Che ora è

film del 1989 diretto da Ettore Scola

Che ora è è un film del 1989 diretto da Ettore Scola.

Che ora è
Massimo Troisi e Marcello Mastroianni
Titolo originaleChe ora è
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1989
Durata95 min
Generedrammatico
RegiaEttore Scola
SoggettoEttore Scola
SceneggiaturaBeatrice Ravaglioli, Ettore Scola, Silvia Scola
ProduttoreMario e Vittorio Cecchi Gori
Casa di produzioneCecchi Gori Group (Roma), Gaumont, Studioel (Parigi)
Distribuzione in italianoWarner Bros. Italia
FotografiaLuciano Tovoli
MontaggioRaimondo Crociani
MusicheArmando Trovajoli
ScenografiaLuciano Ricceri
CostumiGabriella Pescucci
TruccoAlberto Blasi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La pellicola ha come protagonisti Massimo Troisi e Marcello Mastroianni.

Michele è un giovane laureato in lettere, che a Civitavecchia sta per terminare il suo servizio di leva. Nella città laziale Michele ha costruito un piccolo mondo di relazioni e di rapporti che ha abbracciato ed accolto la sua tendenza esistenziale alquanto schiva e riservata e comunque non incline alla ricerca dell'affermazione, della visibilità e del successo personale.

A Civitavecchia piomba per una visita fugace il padre di Michele, un affermato avvocato romano che cerca di ricongiungersi al figlio, a lungo trascurato.

Il padre cerca a suo modo di colmare i lunghi anni di assenza tentando di ingraziarsi le attenzioni del figlio e ostentando in maniera irritante i regali lussuosi che a Roma, per Michele, ha già predisposto ma trasforma in irritazione la sua premura quando si avvede che le sue attenzioni e i suoi regali sono solo fonte di imbarazzo per il giovane militare. È invece un vecchio orologio d'argento il dono che Michele mostra di gradire, un orologio che apparteneva al nonno ferroviere e che al ragazzo rammenta momenti di calore familiare, di semplici gestualità vissute in età infantile.

Nelle lunghe ore dell'incontro padre e figlio, condizionati dalle reciproche incomprensioni, litigano spesso per poi riavvicinarsi. I tentativi affettuosi e paterni da parte dell'avvocato di conoscere suo figlio e di prodigarsi per lui diventano davvero invadenti e patetici quando i due si recano a casa di Loredana, una ragazza del luogo con la quale Michele intrattiene un debole ed incerto legame sentimentale ma che viene invece sottoposta ad un fitto interrogatorio da parte del genitore.

Le tensioni tra i due sfogano nello scontro quando il padre comprende finalmente e con rabbia che le proprie aspettative nei confronti di un figlio sconosciuto sono ben distanti dalla realtà del giovane, che, seppur con lentezza e incertezza, è avviato autonomamente in direzioni completamente opposte. La rabbia sfocia presto nella gelosia verso la moglie tanto che il padre confida a Michele un tradimento compiuto dalla madre. Il giovane rimane indignato, abbandonandolo alla stazione, dove il genitore è in attesa del treno per Roma.

L'anziano avvocato è solo quando viene nuovamente raggiunto sul treno da Michele. I due sciolgono finalmente le difficoltà dell'incontro e si abbandonano sereni ad un gioco infantile nel quale Michele, imitando i gesti del nonno paterno, estrae l'orologio d'argento dalla giacca e risponde orgoglioso ed impettito alla domanda: Che ora è?

Analisi

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Una giornata intera trascorsa cercando di rompere il ghiaccio tra il padre avvocato (Mastroianni) e il figlio al servizio di leva (Troisi). Non un confronto generazionale ma caratteriale: il padre, uomo di successo e forte delle sue convinzioni, il figlio introverso e sperduto, che cerca di staccarsi dall'ombra paterna e di costruirsi una vita (ma quale?) diversa. Scola lascia il campo libero ai due grandi attori, ma - soprattutto inizialmente - il film non ingrana: Mastroianni sembra troppo impostato, teatrale, e la sceneggiatura confeziona scene scialbe, insignificanti, che spesso solo grazie alla bravura di Troisi riescono a risultare gradevoli. Ma l'incontro-scontro nel suo complesso funziona poco, e le lunghe pause interlocutorie riempite dalle felici partiture jazzate di Armando Trovajoli sono il sintomo di un film mal assemblato, deludente. Così Scola cerca di risollevarlo introducendo il primo (e unico) personaggio esterno: Loredana, la ragazza di Michele (interpretata dalla deliziosa Anne "Nikita" Parillaud). Il gioco si fa più divertente, la storia acquista maggiore smalto e ritmo e qualche trovata finalmente coglie nel segno. Da lì in avanti Mastroianni riacquista brio e brillantezza, si conferma attore di rango e dà vita a uno splendido duetto notturno con Troisi, nel quale si affronteranno le tante questioni irrisolte in un franco faccia a faccia. Ma si avanza a fatica, ci si scontra con dialoghi non esattamente impeccabili (e in un film simile è difetto non da poco), anche se comunque il tema è interessante e viene affrontato non superficialmente ma neanche troppo in profondità. Non si capisce bene cosa ci faccia Lou Castel pescatore muto in una parte che dura meno d'una comparsata...

Film noiosetto e tristissimo sul tema sempre attuale dell'incomunicabilità tra genitori e figli, girato in una Civitavecchia quasi in Blue ray, fredda, cupa e piovosa, spesso si perde nei vicoli della banalità e dell'ovvietà.

Produzione

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Le parti militari interne furono girate presso la sede del 13º Gruppo Artiglieria da campagna "Magliana", locali della Prima Batteria, Caserma Piave, inquadrato nella Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna.

Riconoscimenti

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Troisi con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile vinta ex aequo con Mastroianni per il film
  1. ^ Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 13/04/20.

Collegamenti esterni

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