Gancio da assedio
Il gancio da assedio era un'arma utilizzata per strappare pietre dalle mura durante un assedio. Era chiamata falce murale (in latino Falx muralis) dai legionari dell'esercito romano.
Descrizione
modificaLo storico greco Polibio, nella sua opera intitolata Storie, cita l'uso di quest'arma nella descrizione dell'assedio romano ad Ambracia:
Come racconta Gaio Giulio Cesare nel suo De bello Gallico,[3] la falce murale consisteva in uno o due grossi uncini di ferro tagliente, fissati ad un'asta o ad un palo. Il veloce movimento rotatorio in senso longitudinale e trasversale della falce (attraverso corde fissate all'altra estremità ed azionate da alcuni soldati) permetteva di togliere la calce tra i mattoni o i massi delle mura della città assediate, oppure di scalfire le travi di legno delle palizzate degli accampamenti.[4]
Note
modifica- ^ Marco Fulvio Nobiliore
- ^ Polibio, Storie
- ^ Cesare, De bello Gallico, V, 42; VII, 22 (assedio Avarico) e VII, 84.
- ^ Vegezio, Epitoma rei militaris, IV, 14.
Bibliografia
modifica- Cesare, De bello Gallico, V e VII.
- Vegezio, Epitoma rei militaris, IV.