Dik al-Jinn

poeta arabe

Dik al-Jinn, pseudonimo di Abd Al-Salam Ibn Raghbân al-Kalbi al-Himsî (in arabo ديك الجن عبد السلام بن رغبان الكلبي الحمصي?; Homs, 777[1][2]849), è stato un poeta arabo durante il Califfato abbaside.

Diwan Dik al-Jinn

Poiché la critica classica non gli ha dedicato molta attenzione, sappiamo molto poco della vita di Dik al-Jinn. I punti salienti della sua biografia sono il suo amore per una donna cristiana di nome Ward, la sua vita dissoluta e il fatto che non lasciò mai la sua città natale, Homs. Era un musulmano sciita.

Biografia

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Dik al-Jinn nacque nel 777 d.C. a Homs, sul fiume Oronte, in uno dei vecchi quartieri, oggi chiamato Bab El-Dreib, da una famiglia discendente da Banu Kalb.

Esistono due teorie contrapposte per spiegare il suo soprannome "Dik al-Jinn" (Gallo dei jinn):

  • Sarebbe stato soprannominato così a causa del colore verde dei suoi occhi che evocava il piumaggio del gallo.
  • Per il poema elegiaco funebre (rithā') che compose per un gallo che gli fu servito durante un banchetto[3].

Trascorse a Homs la sua movimentata esistenza, durata quasi settantacinque anni. Dell'infanzia non si hanno notizie. Ciò di cui possiamo essere certi è che, durante la sua infanzia, veniva portato nelle moschee dove si trovavano gli insegnanti e gli studiosi, e dove si tenevano i circoli di studio e di ricerca. Questo periodo influenzò la sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza, poiché le sue opinioni e la sua poesia riflettono l'acquisizione di una grande quantità di varie scienze del suo tempo.

La giovinezza di Dik al-Jinn è famosa per la sua dissolutezza e il suo amore per il vino che lo spinsero a sperperare la sua fortuna e soprattutto per l'amore che nutriva per Ward, una cristiana di Homs (poi convertita all'Islam) e per Bakr, un giovane, che uccise entrambi in un impeto di passione.

Sembra che Dik al-Jinn avesse ereditato una grossa somma di denaro da suo padre e che avesse vissuto con questo gruzzolo, sperperandolo per i suoi piaceri. Suscitò così la gelosia e la disapprovazione del cugino, Abu Tayyib, che poi fece credere a Dik al-Jinn che Ward e Bakr si frequentassero. In preda alla rabbia e alla gelosia, Dik al-Jinn li uccise entrambi[1]. Si racconta che egli mescolò le ceneri della sua amata con l'argilla e con esse creò una tazza. In seguito, apprese la verità e pianse per il resto della sua vita in elegie funebri (rithā') che alcuni critici, come Ibn Rashiq, riconoscono come modelli del loro genere[4].

È considerato uno dei maestri del poeta Abu Tammam[5][6].

Stile poetico

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Dik al-Djinn si discosta, come il suo contemporaneo Abû Nuwâs, dalle norme della poesia antica derivata dalla qaṣīda preislamica e dalla sua gamma di temi beduini. Abbandonando i versi lunghi generalmente preferiti dai poeti dello stile classico, come il tawîl, Dik al-Djinn compose principalmente nei metri basît, kâmil e khafîf. Il suo diwan è composto principalmente da frammenti e brevi pezzi di poesia d'amore (ghazal) ed elegie (rithâ') indirizzate a Ward. Un'altra grande parte della sua poesia è dedicata all'amore per il vino. Ha lasciato anche alcuni lunghi pezzi di lode (madîh) e una famosa satira (hijâ') indirizzata al cugino Abu Tayyib.

Il suo diwan ci è giunto in particolare attraverso lo sceicco Muhammad al-Samâwî, che fu il primo a raccogliere le sue opere[3].

  1. ^ a b Joseph A. Massad, Desiring Arabs, University of Chicago Press, 2008, pp. 291–292, ISBN 9780226509600.
  2. ^ Schaade, A. e Pellat, Ch., "Dīk al-Ḏj̲inn al-Ḥimsī.", in Encyclopédie de l’Islam, Brill Online, 1º agosto 2014.
  3. ^ a b Karine Sader, Dîwân Dîk al-Jinn, Shâ'ir al-Hubb wa al-Mawt, Dâr Sâdir, 2013, p. 11.
  4. ^ Ibn Rashiq, Al-'Umda fî naqd al-shi'r wa tamhîsih, Dâr Sâdir, 2012, p. 88, 182, 186.
  5. ^ Abu Tammam (804-845), in Enciclopedia Universalis. URL consultato il 10 ottobre 2016.
  6. ^ William MacGuckin, Ibn Khallikan's Biographical Dictionary, Band 2, Oriental translation fund of Great Britain and Ireland, 1843, pp. 133–134, ISBN 9780226509600.

Voci correlate

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Controllo di autoritàVIAF (EN2761106 · ISNI (EN0000 0000 9975 8217 · CERL cnp00282798 · LCCN (ENn84200985 · GND (DE102370605 · BNF (FRcb15083310c (data) · J9U (ENHE987007301288205171