Fabrizio Giustiniani
Fabrizio Giustiniani (Genova, dopo il 1450 – Genova, 1528) è stato un militare, ammiraglio e politico italiano, comandante di galee attivo nel Mar Mediterraneo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, appartenente alla potente famiglia mercantile dei Giustiniani e protagonista della politica interna della Repubblica di Genova e delle operazioni militari navali al servizio di varie potenze italiane e straniere.
Fabrizio Giustiniani | |
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Nascita | Genova, dopo il 1450 |
Morte | Genova, 1528 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() ![]() |
Grado | Capitano delle galee |
Guerre | Guerre d'Italia Conflitti tra Repubblica di Genova e Francia Guerre contro l'Impero ottomano |
Battaglie | Battaglia di Capo d'Orso |
Comandante di | Galee della Repubblica di Genova Flotte imperiali, papali e spagnole |
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Partecipò a numerose operazioni contro flotte francesi, turche e barbaresche, collaborando con Andrea Doria e al servizio di Carlo V, del papa e del Regno di Spagna.
Origini e famiglia
modificaBricio nacque a Genova dopo il 1450, probabilmente intorno al 1457, da Domenico di Bartolomeo e da Adornina Adorno di Brizio. Appartenente al ramo dei Longo dell'"albergo" Giustiniani, famiglia formatasi nel 1362 dall’unione di diverse famiglie mercantili già aggregate nella compagnia commerciale nota come Maona di Chio, la sua famiglia godeva di notevole prestigio politico ed economico.[1] I Giustiniani erano signori e infeudati nell’isola di Chio e, grazie ai loro vasti interessi commerciali, influenzavano profondamente le dinamiche politiche genovesi. Nella complessa scena politica cittadina, la famiglia sosteneva la fazione ghibellina degli Adorno, contrapponendosi ai Fregoso.[2]
Il Giustiniani fu soprannominato “il Gobbo” dai contemporanei. La sua famiglia era dedita principalmente al commercio e alla navigazione, fattori che spinsero Bricio a occuparsi sin da giovane dello scambio marittimo con il Levante, sviluppando competenze da uomo di mare e da comandante.[3]
Nel settembre 1491, la Repubblica di Genova affidò a Giustiniani il comando di due galee di guardia nei mari liguri, nell’ambito di una politica di protezione contro le incursioni dei corsari. Durante una perlustrazione al largo della Sardegna, il Giustiniani affrontò due triremi comandate dallo spagnolo Bernardo de Villamarín, costringendole a uno sbarco forzato e liberando numerosi genovesi ridotti in schiavitù ai remi. L’episodio consolidò la sua fama di comandante abile e temuto. Nel 1494 fu nuovamente capitano delle galee della Repubblica e, nel 1495, sotto l’alto comando di Francesco Spinola, guidò due navi proprie, probabilmente finanziate dal duca di Milano, Ludovico il Moro.[4] In quell’occasione soccorse la città di Rapallo minacciata da navi francesi, mettendo in fuga gli avversari e catturando diciotto soldati francesi, che furono poi liberati in ossequio ai capitoli di pace siglati tra Carlo VIII e Ludovico il Moro.[5]
Nel 1497 la sua flotta personale continuò a operare al servizio della Repubblica fino al dicembre 1498, quando il comando fu ceduto ai suoi due figli. Dopo il trasferimento della signoria di Genova a Luigi XII nell’ottobre 1499, il Giustiniani si oppose alla politica francese, recandosi in Corsica per trasbordare balestrieri in aiuto dello Sforza e partecipando alle manovre di Giovanni Adorno volte a riportare Ludovico a Milano. Tra dicembre 1499 e gennaio 1500, probabilmente subì un breve periodo di prigionia, mentre i suoi figli furono banditi dalla città.[6]
Ripresa l’attività militare già nel 1502, Giustiniani presentò un memoriale alla corte pontificia per respingere accuse di pirateria e fu eletto nel Consiglio dei Dodici Anziani nel 1502 e nel 1505. Fu inoltre tra i legati incaricati di accompagnare Luigi XII da Pavia a Genova, missione poi non effettuata.[7] Durante la rivolta popolare antifrancese del 1506-1507, Giustiniani ebbe un ruolo di primo piano: il 7 settembre fu nominato tra i sei capitani incaricati di reclutare uomini armati per difendere la città, il 6 ottobre fu eletto tra i quattro capitani urbani con poteri straordinari per ristabilire l’ordine interno, e il 21 dicembre venne inserito tra gli otto cittadini incaricati di regolare equamente l’attribuzione di cariche pubbliche tra fazioni politiche. Dopo la repressione francese dell’aprile 1507, egli e la sua famiglia lasciarono definitivamente Genova.[1][8]
Stabilitosi a Napoli, il Giustiniani continuò la carriera militare al servizio del re di Spagna, del Papa e di Carlo V, partecipando a numerose operazioni contro le flotte barbaresche e turche. Nel 1509 perse due galee in uno scontro con 27 fuste ottomane nei pressi di Ponza, nel 1516 catturò quattro fuste turche e nel 1519 rischiò la cattura durante un nuovo combattimento navale con gli Ottomani, riuscendo a rientrare a Palermo con le navi in pessime condizioni.[9]
Tra novembre e dicembre 1520 si trovava a Milazzo per un tentativo, fallito, di sollevazione degli Adorno a Genova. Nel 1528 prese parte alla Battaglia di Capo d’Orso, combattuta il 28 aprile nei pressi di Amalfi, affiancando la squadra spagnola al comando delle sue galee. Grazie a una manovra diversiva, la flotta guidata da Andrea Doria sbaragliò le forze nemiche, ma il Giustiniani fu ferito mortalmente e morì pochi giorni dopo, durante il rientro a Genova.[8]
Vita privata
modificaGiustiniani sposò Geronima De Fornari; l’unione non produsse eredi maschi, ma forse sole figlie femmine, tra cui Caterina Giustiniani e, secondo alcune fonti, Andronica Giustiniani. Avette figli maschi, Galeazzo Giustiniani e Battista Giustiniani, da relazioni extramatrimoniali, legittimati nel 1496, e un altro figlio, Domenico Giustiniani, coinvolto nelle attività marittimo-militari del padre.[1]
Note
modifica- ^ a b c GIUSTINIANI, Bricio - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 31 agosto 2025.
- ^ Arch. di Stato di Genova, Archivio segreto, filza 3078.
- ^ Diversorum, filza 58; Mss., 169: Notizie di famiglie nobili liguri, cc. 417r-418r.
- ^ C. Varese, Storia della Repubblica di Genova, V, Venezia 1841, pp. 44, 46.
- ^ Genova, Biblioteca civica Berio, Mss. e rari, X.1.53.
- ^ Cattalogo de soggetti che hanno governato la Repubblica di Genova sino dell'anno MC, cc. 64r-66r; X.2.168.
- ^ L.T. Belgrano, Sulla dedizione dei Genovesi a Luigi XII re di Francia. Commentario, in Miscellanea di storia italiana, I (1862), pp. 575, 608.
- ^ a b O. Foglietta, Elogi degli uomini chiari della Liguria, a cura di M. Staglieno, Genova 1860, pp. 171 s.
- ^ E. Pandiani, Un anno di storia genovese (giugno 1506-1507), con diario e documenti inediti, Genova 1905, pp. 10, 39, 55, 62, 325, 337, 352, 377, 551.
Bibliografia
modifica- Calogero Farinella, Bricio Giustiniani, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 57, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001.