Dani Karavan
Daniel Karavan, conosciuto come Dani (Tel Aviv, 7 dicembre 1930 – Tel Aviv, 29 maggio 2021), è stato uno scultore, pittore e coreografo israeliano.

Dani Karavan è uno dei maggiori esponenti della scultura del Novecento, conosciuto soprattutto per le sue opere Site-specific.
Formazione
modificaFiglio di Abraham e Zehava Karavan, entrambi pionieri emigrati in Israele nel 1920. Il padre fu il capo architetto paesaggista di Tel Aviv dall'inizio anni '40 alla fine dei '60. Inizia a studiare pittura a 14 anni nello studio Streichman-Steimazky continuando con Marcel Janco nel '46 e con Mordechai Ardon all'Accademia di Arte e Design Bezalel di Gerusalemme nel '49. L'anno successivo studia scenografia con Emmanuel Luftglass al Givat Haviva e con Paul Levi alla Theatre School del Cameri Theatre di Tel Aviv. Tra il '56 e il '57 studia la tecnica dell'affresco all'Accademia di belle arti di Firenze, disegno all'Accademia della Grande Chaumière di Parigi e mosaico all'Accademia di belle arti di Ravenna. Fonda nel 1948 il kibbutz Harel, nel quale fu anche pittore e nel quale visse sino al '55, e nel 1964 la Batsheva Dance Company.
Era sposato con Hava con la quale ha avuto Noa, Tamar e Yael.[1]
Così l'artista ha ricordato la sua infanzia:
Poetica
modifica«I valori di comunitarismo, multiculturalismo e internazionalismo» e pacifismo coi quali è stato cresciuto, lo hanno accompagnato nella sua successiva ricerca artistica, «fatta di meditazione tra natura ed artificio, componendo e giustapponendo archetipe forme e forze in spazi di confronto e meditazione».[2]
I lavori
modificaOltre a realizzare illustrazioni per numerose pubblicazioni sin da inizio anni Quaranta, dagli anni Settanta progetta svariate scenografie per il teatro, la danza e l'opera, collaborando con diverse compagnie in patria, Europa ed America e realizzando intanto le prime opere plastiche.[1]
Site-specific
modificaNel suo lavoro di "artista ambientale" tenta di comprendere i luoghi in cui deve operare e il loro potenziale comunicativo. Numerose sono state le commissioni in tutto il mondo tra cui Israele, Francia, Germania, Stati Uniti, Corea, Taiwan e Giappone. La sua prima scultura site-specific è stata il Monumento al Negev (1963-1968) a Be'er Sheva in Israele, innalzato per ricordare i caduti della 12ª Brigata "Negev" nel 1948 per difendere Israele durante la guerra arabo-israeliana e divenuto punto di riferimento nell'arte ambientale.[3]
Rimasto molto legato alla Tosaca dopo gli studi giovanili, vi torna svariate volte: nel '78 realizzò Due ambienti per la pace (Forte Belvedere) e a fine anni Novanta, una serie di esposizioni tra Firenze, Prato, Pistoia e Celle.[4]
Esposizioni
modificaNumerose sono state le sue esposizioni sia personali che collettive tra cui:[1]
- 1976 - Biennale di Venezia
- 1977 - Documenta 6
- 1977 - X Quadriennale nazionale d'arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, 09/06-10/07[5]
- 1983 - collettiva Il passato e la presenza, Centro Culturale "L. Russo", Pietrasanta
- 1985 - Biennale di San Paolo, Brasile
- 1987 - Documenta 8
- 1998 - IX Biennale Internazionale di Scultura, Carrara
- Biennale del Bronzetto e della Piccola Scultura, Padova
- 2001 - XLIX Esposizione internazionale d'arte di Venezia
- 2018 - Il giardino che non c'è, Ferrara, Meis, 30/10/2018-10/02/2019[6][7]
Retrospettive
modificaOpere
modificaLe sue opere sono presenti in prestigiose collezioni museali a livello mondiale:[1] Israele (Museo di Tel Aviv, Museo d'Israele, Museo sulla cucitura, Museo di Tel Hai, Museo di Be'er Sheba); Italia (Galleria degli Uffizi, Museo d'arte Carrara), Francia (Centro Georges Pompidou, Pavillon de l'Arsenal e Museo d'arte moderna a Parigi, Musée d'art moderne de la Ville de Céret, Sede centrale dell'UNESCO); Germania (Museo nazionale germanico a Norimberga, Museo Ludwig a Colonia, Martin-Gropius-Bau e Neue Nationalgalerie a Berlino); Giappone (Museo d'arte Miyagi a Sendai, Museo d'arte di Nagasaki, Parco delle sculture all'aperto di Sapporo, Museo all'aperto di Kirishima a Kagoshima, Museo d'arte Kitakiushu, Spazio espositivo Sagacho e Museo d'arte Setagaya a Tokyo) e altri in Spagna, Portogallo, Belgio, Svizzera, Danimarca, Taiwan, Corea del Sud ed altri.
