Governo Andreotti VII
Il Governo Andreotti VII è stato il quarantottesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il quarto e ultimo della X legislatura.
Governo Andreotti VII | |
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Stato | ![]() |
Presidente del Consiglio | Giulio Andreotti (DC) |
Coalizione | Quadripartito:[N 1] |
Legislatura | X legislatura |
Giuramento | 13 aprile 1991 |
Dimissioni | 24 aprile 1992 |
Governo successivo | Amato I 28 giugno 1992 |
Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, rimase in carica dal 13 aprile 1991[1][2][3][4] al 28 giugno 1992[5][6] (sebbene già dimissionario dal precedente 28 aprile), per un totale di 442 giorni, ovvero 1 anno, 2 mesi e 15 giorni.
Ottenne la fiducia alla Camera dei deputati il 19 aprile 1991, con 339 voti favorevoli e 207 contrari[7]. Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 20 aprile 1991, con 177 voti favorevoli e 104 contrari[8].
Si dimise il 24 aprile 1992[9]. Questo fu l'ultimo esecutivo presieduto da Giulio Andreotti.
Compagine di governo
modificaAppartenenza politica
modificaL'appartenenza politica dei membri del governo, al momento dell'insediamento, si può così riassumere:
Partito | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale | |
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Democrazia Cristiana | 1 | 14 | 38 | 53 | |
Partito Socialista Italiano | - | 10[N 2] | 21 | 31 | |
Partito Socialista Democratico Italiano | - | 2 | 5 | 7 | |
Partito Liberale Italiano | - | 2 | 5 | 7 | |
Totale | 1 | 28 | 69 | 98 |
Originariamente (12 aprile) presenti anche tre ministri del Partito Repubblicano Italiano (PRI), che però su direttive del partito politico non prestarono giuramento il giorno successivo, essendo questo uscito dalla maggioranza in seguito alla mancata assegnazione del dicastero delle Poste e Telecomunicazioni. I ministri, non potendo comunque esercitare le loro funzioni, furono rimossi cinque giorni dopo, con l’assunzione di vari interim, poi confermati o revisionati.
Provenienza geografica
modificaLa provenienza geografica dei membri del governo si può così riassumere:
Regione | Presidente | Ministri | Sottosegretari | Totale |
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Lazio | 1 | 3 | 5 | 9 |
Campania | - | 7 | 11 | 18 |
Lombardia | - | 6[N 2] | 6 | 12 |
Sicilia | - | 1 | 8 | 9 |
Veneto | - | 1 | 6 | 7 |
Calabria | - | 2 | 5 | 7 |
Piemonte | - | 3 | 3 | 6 |
Puglia | - | 2 | 4 | 6 |
Emilia-Romagna | - | 1 | 5 | 6 |
Abruzzo | - | 2 | 3 | 5 |
Toscana | - | - | 5 | 5 |
Friuli-Venezia Giulia | - | - | 2 | 2 |
Sardegna | - | - | 2 | 2 |
Basilicata | - | - | 1 | 1 |
Liguria | - | - | 1 | 1 |
Marche | - | - | 1 | 1 |
Situazione parlamentare
modificaCamera | Collocazione | Partiti | Seggi |
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Camera dei Deputati | Maggioranza | Quadripartito (356): | 356 / 630
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Appoggio esterno | Misto (4)[N 3] | 4 / 630
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Opposizione | PCI (177), MSI-DN (35), PRI (21), PR (13), LV (13), DP (8), Misto (3)[N 4] | 270 / 630
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Senato della Repubblica | Maggioranza | Quadripartito (177): | 177 / 320
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Appoggio esterno | Misto (8)[N 6] | 8 / 320
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Opposizione | PCI (101)[N 7], MSI-DN (18), PRI (9)[N 8], Misto (8)[N 9] | 136 / 320
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Il Governo godeva dell'appoggio dei seguenti partiti o gruppi presenti in Parlamento:
- Democrazia Cristiana;
- Partito Socialista Italiano;
- Partito Socialista Democratico Italiano;
- Partito Liberale Italiano;
- Südtiroler Volkspartei (appoggio esterno);
- Union Valdôtaine (appoggio esterno).
Originariamente (12 aprile) presente in maggioranza anche il Partito Repubblicano Italiano (PRI), questo tuttavia ne uscì il giorno successivo, in seguito alla mancata assegnazione del dicastero delle Poste e Telecomunicazioni.
