I Dharamsutra sono antichi testi normativi dell’India redatti in sanscrito tra circa il Vi e il II secolo a.C. Scritti in prosa concisa, probabilmente per facilitarne la memorizzazione, trattavano diversi temi della società indù come i doveri dei membri delle diverse classi sociali (varna), il matrimonio, l'eredità, la gestione della proprietà, il ruolo dell'amministrazione pubblica nonché argomenti religiosi che vanno dai riti di purificazione alle regole della vita ascetica.[1] I Dharmasutra elencano tre fonti del Dharma: il Veda, la tradizione e la buona consuetudine.[2] Tra i Dharmasutra più noti si annoverano quelli attribuiti a autori come Āpastamba, Gautama, Baudhāyana e Vasiṣṭha. Questi testi riflettono la visione del dharma come principio universale che garantisce l'ordine sociale e cosmico.[3]

Hanno rappresentato la prima codificazione del diritto e delle norme sociali nel subcontinete indiano superando la trasmissione orale delle norme. Furono seguiti dai Dharmashastra.[4]

  1. ^ Lingat, 2003, pp. 33-34.
  2. ^ Lingat, 2003, p. 17.
  3. ^ Lingat, 2003, pp. 34-44.
  4. ^ Lingat, 2003, pp. 109-110.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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