Cursa

stella della costellazione di Eridano

Cursa (β Eri / β Eridani / 67 Eridani),[2] chiamata anche Dhalim, è la seconda stella in ordine di luminosità della costellazione dell'Eridano, situata a nordest della costellazione, vicino al confine con la costellazione di Orione, a ~ 3,5° a nordovest di Rigel e poco sopra alla Testa di Strega, una nebulosa a riflessione in Eridano.[3]

Cursa
Una fotografia della stella
ClassificazioneGigante bianca
Classe spettraleA3III
Distanza dal Sole89 anni luce
CostellazioneEridano
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta5h 07m 50,99s
Declinazione-5° 05′ 11,21″
Dati fisici
Diametro medio4 170 000 km
Raggio medio3 R
Massa
Temperatura
superficiale
  • 8360 K (media)
Luminosità
45 L
Indice di colore (B-V)+0,10
Dati osservativi
Magnitudine app.+2,72
Magnitudine ass.+0,61[1]
Velocità radiale-9,2 km/s
Nomenclature alternative
Dhalim, Kursa, β Eri, Beta Eridani, Beta Eri, 67 Eri,

Ha una magnitudine apparente che varia tra +2,72 e +2,80 ed appartiene alla classe spettrale A3 III.[4] Si stima che disti dalla Terra circa 90 anni luce.[5]

Etimologia

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Il nome della stella, Cursa,[6] deriva da quello arabo di "كرسي الجوزاء" (Al Kursiyy al Jauzah), con il significato di "lo sgabello del gigante (Orione)"[7] (sgabello sul quale tiene il piede sinistro).[8] L'altro suo nome, Dhalim, deriva anch'esso dall'arabo (Thalim, struzzo) ed è riferito anche al gruppo di quattro stelle di cui Cursa fa parte, noto come "nido dello struzzo".[7] Nella descrizione mitologica Cursa segna l'inizio (è la sorgente) del sinuoso fiume Eridano che termina alla foce con Achernar.[9]

Osservazione

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Posizione della stella nella costellazione dell'Eridano.

Si tratta di una stella situata nell'emisfero australe, situata solo 5° a sud dell'equatore celeste, poco più a nord della brillante Rigel, al confine con la costellazione di Orione; questo comporta che possa essere osservata da tutte le regioni abitate della Terra senza alcuna difficoltà e che sia invisibile soltanto molto oltre il circolo polare artico. Nell'emisfero sud invece appare circumpolare solo nelle aree più interne del continente antartico.

La sua magnitudine pari a +2,72 le consente di essere scorta con facilità anche dalle aree urbane di moderate dimensioni.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra fine ottobre e aprile; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.

Caratteristiche fisiche

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Il tipo spettrale A3 III indica che si tratta di una stella gigante che ha probabilmente consumato l'idrogeno disponibile nel suo nucleo e che è quindi prossima a uscire dalla sequenza principale per entrare nella sua ultima fase dell'esistenza, quello di gigante rossa. La temperatura effettiva del suo strato esterno è di 8.104 K,[10] cosa che conferisce alla luce della stella la tonalità bianca tipica delle stelle di tipo A.[11] La stella è circa 25 volte più luminosa del Sole.[12] Il suo raggio è di circa 2,4 volte quello del Sole e la sua massa circa doppia.[12] Ruota rapidamente attorno al suo asse: una stima della sua velocità superficiale all'equatore dà il valore di ~196 km/s;[4] per confronto, quella del Sole è di 2 km/s.[13]

La posizione e il moto proprio di Cursa suggeriscono che essa appartenga al supergruppo dell'Orsa Maggiore;[6] tuttavia, le sue proprietà fotometriche tendono a farla ritenere un intruso in tale gruppo. In base a questo e ad altre evidenze, potrebbe appartenere invece al supergruppo di Sirio, unitamente ad altre stelle come Sirio stessa, Beta Aurigae, Alpha Coronae Borealis, Zeta Crateris, e Beta Serpentis. [14]

Beta Eridani ha anche una compagna ottica di magnitudine +10,90, situata a 120 secondi d'arco di distanza, con un angolo di posizione di 148°.[15] È catalogata come CCDM J05079-0506B.[16] Misure di parallasse effettuate dal satellite Gaia indicano che è una stella molto più distante,[17] quindi non fisicamente connessa con Cursa / Beta Eridani.

