Certezza
La certezza (dal latino certus, metatesi di cretus, participio di cerno, "vaglio, risolvo, discerno") è lo stato, di solito effetto di un'evidenza, in cui l'individuo acquisisce la convinzione soggettiva, la persuasione, di aver raggiunto la sicura conoscenza di un fatto oggettivo.[1].
Storia del concetto
modificaVari filosofi hanno cercato di determinare le caratteristiche oggettive per cui un dato, se vero, possa dirsi certo: per questo aspetto il concetto di certezza nella storia della filosofia si accomuna a quello di verità e al metodo di valutazione degli elementi che la contraddistinguerebbero.
Filosofia antica
modificaNel pensiero antico si assiste alla prevalenza degli aspetti oggettivi propri della certezza: per Platone e Aristotele la certezza infatti coincide con la stabilità; solo la permanenza nel tempo delle caratteristiche di un oggetto può assicurarci della certezza dell'essere oggettivo; delle cose mutevoli, invece, se ne può dedurre solo la probabilità[2].
Aristotele risolve il concetto di certezza nell'ambito del pensiero logico per cui solo in un ragionamento apodittico, la cui negazione è assurda o contraddittoria, vi è la garanzia di una certezza fondata oggettivamente. In questo lo Stagirita si oppone[3] alla convinzione dei sofisti per i quali tramite il fascino della parola si poteva indurre nell'ascoltatore qualsivoglia certezza che l'abilità dell'oratore volesse produrre[4].
Filosofia medioevale
modificaNell'uso comune del termine "certezza" si ha una nozione soggettiva che coincide parzialmente con il concetto di assenso per cui, volontariamente, l'intelletto, tramite un giudizio, aderisce alla percezione di un oggetto. Questa doppia caratteristica, percettiva e volontaria, permane nel medioevo quando la concezione della fede come verità rivelata e il riconoscimento dell'autorità dei Padri della Chiesa che l'hanno interpretata, segnano, all'inizio della Scolastica, la definizione della certezza nel suo aspetto soggettivo[5]. Questa coesistenza di sensibilità e volontà viene ripresa da San Tommaso per operare una distinzione tra
- la conoscenza delle cose terrene e naturali per le quali, per la loro immediata evidenza, sono sufficienti la sensibilità e la ragione,
- e le conoscenze rivelate che, non basandosi sull'apprensione sensoriale, richiedono un assenso messo in atto dalla volontà di ciascuno.[6]
Filosofia moderna
modificaCartesio ha cercato di individuare i principi fondamentali che possono essere conosciuti con assoluta certezza. Per farlo si è servito di un metodo chiamato scetticismo metodologico: rifiutare come falsa ogni idea che può essere revocata in dubbio. Con la prima regola del metodo[8], quella dell'evidenza coincidono verità e certezza, un concetto che ora unifica gli aspetti soggettivi e oggettivi. Con l'evidenza infatti si ha insieme chiarezza e distinzione delle idee[9] e l'assenso soggettivo a esse.
L'identità cartesiana di "verità" e "certezza" prosegue in John Locke che l'amplia aggiungendovi la distinzione tra «certezza della verità», quando l'espressione linguistica è adeguata al contenuto ideale, e «certezza della conoscenza» che si ha quando vi sia accordo o disaccordo tra le sole idee[10].
La stessa identità è ripresa da G.W.Leibniz che la riferisce al concetto di «certezza morale» che si ha quando sia sostenuta dalle prove delle verità religiose:
La coincidenza di "verità" e "certezza" viene abbandonata da Giambattista Vico il quale riferisce la verità all'esistenza di un fatto reale (verum et ipsum factum convertuntur). «La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero» mentre «la coscienza del certo» dipende dalla «autorità dell'umano arbitrio» determinato dal «sensus communis generis humani» cioè «un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano.»[12].
Per Immanuel Kant la certezza riguarda l'aspetto oggettivo, la "convinzione" quello soggettivo della scienza intesa come tale da offrire una sufficiente garanzia di verità di ciò che si crede escludendo da essa le domande assolute universali che trovano risposte solo come postulati della ragion pratica. Infatti
La certezza dunque si potrà raggiungere solo nell'ambito dei postulati della ragion pratica alla cui base non vi è un "so" ma un "voglio": «voglio che esista Dio, voglio che la mia esistenza in questo mondo sia anche un'esistenza nel mondo intelligibile, voglio che la mia durata sia senza fine.»
