Chikungunya

malattia infettiva associata a febbre
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La chikungunya (nome inglese, in italiano adattato in cicungugna)[1], in sigla CHIK, è una malattia febbrile acuta virale, epidemica, trasmessa dalla puntura di zanzare infette.[2][3][4] La malattia fu identificata per la prima volta nel 1952 in Tanzania e prese il nome dalle parole makonde che significano "diventare contorto".[4] La chikungunya è diventata una preoccupazione sanitaria globale a causa della sua rapida espansione geografica, delle ricorrenti epidemie, della mancanza di trattamenti antivirali efficaci e della possibilità di causare un'elevata morbilità.[5] Il virus chikungunya è strettamente correlato al O'nyong'nyong virus, che condivide caratteristiche genetiche e cliniche simili.[6]

Chikungunya
Un caso di chikungunya nelle Filippine
Specialitàinfettivologia
EziologiaChikungunya virus
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM065.4 e 066.3
ICD-10A92.0
MeSHD065632
Sinonimi
cicungugna
CHIK

I sintomi includono febbre e dolori articolari.[7] Questi si manifestano solitamente da due a dodici giorni dopo l'esposizione all'agente patogeno.[4] Altri sintomi possono includere cefalea, dolori muscolari, gonfiore articolare e eruzioni cutanee.[7] I sintomi in genere migliorano entro una settimana; tuttavia, in alcuni casi i dolori articolari possono durare mesi o anni.[7][8] Il tasso di mortalità è circa 1 su 1000.[9] I bambini molto piccoli, gli anziani e le persone con altre patologie sono a rischio di forme più gravi.[7]

Il virus Chikungunya si trasmette tra le persone attraverso due specie di zanzara del genere Aedes: Aedes albopictus e Aedes aegypti,[4] che pungono principalmente durante il giorno,[10][11] in particolare all'alba e nel tardo pomeriggio.[12] Il virus può circolare in diversi animali, inclusi uccelli e roditori.[4] La diagnosi si effettua tramite analisi del sangue per rilevare l'RNA virale o gli anticorpi specifici.[4] I sintomi possono essere confusi con quelli di dengue e febbre Zika, trasmesse dalle stesse zanzare.[4] Si ritiene che la maggior parte delle persone diventi immune dopo una singola infezione.[7]

Il modo migliore per prevenire la malattia è il controllo delle zanzare e l'evitare le punture nelle aree endemiche.[9] Ciò può essere ottenuto in parte riducendo l'accesso delle zanzare all'acqua, oltre che con l'uso di repellente per insetti e zanzariere. I vaccini contro la chikungunya sono stati approvati per l'uso negli Stati Uniti[13] e nell'Unione europea.[14][15][16]

Il virus chikungunya è diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali dove il clima caldo e l'abbondanza delle zanzare vettori (A. aegypti e A. albopictus) ne facilitano la trasmissione.[17] Nel 2014, si sono verificati oltre un milione di casi sospetti a livello mondiale.[4] Mentre la malattia è endemica in Africa e Asia, focolai sono stati segnalati in Europa e nelle Americhe dagli anni 2000.[4]

Il termine, che in lingua makonde significa «ciò che piega» o «contorce», fu impiegato durante un'epidemia in Tanzania nel 1952, a causa delle limitazioni articolari dovute alle importanti artralgie che caratterizzano la malattia. Probabilmente, si era già avuta un'epidemia di chikungunya in Indonesia nel 1779. Da allora il virus è stato riconosciuto come responsabile di alcune epidemie in Asia ed Africa. Nel gennaio 2006 si è registrata un'epidemia nell'isola di Réunion, nell'Oceano Indiano.

La prima epidemia in Italia

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Nel mese di agosto del 2007 il Ministero della salute italiano dirama un comunicato che conferma un'epidemia di chikungunya (la prima sul suolo europeo dall'individuazione del virus) nei paesi di Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna (ambedue in provincia di Ravenna e presso il confine con la provincia di Forlì-Cesena). Alla fine l'epidemia fa registrare circa 250 casi, fra questi un anziano è deceduto, dopo un ricovero all'ospedale di Ravenna, con i sintomi ascrivibili alla malattia, ma non strettamente riconducibile al virus. Le prove di laboratorio hanno permesso di stabilire con certezza che si è trattato di chikungunya trasmessa da Aedes albopictus, conosciuta come zanzara tigre (vedi nei collegamenti esterni la documentazione a cura della regione Emilia-Romagna). A circa 10 anni di distanza, l'8 settembre del 2017, il Ministero della salute Italiano ha diramato un comunicato per un altro focolaio epidemico che ha avuto inizio ad Anzio e focolai secondari, causati da persone infette che si spostano e vengono poi punte dalla zanzara tigre, a Latina, Roma e Guardavalle Marina. In questo episodio i casi accertati sono oltre 500.

Eziologia

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Ricostruzione del virus al microscopio elettronico

L'agente eziologico è il Chikungunya virus (CHIK), della famiglia delle Togaviridae, del genere degli Alphavirus. È molto simile al O'nyong-nyong virus e al Sindbis virus. Altri Alphavirus patogeni noti sono quelli dell'encefalite equina dell'Est, dell'encefalite equina dell'Ovest e dell'encefalite equina venezuelana.

