Corrado Tagliamonte
Corrado Tagliamonte (Noto, 1º novembre 1900 – Roma, 16 gennaio 1997) è stato un ammiraglio italiano, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale al comando dei cacciatorpediniere Antonio da Noli, dall'agosto dello stesso anno del Libeccio, Legionario, della torpediniera Pallade e della nave da battaglia Caio Duilio.
| Corrado Tagliamonte | |
|---|---|
| Nascita | Noto, 1 novembre 1900 |
| Morte | Roma, 16 gennaio 1997 |
| Dati militari | |
| Paese servito | |
| Forza armata | Regia Marina Marina Militare Italiana |
| Anni di servizio | 1920-1963 |
| Grado | Ammiraglio di squadra |
| Guerre | Prima guerra mondiale Guerra d'Etiopia Seconda guerra mondiale |
| Decorazioni | vedi qui |
| Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
| dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Noto, provincia di Siracusa, il 1 novembre 1900, figlio di Guglielmo e di Maria Paliotti.[1] Nel 1915 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Navale di Livorno da cui uscì con il grado di guardiamarina, nel 1920.[1] Partecipò alla prima guerra mondiale come allievo durante le campagne estive delle navi scuola, e dopo la fine della guerra prestò servizio imbarcato su varie unità siluranti.[1] Tenente di vascello nel 1925, conseguì l'abilitazione al servizio elettrico e radiotelegrafico, e poi prestò servizio sulla nave da battaglia Andrea Doria.[1] Nel 1933 frequentò la Scuola di comando navale, prestando poi servizio come comandante di torpediniere.[1] Promosso capitano di corvetta, nel 1936 assunse il comando del cacciatorpediniere Daniele Manin in Mar Rosso, partecipando alle operazioni militari in Africa Orientale Italiana.[1] Dal novembre 1936 al settembre 1938, nel corso della operazioni militari legate alla guerra di Spagna, prestò servizio come ufficiale di collegamento presso lo quartier generale del Regio Esercito.[1] Assunse poi il comando dell'avviso scorta Procione e della relativa squadriglia, operando nelle acque spagnole e venendo per questo insignito della croce al merito di guerra.[1] Capitano di fregata nel 1939, si trovava a bordo dell'incrociatore leggero Alberico Da Barbiano in qualità di comandante in seconda quando il Regno d'Italia entrò nella seconda guerra mondiale.[1] Partecipò alla battaglia di Punta Stilo, e dopo un breve periodo trascorso all'Alto Comando della Marina (Supermarina), nell'aprile 1941 fu nominato comandante del cacciatorpediniere Antonio da Noli, e dall'agosto dello stesso anno del Libeccio .[1] A bordo della due navi effettuò numerose e pericolose missioni di scorta a convogli.[1] Il 9 novembre 1941 il Libeccio, impegnato nelle operazioni di salvataggio dei superstiti della battaglia del convoglio Duisburg, fu colpito da un siluro e restò immobilizzato.[1] Con la nave condannata all'affondamento, dopo aver diretto le operazioni di sbarco dell'equipaggio, decise di rimanere a bordo, in plancia, a affondare con essa.[1] Fu riportato a galla da una bolla d'aria e tratto in salvo.[1] Nel gennaio 1942 gli fu affidato il comando del cacciatorpediniere Legionario, prima nave italiana dotata di apparato radar navale Fu.Mo. 24/40Ggl De.Te., e nel dicembre successivo dalla torpediniera Pallade e della relativa squadriglia.[1]
All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 si trovava a Taranto in qualità di capo di stato maggiore del Comando militare marittimo, e due mesi dopo assunse il comando della nave da battaglia Caio Duilio che mantenne fino al maggio 1945.[1] Capo di stato maggiore del Comando militare marittimo autonomo della Sicilia (1945-1948), e poi del Dipartimento militare marittimo di La Spezia.[2] Promosso contrammiraglio, fu comandante in capo della squadra navale (1952-1954).[2] Promosso ammiraglio di divisione nel 1955, assunse la direzione dell'Istituto di guerra marittima e il comando della 1ª Divisione navale nel 1956-1957.[2] Tra il 1957 e il 1961 fu capo dell'ufficio del capo di stato maggiore della difesa, venendo promosso ammiraglio di squadra nel 1959.[2] Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa fu collocato in ausiliaria nel 1963.[2] Si spense a Roma il 16 gennaio 1997.[2]
Onorificenze
modifica— Regio decreto 3 luglio 1942
— Decreto luogotenenziale 11 aprile 1946
— Determinazione del 9 agosto 1941.
— Determinazione del 6 ottobre 1942
— Determinazione del 6 aprile 1946.
Onorificenze estere
modificaNote
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Alberini, Prosperini 2016, p. 509.
- ^ a b c d e f Alberini, Prosperini 2016, p. 510.
- ^ TAGLIAMONTE Amm. Corrado, Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 21 gennaio 2025.
- ^ Tagliamonte Amm. Corrado, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 21 gennaio 2025.
Bibliografia
modifica- Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
- Aldo Cocchia, La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1958, ISBN non esistente.
- Walter Ghetti, Storia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale. 2 Vol., Milano, de Vecchi Editore, 1968, ISBN non esistente.
- Angelo Iachino, Tramonto di una grande Marina, Milano, A. Mondadori, 1959, ISBN non esistente.
- Luis de la Sierra, La guerra navale nel Mediterraneo- 1940-43, Milano, Mursia, 1976, ISBN non esistente.
- Roberto Veri, Con la pelle appesa a un chiodo: la guerra sul mare, 1940-1943, Milano, Mursia, 1970, ISBN non esistente.
- Periodici
- Alberto Santoni, L'attacco al convoglio "Duisburg", in Storia Militare, n. 207, Parma, Ermanno Albertelli editore, dicembre 2010, pp. 17-33, ISSN no.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Don Kindell, Naval Events, November 1941 (Part 1 of 2) Saturday 1st – Friday 14th, su Naval History. URL consultato il 19 maggio 2023 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2019).