Discussioni utente:Xinstalker/Sandbox11

Ultimo commento: 13 anni fa, lasciato da Xinstalker in merito all'argomento Dalla Discussioni utente:Xinstalker/Sandbox5

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L'antefatto

Ma se troneggia Reale per quale ragioni colleghi Eros alle idee e non alla monade? --Xinstalker (msg) 22:09, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Beh, in Platone il termine è usato al plurale. E poi <pov>lo scenario delle Idee è francamente più suggestivo</pov>. Chiaro che nella voce prenderò in considerazione anche il paradigma di Tubinga ripreso da Reale. --151.42.248.83 (msg) 22:18, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
No no, non è Reale che lo riprende da Tubinga è Tubinga che lo riprende da Reale. E' proprio suo, è l'elemento centrale del suo contributo e della sua opera. Aspetta temo che tu vada un po' di fretta... ti va di approfondire questi temi prima qui o nella pagina di discussione della sandbox11?--Xinstalker (msg) 22:22, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Calma :-) Io leggo qui e in molti altri luoghi questa cosa. Approfondiamo pure. --151.42.248.83 (msg) 22:31, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Aspetta sono calmissimo :) cerca di avere fiducia in me. Allora qui stiamo parlando di Eros nel mito platonico del Simposio secondo Reale. Allora devi leggere il capitolo V "Presentazione delle 'dottrine non scritte' in chiave di commedia nel "Simposio" in "Autotestimonianze+e+rimandi+"+Reale&hl=it&ei=dR6KTsjdPOmE4gS_5pjBDw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q Autotestimonianze e rimandi 2008 dove conclude «anche questa mia tesi è stata pienamente accettata dalla Scuola di Tubinga» parla della fondazione teoretica della natura bipolare di Eros riferendola in particolare al discorso di Diotima che richiama Aristofane (Simposio 205D-206A) e al discorso sempre Diotima di cui al Simposio 203D E, non usare google per favore, non serve a molto, spesso confonde solo.--Xinstalker (msg) 22:43, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Certo che ho fiducia in te e spero che anche tu la abbia in me ^^. Detto questo, non userei Google se non fosse il mezzo quasi obbligato per portare informazioni o, almeno, per attuare un confronto "sui testi". Certo, se in questo momento ci trovassimo al bar (è un po' tardi, però) con una bella scorta di opere di critica platonica, beh, sarebbe tutto un altro discorso e tu potresti tranquillamente farmi questo appunto. Ma siccome non so neppure da dove editi, consentimi di non scannerizzare tutte le opere che ho in casa per aiutare la discussione. Anche solo leggendo questa pagina insignificante a livello di contributo critico, ma pur sempre utile perché riassume ciò di cui stiamo parlando, si capisce che è Reale che riprende e non il contrario. --151.42.248.83 (msg) 22:56, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi

Non mi segui... provo ad andare avanti, in quel capitolo Reale afferma:
«Io mi sono spinto ancora più avanti rispetto alla posizione assunta dalla Scuola di Tubinga»
il suo andare avanti è nel riscontrare le dottrine non scritte prima ancora della Repubblica e del Fedone ma «adirittura già nel Simposio».

Non solo, «che cos'è Eros? La risposta è netta: è il rimedio del male della divisione in due; è la ricerca dell'altra metà, ossia il fare "di due uno" e il tentativo di risanare, in questo modo, ossia in funzione dell'"uno", la scissione diadica dell'umana natura.» Mi segui? --Xinstalker (msg) 22:59, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi

Questo è Reale non è Tubinga, Krämer le accoglierà certo, ma è Reale. Quindi è qui che devi cercare l'Eros di Platone secondo Reale. Tra l'altro lo aveva già trattato prima nell' Eros demone mediatore, ma qui lo rende esplicito rispetto a Tubinga. --Xinstalker (msg) 23:06, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi

