La Cronaca di Kiev o Cronaca kievana (in ucraino Київський літопис?, Kyïvs'kyj litopys; in russo Киевская летопись?, Kievskaja letopis') è un'opera cronachistica realizzata nella Rus' di Kiev e scritta intorno al 1200 nel monastero Vydubyc'kyj, con l'intenzione di proseguire la narrazione della Cronaca degli anni passati.[2]

Cronaca di Kiev
Titolo originaleКиївський літопис
Le prime righe della Cronaca di Kiev come conservati nel Codice Chlebnikov. Nel testo si legge: «Nell'anno 1118, Jaroslav Svjatopolčič fuggì dalla città di Vladimir /Volynskij/. Gli ungheresi /che combattevano con lui/e i suoi boiardi lo abbandonarono. Nello stesso anno, il 6 gennaio, Romano Vladimirič morì e Vladimiro /Monomax/ inviò un altro figlio, Andrea, a governare la città di Vladimir»[1]
Autoreignoto
1ª ed. originale1199-1200
Genereprosa
Lingua originaleSlavo orientale antico
AmbientazioneRus' di Kiev

Ci è pervenuta tramite due manoscritti, ovvero una copia contenuta nel Codice Ipaziano (1425 circa) e una copia presente nel Codice Chlebnikov (1560 circa); in entrambi i codici, è inserita a cavallo tra la Cronaca degli anni passati e la Cronaca di Galizia e Volinia.[3][4] Si preoccupa di descrivere gli avvenimenti verificatisi tra il 1118, anno in cui termina la descrizione degli eventi da parte della Cronaca degli anni passati, e il 1200 circa, sebbene risulti estremamente difficile delimitare un confine che definisca il principio della Cronaca di Kiev e il termine della Cronaca di Galizia e Volinia.[nota 1]

Composizione

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La Rus' di Kiev centrale nel 1132, a metà del periodo coperto dalla Cronaca di Kiev

Quando lo storico Leonid Machnovec' ha pubblicato una traduzione in ucraino moderno dell'intero Codice Ipaziano nel 1989, ha fatto notare: «La storia della creazione di questa cronaca di inizio XIV secolo costituisce un problema assai complesso. Altrettanto ardua è la questione di quando e come sia stata realizzata ciascuna sezione della cronaca. Esiste una vasta letteratura su questo argomento, oltre a essersi espresse opinioni diverse e con delle discussioni ancora in corso».[5]

Tra le fonti utilizzate dall'anonimo cronista della Cronaca di Kiev figurano:

Vi sono prove che un compilatore abbia aggiunto del materiale estratto dalla Cronaca di Galizia e di Volinia nel XIII secolo.[2] Poiché le sue fonti, fatta eccezione per la cronaca monastica, sono secolari e probabilmente non furono scritte da monaci, la Cronaca di Kiev fornisce un quadro politico-militare della disintegrazione della Rus' di Kiev, con particolare attenzione agli eventi che interessarono i prìncipi.[6] Contiene poi un resoconto storiografico degli eventi celebrati nell'epopea del Canto della schiera di Igor', in cui la sequenza fondamentale degli avvenimenti è la medesima.[7] È inoltre presente una descrizione della passione del martirio del principe Igor Olgovič nel 1147.[8]

Jaroslaw Pelenski (1987) ha sottolineato che la Cronaca di Kiev si sviluppa per 431 colonne, incentrate su un periodo di circa ottant'anni. Fornisce inoltre un numero di informazioni decisamente più elevato rispetto alla Cronaca degli anni passati, la quale descrive ben 258 anni in sole 283 (in realtà 286) colonne.[9] Tuttavia, all'epoca la Cronaca di Kiev aveva ricevuto molta meno attenzione da parte degli studiosi rispetto alla Cronaca degli anni passati.[9] Il testo della Cronaca di Kiev mostra forti somiglianze con la Cronaca suzdaliana, accorpata al Codice laurenziano, e con altri testi medievali, sia pur con alcune notevoli differenze.[10]

Sulla base del Paterik del 1661 del monastero delle Grotte di Kiev, gli autori del XVII secolo hanno iniziato ad affermare che Nestore di Pečers'k scrisse molte delle cronache della Rus' di Kiev sopravvissute,[11] tra cui la Cronaca degli anni passati, la Cronaca di Kiev e la Cronaca di Galizia e di Volinia,[12] malgrado vari eventi ivi descritti si svolsero durante l'intero XII e XIII secolo (dunque molto dopo la morte di Nestore, avvenuta nel 1114 circa).[12] A partire dagli anni Trenta del XIX secolo e sino al 1900 circa, si aprì un acceso dibattito accademico sulla paternità di Nestore, ma la questione rimase irrisolta e la convinzione che l'opera fosse di Nestore sopravvisse.[13]

