Giuseppe Camino
Giuseppe Camino (Torino, 28 ottobre 1818 – Caluso, 26 febbraio 1890) è stato un pittore italiano.[1]

Biografia
modificaGiuseppe Camino nacque a Torino, attuale capoluogo della regione Piemonte, il 28 ottobre 1818. Quando giunse al termine degli studi classici, il padre decise di avviarlo alla carriera amministrativa. Tuttavia, a partire dal 1842, Camino si dedicò allo studio della pittura[1] formandosi presso la scuola dello scultore Giuseppe Bogliani, anche se non continuativamente, e dividendo lo studio con Angelo Beccaria.[2]
La carriera artistica di Camino ebbe inizio con opere di carattere religioso, ma egli si specializzò successivamente nel genere paesaggistico. Questo cambiamento di soggetto fu determinato, innanzitutto, dai viaggi di studio che compì in Italia tra il 1845 e il 1846 e che lo portarono a dipingere la campagna romana e napoletana. In seguito, negli anni Cinquanta dell'Ottocento, il linguaggio dell'artista giunse a maturità sia grazie all'esempio del grande paesaggismo nordico sia grazie al viaggio compiuto tra il 1851 e il 1852 a Parigi, Ginevra e Londra, dove fu ospite di Emanuele Tapparelli d'Azeglio. Proprio dopo questi viaggi, nel 1851, Camino espose alla Promotrice di Torino l'opera Butte Montmartre e nel 1853, sempre nella stesso contesto, il quadro Rive della Senna.[3] Il ruolo dei pittori torinesi Biscarra e Fea e l'influenza degli artisti francesi conosciuti nei viaggi appena ricordati furono decisamente fondamentali per la sua crescita in ambito artistico durante questi anni. A partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento, Camino si dedicò, invece, alla rappresentazione di paesaggi montani piemontesi e valdostani e alla raffigurazione della campagna canavesana.[4]
Oltre a quanto già detto, Camino divenne socio fondatore della "Società Promotrice delle Belle Arti" e del "Circolo degli Artisti" di Torino. Si occupò anche della realizzazione di scenografie per il Teatro Regio e per quello Scribe di Torino e ricoprì il ruolo di professore all'Accademia Albertina di Belle Arti.[2]
A questo punto della sua vita, Camino si fece costruire una villa a Caluso, nella quale si ritirò a partire dal 1864, continuando a dipingere, e dove si spense il 26 febbraio 1890.[2]
Stile
modificaIl paesaggio di Giuseppe Camino ha un'impronta decisamente particolare e distintiva, siccome l'artista riflette su di esso la sua attività di scenografo e il suo temperamento impetuoso. L'intento del pittore è quello di rendere il suo paesaggio imponente ed eroico. Le opere intitolate Foresta vergine (1855) e Il diradarsi di un temporale (1856), entrambe conservate alla Galleria d'arte moderna di Torino, presentano un paesaggio quasi colossale: la prima illustra un groviglio di alberi e un insieme di belve feroci con un gioco di luce misterioso e irreale, mentre la seconda mostra una natura al termine di una bufera, coperta da vapori e da un cielo per metà nuvoloso con radi sprazzi di luce.[3]
Questa tipologia di paesaggismo non è affatto naturalistica perché Camino è fortemente suggestionato dalle caratteristiche dell'arte romantica e della pittura svizzera, di cui stima molto il Calame, ma anche dallo stile di artisti come Benevello, d'Azeglio e Rivara. Data l'influenza di tali maestri, la forma del paesaggio risulta romantica e melodrammatica, mentre la sua disinvoltura nel dipingere appare sensuale, rapida e materica, esattamente come quella di Delleani, dal quale prende ispirazione.[3]
Nonostante ciò, è necessario ricordare che fin dal 1850 circa lo stile di Camino si mostrava sobrio e con una strabiliante capacità di presa diretta, se impegnato in paesaggi di piccole dimensioni, come le vedute della serra di Ivrea, appartenenti a collezioni private. Dunque, partendo da questi lavori, Camino si concentrò sempre di più sul paesaggio piccolo e sulla semplificazione: rappresentò spoglie visioni di campagne, abbassando gli orizzonti e privilegiando toni verdastri, grigi e gialli. Inoltre, i paesaggi della zona di Caluso, realizzati in vecchiaia, sono tra quelli più sereni dal momento che emerge un raccolto e un atteggiamento di abbandono.[3]
Opere
modifica- la pala d'altare raffigurante San Vicenzo De Paoli nella chiesa di Rocciamelone;
- la Via Crucis nella chiesa della Visitazione a Torino;
- i paesaggi dell'affresco Gli schiavi piemontesi in Francia liberati da Sant'Epifanio nella controfacciata della chiesa di San Massimo.
- Foresta vergine (1855);
- Il diradarsi di un temporale (1856);
- Alto Canavese;
- La Campagna romana;
- Il Monte Bianco;
- Ritratto di Vittorio Emanuele II.
- Paesaggio alpino (Galleria d'Arte Moderna di Firenze)
Ritratto di Vittorio Emanuele II (1861)
modificaIl Ritratto di Vittorio Emanuele II è stato realizzato da Giuseppe Camino nel 1861 e si tratta di un olio su tela. Il dipinto fu originariamente realizzato per l'aula provvisoria della Camera dei deputati del Regno d'Italia, costruita nel medesimo anno di realizzazione dell'opera, nel cortile di Palazzo Carignano. Oggi è conservato nella Sala 1 del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.[5]
Note
modifica- ^ a b c d A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni (1800 - 1900), Vol. 1, Organizzazione vendite edizioni Milano, 1945.
- ^ a b c Giuseppe Camino (Torino 1818 - Caluso 1890), su museotorino.it. URL consultato il 4 ottobre 2025.
- ^ a b c d Luigi Mallé, La pittura dell'ottocento piemontese, Editrice impronta Torino, 1973.
- ^ Catalogo dell'arte italiana dell'Ottocento, Vol. 24, Milano, Mondadori, 1995.
- ^ Ritratto di Vittorio Emanuele II, su museorisorgimentotorino.it. URL consultato il 4 ottobre 2025.
Bibliografia
modifica- Emmanuel Bénézit, Dictionnaire des peintre, scultores, dessinateurs et graveurs, Vol. 3, Gründ, 1999.
- A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori e incisori italiani moderni (1800 - 1900), Vol. 1, Organizzazione vendite edizioni Milano, 1945.
- Giuseppe Camino (Torino 1818 - Caluso 1890), su MuseoTorino. URL consultato il 4 ottobre 2025.
- Luigi Mallé, La pittura dell'ottocento piemontese, Editrice impronta Torino, 1973.
- Catalogo dell'arte italiana dell'Ottocento, Vol. 24, Milano, Mondadori, 1995.
- Ritratto di Vittorio Emanuele II, su Museo Nazionale Risorgimento Italiano. URL consultato il 4 ottobre 2025.