Dino Rofi

Ceramista e pittore italiano

Dino Rofi (Siena, 21 giugno 1896Siena, 16 dicembre 1963) è stato un ceramista e pittore italiano.

Biografia

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Non sono note le sue origini, salvo che nacque nella Contrada dell'Aquila. La formazione del ragazzo, figlio unico, si indirizzò verso l'arte ed ebbe inizio proprio con lo scoppio della prima guerra mondiale. Fu apprendista in quella che era diventata una vera e propria istituzione senese nel settore delle ceramiche, ovvero le "Antiche Fornaci di Santa Lucia"[1].

Attraverso uno studio approfondito e corredato con molte immagini si è ricostruita, non senza difficoltà, la storia delle Fornaci. All’inizio degli anni Ottanta del XVI secolo il vasaio senese Progenito Sozzi fonda una fornace da ceramica sul retro della Chiesa di San Marco, nel quartiere che da secoli ha avuto botteghe di maestri vasai. Ebbe inizio la storia delle "Antiche Fornaci": da Sozzi la bottega passò di mano in mano: al Carletti nel Seicento, a G. D. Ciabattini e Ferdinando Maria Campani nel Settecento, poi nell'Ottocento a Castagnini Tolommei e Grossi. Nel Novecento dopo Grazzini, ecco che Dino Rofi, con il socio Camillo Fabbrini, iniziò la sua avventura[2].

Occorre ricordare che la citata Chiesa di San Marco è stata sconsacrata ed è divenuta sede di un supermercato, mantenendo l'ingresso in stile romanico. Sul lato sinistro della facciata è posto un moderno bassorilievo con il leone di San Marco Evangelista. L’opera fu donata dalla città di Venezia alla Contrada della Chiocciola, in ricordo di un gemellaggio stipulato nel 1954[3].

Tra i primi maestri ebbe Bernardino Pepi, farmacista e ceramista classicheggiante, che già nel 1902 aiutò Chino Chini ed il fratello Galileo ad aprire una bottega nei pressi di Firenze, dove per un breve periodo lavorerà anche Adolfo De Carolis. Nella bottega di Rofi per molti anni impararono e lavorarono in tempi diversi due artisti che produrranno opere di ceramica, pittura e scultura: Mireno Celso Ermini e Ezio Pollai. Il primo resterà con lui fino alla fine della seconda guerra mondiale per poi fondare con altri soci un'altra bottega di ceramica mentre il secondo arrivò nel 1946 e vi restò fino alla morte dell'artista[4]. A quanto è dato sapere, tra la poche notizie rinvenute, Rofi espose a Firenze alla VII Mostra Nazionale dell'Artigianato nel 1937 anche se è probabile che sue opere siano state esposte in varie altre mostre[5].

La carriera di Rofì esordì in due direzioni: ceramista e pittore. Nel 1922 Rofi e Camillo Fabbrini annunciarono la ricostituzione della società "Antiche Fornaci di Santa Lucia". L'abilità di Rofi come ceramista fu quella di elaborare una tecnica a riflessi metallici con cui realizzò varie opere di natura storico-rinascimentale. In seguito ebbe l'idea di creare una specie di marchio "Decoro Siena", combinandovi l'immenso patrimonio artistico cittadino, quello contradaiolo, aggiungendovi perfino i decori e le forme del pavimento quattro-cinquecentesco del Duomo di Siena. Si dedicò anche alla pubblicità, una forma abbastanza inedita nella ceramica, con scritte in inglese e francese per visitatori colti in visita alla città ed anche per le ormai significative iniziative musicali del Conte Guido Chigi-Saracini[6]. Fabio Bargagli Petrucci, avanzò l'ipotesi che la genesi del lavoro di Rofi e del suo "Decoro Siena" si possa trovare nelle xilografie di Dario Neri e anche nei primi disegni giovanili, realizzati a Siena e nel senese, da Escher[1].

Viceversa, come pittore è ricordato soprattutto per aver dipinto dieci drappelloni nel corso del Novecento dal 1923 al 1958 e per qualche manifesto pubblicitario. In particolare, deve la sua notorietà agli eventi accaduti al termine del cosiddetto "Palio della Pace" del 1945. Dopo la fine della carriera ordinaria del 16 agosto vinta dalla Contrada della Civetta, la gente chiese che si corresse un palio straordinario per festeggiare la fine della guerra e la Liberazione della città, facendo forte pressione sulla nuova amministrazione che decise che si svolgesse il 19 agosto, affidando l'esecuzione del drappellone allo stesso pittore che aveva già dipinto quello del 16 agosto: Dino Rofi. Il Palio poi si tenne il 20 agosto a causa del maltempo. Con questo pochissimo tempo a disposizione, Rofi portò in piazza un drappellone non finito. Sulla pista successe di tutto. La Contrada del Bruco, la "nonna" che non vinceva dal 1922, riuscì a conquistare la testa ma poco dopo le si affiancò quella del Drago e si nerbarono di santa ragione finché il Drago riuscì a sorpassare il Bruco e a vincere. I "brucaioli" inferociti si impossessarono del drappellone e lo fecero a pezzi e perfino il fantino del Drago, Rubacuori rischiò di venire linciato dalla folla. Due giorni dopo però, presenti tutti i paggi delle altre contrade, il Bruco riconsegnò al Drago un nuovo drappellone che Rofi aveva dipinto di nuovo. Nel museo della contrada si trovano, uno accanto all'altro, quello strappato e quello "nuovo"[7].

Rofi non si sposò e morì celibe. Non ebbe eredi diretti. Ezio Pollai con il giovane Fabrizio Fabbrini, figlio di Camillo, tentarono di mantenere l'attività, ma dopo due anni dichiararono fallimento e la storia delle "Antiche Fornaci" il 18 ottobre 1967 chiuse per sempre[1].

  1. ^ a b c Francesco Ricci, Gino Turchi, Dino Rofi e le Antiche Fornaci di Santa Lucia a Siena, in Siena News, 22 settembre 2017. URL consultato il 21 agosto 2025.
  2. ^ Giorgio Botarelli, Appunti per la storia della ceramica senese da Progenito Sozzi a Ferdinando Maria Campani a Dino Rofi, in Nuova Immagine Editrice, 2023.
  3. ^ Michele Busillo, San Marco a Siena: storia di una chiesa che diventò supermercato, 25 aprile 2014. URL consultato il 21 agosto 2025.
  4. ^ Gino Turchi, Dino Rofi e le antiche fornaci di Santa Lucia a Siena, in Il Leccio, 2016.
  5. ^ Dino Rofi, in BEweb. URL consultato il 21 agosto 2025.
  6. ^ Gino Turchi (conferenza), Dino Rofi e le antiche fornaci di Santa Lucia a Siena 1922-1963, in Bibliolandia, 27 settembre 2017. URL consultato il 22 agosto 2025.
  7. ^ La Storia del Palio della Pace, in La Voce del Palio, agosto 2020. URL consultato il 23 agosto 2025.

Bibliografia

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  • Gino Turchi, Dino Rofi e le antiche fornaci di Santa Lucia a Siena, Il Leccio, 2016 - ISBN 978-8898217595
  • Giorgio Botarelli, Appunti per la storia della ceramica senese da Progenito Sozzi a Ferdinando Maria Campani a Dino Rofi. Una fabbrica ceramica in San Marco a Siena dal XVI al XX secolo, Nie, 2023 - ISBN 978-8871454252

Collegamenti esterni

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