Grandslam Entertainments

(Reindirizzamento da Grandslam Video)

Grandslam Entertainments[2] Ltd., inizialmente nota come Grand Slam Entertainments[3] e più avanti come Grandslam Video e Grandslam Interactive, generalmente abbreviata Grandslam o Grand Slam, era un'azienda britannica di videogiochi, attiva tra il 1987 e il 1995 nella pubblicazione in Europa di giochi per i più diffusi computer e negli ultimi anni anche per console Amiga CD32.

Grandslam Entertainments
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forma societariaLimited
FondazioneSettembre 1987 (acquisizione della Argus Press Software)
Fondata daStephen Hall
Chiusura1995 (ultime attività note)
Sede principale
Controllate
SettoreInformatico
ProdottiVideogiochi
Dipendenti15 (1989[1])

Grandslam fu fondata da Stephen Hall, il quale, dopo una laurea in economia aziendale, dal 1968 era stato assistente dell'impresario dello spettacolo Lew Grade[4]. Hall lavorava per la televisione ITV, poi nel 1974 passò a Thames Television ed entrò in contatto con l'editrice Argus Press, che ne era proprietaria al 50%. A settembre 1986 divenne direttore generale della sua divisione software, la Argus Press Software.[5]

Alla fine del 1986 l'Argus lanciò la nuova etichetta Grand Slam, dedicata ai videogiochi sportivi, iniziando con Peter Shilton's Handball Maradona;[6] ha un logo diverso da quello della futura azienda omonima e apparentemente con questo marchio uscì soltanto Handball Maradona.[7]

A settembre 1987 Hall optò per acquistare la totalità di Argus Press Software e cambiarne la ragione sociale in Grand Slam Entertainments,[5][8] che presto passò a essere accreditata come Grandslam Entertainments Ltd.[9] L'intenzione era di mantenere gli stessi prezzi dell'azienda precedente, e di cominciare facendo uscire con la nuova etichetta i giochi che l'Argus aveva già pianificato: Pac-Land, Terramex e The Hunt for Red October.[10] Hall sosteneva che il cambio di nome era rappresentativo di un forte cambiamento nei prodotti che il pubblico avrebbe ricevuto. L'obiettivo della Grandslam era proporre una maggiore qualità rispetto alla tendenza generale del mercato, impiegando molto personale e maggiori tempi di sviluppo.[5]

Oltre ai computer più diffusi in Europa, la Grandslam diede importanza a produrre una versione MSX dei propri giochi, realizzandone anche edizioni appositamente per il mercato della Spagna, allora il Paese europeo dove le vendite per MSX erano maggiori.[5] Carlos Martín fu ingaggiato come rappresentante ufficiale in Spagna della Grandslam, che in tal modo diveniva la prima grande produttrice di videogiochi estera con presenza diretta in Spagna.[5]

All'inizio del 1988 l'azienda cominciò ad avere grande rilievo.[1] The Hunt for Red October, solo con la versione PC, aveva superato un ricavo di 1 000 000 di dollari; altri titoli di grande successo internazionale erano Terramex, Pac-Land e The Flintstones.[5] Fino almeno al 1989 la Grandslam continuò a crescere, divenendo una delle editrici più importanti del mercato europeo del software videoludico di allora.[1] Nell'estate 1989 l'organico fisso dell'azienda era di 15 persone compreso Hall, ma si avvaleva anche di collaboratori temporanei.[1]

Grandslam produsse spesso titoli tratti con licenza da film o altro, come The Running Man, Thunderbirds e Liverpool, o convertiti da giochi arcade, come Pac-Mania, Pac-Land e Scramble Spirits.[1] L'idea era comunque di dedicare almeno il 25-30% della produzione a titoli originali, come Terramex, Espionage, Power Pyramids e Chubby Gristle.[1] Grandslam riuscì anche a battere la concorrenza nell'offerta per la licenza sulla rivista a fumetti britannica The Dandy, che sembrava potenzialmente redditizia,[11] ma non risulta aver mai realizzato un gioco su di essa.