Monumenti e sculture
modifica- Pregate per la pace di Gerusalemme, 1965-1966, bassorilievo in pietra, Gerusalemme, Knesse, Sala delle assemblee
- Monumento in memoria dell'Olocausto, 1971, Rehovot, Istituto Weitzmann
- White Square, 1977-1988, Tel Aviv
- Axe Majeur, 1980, Cergy Pontoise, Francia
- Pannello decorativo, 1980, altorilievo in pietra, Israel Diamond Exchange, Ramat Gan ISR
- Piazza, 1981, bozzetto, altorilievo in alluminio, Pietrasanta, Museo dei Bozzetti "Pierluigi Gherardi"
- Passages - Omaggio a Walter Benjamin, 1990-1994, Port Bou, Spagna
- Strasse der Menschenrechte, 1993, Germanisches Nationalmuseum, Norimberga
- Garden of memories, 1996-99, Duisburg, Germania
- Murou Art Forest, 1998-2006, Murou, Giappone
- Memoriale alle vittime Sinti e Rom del nazionalsocialismo, 1999-2012, Berlino
- Adamo ed Eva, 2002, olivo e foglie d'oro, Giardino di Daniel Spoerri
- Square of Culture, 2005-2012, Tel Aviv
- Way of peace, lungo il confine tra Israele ed Egitto
- La cerimonia del Tè, Fattoria di Celle, Collezione Giuliano Gori
- Il giardino che non c'è (in previsione a Ferrara)[10]
- Senza titolo, 1992, Parco Juan Carlos I
Pittura
modificaGalleria d'immagini
modifica-
Karavan nel 1969
-
Ma'alot
-
Mercure, Croix de Neyrat, Clermont-Ferrand
-
Sheba Hospital, statua-tenda
Onorificenze e Premi
modificaAnch'essi numerosi, tra cui:
- 1977 - Premio Israele per la scultura
- 1987 - Premio di Architettura in Marmo dell'Europa Occidentale, Carrara, Italia
- 1992 - Medaglia d'argento per le arti plastiche dell'Accademia francese di architettura
- 1996 - Anello Kaiser di Goslar per le arti visive
- 1996 - primo Artista della pace dell'Unesco
- 1998 - Praemium Imperiale - Premio Nobel per le arti, Giappone
- 1998 - Marble Architectural Award
- 1999 - Medaglia Goethe
- 2005 - Premio Michelangelo, Carrara
- 2010 - La Orden del Mérito Civil, Spagna
- 2014 - Cavaliere della Legion d'onore
Dottore Honoris Causa in Filosofia all'Università Ebraica di Gerusalemme, all'Università Ben-Gourion e Università di Haifa (Israele).[1][13]
Note
modifica- ^ a b c d e CV.
- ^ a b Artribune.
- ^ breve biografia, su danikaravan.com. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Dani Karavan: in equilibrio tra cielo e terra, su blog.pandolfini.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ X Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma - Artisti stranieri operanti in Italia, su arbiq.quadriennalediroma.org. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ meis.museum, Ferrara: il giardino che non c'è. Mostra di Dani Karavan, su meis.museum. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ moked.it, Dani Karavan (1930-2021), su moked.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Simona Ciofetta, KARAVAN, Dani, in Dizionario biografico degli italiani, VI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Karavan, Dani, su treccani.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Gian Pietro Zerbini, Il monumento a Bassani - Mostra al Mesi con Karavan, in La Nuova Ferrara, 11 agosto 2018.
- ^ Autoritratto - Dani Karavan (Tel Aviv, 1930 – 2021), su uffizi.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Giovanna Giusti (a cura di), Gli Uffizi. Autoritratti del Novecento, Firenze, 2013, p. 10.
- ^ museodeibozzetti.it, KARAVAN Dani, su museodeibozzetti.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
Bibliografia
modifica- Catalogo della mostra Dani Karavan - Il giardino che non c'è, Electa, ISBN 9-788891-822680.
- Note biografiche - CV, su danikaravan.com. URL consultato il 30 aprile 2025.
- Giulia Ronchi, È morto a 90 anni lo scultore israeliano Daniel Karavan. Era legatissimo alla Toscana, su artribune.com. URL consultato il 30 aprile 2025.
Cataloghi di mostre
modifica- Dani Karavan. Israel/Biennale di Venezia '76, Bologna, 1976.
- Dani Karavan. Due ambienti per la pace, Firenze, Forte di Belvedere. Prato, Castello dell'Imperatore, Firenze, 1978.
- Dani Karavan. Dialog, Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Duisburg, Wilhelm Lehmbruch-Museum, Düsseldorf-Duisburg, 1989.
- Dani Karavan. Retrospektive, a cura di Fritz Jacobi, Mordechai Omer e Jule Reuter, Martin-Gropius-Bau, Berlin, Wasmuth Verlag, 14/03-1º/06/2008.
Documentari e video
modifica- 2021 - High Maintenance, regia di Barak Heymann[1] presentato all'Ischia Film Festival.
- Giuliano Gori - Dani Karavan: dialoghi sull'arte e l'amicizia, di Massimo Luconi.[2]
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dani Karavan
Collegamenti esterni
modifica- Dani Karavan, su danikaravan.com. URL consultato il 30 aprile 2025.
- museodeibozzetti.it, KARAVAN Dani, su museodeibozzetti.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- cinetecadibologna.it, High Maintenance. Vita e opere di Dani Karavan, su cinetecadibologna.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- (EN) Sito ufficiale, su danikaravan.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 95744241 · ISNI (EN) 0000 0000 7841 3754 · SBN SBLV214237 · Europeana agent/base/83562 · ULAN (EN) 500010360 · LCCN (EN) n81003587 · GND (DE) 118559931 · BNF (FR) cb14063935t (data) · J9U (EN, HE) 987010204960005171 · NSK (HR) 000084231 · NDL (EN, JA) 00514200 |
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- ^ cinetecadibologna.it, High Maintenance. Vita e opere di Dani Karavan, su cinetecadibologna.it. URL consultato il 30 aprile 2025.
- ^ Vita e Opere di Dani Karavan - Dagli occhi di Barak Heymann e Massimo Luconi, su centropecci.it. URL consultato il 30 aprile 2025.