Eva tentata dal serpente
L'Eva tentata dal serpente è un dipinto realizzato nel 1853 dal pittore italiano Giuseppe Bezzuoli. Già nella collezione Tettamanti, a Firenze,[1] nel 2018 è stato acquistato dalla galleria degli Uffizi e destinato alla galleria d'arte moderna di palazzo Pitti.[2][3]
Eva tentata dal serpente | |
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Autore | Giuseppe Bezzuoli |
Data | 1853 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 132×191 cm |
Ubicazione | Galleria d'arte moderna, Firenze |
Storia
modificaIn un saggio dedicato all'artista fiorentino, uscito nel 1992, il collezionista e storico dell'arte Gian Lorenzo Mellini pubblicò un disegno preparatorio dell'Eva tentata dal serpente (conservato a Londra) che reca la data "5 aprile 1846", quasi sette anni prima che l'opera venisse portata a termine.[4] È probabile che la lunga gestazione del dipinto sia dovuta alla mancanza di un committente ufficiale.[5]
Dopo essere stata conclusa, nel 1853 l'opera venne esposta a Firenze.[6] Nel 1855 venne presentata all'esposizione universale che si svolse a Parigi con il titolo Ève pécheresse ("Eva peccatrice").[7][8] Una copia dell'opera venne esposta all'esposizione nazionale italiana del 1861.[9] Dopo essere esposta nuovamente nel 1880, in seguito si persero le tracce di questa tela per molti anni, finché non ricomparve in occasione di una mostra su Lorenzo Bartolini svoltasi nel 2011.[5] Dopo l'acquisto da parte degli Uffizi, l'opera venne esposta a una mostra sul Romanticismo organizzata alle Gallerie d'Italia, a Milano, tra il 2018 e il 2019.[5]
Descrizione
modificaIl dipinto ritrae Eva, la prima donna secondo l'Antico Testamento, mentre viene tentata dal serpente (dipinto come un rettile dotato di ali)[2] che le suggerisce, sussurrandole nell'orecchio, di mangiare il frutto proibito, portandola a compiere il peccato originale. Eva viene dipinta sul punto di cogliere la mela, mentre gira la propria testa e fissa lo spettatore con uno sguardo ammiccante.[10] La prima donna si trova su una distesa di fiori e di erba, al di sotto dell'albero della conoscenza del bene e del male, mentre sullo sfondo è dipinto un paesaggio con un fiume e dei rilievi montuosi, che dovrebbe essere il giardino dell'Eden.
In primo piano, in basso a destra, si trova una colomba morta, che potrebbe simboleggiare la perdita della purezza di Eva, a causa del peccato che sta per compiere.[11] La posa della prima donna richiama, secondo lo studioso Ettore Spalletti, quella di una scultura di Lorenzo Bartolini, la Ninfa del serpente, scolpita in gesso nel 1836 e tradotta nel marmo da Giovanni Dupré nel 1852 (un anno prima che Bezzuoli finisse di dipingere la tela).[1] Se la Ninfa del serpente si affidava a Dio per liberarla dalla serpe (una personificazione del vizio), al contrario l'Eva bezzuoliana sta per violare un divieto che le era stato imposto proprio dall'Onnipotente.[10]
Accoglienza
modificaI critici dell'epoca espressero dei giudizi contrastanti su questo quadro, fin da quando venne esposto per la prima volta a Firenze: lo sguardo sensuale e la nudità generosa di Eva, dipinte secondo un'imitazione del vero ritenuta troppo realistica, portarono addirittura a delle accuse di "volgarità".[1] Un articolo del 23 ottobre 1855, pubblicato su un numero della rivista Il crepuscolo, afferma che Bezzuoli dipinse Eva "sotto le forme d'una giovine vigorosa, paffuta, tarchiata, in atto sconcio, che colpisce i sensi e lascia freddissima l'anima di ogni spettatore."[6]
Il critico Pietro Selvatico scrisse che la schiena e le cosce della figura furono "con somma verità pennelleggiate", ma affermò che il resto della composizione risulta "debole assai, in particolare per que' tanti gialletti e rossettini da cui [Eva] è circondata, e che non servono se non a togliere luce e trasparenza alle bellissime e ben impastate carni."[12]
Note
modifica- ^ a b c Spalletti 2011, p. 348.
- ^ a b Giuseppe Bezzuoli acquisto di Eva e il serpente, su Gallerie degli Uffizi. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ T. G. R. Toscana, Eva tentata dal serpente agli Uffizi, 11 ottobre 2018. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ Mellini 1992, pp. 363-364.
- ^ a b c Uffizi acquistano Eva tentata dal Serpente di Bezzuoli per Palazzo Pitti, su portalegiovani.comune.fi.it. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ a b Il crepuscolo rivista settimanale di scienze, lettere, arti, industria e commercio, 1855, p. 783. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ (FR) Guide dans l'Exposition universelle... 1855, Paulin et Le Chevalier, 1855, p. 140. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ (FR) Weltausstellung, Exposition universelle de 1855: Explication des ouvrages de peinture, sculpture, gravure, lithographie et architecture des artistes vivants étrangers et français, exposés au Palais des Beaux-Arts, 1855, p. 234. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ La Esposizione italiana del 1861: giornale con 190 incisioni e con gli atti ufficiali della R. Commissione, Per Andrea Bettini Libraio-Editore, 1862, p. 287. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ a b Spalletti 2011, p. 349.
- ^ (FR) Christophe Stener, Iconographie du péché originel verset par verset: 382 illustrations, BoD - Books on Demand, 19 novembre 2023, p. 247, ISBN 978-2-322-50692-7. URL consultato il 16 settembre 2025.
- ^ Pietro Selvatico, Le condizioni dell'odierna pittura storica e sacra in Italia rintracciate nella Esposizione Nazionale seguita in Firenze nel 1861 osservazioni di P. Selvatico, Tipografia Antonelli, 1862, p. 26. URL consultato il 16 settembre 2025.
Bibliografia
modifica- Lia Bernini e Valentino Moradei Gabbrielli (a cura di), Odoardo Fantacchiotti scultore (1811-1877). Atti delle giornate di studio nel bicentenario della nascita (1811-2011), Firenze, Consiglio regionale della Toscana, 2021, p. 39.
- Gian Lorenzo Mellini, Giuseppe Bezzuoli pittore emblematico, in Notti romane, 1992, pp. 363-364.
- Ettore Spalletti, "Eva tentata dal serpente", in Franca Falletti, Silvestra Bietoletti, Annarita Caputo (a cura di), Lorenzo Bartolini: scultore del bello naturale, Firenze, Giunti, 2011.
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