Per ottenere da Grandslam i diritti di pubblicazione negli USA di The Hunt for Red October ci fu una concorrenza tra cinque aziende, dove prevalse la Datasoft. Anche la Datasoft cercava un editore europeo per i propri giochi, insoddisfatta della sua esistente collaborazione con U.S. Gold. Pertanto fu stipulato un accordo triennale tra Grandslam e Datasoft per pubblicare i giochi l'una dell'altra nei propri continenti.[12] Un accordo commerciale fu stretto anche tra la Grandslam e la tedesca Thalion.[13]

La sede dell'azienda era inizialmente a Londra e nel 1989 fu spostata a Croydon dove rimase definitivamente.[14] Intorno al 1988 fu attivo anche un ufficio commerciale a Darwen.[15]

Grandslam possedeva anche i noti marchi di Bug-Byte e Quicksilva,[13][16] ereditati dalla precedente Argus Press Software che aveva acquisito le due aziende. Bug-Byte fu rilanciata nel 1988 come etichetta a basso prezzo, dedicandola a riedizioni di vecchi titoli Datasoft, Domark e della Grandslam stessa.[17] Fu fondata inoltre l'etichetta secondaria Shades, che però ebbe breve durata.[13]

Nell'estate 1990, dopo due anni e mezzo di attività, Grandslam andò in amministrazione controllata, per via dei debiti con la sua banca Barclays, dopo aver cercato a lungo inutilmente un finanziatore. Le pubblicazioni infatti si erano fatte irregolari e l'azienda non aveva più avuto un grande momento.[13]

L'azienda rinacque entro la fine del 1990 come Grandslam Video: prima della bancarotta, i responsabili di Grandslam Entertainments vendettero i diritti di trasposizione di film, che avevano precedentemente acquisito, alla Grandslam Video di loro stessa proprietà. Gli ultimi lavori della Grandslam Entertainments riapparvero con la nuova ragione sociale Grandslam Video e in seguito uscirono The Hunt for Red October (omonimo del precedente) e Die Hard 2: Die Harder tratti da film.[18]

Dopo il passaggio a Grandslam Video fu rifondata anche una nuova etichetta a basso prezzo, chiamata Unique e dedicata a riedizioni di vecchi giochi della Grandslam.[19][20]

L'azienda rimase in attività fino a metà anni '90, con un ulteriore cambio di nome in Grandslam Interactive nell'ultimo periodo (1994/1995).[21] Nel 1995 l'azienda voleva ancora impegnarsi nel mercato Amiga e annunciava diversi progetti, tra cui completare il lungo sviluppo di The Seventh Sword of Mendor.[22] La stampa mostrò anteprime di Mendor fino al tardo 1995,[23] ma poi l'azienda scomparve senza produrre altro.

Videogiochi

modifica

Elenco, esaustivo o quasi, dei videogiochi pubblicati con marchio Grandslam:[24]

Con il marchio secondario Shades:

Con il marchio Grand Slam prima della creazione dell'azienda:

Alcuni titoli in sviluppo avanzato, ma mai pubblicati:

