Castello di Varey
Il Castello di Varey (in francese Château de Varey) è un forte del XII secolo, restaurato nel XIX secolo[1], centro della signoria di Varey, che si erge a Saint-Jean-le-Vieux in Francia.
Castello di Varey | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Saint-Jean-le-Vieux |
Coordinate | 46°01′36.12″N 5°24′16.34″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XII secolo |
Il castello è parzialmente iscritto nel registro dei monumenti storici dal 21 marzo 1983[2]. Solo le facciate e i tetti risultano iscritti al registro.
Storia
modificaLa signoria nel 1150 era in possesso [3] di Guerric, signore di Coligny e di Revermont, sotto la sovranità dei signori di Thoire. Nel 1188, Umberto di Thoire lo pose sotto la protezione dell'imperatore Enrico VI di Svevia[4].
Secondo Samuel Guichenon, verso il 1240[3], Varey passò dai signori di Coligny ai conti di Ginevra, in seguito alle nozze di Maria di Coligny, figlia di Ugo di Coligny, signore di Coligny-le-Neuf, con Rodolfo di Ginevra.
Nel suo testamento il conte Amedeo II di Ginevra designò suo figlio Guglielmo come suo successore e precisò che gli altri figli, Amedeo e Ugo, ereditassero i castelli di Varey, Mornex, Rumilly-sous-Cornillon e Cornillon, la vicesignoria (vidomnat) di Bornes, i diritti sul mercato di La Roche, e le terre e le rendite che possedeva nel Vaud, alla condizione che non potessero alienare questi castelli e diritti se non ai discendenti del conte[5][6].
Nel 1309[3], Amedeo II di Ginevra conferì la signoria in dote a sua figlia Giovanna, prima moglie di Guiscardo, signore di Beaujeu e di Dombes, ma in seguito fu ripresa per essere donata a Ugo di Ginevra, cavaliere, signore di Anthon, suo zio, figlio di Maria di Coligny[7].
Il castello di Varey era allora uno dei più considerevoli e muniti forti del Bugey. Edoardo, conte di Savoia, tentò invano di impadronirsene con la forza il 7 agosto 1325, nella battaglia di Varey, e vide il suo esercito sconfitto e pressoché annientato da Ghigo VIII, delfino del Viennois, accorso in rinforzo.
In riconoscenza del servizio reso dal delfino, Ugo di Ginevra si riconobbe suo vassallo e fece omaggio del castello di Varey il 16 febbraio 1334[3][8] al suo successore Umberto II. Il castello, giudicato di importanza strategica dal delfino, fu acquistato pagando una somma di denaro a Ugo di Ginevra.
Nel 1349 fu acquisito con il resto del Delfinato dal re di Francia. In forza del contratto di scambio del 5 gennaio 1355 il re Giovanni II e suo figlio Carlo, nuovo delfino del Viennois, lo cedettero con il suo mandamento al conte Amedeo V di Savoia.
Il 3 maggio 1410[3], per lettere datate da Thonon, il conte Amedeo VII di Savoia lo infeudò a Bonifacio I di Challant, cavaliere, signore di Montbretton, maresciallo di Savoia, che lo legò per testamento al suo figlio cadetto, Amedeo, che diede origine al ramo di Challant-Varey.
Dopo la morte di Stefano Filiberto di Challant, signore di Varey e del Saix, morto senza discendenza, una parte della signoria fu aggiudicata, il 28 marzo 1556[3], per decisione del Parlamento di Chambéry a mercanti tedeschi, suoi creditori, che il duca Emanuele Filiberto di Savoia espropriò nel 1560[3], per rimettere il feudo a Claudio di Divonne, suo scudiero e poi farne dono il 27 ottobre 1563 a Prospero di Ginevra, signore di Lullins, e infine lo infeudò nuovamente, il 15 ottobre 1571[3], a Claudio dell'Aubépin, nipote di Stefano Filiberto di Challant.
Renata dell'Aubépin, figlia di Claude, lo portò in dote a François d'Ugnie, signore de la Chaux, dalla cui famiglia passò, per vincolo d'alleanza, a quella dei Beaurepaire, a cui il feudo fu confermato nel 1644, nel 1656, nel 1665, nel 1675 e nel 1723.
Il 30 marzo 1753 N. de Beaurepaire la vendette al prezzo di 206000 lire a Jean Dervieu, scudiero, signore del Villars, che la trasmise ai suoi discendenti.
Il castello di Varey, molto danneggiato nel 1793, fu restaurato per ordine di Antoine-Louis Albitte a metà del XIX secolo dall'architetto M. Fléchel. Nel 1873 era ancora in possesso della famiglia Dervieu.
Nel 2023, la prefettura dell'Ain propose che fosse destinato a centro di accoglienza temporanea per i migranti[9].
Descrizione
modificaOggi il castello si presenta come un grande complesso poligonale con fianchi circolari.
Note
modifica- ^ (FR) Charles-Laurent Salch, Dictionnaire des châteaux et des fortifications du Moyen Âge en France, 28e éd., Strasbourg, Éditions Publitotal, 1987 [1979)], p. 1046, ISBN 2-86535-070-3, OCLC 1078727877..
- ^ (FR) Château de Varey, su Base POP Mérimée..
- ^ a b c d e f g h (FR) Samuel Guichenon, Histoire de Bresse et de Bugey, Partie 2 : Contenant les fondations des Abbayes, Prieurez, Chartreuses, Eglises Collegiales & les Origines des Villes, Chasteaux, Seigneurs & principaux Fiefs, Lyon, Jean Antoine Huguetan & Marc Antoine Ravaud, 1650, p. 109.
- ^ (FR) Charles-Laurent Salch e Joseph-Frédéric Finó, Atlas des châteaux forts en France, 19e éd., Strasbourg, Éditions Publitotal, 1988 [1977], p. 27 (cf. Saint-Jean-le-Vieux.
- ^ (FR) Atto del 24 settembre 1306, in Régeste genevois, 1866.
- ^ (FR) Pierre Duparc, Le début du règne de Guillaume III et le rapprochement avec la Savoie, in Le comté de Genève, IXe – XVe siècles, collana Mémoires et documents, XXXIX, Genève, Société d’histoire et d’archéologie de Genève, 1978 [1955], pp. 244-247..
- ^ (FR) Atto del 24 dicembre 1268, in Régeste genevois, 1866.
- ^ (EN) Eugene L. Cox, The Green Count of Savoy. Amedeus VI and Transalpine Savoy in the Fourteenth-Century, Princeton University Press, 2015 [1967], p. 93, ISBN 978-1-4008-7499-6. URL consultato il 6 luglio 2016..
- ^ (FR) Ain. Des migrants bientôt hébergés dans le château de Varey ?, in www.leprogres.fr. URL consultato il 1º aprile 2023..
Bibliografia
modifica- (FR) Marie-Claude Guigue, Topographie historique du département de l'Ain, Bourg, Gromier Ainé, 1873.
- (FR) Vingtrinier, Notice sur le château de Varey, in Revue du Lyonnais, 1871-1872.
Voci correlate
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