Epidemiologia

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Il verde scuro indica i paesi con attuale o passata trasmissione locale del virus. Dai CDC, settembre 2019.

Il virus si trova in Africa, nelle isole caraibiche e dell'Oceano Atlantico, nelle isole dell'Oceano Indiano, nel sud-est asiatico, fino alle Filippine, all'Indonesia dal 2013 e dal 2014 anche in Polinesia Francese.

La chikungunya è considerata una delle malattie tropicali neglette.

Modalità di trasmissione

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Particelle del virus al microscopio elettronico a trasmissione

Il virus nelle epidemie urbane è trasmesso da zanzare della specie Aedes aegypti, la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue e da Aedes albopictus (zanzara tigre). Nell'epidemie silvestri africane è trasmesso da Aedes africanus e da specie del genere Mansonia. Il ciclo silvestre è mantenuto da cercopitechi e babbuini. Non si esclude a priori la possibilità di un contagio interumano (per via aerea, per contatto con fluidi organici...) specialmente tra soggetti che restano in prolungato contatto con malati. Infatti, l'epidemia avvenuta negli anni scorsi alla Réunion ha visto in alcuni momenti un aumento di casi troppo elevato per essere imputato soltanto alla aggressività delle zanzare tigre.

Clinica

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Il periodo di incubazione è di 2-4 giorni circa. La malattia ha un andamento tipicamente bifasico.

  • Nella prima fase, che dura dai 6 ai 10 giorni, si hanno febbre, cefalea e importanti artralgie, che limitano molto i movimenti: i pazienti tendono a rimanere assolutamente immobili, in posizione antalgica. La febbre si risolve dopo 4 giorni.
  • La seconda fase di 2-3 giorni è caratterizzata dalla comparsa di un esantema maculopapulare pruriginoso su tutto il corpo e dalla ricomparsa della febbre. Occasionalmente in questa fase possono aversi manifestazioni neurologiche, soprattutto nei bambini piccoli (convulsioni), ma nel complesso CHIK è poco o per nulla neurotropo. Raramente possono aversi miocardite e scompenso cardiaco acuto. Le rare complicanze emorragiche si registrano nelle epidemie asiatiche, ma non sono mai gravi come nella dengue: possono comparire petecchie, ma mai importanti sanguinamenti. La malattia si risolve spontaneamente, ma i dolori articolari possono persistere per mesi.

Diagnosi

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La diagnosi è sospettata sulla base dell'anamnesi: malattia febbrile e artralgie in pazienti di ritorno da Africa o da Asia in concomitanza di un'epidemia.

Esami bioumorali

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Si può avere modesta leucopenia con linfocitosi relativa. Si ha importante aumento della velocità di eritrosedimentazione (VES) e della proteina C reattiva (PCR).

Esami sierologici

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La diagnosi è sierologica con una metodica di emoagglutinazione indiretta o con metodica ELISA.

Prognosi

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La malattia è autolimitante. La mortalità è bassa (0,4%)[senza fonte], ma è maggiore nei bimbi di meno di 1 anno di età (2,8%[senza fonte]) e aumenta negli anziani con altre patologie concomitanti.

Terapia

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La terapia è sintomatica e si basa sul controllo delle artralgie.

Profilassi

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Vaccino

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Al momento non è disponibile un vaccino per prevenire la malattia, l’unica prevenzione consiste nell'impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare.[18] Un vaccino è comunque in fase di sviluppo.[19] Il 28 giugno 2024 la UE ha autorizzato il vaccino IXCHIQ per prevenire la malattia.[20]

Lotta al vettore

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Per evitare la puntura delle zanzare si consiglia di vestirsi, coprendosi il più possibile, e di usare spray e sostanze repellenti per gli insetti sulla pelle esposta. La lotta alle zanzare, in ambiente urbano, si basa sul controllo delle acque stagnanti, allo scopo di ucciderne le larve.