Per G.W.F.Hegel la certezza sensibile appartiene a una forma di sapere immediato che assicura solamente della esistenza di un io di fronte a un oggetto percepito al di fuori di ogni consapevolezza soggettiva. Tuttavia è in quest'atto che nasce la certezza sensibile della differenza tra il singolo io e la singola cosa e quindi la percezione che questo «immediato puro rapporto» tra l'io-soggetto e la cosa-oggetto comporta comunque una mediazione[15].
Nel XVII secolo nasce il concetto di certezza "scientifica" nell'ambito della verifica sperimentale dove si opera una sintesi pratica tra la certezza sensibile e quella appartenente alla logica-matematica.
La certezza nasce quindi da
Il pensiero contemporaneo
modificaL'epistemologia contemporanea esclude dalla sua ricerca la possibilità per la scienza di giungere a certezze assolute e universali e ritiene che i criteri di verità vadano riferiti a parametri contingenti relativi ai sistemi adottati per attivarli. La certezza quindi è qualcosa di accettabile per convenzione che non ha più i caratteri soggettivi né quelli universalmente oggettivi a cui ci si riferiva in passato ma è qualcosa che varia in base al mutamento dei criteri adottati per ottenerla.
Il filosofo, teologo e fisico britannico John Polkinghorne a proposito della certezza scientifica ritiene che comunque la scienza possa evidenziare delle certezze negative:
Note
modifica- ^ Pantaleo Carabellese, Enciclopedia Italiana (1931) alla voce corrispondente
- ^ Platone, Filebo, 59b, Timeo, 29b-c
- ^ Aristotele, Etica Nicomachea, VI, 3, 1139b 31
- ^ Diels-Kranz, 82 B11
- ^ Dizionario di filosofia, Treccani alla voce corrispondente
- ^ Tommaso d'Aquino, Summa theologie, II-IIae, q.2, art.1; e In III Sententiarum, dist.23, q.2, a. 2, q.la 2 c
- ^ Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia, Laterza, Roma-Bari 2009, p. 468.
- ^ Cartesio, "Discorso sul metodo" a cura di A.Carlini, Bari 1963 pp.54-56
- ^ L'idea è "chiara", quando è presente e manifesta ad uno spirito attento; "distinta", quando è precisa nei suoi contorni, che non siano cioè presenti in essa elementi che possano appartenere ad altre idee. (Cartesio, op.cit.)
- ^ J.Locke, Saggio, libro quarto, VI, 3
- ^ Leibniz, Teodicea, Discorso par.5
- ^ G.Vico, Scienza nuova, degnità X e XII
- ^ I.Kant, Critica della ragion pura, Dottrina trascendentale del metodo, capitolo II sezione III
- ^ I. Kant, Critica della ragion pratica, tr. it. di F. Capra, “Introduzione” di S. Landucci, Laterza, Roma-Bari 1997, p.249
- ^ Hegel, Fenomenologia dello spirito, A, 1
- ^ Galileo Galilei, Il Saggiatore, Cap. VI
- ^ Rodolfo Mondolfo, Il pensiero di Galileo e i suoi rapporti con l’ antichità e con il Rinascimento, in Figure e idee della filosofia del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1963-1970, p.118 e sgg.
- ^ John Polkinghorne, Fellow della Royal Society e Fellow del Queen’s College di Cambridge
Bibliografia
modifica- N. Abbagnano, Dizionario di filosofia, UTET, Torino 1971 (seconda edizione).
- F. Brezzi, Dizionario dei termini e dei concetti filosofici, Newton Compton, Roma 1995.
- Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Garzanti, Milano 1981.
- Centro Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei filosofi, Sansoni, Firenze 1976.
- Centro Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario delle idee, Sansoni, Firenze 1976.
- E.P. Lamanna / F. Adorno, Dizionario dei termini filosofici, Le Monnier, Firenze (rist. 1982).
- L. Maiorca, Dizionario di filosofia, Loffredo, Napoli 1999.
- D.D. Runes, Dizionario di filosofia, 2 voll., Mondadori, Milano 1972.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su certezza
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «certezza»
Collegamenti esterni
modifica- certezza, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- (EN) certainty, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere riguardanti Certezza, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Certezza, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) Baron Reed, Certainty, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford.
- Miloud Belkoniene, Jacques-Henri Vollet, Certainty, su Internet Encyclopedia of Philosophy.
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