Contenuto

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Struttura

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Di seguito viene riportato un elenco cronologico dei principi che regnarono a Kiev fornito dalla cronaca in esame. Le date potrebbero tuttavia risultare non accurate e, inoltre, alcune delle figure indicate non furono effettivamente gran principi. Dal canto suo, Lisa Lynn Heinrich (1977) ha suddiviso la Cronaca di Kiev nei seguenti capitoli:[14]

  1. Ultimi anni di Vladimiro II Monomaco; regno di Mstislav Vladimirovič (Mstislav I di Kiev, 1118-1126)
  2. Principato di Vsevolod Olgovič (Vsevolod II di Kiev, 1140-1146)
  3. Principato di Izjaslav Mstislavič (Izjaslav II di Kiev, 1146-1147)
  4. Principato di Izjaslav Mstislavič (Izjaslav II di Kiev, 1148-1149)
  5. Principato di Jurij Vladimirovič (Jurij Dolgorukij, 1149-1150)
  6. Principato di Jurij Vladimirovič (Jurij Dolgorukij, 1151)
  7. Principato di Jurij Vladimirovič (Jurij Dolgorukij, 1152–1154)
  8. Principati di Rostislav Jurijevič (di Novgorod), Jurij Vladimirovič e Izjaslav Davidovič (III di Kiev) (1154-1160)
  9. Principato di Rostislav Mstislavič (Rostislav I di Kiev, 1160-1169)
  10. Principati di Mstislav Izjaslavič (Mstislav II di Kiev), Gleb Jurijevič (Gleb di Kiev), Vladimir II Jaroslavič (di Galizia) e Romano Rostislavič (Romano I di Kiev) (1169-1174)
  11. Principato di Jaroslav Izjaslavič (Jaroslav II di Kiev, 1174-1180)
  12. –15. Principati di Svjatoslav Vsevolodovič (Svjatoslav III di Kiev) e Rurik Rostislavič (1180-1200)

Stile ed eventi

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La Cronaca di Kiev costituisce una costola e una continuazione immediatamente successiva della Cronaca degli anni passati.[15] Sfortunatamente, il testo originale della Cronaca di Kiev è andato perduto e le versioni conservate nel Codice Ipaziano e nel Codice Khlebnikov non sono sovrapponibili, ma condividono soltanto una base comune (finora) mai stata trovata.[16][17]

La Cronaca di Kiev annota la morte di 72 principi, 60 dei quali uomini (84%) e 12 donne consorti (16%).[18] È interessante constatare alcuni cambiamenti verificatisi con il passare degli anni che hanno reso particolarmente evidente la differenza tra i vari decenni vissuti dalla Rus' di Kiev. A differenza della Cronaca degli anni passati, in cui i lituani venivano descritti come un popolo sottomesso da Jaroslav il Saggio e che pagava tributi alla Rus' almeno fino all'inizio del XII secolo, la Cronaca di Kiev narra di una campagna del 1132 durante cui un esercito rus' incendiò gli insediamenti baltici, salvo poi essere colto in un'imboscata nemica sulla via del ritorno e subire gravi perdite.[19] Taluni esperti si sono poi soffermati su accadimenti avvenuti altrove e comunque citati nell'opera. La Cronaca di Kiev accenna infatti alla caduta di Gerusalemme del 1187 e alla morte dell'imperatore Federico Barbarossa nell'ambito della terza crociata nel 1190, ascrivendo le responsabilità della prima – e il fallimento della successiva spedizione militare – a una punizione divina per i peccati, mentre paragona la seconda a un martirio.[20]

L'ultima parentesi cronologica accennata dalla Cronaca di Kiev coincide con l'anno 1200 (erroneamente indicato come "1199" nel testo), in cui si sviluppa un lungo panegirico finalizzato a lodare la figura di Rurik Rostislavič (gran principe di Kiev tra il 1173 e il 1210 per almeno sette volte diverse) e chiuso con un «Amen». Il Codice di Chlebnikov, invece, riporta il testo della Cronaca di Kiev concludendosi nell'anno 6704 del calendario ebraico (1196).[3]

