Convento del Bosco ai Frati

edificio religioso di Scarperia e San Piero, Italia

Il convento di Bosco ai Frati (Convento di San Bonaventura) si trova a San Piero a Sieve, nel comune di Scarperia e San Piero (FI), circondato da boschi di cerri che gli danno il nome.

Convento del Bosco ai Frati
Convento preso dalla piazza
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàSan Piero a Sieve
Coordinate43°59′10.9″N 11°18′14.14″E
Religionecattolica
OrdineFrati Francescani
ArchitettoMichelozzo Michelozzi
Inizio costruzioneVII secolo

Fondato dalla famiglia degli Ubaldini nel VII secolo, divenne il cenobio dei monaci basiliani (VII secolo) che lo abbandonarono fra il 1010 e il 1012; successivamente, fino al 1206/09 fu occupato da alcuni eremiti e quindi donato, insieme a gran parte del bosco a san Francesco di Assisi (i francescani entrarono in questo convento nel 1212). Qui vissero, fra gli altri, il venerabile Giovanni da Perugia detto lo Scalzo, Vicario Generale al tempo di san Francesco, ed il padre Benedetto da Gavorraccio. Nel Luglio del 1273, fra Bonaventura da Bagnoregio, qui ricevette le insegne cardinalizie e la nomina a vescovo di Albano. La tradizione vuole che il frate francescano fu raggiunto dalla notizia mentre compiva una delle sue umili azioni quotidiane, cioè lavava delle stoviglie in un catino di pietra ancora oggi esistente, conservato da allora entro una cappella sul loggiato verso l'orto. Nel 1349 il convento fu abbandonato a causa della peste.

Nel 1420, quando Cosimo il Vecchio lo acquistò, il convento rinacque. Cosimo finanziò la ristrutturazione della chiesa di San Bonaventura, dotandola di un portico a colonne all'esterno, e la ricostruzione del convento, ad opera dell'architetto Michelozzo Michelozzi: fece ampliare il refettorio, erigere il campanile, il chiostro, la sagrestia e la cisterna. Nel 1427, con bolla di Martino V, tornò ad essere abitato da religiosi; nel 1430 circa Cosimo vi allestì una biblioteca con molti volumi pregiati. Al 1450-1452 risaliva la pala d'altare del Beato Angelico, oggi nel Museo di San Marco.

Giuliano Ughi della Cavallina, Minore Osservante del XVI secolo, scrisse Relazione dell'origine e del progresso del Convento del Bosco. Morì nel convento e vi fu sepolto. Nel 1542 un terremoto provocò gravi danni al convento, soprattutto al campanile. Nel XIX secolo fu demolito il nucleo più antico dell'edificio sacro, lungo la parete nord della chiesa, trasformato in oratorio della Santissima Annunziata e di San Bonaventura, già dal 1564, con la data sull'arco in pietra dell'ex porta dell'oratorio stesso.

Il convento fu impoverito nel 1811 con la soppressione da parte di Napoleone Bonaparte, alla caduta del quale i frati vi poterono far ritorno fino al 1866, quando fu nuovamente soppresso dal governo italiano. Riacquistato all'asta nel 1869 dal marchese Carlo Gerini, che lo riconsegnò ai frati francescani nel 1870, dopo aver ristrutturato la chiesa. Infine nel 1949 la famiglia Gerini fece dono di tutti gli immobili del luogo all'Ordine dei frati minori della Toscana - OFM Toscana.

Descrizione

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La chiesa si presenta a navata unica, coperta da volte a crociera, conclusa da un coro poligonale ampliato nel corso delle ristrutturazioni medicee. Bisogna immaginare, nel Quattrocento, a seguito degli interventi di Cosimo e del figlio Piero, un corredo decorativo ben diverso da quello attuale, e certo più ricco: tra altri arredi documentati, all'altare maggiore era la Pala di Bosco ai Frati, opera del Beato Angelico oggi al Museo San Marco, e il Crocifisso attribuito a Donatello, oggi custodito nella sala del Capitolo, e sulla parete sinistra il trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment oggi nelle Gallerie degli Uffizi.

L'arredo attuale appartiene al periodo seicentesco: sulla parete destra è una pala raffigurante una Deposizione di Lodovico Cardi detto Il Cigoli poco più avanti un'altra tela con la Madonna che porge il Bambino a San Francesco, collocabile tra fine Cinquecento e inizio Seicento di scuola senese attribuibiile a Vincenzo Rustici. Sulla parete sinistra è invece una tavola con una Annunciazione attribuita ad Antonio del Ceraiolo, degli anni venti del XVI secolo. Segue un dipinto di Jacopo Ligozzi, firmato e datato 1589, raffigurante l'Allegoria del Cordone di San Francesco.

Davanti al coro si trova l'Altare dell'Immacolata, un dossale di legno del 1626 con intarsi dorati, recante l'arme dei Medici, dato che fu commissionato dal Granduca Ferdinando II. Al centro di essa è una Madonna seicentesca. Ai lati sono invece un San Francesco e un San Bonaventura, tutti di autore anonimo. La sagrestia conserva un affresco della Scuola fiorentina risalente alla prima metà del XIV secolo.

La sacrestia è anch'essa un ambiente michelozziano arredato con grandi armadi in noce che conservava fino al 1979 un Crocifisso forse di Baccio da Montelupo trafugato in quell'anno.

Intorno al chiostro è organizzato il Museo di arte religiosa : da esso si accede alla cappella di san Bonaventura dove è la pila sulla quale, secondo la tradizione il santo soleva lavare le stoviglie. Il Museo conserva il Crocifisso ligneo, scoperto nel 1953 e attribuito a Donatello sia per l'alta qualità dell'opera sia per una datazione collegabile alla sua collaborazione in Mugello con Michelozzo (1430-1435). Il Museo ospita anche paramenti per celebrazioni rituali e oggetti di culto del convento, alcuni dei quali presentano lo stemma dei Gerini. Dal chiostro si passa nel refettorio di Michelozzo e nell'orto-giardino, attiguo alle celle dei frati.

 
Il Crocifisso attribuito a Donatello

Opere già al Bosco ai Frati

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Bibliografia

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  • Gaspero Righini Mugello e Val di Sieve, note e memorie storico-artistico-letterarie, Firenze, Tipografia Pierazzi, 10 ottobre 1956
  • Guida d'Italia, Firenze e provincia, Edizione del Touring Club Italiano, Milano, 2007
  • Anna Bisceglia, Gabriele Morolli (a cura di), Chiesa e convento di San Bonaventura a Bosco ai Frati, Guida alla visita della chiesa e del convento e alla scoperta del territorio, Firenze, 2008
  • Gianni Frilli, La chiesa, il convento e il museo di San Bonaventura al Bosco ai Frati, 2016/22
  • Gianni Frilli, Il Cristo di Donatello, Bosco ai Frati il crocifisso, 2018/24

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