Cianosi

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La cianosi (dal greco antico κυάνωσις?, kyànōsis, formato su κύανος, kyànos, "azzurro, livido") è una decolorazione bluastra anormale della pelle e delle mucose.[1]

Dita cianotiche
Dita cianotiche

Epidemiologia e storia

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Casi di cianosi, o Morbus caeruleus, sono presenti nella letteratura medica dai tempi di Ippocrate, nonostante le cause abbiano eluso i medici fino all'avvento dell'anatomia oggettiva e della patologia. Morgagni è spesso considerato il primo a descriverla nel 1761,[2] tuttavia fu deSenac, medico personale di re Luigi XV a descriverne gli aspetti fisiopatologici nel 1749. Fu solo due secoli dopo però che Christen Lundsgaard determinò la quantità di emoglobina non ossigenata necessaria per produrre la discolorazione (4 - 6 gm/dl).[3][4]

Eziologia

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La cianosi è dovuta alla presenza di alti livelli di emoglobina non ossigenata o dei suoi derivati nel sangue che circola nei capillari cutanei superficiali e nel plesso venoso subpapillare, non nelle arterie o nelle vene.[2] L'ipossiemia, da non confondere con l'ipossia (che riflette l'ossigenazione dei tessuti), è la carenza di ossigenazione del sangue che porta alla cianosi.[5] La pesudocianosi è generalmente dovuta all'esposizione a farmaci (es. amiodarone), e molto più raramente all'esposizione a metalli.[2]

Patogenesi

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La discolorazione è il risultato della vasocostrizione e della diminuzione del flusso sanguigno periferico dovuto a diverse cause. La pseudocianosi può simulare la cianosi periferica, tuttavia non si osserva alcuna risposta al tentativo di "sbiancamento" della pelle applicando pressione.[2]

La cianosi centrale è più preoccupante della cianosi periferica perché indica una riduzione della saturazione arteriosa di ossigeno (SaO₂) o la presenza di emoglobine anomale. Questa condizione si verifica tardi nel decorso della malattia ed è dovuta a un aumento dell'emoglobina deossigenata, causato dalla vasodilatazione dei plessi venosi o da una ridotta tensione arteriosa di ossigeno nei capillari.[1]

Nella cianosi centrale, la saturazione arteriosa di ossigeno è ridotta o l’emoglobina è non funzionale, il che spiega perché colpisce strutture centrali e mucose. Al contrario, nella cianosi periferica, la SaO₂ è normale ma si verifica un maggiore prelievo di ossigeno a causa della vasocostrizione periferica, con riduzione del flusso sanguigno.[1]

Storicamente, si è generata confusione sul livello di emoglobina deossigenata necessario per rendere la cianosi visibile. Questo è dovuto all’errata equazione tra i valori arteriosi e capillari, mentre è la concentrazione capillare che determina la colorazione blu. Inoltre, la cianosi dipende dalla quantità assoluta di emoglobina deossigenata, non da quella relativa:[1]

  • un paziente anemico con grave desaturazione arteriosa potrebbe non mostrare cianosi;
  • un paziente policitemico sviluppa cianosi evidente con livelli di SaO₂ più elevati rispetto alla norma.
Cause della cianosi[6]
Centrale Periferica
Riduzione dell'ossigenazione arteriosa

Anomalie dell'emoglobina

Stesse della centrale a cui si aggiungono:

Clinica

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Segni e sintomi

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La discolorazione è più o meno visibile ad occhio nudo sulla base dello spessore cutaneo, della pigmentazione cutanea e dello stato in cui si trovano i capillari superficiali.[6] Questo fa sì che la cianosi sia più visibile in aree del corpo dove il derma è più sottile e il numero di vasi sanguigni maggiore (labbra, naso, guance, orecchie, mucosa orale) e sotto la luce fluorescente.[2] In base alla localizzazione della discolorazione si distingue in centrale, presente anche a livello del volto, e periferica, presente solo a livello di mani e piedi.[2]

Sintomi che spesso si associano a cianosi sono:[7]

Esami di laboratorio e strumentali

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Trattamento

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Il trattamento della cianosi dipende dalla causa.[7]

  1. ^ a b c d Sarah M. McMullen e Ward Patrick, Cyanosis, in The American Journal of Medicine, vol. 126, n. 3, 2013-03, pp. 210–212, DOI:10.1016/j.amjmed.2012.11.004. URL consultato il 1º maggio 2025.
  2. ^ a b c d e f J. M Holroyd-Leduc, Helewa A, Walker JM. Critical Evaluation of Research in Physical Rehabilitation: Towards Evidence-Based Practice. Philadelphia: WB Saunders Company, 2000., in Evidence-Based Medicine, vol. 7, n. 5, 1º settembre 2002, pp. 135–135, DOI:10.1136/ebm.7.5.135. URL consultato il 1º maggio 2025.
  3. ^ Christen Lundsgaard, STUDIES ON CYANOSIS, in Journal of Experimental Medicine, vol. 30, n. 3, 1º settembre 1919, pp. 259–269, DOI:10.1084/jem.30.3.259. URL consultato il 1º maggio 2025.
  4. ^ CHRISTEN LUNDSGAARD e DONALD D. VAN SLYKE, CYANOSIS, in Medicine, vol. 2, n. 1, 1923-02, pp. 1–76, DOI:10.1097/00005792-192302000-00001. URL consultato il 1º maggio 2025.
  5. ^ D Middleton, Dorland's Illustrated Medical Dictionary Taylor EJ Dorland's Illustrated Medical Dictionary WB Saunders 1887pp £24.50 0-7216-3154-1, in Nursing Standard, vol. 3, n. 6, 5 novembre 1988, pp. 38–38, DOI:10.7748/ns.3.6.38.s58. URL consultato il 1º maggio 2025.
  6. ^ a b (EN) Kasper, D.L., Braunwald, E. e Fauci, A.S., Harrison's Principles of Internal Medicine., New York, McGraw-Hill Medical Publishing Division, 2008.
  7. ^ a b (EN) Blue or grey skin or lips (cyanosis), su nhs.uk, 18 ottobre 2017. URL consultato il 1º maggio 2025.
  8. ^ H. L. Snider, Cyanosis, 3rd, Butterworths, 1990, ISBN 978-0-409-90077-4. URL consultato il 1º maggio 2025.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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