Fernando Távora

architetto portoghese (1923-2005)
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Fernando Luís Cardoso de Meneses de Tavares e Távora, semplicemente conosciuto come Fernando Távora (Porto, 25 agosto 1923Matosinhos, 3 settembre 2005), è stato un architetto portoghese, esponente della Scuola di Porto.

Biografia

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Malgrado la sua opera non abbia conosciuto grandissima fortuna all'estero, inestimabile risulta il valore della sua opera in ambito pedagogico, sia per aver formato numerosi architetti - tra cui Álvaro Siza Vieira, che svolse un tirocinio presso il suo studio[1] - sua per l’affermazione del corso di Architettura della Escola Superior de Belas Artes do Porto (oggi la facoltà di Architettura dell'Università di Porto) e del corso di Architettura del Departamento de Arquitectura da Faculdade de Ciências e Tecnologia da Universidade de Coimbra (DARQ-FCTUC) - che contribuì a creare alla fine degli anni 1980, in collaborazione con Alexandre Alves Costa, Domingos Tavares e Raul Hestnes Ferreira.

Membro dell’Organizzazione degli Architetti Moderni, introdusse, insieme ad altri architetti, a partire dalla fine degli anni 1940, una riflessione senza precedenti in Portogallo sul corollario sociale dell’architettura, in opposizione alle realizzazioni e ai discorsi ufficiali dell’epoca. Malgrado la sua opera non abbia conosciuto. Il 9 giugno 1993, inoltre, è stato insignito del grado di Commendatore dell’Ordine Militare di Sant'Iago della Spada.[2]

Pensiero e opere

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Gli orientamenti progettuali di Távora integrano da un lato una forte tensione verso la modernità, coltivata attraverso la partecipazione ai CIAM e ai dibattiti europei, e dall'altro un solido radicamento nel contesto portoghese. Centrale è la sua partecipazione all’Inquérito à Arquitectura Popular em Portugal, una vasta ricerca sull’architettura vernacolare nazionale. Pur promossa dal regime salazarista, questa indagine porterà a negare l’esistenza di una casa “tipica” portoghese, mettendo invece in luce valori universali dell’architettura popolare: la semplicità costruttiva, l'economia, la funzionalità nel rapporto tra forma e uso, i materiali.[3]

Nel pensiero e nell’opera di Távora modernità e tradizione non sono termini in opposizione, bensì complementari. La tradizione fornisce alla modernità una radice, mentre la modernità offre nuovi strumenti alla tradizione, in una perpetua coappartenenza tra locale e universale. Questo approccio si riflette in tutta la sua produzione architettonica, nella quale si afferma un’idea di coappartenenza tra il locale e l’universale. L’architetto assume così un ruolo sociale antieroico, di servizio, spesso silenzioso e quasi anonimo, umile portatore di una riflessione etica e culturale sul costruire.[4]

In uno scritto del 1962 sull’organizzazione dello spazio, redatto per l’accesso alla docenza presso l'università di Porto, Távora esplicita ulteriormente la sua visione teorica. Organizzare lo spazio non è dominarlo, ma servirlo: è un’azione consapevole, sensibile, in grado di accogliere e trasformare le circostanze. L’architetto è colui che opera nel mondo tenendo in equilibrio libertà di scelta e vincoli del contesto, generando con l'esercizio della sua coscienza e della sua sensibilità un'armonia costruita attraverso una gerarchia dei diversi fattori esistenti nello spazio.[5] È una lezione etica prima che estetica, fondata sull’equilibrio tra coscienza e sensibilità:

«L'importanza che le forme hanno nella vita degli uomini [ha come conseguenza] la responsabilità di ogni uomo nell'organizzazione dello spazio che lo circonda. E la responsabilità deriva dal fatto che l'uomo deve essere cosciente di come l'organizzazione dello spazio, pur sottomessa alla circostanza, non ne è fatalmente determinata e offre la possibilità di un intervento attivo dell'organizzatore, e deve anche sapere che lo spazio, una volta ogranizzato, diviene esso stesso circostanza. I due aspetti, libertà di scelta delle forme pur nell'accettazione di una circostanza, e coscienza dell'importanza assunta da uno spazio organizzato, devono essere il fondamento dell'attività di un'organizzazione dello spazio»
 
Praça 8 de Maio, Coimbra

Questa visione si manifesta in diversi progetti chiave dell’opera di Fernando Távora. Nella casa a Foz (1951), progettata per una committenza privata, il riferimento alla modernità è evidente nella composizione planimetrica e nei richiami corbusieriani, ma si integra con materiali e colori della tradizione locale, prefigurando già un linguaggio ibrido. Alla Quinta da Conceição a Matosinhos il dialogo tra antico e nuovo prende forma in un delicato lavoro di recupero e reinvenzione dello spazio: gli elementi preesistenti del parco vengono rispettati e valorizzati, mentre gli inserti moderni, come la tribuna del tennis, uniscono strutture in granito e legno a forme astratte e dettagli moderni. Analogamente, nella Casa dos Vinte e Quatro (1995–2003) a Porto, costruita sulle rovine di una torre medievale, Távora impiega un linguaggio contemporaneo per instaurare relazioni visive e materiche con il tessuto storico circostante, utilizzando il granito (pietra tipicamente portoghese) e la trasparenza per modulare il rapporto tra chiusura e apertura, tra memoria e presente. Sempre di Távora è la riorganizzazione urbanistica di Praça 8 de Maio a Coimbra, con l'obiettivo di connettere i diversi livelli spaziali della città, valorizzare la presenza della chiesa, ridefinire la pavimentazione e creare luoghi di sosta, nel rispetto dell’equilibrio tra le funzioni e delle circostanze esistenti, che vengono canalizzate e non subite, senza che risultino fatali nell'organizzazione dello spazio.

In conclusione, l'insegnamento di Fernando Távora si fonda sulla concezione dello spazio come un’espressione di armonia ed equilibrio, frutto di una corretta combinazione tra coscienza e sensibilità nell’atto di organizzarlo. L’architettura, per lui, deve essere capace di integrare in modo consapevole e misurato una molteplicità di fattori - il tempo, la natura, le circostanze - che non vengono subiti, ma accolti e ordinati all’interno del progetto.

  1. ^ Prémio Fernando Távora, su oasrn.org, Ordem dos Arquitectos. URL consultato il 27 novembre 2011.
  2. ^ Cidadãos Nacionais Agraciados com Ordens Portuguesas, su ordens.presidencia.pt, Presidenza della Repubblica Portoghese. URL consultato il 14 luglio 2019.
  3. ^ (PT) Maria Amélia Cabrita Anastácio, Teresa Marat-Mendes, Inquéritos à arquitetura popular em portugal: uma aproximação metodológica, Lisbona, Escola de Tecnologias e Arquitetura, Instituto Universitário De Lisboa.
  4. ^ * Alessandra Chemollo, Fulvio Orsenigo, Fernando Távora, opera completa, Milano, Electa.
  5. ^ a b Fernando Távora, Dell'organizzazione dello spazio, 2021 [1962], ISBN 9788874529155.

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Collegamenti esterni

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