L'enargite è un minerale usato per l'estrazione del rame e dell'arsenico. Fu trovato per la prima volta a Morococha, nella provincia di Yauli in Perù, nel 1850 da August Breithaupt, che lo chiamò con la parola greca έναργής (enarghés "distinto"), con riferimento al suo clivaggio perfetto.

Enargite
Classificazione Strunz (ed. 10)02.KA.05[1]
Formula chimicaCu3AsS4[1][2]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinorombico[2]
Parametri di cellaa=6,41, b=7,42, c=6,15, Z=2, V= 292,51 Den(Calc)= 4.47[1]
Gruppo puntualemm2[1]
Gruppo spazialePnm21[1]
Proprietà fisiche
Densità misurata4,45 g/cm³[2], 4,4-4,5[1] g/cm³
Densità calcolata4,47[1] g/cm³
Durezza (Mohs)3[1][2]
Sfaldaturaperfetta[2] secondo {110}, distinta secondo {100} e {010}[1]
Fratturairregolare[1]
Coloregrigio ferro[2], grigio acciaio, grigio nerastro, nero violaceo[1]
Lucentezzametallica[1]
Opacitàopaca[1]
Striscionero[1]
Diffusioneabbastanza comune[2]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

Abito cristallino

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Massivo, prismatico.[1]

Origine e giacitura

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La genesi è idrotermale di media temperatura[1] Il minerale si trova in miniere di rame associata vari minerali, tra cui: covellite, pirite, tennantite e orpimento.[2]

 
Cristalli di enargite

Forma in cui si presenta in natura

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In cristalli tozzi spesso striati con terminazione piatta. Alcune volte si hanno dei cristalli geminati multipli che imitano la simmetria esagonale.[2]

Raramente in cristalli tabulari o allungati e striati verticalmente; più frequentemente in aggregati neri o grigio ferro o in masse granulari.

Caratteristiche chimico-fisiche

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Solubile in acqua regia.[2]

Peso molecolare: 393,82 grammomolecole.[1]

Indice fermioni: 0,0034426672[1]

Indice bosoni: 0,9985573328[1]

Indici fotoelettricità[1]:

GRapi = 0 (non radioattiva)[1]

Località di ritrovamento

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  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Dati Webmin
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Carlo Maria Gramaccioli et al., Enargite, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. I, Milano, Peruzzo Editore, 1988, pp. 89–90.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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