(conflittato) Secondo me ci stiamo confondendo a vicenda. Allora, non ci piove che Reale ha poi "personalizzato" ciò che ha tratto da Tubinga, altrimenti dove starebbe il suo essere geniale? Fin qui ok. Io mi sono limitato a dire che effettivamente esiste la visione di Reale, che coinvolge anche Eros. E infatti se rileggi la nostra conversazione vedrai che ho detto che riporterò anche la visione di Reale, ma che io, IP anonimo, nel mio POV, che ovviamente terrò fuori dalla revisione, preferisco porre l'accento sulle idee piuttosto che sulla monade. Inserirò nella revisione sia il senso dell'affermazione che citi (mi dai, a proposito, le coordinate?) sia il "mio" - che mio non è, perché non sono stato io a formularlo. --151.42.248.83 (msg) 23:11, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Non ti voglio confondere ma solo invitarti a conoscere meglio il contributo di Reale. Non abbiamo fretta, se vuoi possiamo parlarne ancora. In che modo invece colleghi Eros, il demone, alle Idee? Come vorresti rendere questa cosa? Non ci conosciamo ma credimi il fatto che ti sto stalkerizzando sui contenuti è perché spero in te. :) --Xinstalker (msg) 23:18, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
(conflittato, ancora) Certo, ho capito il tuo scopo, che è del tutto orientato in positivo e lasciami dire che lo apprezzo molto soprattutto per la pacatezza espositiva. Appunto, prima di essere conflittato, stavo riportando un passo che mi avrebbe aiutato a farti capire cosa voglio dire. Attendi un attimo. --151.42.248.83 (msg) 23:20, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Parlavo di questo:
Nei dialoghi dell'amore, il Simposio e il Fedro, viene descritto un viaggio dalla conoscenza, percorso dalla ragione ma compiuto anche con il desiderio e la passione. Questo viaggio è un'ascesi verso il mondo delle Idee, un'esperienza nella quale chi sale, mentre sale, si trasforma profondamente. L'eros filosofico si presenta come un vero e proprio rito di iniziazione ai misteri d'amore e a quelli della sapienza. L'iniziatore conduce gradualmente il giovane iniziato ad amare la bellezza, che è una ma "vive" in molte cose. Essa viene colta nei diversi gradi in cui si manifesta: dapprima come bellezza di un solo corpo, poi di tutti i corpi, quindi dell'anima, delle istituzioni, delle scienze e, infine, è il Bello in sè, fonte di ogni altra bellezza [il sottolineato è mio] (M. De Bartolomeo, V. Magni, I sentieri della ragione) --151.42.248.83 (msg) 23:25, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Va bene ma ancora un passo avanti (o indietro :) cos'è l'idea in Platone? grazie per darmi retta! :) --Xinstalker (msg) 23:39, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Figurati, confrontarsi in vista di un nobile scopo è sempre bello :) Su cosa sia l'idea si è scritto quintali di pagine: nel mio modesto riassunto, l'idea è il massimo grado di realtà, ciò che la divina azione demiurgica utilizza come modello mentre plasma la materia inanimata. E' anche importante sottolineare come la dialettica, fondamentale parlando del nostro filosofo, abbia senso solo e soltanto perché le idee sono molteplici, dunque collegabili a seconda di determinati criteri. Una buona sintesi del monolitico essere parmenideo e del costante divenire di Eraclito. --151.42.248.83 (msg) 23:44, 3 ott 2011 (CEST)Rispondi
Ottimo l'idea è il massimo grado di realtà (cfr. Fedro 247c); le idee sono molteplici attento però.. tra loro c'è una gerarchia, tra loro ce ne sono cinque "supreme" (cfr. Sofista 247d-256d). Perché Eros, il demone, spinge verso le idee immobili, immutabili e non mischiate l'una con le altre (Timeo 52a)?--Xinstalker (msg) 08:13, 4 ott 2011 (CEST)Rispondi
Sì, è vero, c'è una gerarchia: il Bene è l'idea che, stando a Platone, "illumina" le restanti conferendo loro senso, ma bisogna tenere presente che questa "azione", se così vogliamo chiamarla, dell'idea del Bene non è paragonabile a quella creatrice del Dio cristiano. Nel cristianesimo Dio crea tutto ciò che esiste, nel platonismo invece le idee sussistono di per sé; poi l'idea del Bene è fondamentale perché rischiara le altre, che altrimenti rimarrebbero nell'oscurità intellettuale. Tuttavia, anche senza il Bene, le idee esisterebbero. Comunque no, Eros non spinge verso le idee immobili, semplicemente perché esse non sono mai immobili, almeno dopo il "parmenicidio" che ha sancito l'esistenza del non-essere relativo (il diverso, per intenderci) e quindi la rottura della staticità delle idee. --151.42.248.53 (msg) 12:20, 4 ott 2011 (CEST)Rispondi
Se ritieni che le idee siano mutabili non stiamo parlando dello stesso Platone, leggi Timeo 52a; se le ritieni mutabili fammi vedere la fonte. Per ora concentriamoci su questo poi torniamo ad Eros.--Xinstalker (msg) 14:15, 4 ott 2011 (CEST) Per favore facciamo come sto facendo io, un'affermazione una fonte. altrimenti mi confondo :) --Xinstalker (msg) 14:16, 4 ott 2011 (CEST)Rispondi
Attenzione :) Non ho mai detto che sono mutabili, nel senso che A può diventare B e poi C ecc... Ho detto che non sono immobili, cioè che A non ha senso se non è collegato a B, che a sua volta è collegato a T. Le idee non mutano, ma si mettono in relazione l'una con l'altra, solo così è possibile formulare un discorso, altrimenti ricadiamo nel principio di identità di Parmenide per cui A=A (essere = essere), che, come si capisce, non è un discorso. Se vuoi ci possiamo concentrare su queste ed altre domande prima che io cominci a lavorare alla voce, per me va più che bene ^^ --151.42.248.53 (msg) 15:35, 4 ott 2011 (CEST)Rispondi
Quanto sopra per precisare. Favorevole anch'io all'uso delle fonti per le prossime questioni. --151.42.248.53 (msg) 15:36, 4 ott 2011 (CEST)Rispondi