  • Realm of Darkness per Amiga, DOS[27]
  • The Seventh Sword of Mendor per Amiga, CD32, DOS, di cui esiste un demo giocabile per DOS[28]
  • Tensai per Amiga, di cui esiste un demo giocabile[29]
  1. ^ a b c d e f Micromanía 15.
  2. ^ Spesso riportata da terzi anche come Grandslam Entertainment, ma sulle pubblicazioni ufficiali è con S finale.
  3. ^ Il nome con lo spazio è usato anche ufficialmente sulla confezione di uno dei primi giochi, sebbene poi cambiò definitivamente in Grandslam, cfr.: (EN) Terramex, su Hall of Light - The database of Amiga games - abime.net.
  4. ^ (EN) Wee Jobbies (JPG), in The Games Machine, n. 6, Newsfield, maggio 1988, p. 23.
  5. ^ a b c d e f MSX Club 40.
  6. ^ (EN) Crash Competition (JPG), in Crash, n. 35, Ludlow, Newsfield, dicembre 1986, p. 75, ISSN 0954-8661 (WC · ACNP).
  7. ^ (EN) Grand Slam, su spectrumcomputing.co.uk.
  8. ^ (EN) T'zers (JPG), in Your Sinclair, n. 26, Dennis Publishing, febbraio 1988, p. 7, ISSN 0269-6983 (WC · ACNP).
  9. ^ Dopo Terramex appare sempre senza spazio, ad es. nel manuale di Pac-Land (1987).
  10. ^ (EN) Whodunwot (JPG), in Sinclair User, n. 70, Londra, EMAP, dicembre 1987, p. 8, ISSN 0262-5458 (WC · ACNP).
  11. ^ (EN) Hairy arm syndrome (JPG), in Amstrad Action, n. 40, Bath, Future, Natale 1988, p. 23, ISSN 0954-8068 (WC · ACNP).
  12. ^ (EN) Datasoft Deal (JPG), in Your Commodore, n. 45, Londra, Argus Specialist Publications, giugno 1988, p. 8, ISSN 0269-8277 (WC · ACNP).
  13. ^ a b c d (EN) Summer Shakeout (JPG), in Zzap!64, n. 64, Ludlow, Newsfield, agosto 1990, p. 6, ISSN 0954-867X (WC · ACNP).
  14. ^ In base agli indirizzi sul retro delle copertine o sulle riviste, ad es.:
  15. ^ (EN) Pubblicità (JPG), in Crash, n. 55, Ludlow, Newsfield, agosto 1988, p. 6, ISSN 0954-8661 (WC · ACNP).
  16. ^ Nel 1988 erano ancora presentate come divisioni della Grandslam, es. copertina di Red Scorpion e (EN) Pubblicità (JPG), in Computer and Video Games, n. 78, Peterborough, EMAP, aprile 1988, p. 41, ISSN 0261-3697 (WC · ACNP)..
  17. ^ (EN) Chubby William look-a-like (JPG), in Computer and Video Games, n. 81, Peterborough, EMAP, luglio 1988, p. 14, ISSN 0261-3697 (WC · ACNP).
  18. ^ (FR) Grandslam Video (JPG), in Génération 4, n. 28, Pressimage, dicembre 1990, pp. 166, 168, ISSN 0987-870X (WC · ACNP).
  19. ^ (EN) Grandslam gives birth! (JPG), in Crash, n. 87, Ludlow, Newsfield, aprile 1991, p. 17, ISSN 0954-8661 (WC · ACNP).
  20. ^ (EN) Unique, su spectrumcomputing.co.uk.
  21. ^ In base agli indirizzi sul retro delle copertine o sulle riviste, ad es.:
  22. ^ (EN) Grandslam back Amiga (JPG), in Amiga Format, n. 74, Bath, Future plc, agosto 1995, p. 12, ISSN 0957-4867 (WC · ACNP).
  23. ^ (EN) Seventh Sword of Mendor, su Hall of Light - The database of Amiga games - abime.net.
  24. ^ Vari collegamenti esterni al 13-9-2025, non includendo i giochi della precedente Argus Press Software e delle controllate Bug-Byte e Quicksilva.
  25. ^ (EN) Shades, su MobyGames, Blue Flame Labs.
  26. ^ (EN) Shades, su spectrumcomputing.co.uk.
  27. ^ (EN) Realms of Darkness, su gamesthatwerent.com.
  28. ^ (EN) The 7th Sword of Mendor, su gamesthatwerent.com.
  29. ^ (EN) Tensai, su Hall of Light - The database of Amiga games - abime.net.

Bibliografia

modifica

Collegamenti esterni

modifica