Conflitto del Caprivi
Il conflitto del Caprivi ebbe luogo tra gli anni 1990 e i primi anni 2000 nel Dito di Caprivi, in Namibia, e fu il fallito tentativo dei locali di creare uno Stato autonomo indipendente dal resto del Paese. Il conflitto nacque subito dopo l'indipendenza della Namibia nel 1990, e si protrasse fino alla cessazione dell'attività di guerriglia ribelle nel 2002 circa.
Conflitto del Caprivi | |||
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Data | circa 1994-2002 | ||
Luogo | Dito di Caprivi, Namibia | ||
Casus belli | volontà di secessione caprivina dalla Namibia | ||
Esito | vittoria governativa | ||
Modifiche territoriali | il Dito di Caprivi rimane nella Namibia | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Perdite | |||
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Voci di guerre presenti su Wikipedia | |||
Antefatti
modificaA causa del suo isolamento rispetto al resto dell'Africa meridionale, il Dito di Caprivi nel XX secolo ha sviluppato un'identità etno-culturale peculiare, che rende le genti che lo abitano molto diverse rispetto a quelle degli Stati confinanti, come anche da quelle della Namibia, nazione della quale è nominalmente parte.[1] Dall'indipendenza della Namibia nel 1990 in poi montarono quindi le tensioni tra il governo di Windhoek e molti locali, che costituirono la milizia indipendentista del Caprivi Liberation Army.[1][2]
Il conflitto
modificaPer la prima metà degli anni 1990 le violenze si mantennero sporadiche, e l'attività dei ribelli fu poco più che criminalità comune. Una svolta decisiva al conflitto fu data da Mishake Muyongo, politico namibiano originario del Caprivi e oppositore del presidente della Namibia Sam Nujoma: egli, ormai in aperto contrasto col Capo dello Stato, appoggiò gli indipendentisti e ne riorganizzò lo schieramento, rendendoli entro l'inizio del 1999 una seria minaccia per il controllo namibiano della regione.[2]
Il 2 agosto 1999 si consumò la più importante azione del conflitto: le milizie del CLA attaccarono il capoluogo di Katima Mulilo, tentando di conquistarlo e ottenere così il controllo completo della zona.[2] Nello stesso giorno tuttavia l'attacco fu respinto dalla polizia e dall'esercito namibiano, con grandi perdite per i ribelli, che non furono in grado di riorganizzarsi.[2] Del caos namibiano approfittarono anche le forze ribelli dell'UNITA attive in Angola, che condussero numerose incursioni nel Caprivi.[2]
La guerra portò alla fuga di molte migliaia di caprivini nel vicino Botswana, dove sorsero numerosi campi profughi.[2] Il conflitto proseguì a bassa intensità fino al 2002, quando Muyongo fuggì in Europa e le milizie ribelli cessarono del tutto le proprie attività.[2]
Note
modifica- ^ a b (EN) Ester Massò Guijarro, An Independent Caprivi: A Madness of the Few, a Partial Collective Yearning or a Realistic Possibility? Citizen Perspectives on Caprivian Secession, su tandfonline.com, 8 giugno 2013.
- ^ a b c d e f g Lonely Planet, La lotta per il Caprivi, in Anthony Ham e Trent Holden (a cura di), Namibia, EDT, 2018, ISBN 9788859247708.
Voci correlate
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