Francesco Pandone

nobile e condottiero italiano

Francesco Pandone (1384aprile 1457) è stato un nobile e condottiero italiano, 1º conte di Venafro e signore di Ailano, Bojano, Capriati, Cerro, Fossaceca, Gallo, Prata, Pratella, Valleampia e Zurlano[1].

Francesco Pandone
Conte di Venafro
Stemma
Stemma
TrattamentoConte
Altri titoliSignore di Ailano, Bojano, Capriati, Cerro, Fossaceca, Gallo, Prata, Pratella, Valleampia e Zurlano
Nascita1384
Morteaprile 1457
DinastiaPandone
PadreCarlo "Carluccio" Pandone
MadreMaria Capuano
Consorte? Carafa
FigliCarlo
Pandolfo
Galeazzo
Ippolita
Altobella
Polissena
Palamede (naturale)
ReligioneCattolicesimo
Francesco Pandone
Nascita1384
Morteaprile 1457
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Regno d'Aragona
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
BattaglieBattaglia navale di Ponza (1435) ed altre
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Biografia

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Diseredato dalla madre Maria Capuano a favore dei tre fratellastri Niccolò, Antonello e Jacopo, figli di Filippo Sanframondo, mutò partito e combatté gli Angioini sotto gli Aragonesi di Alfonso V d'Aragona[2].

Nel 1435 prese parte alla battaglia navale di Ponza[2]. Venne catturato e condotto prigioniero fino a Milano, dove fu fatto liberare dal duca Filippo Maria Visconti[2]. L'anno successivo mutò nuovamente partito e, sotto Jacopo Caldora, fronteggiò gli Aragonesi[2]. Dopo aver ottenuto la contea di Venafro dagli Aragonesi, tornò a servirli, scatenando l'ira del Caldora, che l'attaccò a più riprese[2]. Giunse poi in soccorso degli abitanti di Prata, i quali erano vessati dai suoi fratellastri, schierati con gli Angioini[2]. Nel 1437 espugnò Bojano, scacciando la madre dal feudo[2]. Morto il Caldora verso la fine del 1439, si impadronì di alcuni suoi feudi[2]. Si diresse poi ad assediare Carpinone, feudo del figlio Antonio Caldora; respinto, conquistò alcuni feudi circostanti[2].

Nel 1442 prese parte alla cerimonia di incoronazione di Alfonso V d'Aragona, divenuto re del Regno di Napoli[2]. Nel 1451 fu scomunicato da papa Niccolò V poiché parte delle terre di cui è signore un tempo appartenevano all'abbazia di San Vincenzo al Volturno; decise quindi di accordarsi col pontefice, ottenendo anche il feudo di Cerro[2]. Francesco Pandone morì nell'aprile 1457[2].

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco Pandone Adinolfo Pandone  
 
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Carlo Pandone  
Francesca d'Evoli Giovanni d'Evoli  
 
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Carlo "Carluccio" Pandone  
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Caterina Sanframondo  
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Francesco Pandone  
Matteo Capuano Tommaso Capuano  
 
Rita Sanframondo  
Tommaso "Gattafosca" Capuano  
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Maria Capuano  
Filippo Sanframondo Leonardo Sanframondo  
 
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Margherita "Rita" Sanframondo  
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Discendenza

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Francesco Pandone si sposò con una dama della casata dei Carafa, il cui nome è ignoto, dalla quale ebbe tre figli e tre figlie[3]:

Ebbe inoltre un figlio naturale di nome Palamede, che fu signore di Cerro[3].

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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