  1. ^ Jeremy R. King et al., Stellar Kinematic Groups. II. A Reexamination of the Membership, Activity, and Age of the Ursa Major Group, in Astronomical Journal, vol. 125, n. 4, 2003, DOI:10.1086/368241. URL consultato il 26 febbraio 2012.
  2. ^ bet Eri, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 15 agosto 2025.
  3. ^ (EN) Witch Head Nebula - NASA, su nasa.gov. URL consultato il 15 agosto 2025 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2023).
  4. ^ a b (EN) F. Royer, S. Grenier e M.-O. Baylac, Rotational velocities of A-type stars - II. Measurement of in the northern hemisphere, in Astronomy & Astrophysics, vol. 393, n. 3, 1º ottobre 2002, pp. 897-911, DOI:10.1051/0004-6361:20020943. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  5. ^ (EN) F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy & Astrophysics, vol. 474, n. 2, 1º novembre 2007, pp. 653-664, DOI:10.1051/0004-6361:20078357. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  6. ^ a b Cursa, su stars.astro.illinois.edu. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  7. ^ a b R. H. Allen, Star Names: Their Lore and Meaning, Dover Publications, 1963, p. 218, ISBN 0-486-21079-0.
  8. ^ LacusCurtius • Allen's Star Names — Eridanus, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 15 agosto 2025.
  9. ^ Cursa, su stars.astro.illinois.edu. URL consultato il 15 agosto 2025.
  10. ^ (EN) Jeremy R. King, Adam R. Villarreal e David R. Soderblom, Stellar Kinematic Groups. II. A Reexamination of the Membership, Activity, and Age of the Ursa Major Group, in The Astronomical Journal, vol. 125, n. 4, 1º aprile 2003, p. 1980, DOI:10.1086/368241. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  11. ^ (EN) Robert Hollow, The Colour of Stars, su outreach.atnf.csiro.au. URL consultato il 15 agosto 2025 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2012).
  12. ^ a b (EN) M. L. Malagnini e M. Morossi, Accurate absolute luminosities, effective temperatures, radii, masses and surface gravities for a selected sample of field stars, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, vol. 85, n. 3, 1990, pp. 1015-1019, Bibcode:1990A&AS...85.1015M (archiviato dall'originale).
  13. ^ (EN) Albrecht Unsöld e Bodo Baschek, The New Cosmos: An Introduction to Astronomy and Astrophysics, Springer Science & Business Media, 4 settembre 2001, ISBN 978-3-540-67877-9. URL consultato il 15 agosto 2025.
  14. ^ (EN) Olin J. Eggen, The Sirius Supercluster in FK5, in The Astronomical Journal, vol. 104, 1992-10, pp. 1493, DOI:10.1086/116334. URL consultato il 15 agosto 2025.
  15. ^ B. D. Mason, G. L. Wycoff e W. I. Hartkopf, VizieR Online Data Catalog: The Washington Visual Double Star Catalog (Mason+ 2001-2011), in VizieR Online Data Catalog, vol. 1, 1º novembre 2011, pp. B/wds. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  16. ^ CCDM J05079-0506B, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  17. ^ (EN) A. G. A. Brown, A. Vallenari e T. Prusti, Gaia Data Release 2 - Summary of the contents and survey properties, in Astronomy & Astrophysics, vol. 616, 1º agosto 2018, pp. A1, DOI:10.1051/0004-6361/201833051. URL consultato il 15 agosto 2025.

Collegamenti esterni

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