Composizione
modificaCronologia
modifica1991
modificaAprile
modifica- 5 aprile - Il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, incarica Giulio Andreotti di formare il nuovo governo.
- 12 aprile - Il presidente incaricato Giulio Andreotti annuncia la formazione del suo settimo governo, composto dalla Democrazia Cristiana, dal Partito Socialista Italiano, dal Partito Socialista Democratico Italiano, dal Partito Repubblicano Italiano e dal Partito Liberale Italiano. Antonio Maccanico rifiuta il ministero degli affari regionali, in quanto diviso da quello delle riforme istituzionali.
- 13 aprile - I ministri del Partito Repubblicano Italiano non partecipano alla cerimonia di giuramento accusando il presidente Giulio Andreotti di subire il veto socialista ed escono dal governo. Il presidente del Consiglio assume l'interim dei ministeri che erano stati assegnati ad esponenti del PRI.
- 17 aprile - Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti illustra il programma di governo al Parlamento. Alla Camera dei deputati la mozione di fiducia è approvata con 339 voti a favore e 207 contrari.
- 19 aprile - Al Senato della Repubblica la mozione di fiducia al governo è approvata con 177 voti a favore e 104 contrari.
Giugno
modifica- 1º giugno - Il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, nomina Gianni Agnelli, il presidente Giulio Andreotti, Francesco De Martino e Paolo Emilio Taviani senatore a vita.
- 20 giugno - La Camera dei deputati respinge con 156 voti favorevoli e 326 contrari la mozione del Partito Democratico della Sinistra di sfiducia al governo. Nella stessa seduta respinge con 166 voti favorevoli e 326 contrari la mozione di sfiducia nei confronti del ministro del tesoro, Guido Carli.
Luglio
modifica- 11 luglio - Il governo pone la fiducia sull'articolo 1 del disegno di legge su provvedimenti urgenti per la finanza pubblica. La Camera dei deputati approva con 333 voti a favore e 213 contrari.
Ottobre
modifica- 26 ottobre - Il governo istituisce la Direzione nazionale antimafia, a cui si affianca la Direzione Investigativa Antimafia, diretta dall'Alto commissario per la lotta alla mafia.
Novembre
modifica- 6 novembre - Alla Camera dei deputati il governo pone la fiducia su un emendamento recante delle modifiche al regime fiscale nonché alla disciplina del versamento di acconto. La Camera approva con 312 voti a favore e 218 contrari.
- 13 novembre - Alla Camera dei deputati il governo pone la fiducia su un emendamento riguardante interventi per la prevenzione dell'inquinamento delle acque destinate al consumo. La Camera approva con 304 voti favorevoli e 18 contrari.
Dicembre
modifica- 5 dicembre - Alla Camera dei deputati il governo pone la fiducia su un emendamento recante delle disposizioni in materia di finanza pubblica. La Camera approva con 311 voti a favore e 196 contrari.
1992
modificaGennaio
modifica- 3 gennaio - Nella riunione della segreteria del Partito Socialista Italiano, il segretario Bettino Craxi prospetta la necessità di andare a nuove elezioni e chiede al presidente del Consiglio Giulio Andreotti di convocare urgentemente un vertice con i segretari del pentapartito.
- 8 gennaio - L'agenzia Adnkronos riferisce la decisione del presidente della Repubblica Francesco Cossiga di sciogliere anticipatamente le Camere in risposta al capogruppo della Democrazia Cristiana al Senato della Repubblica, Nicola Mancino, che voleva allungare i tempi dei lavori parlamentari. Il 9 gennaio il presidente Cossiga e il primo ministro Giulio Andreotti raggiungono un accordo sulla data delle elezioni: il 5 aprile.
- 17 gennaio - Il governo pone la fiducia sull'articolo 1 del disegno di legge riguardante il coordinamento delle indagini per reati di criminalità organizzata. La Camera dei deputati approva con 286 voti a favore e 33 contrari.
- 30 gennaio - Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti alla Camera dei deputati dichiara ormai esaurito il compito del suo governo.
Febbraio
modifica- 2 febbraio - Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, dopo un giro di consultazioni, decreta lo scioglimento delle Camere.
- 7 febbraio - Il ministro degli affari esteri Gianni De Michelis e il ministro del tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastricht.
Aprile
modifica- 5 aprile - Si svolgono le elezioni politiche. I partiti tradizionali registrano un calo di consensi affermandosi la Lega Nord e La Rete.