Tra gli studiosi vi è disaccordo[nota 1][21] se la voce relativa all'anno 6709 (1201),[nota 2] assente nel Codice Chlebnikov o nel testo di Pogodin,[21] dovrebbe essere considerata la frase conclusiva della Cronaca di Kiev (Perfecky 1973,[21] Heinrich 1977),[15] o quella di apertura della Cronaca di Galizia e Volinia (così studiosi non recenti come Bestuzev-Rjumin, Aleksej Galachov 1863,[21] e Aleksej Šachmatov 1908).[22] Perfecky ha sostenuto: «Credo che [la voce del 6709] e non la lite di Romano con suo suocero, il principe Rurik Rostislavič, avvenuta tra il 1195 e il 1196 (Hruševs'kyj, Istorija, p. 2) costituisca l'ultima informazione inerente a Romano testimoniata dalla Cronaca di Kiev, di cui ne fa parte integrante (più precisamente, si tratta di una "conclusione brusca" - alla quale il cronista forse intendeva tornare in seguito o è persino tornato, ma quel frammento non è mai giunto fino a noi)».[21]

Esplicative
  1. ^ a b Hristova (2006), p. 314.
    «Così come accade per le cosiddette Cronaca di Kiev (CK) e Cronaca di Galizia e Volinia, anche i confini tra queste due opere, così come quelli tra la KC e la Cronaca degli anni passati (PVL), sono frutto di una ricostruzione moderna: nel testo originale, infatti, non vi è alcun elemento che indichi chiaramente dove finisca una cronaca e ne cominci un'altra. Sfortunatamente per noi, lettori dell'epoca posteriore a Johannes Gutenberg, le cronache medievali non presentano la punteggiatura che abbellisce i testi moderni, né mostrano spaziature tra parole, capitoli o sezioni come impone oggi la tipografia»
    .
  2. ^ |В лѣт̑ . ̂s̃ . ѱ̃ . ѳ̃ . начало кнѧжениӕ великаго кнѧзѧ Романа како держєв̑ бывша всеи Роускои земли кнѧзѧ Галичкого / V lět̑ . ̂dz . ps f . načalo knęženiae velikago knęzę Romana kako deržyev̑ byvša alle Rouskoi zemli knęzę Galičkogo.
    Shakhmatov (1908), p. 715 ha tradotto così il passaggio: «Nell'anno [6709 (1201)] ebbe inizio il regno del gran principe Romano, già signore di tutta la Rus', principe di Galizia». Dal canto suo, Heinrich (1977), p. IV ha tradotto così: «Nell'anno 1201 ebbe inizio il regno del gran principe Romano, principe di Galizia, come autocrate di tutta la Rus'». Perfecky (1973), p. 127 ha riportato la frase come segue: «L'inizio del regno del gran principe Romano, principe di Galizia, il cui dominio si estendeva sull'intera Rus'».
Bibliografiche
  1. ^ Heinrich (1977), p. 2.
  2. ^ a b c d e Heinrich (1977), p. v.
  3. ^ a b Jusupović (2022), p. 12.
  4. ^ Toločko (2007), pp. 47-48.
  5. ^ Makhnovets (1989), p. VI.
  6. ^ Heinrich (1977), pp. V-VI.
  7. ^ Børtnes (1989), p. 17.
  8. ^ Børtnes (1989), p. 21.
  9. ^ a b Pelenski (1987), pp. 307-308.
  10. ^ Pelenski (1988), p. 762.
  11. ^ Toločko (2007), p. 31.
  12. ^ a b Toločko (2007), p. 47.
  13. ^ Toločko (2007), pp. 32-33.
  14. ^ Heinrich (1977), pp. X-XI.
  15. ^ a b Heinrich (1977), p. IV.
  16. ^ Hristova (2006), p. 314.
  17. ^ Ostrowski (1981), p. 21.
  18. ^ Garcia de la Puente (2012), p. 350.
  19. ^ Plokhy (2006), p. 90.
  20. ^ Isoaho (2017).
  21. ^ a b c d e Perfecky (1973), p. 127.
  22. ^ Šachmatov (1908),p. 715.

Bibliografia

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Fonti primarie
Traduzioni

In inglese: Lisa Lynn Heinrich, The Kievan Chronicle: A Translation and Commentary, Nashville, Università di Vanderbilt, 1977.

In ucraino: Leonid Makhnovets, Літопис Руський за Іпатським списком [La Cronaca Rus' secondo il Codice Ipaziano], Kiev, Dnipro, 1989, p. 591, ISBN 5-308-00052-2.

Fonti secondarie