Non occorre che ti fermi sulla voce. Puoi proseguire, come ti invito a proseguire qui. Rispetto alle idee per ora evitiamo i riferimenti ad altri (Parmenide o cristiani che siano) concentriamo sui dialoghi come fonti prime quindi e sulle fonti seconde:

  • Ti ho invitato a leggere Timeo 52a e il raffronto tra idee e mondo sensibile (questo sì indicato come in "continuo movimento"), ora ti invito a leggere anche Cratilo 439a-440d là... dove Socrate indica quella 'realtà' che "resta ferma" e "come potrebbe mutarsi o muoversi...?" ma anche Cratilo 385e-386e. Tu sai che termine ha coniato Reale per questa 'saldezza' e 'immutabilità' delle idee?
  • Che relazione c'è tra essere, idee e mondo sensibile in Platone?--Xinstalker (msg) 20:28, 7 ott 2011 (CEST)Rispondi
  • I riferimenti "esterni" servivano a far capire meglio il mio ragionamento, ma, in effetti, si possono anche tralasciare: sono un ulteriore aiuto, ma la struttura della mia argomentazione è già presente in Platone. Secondo me l'incomprensione di fondo nasce da una differente percezione della discussione. Ho l'impressione che tu ti stia focalizzando sull'ambito ontologico - e quindi "essenziale" - dell'idea, che ovviamente è "ontologicamente ferma", essendo il massimo grado di perfezione in contrapposizione con il mondo sensibile (quello della "doxa", l'opinione che - quella sì - muta ontologicamente, nel senso che, nella visione del popolano ignorante, quello che oggi è vero domani sarà falso). Io, invece, sto facendo riferimento alla dialettica, che è quella modalità che ci aiuta a comprendere la reale perfezione delle idee. Già il termine "dialettica" dovrebbe far riflettere sul fatto che non è qualcosa di univoco, ma qualcosa che pone connessioni e vie diverse, in modo che la definizione che viene data sulla nostra stessa Wikipedia (deriva dai termini greci dià-legein (cioè "parlare attraverso", ma anche "raccogliere")) risulta corretta. In buona sostanza io dico che l'idea è ontologicamente immobile, nel senso che non muta nella sua sostanza, ma è in movimento dal punto di vista logico (per essere pleonastici e ancora più chiari potrei dire che l'idea è dialetticamente in movimento - pleonasmo perché dire dialettica significa dire movimento). --151.42.249.162 (msg) 17:42, 8 ott 2011 (CEST)Rispondi
La scienza dialettica è conoscenza di come - nel discorso - sia possibile passare da un'Idea a un'altra Idea seguendo l'articolazione reale dei loro rapporti reciproci e perciò di come sia possibile che quel discorso, proprio perchè coglie relazioni reali tra le Idee, sia vero. (I sentieri della ragione, pag. 135)
  • Quanto alla seconda questione, la relazione tra mondo sensibile e idee è duplice o, meglio, si esplicita in due diversi modi. Le idee, che sono l'essere, sono i modelli attingendo dai quali il Demiurgo plasma il mondo sensibile, pertanto il mondo sensibile risulta copia di quello iperuranico. Questi temi poi Platone li svilupperà nel periodo cosiddetto della vecchiaia, con i concetti di "mimesi", "metessi" e "parousia". Inoltre, Platone pone il mondo materiale come tappa iniziale del percorso verso la sapienza, verso l'essere. Come ho già detto in precedenza, in Platone non esiste solo essere e non-essere, ma una gerarchia che corrisponde al percorso filosofico e intellettuale dell'iniziato alla filosofia platonica. --151.42.249.162 (msg) 18:03, 8 ott 2011 (CEST)Rispondi

