Domenico Zeni

pittore italiano

Domenico Zeni, noto anche con lo pseudonimo di il Pittorello (Bardolino, 18 settembre 1762Brescia, 1º febbraio 1819), è stato un pittore italiano attivo principalmente nel Trentino.[1]

Biografia

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Ritratto del principe vescovo Emanuele Maria Thun, 1807, olio su tela, Museo diocesano tridentino (Trento)

Figlio del pittore Bartolomeo Zeni, che aveva bottega a Riva del Garda, dopo aver frequentato l'Accademia di Verona fondata da Giambettino Cignaroli tornò nel 1779-80 nel principato tridentino, dove divenne pittore di corte del principe vescovo Pietro Vigilio Thun, ultimo a ricoprire questo ruolo vista la fine del principato. Subentrò inoltre a Giovanni Battista Lampi come ritrattista prediletto della nobiltà trentina.[2]

La prima notizia dell'attività artistica di Zeni in Trentino risale al 1779, quando gli furono commissionati otto ritratti dall'Accademia Roveretana degli Agiati, oggi non rintracciabili.[3] Dal 1780 è documentato a Trento, intento al restauro del cortile del Castello del Buonconsiglio, dove lavorò al servizio del principe vescovo, per poi rimanere in Trentino fino al 1811.[4] Nei primi anni di attività risentì dell'influenza barocca veneta, in particolare di Francesco Fontebasso. Un esempio di questa prima fase sono i quadri del presbiterio della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Sardagna, raffiguranti il Martirio di San Filippo e il Martirio di San Giacomo.[5]

Fu un appassionato collezionista di stampe riproducenti noti dipinti, modelli di molte sue opere, come la Via Crucis realizzata per la chiesa di San Sisto a Caldonazzo, ispirata a quella di Giandomenico Tiepolo nella chiesa di San Polo di Venezia.[6] Realizzò poi diverse opere di carattere non religioso, tra queste degne di nota sono i due cicli di affreschi, con episodi tratti dall'Iliade e dalle Metamorfosi della villa Balduini-Tambosi, a Villazzano,[7] e soprattutto la grande tela commissionata da Gaspare Bortolazzi raffigurante la Guardia Civica di Trento, nell'epoca dell'Italia napoleonica, che comprende 148 ritratti.[8]

  1. ^ http://personaggitrentini.altervista.org/biog.php?id=271
  2. ^ R. Pancheri, 2020, pp. 365-366.
  3. ^ E. Mich, 1991, p. 159.
  4. ^ M. Botteri, 1981, p. 116.
  5. ^ N. Rasmo, 1988, p. 327.
  6. ^ M. Botteri, 1981, pp. 128-130.
  7. ^ a b R. Pancheri, 2020, pp. 366-367.
  8. ^ R. Pancheri, 2020, p. 367.
  9. ^ M. Botteri, 1981, p. 119.
  10. ^ M. Botteri, 1981, pp. 120-121.
  11. ^ Domenico Zeni, Martirio di San Filippo, su buonconsiglio.it. URL consultato il 5 giugno 2025.
  12. ^ M. Botteri, 1981, pp. 122-127.

Bibliografia

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  • Marina Botteri, Domenico Zeni da Bardolino (1762-1819): 1. Il periodo trentino (1780-1811): "la produzione sacra", in Studi trentini di scienze storiche. Sezione seconda, 1981, 60/1, pp. 113-155.
  • Marina Botteri, Bernardo Falconi e Fernando Mazzocca, Dal ritratto di corte al ritratto napoleonico: Domenico Zeni 1762-1819, Riva del Garda (TN), Museo Civico, 2001.
  • Arsenio Frugoni e Emilio Mariano, Il Lago di Garda: Storia di una comunità lacuale, Ateneo di Salò, 1969.
  • Elvio Mich, Immagini degli "Agiati", in Atti della Accademia Roveretana degli Agiati. Classe di scienze umane, lettere ed arti, 1991, s. 7 v. 1, pp. 155-188.
  • Roberto Pancheri, Tre artisti in cerca di patria: Salvatore de Carlis, Domenico Zeni, Giovanni Pock, in M. Bonazza, F. Brunet & F. Huber (a cura di), Il Paese sospeso: la costruzione della Provincia tirolese (1813-1816), Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, 2020, pp. 363-400.
  • Nicolò Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento, Dolomia, 1988 [1982].