- 8 aprile - Il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, a seguito delle elezioni politiche chiede tempi rapidi per la formazione del governo minacciando di creare lui un accordo qualora non lo avessero fatto i partiti. Secondo i commentatori, il presidente Cossiga è orientato a conferire il mandato a Bettino Craxi.
- 9 aprile - Mariotto Segni si candida a guidare con una squadra di tecnici e uomini nuovi un governo per le riforme.
- 24 aprile - Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti si dimette.
- 25 aprile - Il presidente della Repubblica Cossiga rivolge un messaggio televisivo ai cittadini in cui annuncia la sua volontà di dimettersi da capo dello Stato prima del 2 luglio, scadenza naturale del mandato.
- 28 aprile - Il presidente della Repubblica Cossiga rassegna le proprie dimissioni.
Maggio
modifica- 13 maggio - Il Parlamento si riunisce in seduta comune per eleggere il nuovo presidente della Repubblica.
- 23 maggio - il magistrato Giovanni Falcone viene ucciso, insieme alla moglie Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, in un attentato mafioso a Capaci.
- 25 maggio - Oscar Luigi Scalfaro è eletto presidente della Repubblica con i voti della Democrazia Cristiana, del Partito Liberale Italiano, del Partito Socialista Democratico Italiano, del Partito Socialista Italiano, dal Partito Democratico della Sinistra, dalla Federazione dei Verdi, da La Rete e dalla Lista Marco Pannella.
Note
modificaEsplicative
modifica- ^ Originariamente Pentapartito, il Partito Repubblicano Italiano (PRI) si rifiutò di far giurare i propri ministri all’ultimo secondo, a causa di una disputa sull’assegnazione dei ministeri, comportando così la loro decadenza dall’incarico cinque giorni dopo, non potendo già esercitare loro funzioni proprio a causa del mancato atto formale.
- ^ a b Di cui uno era anche Vicepresidente del Consiglio dei ministri.
- ^ SVP (3), UV (1).
- ^ PSd'Az (2), LL (1).
- ^ PLI (3).
- ^ SVP (2), Altri (6) - I senatori Cesare Merzagora, Norberto Bobbio, Amintore Fanfani, Carlo Bo, Giovanni Leone.
- ^ Di cui, PCI (84), IND-SIN (15).
- ^ Tra cui il senatore Leo Valiani.
- ^ PR (3), LV (2), DP (1), PSd'Az (1), LL (1).
- ^ a b Soppressione del ministero, e contestuale trasferimento della delega sugli Affari regionali al Ministero per le riforme istituzionali, attuati tramite D.P.R. del 17 aprile 1991, avente pieno decorso in data 3 maggio.
- ^ Non avendo prestato giuramento, l'incarico gli venne revocato a cinque giorni dall’insediamento del governo e la delega venne trasferita.
- ^ a b Non avendo prestato giuramento, l'incarico gli venne revocato a cinque giorni dall’insediamento del governo.
Bibliografiche
modifica- ^ 13 aprile 1991 Il Presidente della Repubblica riceve in udienza, su archivio.quirinale.it.«17,00 (Sala Arazzi di Lilla) Giuramento del Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Dott. Giulio ANDREOTTI.»
- ^ Martini, Minzolini e Rapisarda, Governo senza il pri, La Malfa si dimette, in La Stampa, 14 aprile 1991, p. 1.
- ^ Federico Geremicca, Un battesimo tre sedie in meno, in La Repubblica, 14 aprile 1991.
- ^ Gianfranco Piazzesi, Di male in peggio, pag.2, in Corriere della Sera, 14 aprile 1991.
- ^ Massimo Gramellini, Quaranta minuti aspettando Goria, su archiviolastampa.it, 29 giugno 1992.
- ^ Governo: il giuramento al quirinale [collegamento interrotto], in AGI, 28 giugno 1992.
- ^ Seduta del 19 aprile 1991, Votazione nominale sulla fiducia al Governo, pp. 82711-82718 (PDF), su legislature.camera.it.
- ^ Seduta del 20 aprile 1991, Votazione nominale con appello, pp. 95-97. (PDF), su senato.it.
- ^ Governo: Adreotti si è dimesso, in Adnkronos, 24 aprile 1992.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Governo Andreotti VII
Collegamenti esterni
modifica- Scheda sul Governo Andreotti VII, su governo.it.
- Francesco Cossiga Presidente della Repubblica, 1985 - 1992 - le nomine, su presidenti.quirinale.it. URL consultato il 7 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2019).
- Stefano Tabacchi, Il settimo Governo Andreotti, su federalismi.it, 22 gennaio 2014.