(rientro) Le idee hanno esclusivamente un ambito ontologico: sono immutabili e immobili, nulla hanno da aggiungere o da togliere. E' l'"essere" ad includere nella sua polarità sia l'ambito delle idee che quello del sensibile e quindi ad implicare il movimento e l'inamovibilità. Questa bipolarità, peraltro, è propria del pensare greco fin da Esiodo.
Dialetike.. questo aggettivo sostantivato significa "dialogo", la funzione in Platone è quello di consentire per mezzo di questo, l'ascesa verso il mondo delle idee, ovvero la scoperta di un ambito soprasensibile, immobile immutevole e unitario, che spiega la stessa ragione dell'esistere del nostro mondo sensibile, mutevole, complesso e per questo sprovvisto, da solo, di ragione d'"essere".
Il tuo primo errore consiste in questo Le idee non mutano, ma si mettono in relazione l'una con l'altra; per questo intendevi che si muovessero. Non sono le idee che si mettono in relazione l'una con l'altra ma qualcosa d'altro lo intende per loro e spinto da qualcosa. Il demone Eros che ruolo gioca? Gli dèi dove sono in questo processo? --Xinstalker (msg) 09:00, 9 ott 2011 (CEST) Il mio desiderio è che tu da solo possa in futuro occuparti di tutte queste voci, in modo corretto, chiaro e circostanziato. Per fare questo occorre che, inizialmente tu possiede almeno una edizione completa delle opere di Platone, un vocabolario di filosofia greca (o almeno antica) e un paio di manuali critici, in tal senso è indispensabile il volume 3 della Storia della filosofia greca e romana di Giovanni Reale (si vende separatamente e costa davvero poco) insieme, restando nell'ambito di Tubinga/Milano, a quello di Thomas A. Szlezak Come leggere Platone che introduce alla 'nuova' lettura di Platone. Questo è quello che penso io, quello che va accuratamente evitato è lo sbirciare per mezzo di google singole pagine 'smozzicate' credendo solo per questo di aver capito. Così non funziona, non sto certamente sostenendo che tu faccia così, ma ti chiedo ad esempio se possiedi le opere di Platone e quali manuali generalisti su Platone possiedi per intero. ciao e grazie comunque. --Xinstalker (msg) 09:20, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi

Xin, guarda, come sai bene apprezzo molto la discussione e i tentativi di migliorarci rispettivamente, ma così non va. Posso anche passare sopra al fatto di aver istituito un dialogo a mo' di interrogazione liceale, ma queste continue domande, questi continui cavilli sono veri e propri atti ostruzionistici, che di fatto mi impediscono di lavorare alla voce, che intanto è lì che marcisce con dubbi di enciclopedicità assurdi posti da persone che sono su Wikipedia solo per imporre il proprio POV e che agiscono per ripicca. Noi intanto parliamo, parliamo, parliamo e non concludiamo nulla. Peggio, ci impantaniamo in bizantinismi tali che alla fine ci portano al collasso. Non ho la pretesa di entrare nel cervello di Platone, ci mancherebbe altro. Non ho quindi la pretesa che la mia sia la "versione definitiva" del pensiero platonico; sto invece tentando di ragionare e di essere logico sui presupposti di Platone stesso. Ma evidentemente non è una strategia che paga. Cosa vorrebbe dire "Non sono le idee che si mettono in relazione l'una con l'altra ma qualcosa d'altro lo intende per loro e spinto da qualcosa"? E' incomprensibile.
Inoltre, invece di darmi indicazioni di materiale da utilizzare, come se fossimo al primo giorno di scuola, se pensi di essere più preparato, chiaro e circostanziato, intervieni tu sulla voce, possibilmente in modo diverso da come fatto fino a questo momento. --151.42.248.48 (msg) 14:37, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi
Mi spiego meglio: 1) puoi intervenire sulla voce quando e come credi. Già te l'ho scritto più avanti. 2) Converrai che questa voce è piuttosto specifica e come era stata impostata precedentemente era molto superficiale e fuorviante. 3) Mi sembra che hai tempo, voglia e onestà intellettuale per lavorarci. 4) Sto discutendo con te in questa pagina per limare alcune cose che riguardano il fatto che quando leggerò i contributi tuoi mi sentirò tranquillo, non parlo solo di questa voce, ma tutti i contributi tuoi in ambito 'platonico'. 5) Se non vuoi che preciso non devi scrivere quelle cose che sono sbagliate. Sbagliate e basta. 6) Se non vuoi discutere fammelo sapere che smettiamo. 7) Puoi contribuire alla sandbox11 o direttamente alla voce come e quando ti pare, se trovo delle inesattezze o superficialità interverrò lì. 8) Questa discussione su Platone è solo per approfondire e conoscerci meglio, migliorando insieme. :-) --Xinstalker (msg) 14:45, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi

La supercazzola è questa, non occorre una laurea in filosofia per saperlo:
Le idee non mutano, ma si mettono in relazione l'una con l'altra.
Questa supercazzola invece: ma qualcosa d'altro lo intende per loro e spinto da qualcosa ti spiega che quello che hai scritto sopra è una enorme sciocchezza. E finché non capisci questo, di Platone non puoi scrivere
Se evitavi di contestare, frettolosamente e senza uno straccio di fonte (perché dico che non ci sono fonti? perché lo so) l'immobilità delle idee cercando lì la critica a Parmenide da parte di Platone saremmo andati avanti. La critica di Parmenide da parte di Platone si fonda sull'altra polarità dell'essere non sulle idee. --Xinstalker (msg) 14:55, 9 ott 2011 (CEST) Bene, ora puoi:Rispondi

  1. ignorarmi e troncare la discussione; in tal caso puoi continuare a fare le modifiche che ritieni dove ritieni;
  2. andare avanti lo stesso a discutere con me... cosa che io preferirei :)

A te la scelta! :) con stima :) --Xinstalker (msg) 14:57, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi

Oh beh, la discussione può proseguire solo se ritiri:
  1. ti spiega che quello che hai scritto sopra è una enorme sciocchezza
  2. 5) Se non vuoi che preciso non devi scrivere quelle cose che sono sbagliate. Sbagliate e basta.
Che in effetti pongono la discussione su un piano tale che non mi consentirebbe di andare avanti con serenità. Con stima. --151.42.248.48 (msg) 15:04, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi
Ritiro! :) ora proseguiamo. --Xinstalker (msg) 15:23, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi
Occorre però che io sappia se hai le opere complete di Platone di modo che se fo dei richiamo e so che non le hai inserisco i virgolettati altrimenti te le leggi da solo. Fammi sapere quelle che hai :) grazie! --Xinstalker (msg) 15:26, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi
Devo anche sapere se ti riconosci in coloro che da qualche decennio fanno riferimento alle dottrine non scritte, ovvero i Principi supremi della Monade e della Diade, perché se ti riconosci vi fo dei riferimenti altrimenti no. --Xinstalker (msg) 15:29, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi

Dai anonimo già te l'ho detto, fregatene delle polemiche... :) torna a discutere e se non ti va non mollare comunque le voci!!! ;-) --Xinstalker (msg) 18:52, 9 ott 2011 (CEST)Rispondi

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