ade).[11]

Nelle Dionisiache si parla di Calliroe come una delle ninfe a cui Eros vuole costruire una "camera nuziale" e la invita ad accettare l'amore di qualcun altro.[12] In questo testo però bisogna fare attenzione alle parole naiade e fontana poiché sono riferite all'acqua dolce mentre questa Calliroe è un Oceanina, quindi una divinità del acqua salata.

Calliroe come modello femminile

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Il personaggio emerge fra le eroine della mitologia greca perché fornisce un modello di maternità che trova seguito nella tradizione poetica greca a partire dalla poesia arcaica fino alle testimonianze di epoca ellenistica ed inoltre si configura come un modello femminile che tenta di impedire il corso del destino, così come Andromaca nel VI libro dell'Iliade, che implora appassionatamente il marito di non scendere in battaglia e di non lasciare il figlio orfano; oppure la Giocasta di Stesicoro che suggerisce ai figli Eteocle e Polinice un modo per evitare lo scontro fratricida[13].

Si ha anche l'esempio di Ecuba: Omero nel canto XXIV dell'Iliade si dilunga a descrivere il dialogo fra i due vecchi genitori di Ettore, sul dar seguito o meno alle indicazioni della dea Iris su come formulare la richiesta da porre a Achille per il riscatto del corpo del figlio. La donna, a fronte delle intenzioni dichiarate dallo sposo, l'invita a pregare le divinità perché lo sostengano nell'impresa, cercando di dissuadere il consorte per evitare di perdere anche questo affetto dopo i numerosi figli morti in campo di battaglia. Ecuba però è impotente di fronte alla determinazione di Priamo e deve accettarne la decisione[14]. La figura femminile ha qui la funzione di mediatrice diplomatica in una situazione di alta tensione drammatica: più volte Ecuba rammenta al marito che le vicende umane sono sempre strettamente vincolate alle Moire e al rispetto del volere divino[15].

Frammento S 13

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Nella Gerioneide di Stesicoro il frammento S 13, per quanto esiguo, restituisce il ritratto di una madre disperata che implora Gerione di non battersi con Eracle, ma il figlio non la ascolta e incontrerà il destino di morte[16].

. . .

ep. . . . .io infelice e madre di

maledetti e in modo maledetto soffrendo,

ti supplico Gerione,

se ti ho mai offerto il mio seno

. .. . vv. 6-7 . . . .

per la cara ... rallegra(to?)

(di gioie)

str. . . . peplo

. .. . ascolta

In questo frammento il discorso pronunciato da Calliroe rappresenta con molta verosimiglianza l'affetto viscerale della madre per il figlio, esemplificato anche dal lamento di Danae in Sim. fr. 543 PMG, sebbene in contesto diverso e rivolto ad un figlio ancora in fasce.

  1. ^ a b (EN) Esiodo, Teogonia 334 e 346, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  2. ^ a b (EN) Esiodo, Teogonia 270 e 979, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  3. ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca, 2.5.10, su theoi.com. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  4. ^ a b (EN) Igino, Fabulae, prefazione 40, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  5. ^ a b (EN) Igino, Fabulae 151, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  6. ^ (EN) Esiodo, Teogonia 270 e 295, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  7. ^ a b (EN) Giovanni Tzetzes, Scoli a Licofrone 874, su topostext.org. URL consultato il 3 ottobre 2025.
  8. ^ a b (EN) Dionigi d'Alicarnasso, Antichtà Romane, 1, 27.1, su topostext.org. URL consultato il 13 agosto 2019.
  9. ^ a b (LA) Servio Mario Onorato, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, 4.250, su topostext.org. URL consultato il 13 agosto 2019.
  10. ^ a b c d (EN) Igino, Fabulae 145, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  11. ^ (EN) Inni Omerici 405, su theoi.com. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  12. ^ (EN) Nonno di Panopoli, Le Dionisiache, 40.540, su topostext.org. URL consultato il 18 ottobre 2025.
  13. ^ Stesich. fr. 222 b Davies.
  14. ^ Omero. Iliade. 24. 209, 289, 296-9
  15. ^ Omero. Iliade. 209-10; 290-5
  16. ^ Stesich. S 15 P.Oxy. 2617 frr. 4 +5 vv. 14-9.

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