Voci correlate

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  1. ^ «Cicungugna», adattamento di «chikungunya», su sites.google.com, Associazione per l'italiano (API), 17 settembre 2025. URL consultato il 18 settembre 2025.
  2. ^ Genus: Alphavirus, su ICTV. URL consultato il 26 settembre 2024.
  3. ^ Vasiliya Kril, Olivier Aïqui-Reboul-Paviet, Laurence Briant e Ali Amara, New Insights into Chikungunya Virus Infection and Pathogenesis, in Annual Review of Virology, vol. 8, n. 1, 29 settembre 2021, pp. 327–347, DOI:10.1146/annurev-virology-091919-102021, ISSN 2327-056X (WC · ACNP), PMID 34255544.
  4. ^ a b c d e f g h i Chikungunya Fact sheet, su WHO, aprile 2016. URL consultato il 26 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2016).
  5. ^ Raíza Nara Cunha Moizéis, Thales Allyrio Araújo de Medeiros Fernandes, Paulo Marcos da Matta Guedes, Hannaly Wana Bezerra Pereira, Daniel Carlos Ferreira Lanza, Judson Welber Veríssimo de Azevedo, Josélio Maria de Araújo Galvão e José Veríssimo Fernandes, Chikungunya fever: a threat to global public health, in Pathogens and Global Health, vol. 112, n. 4, 19 maggio 2018, pp. 182–194, DOI:10.1080/20477724.2018.1478777, ISSN 2047-7724 (WC · ACNP), PMC 6147074, PMID 29806537.
  6. ^ Zhenlan Yao, Sangeetha Ramachandran, Serina Huang, Erin Kim, Yasaman Jami-Alahmadi, Prashant Kaushal, Mehdi Bouhaddou, James A Wohlschlegel e Melody MH Li, Interaction of chikungunya virus glycoproteins with macrophage factors controls virion production, in The EMBO Journal, vol. 43, n. 20, 15 ottobre 2024, pp. 4625–4655, DOI:10.1038/s44318-024-00193-3, ISSN 0261-4189 (WC · ACNP), PMC 11480453, PMID 39261662.
  7. ^ a b c d e Chikungunya Virus Symptoms, Diagnosis, & Treatment, su U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC), 6 aprile 2016. URL consultato il 26 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2016).
  8. ^ van Aalst M, Nelen CM, Goorhuis A, Stijnis C, Grobusch MP, Long-term sequelae of chikungunya virus disease: A systematic review, in Travel Medicine and Infectious Disease, vol. 15, gennaio 2017, pp. 8–22, DOI:10.1016/j.tmaid.2017.01.004, PMID 28163198.
  9. ^ a b Caglioti C, Lalle E, Castilletti C, Carletti F, Capobianchi MR, Bordi L, Chikungunya virus infection: an overview, in The New Microbiologica, vol. 36, n. 3, luglio 2013, pp. 211–27, PMID 23912863.
  10. ^ Enny S. Paixão, Maria Gloria Teixeira e Laura C. Rodrigues, Zika, chikungunya and dengue: the causes and threats of new and re-emerging arboviral diseases, in BMJ Global Health, vol. 3, Suppl 1, 2018, DOI:10.1136/bmjgh-2017-000530, ISSN 2059-7908 (WC · ACNP), PMC 5759716, PMID 29435366.
  11. ^ Preventing Chikungunya, su U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC), 26 febbraio 2016. URL consultato il 26 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  12. ^ (EN) AFP, Outbreak of Chikungunya Virus Poses Global Risk, Warns WHO, su ScienceAlert, 23 luglio 2025. URL consultato il 24 luglio 2025.
  13. ^ FDA Approval, su U.S. Food and Drug Administration (FDA), 9 novembre 2023. URL consultato l'11 novembre 2023 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2023).
  14. ^ Ixchiq EPAR, su European Medicines Agency, 30 maggio 2024. URL consultato il 1º giugno 2024 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2024).
  15. ^ First vaccine to protect adults from Chikungunya, su European Medicines Agency, 31 maggio 2024. URL consultato il 1º giugno 2024.
  16. ^ Vimkunya EPAR, su European Medicines Agency, 30 gennaio 2025. URL consultato il 16 febbraio 2025.
  17. ^ Chikungunya fact sheet, su who.int. URL consultato il 5 marzo 2025.
  18. ^ Chikungunya, situazione nel mondo - VaccinarSì, su VaccinarSì. URL consultato il 31 dicembre 2017.
  19. ^ James M.Wagner, J. David Pajerowski e Christopher L. Daniels, Enhanced production of Chikungunya virus-like particles using a high-pH adapted spodoptera frugiperda insect cell line, in PloS One, vol. 9, n. 4, 2014, pp. e94401, DOI:10.1371/journal.pone.0094401. URL consultato il 29 novembre 2017.
  20. ^ (EN) Ixchiq | European Medicines Agency (EMA), su ema.europa.eu, 31 maggio 2024. URL consultato l'8 agosto 2025.

Bibliografia

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  • G.Mandell, J.Bennett, R.Dolin, ed. Principles and practice of infectious diseases. 6th ed. Elsevier Churchill Livingstone, 2005.
  • Angelini R, Finarelli AC, Angelini P, Po C, Petropulacos K, Silvi G, Macini P, Fortuna C, Venturi G, Magurano F, Fiorentini C, Marchi A, Benedetti E, Bucci P, Boros S, Romi R, Majori G, Ciufolini MG, Nicoletti L, Rezza Giovanni, Cassone A. Chikungunya in north-eastern Italy: a summing up of the outbreak. Eurosurveillance 2007. Available online: http://www.eurosurveillance.org/ViewArticle.aspx?ArticleId=3313
  • Rezza G, Nicoletti L, Angelini R, Romi R, Finarelli AC, Panning M, Cordioli P, Fortuna C, Boros S, Magurano F, Silvi G, Angelini P, Dottori M, Ciufolini MG, Majori GC, Cassone A; CHIKV study group. Infection with chikungunya virus in Italy: an outbreak in a temperate region. Lancet. 2007. Dec 1;370(9602):1840-6.
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