Karl-Heinz Strelow (Amburgo, 15 luglio 1915Berlino, 13 maggio 1943[1]) è stato un giornalista tedesco, militare e combattente della resistenza contro il regime nazista.[2][3].

Heinz Strelow
NascitaAmburgo, 15 luglio 1915
MorteBerlino, 13 maggio 1943
Cause della morteDecapitazione
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Forza armata Wehrmacht
Corpo Reichsarbeitsdienst
Anni di servizio1939-1943
GuerreSeconda guerra mondiale
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Biografia

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Nacque ad Amburgo e frequentò la scuola Lichtwarkschule nel quartiere di Winterhude. Sua madre fu Meta Dannat, originaria di Amburgo, che gestiva un'attività di artigianato.[4][5] Il padre fu un giornalista, ucciso durante la prima guerra mondiale,[2][4] comunista come la madre. All'età di 16 anni, il giovane Heinz, influenzato da un insegnante, entrò a far parte della Lega della Gioventù Comunista di Germania (KJVD), vietata nel 1932.[6]

Iniziò a opporsi al regime nazista fin dal 1933.[2] Fu tradito da un ex compagno di classe e arrestato dalla Gestapo l'8 ottobre 1935,[7] messo in custodia protettiva senza processo in un campo di concentramento a Fuhlsbüttel per diverse settimane[6] e rilasciato solo il 23 novembre 1935.[7] Lasciò la scuola e continuò a mantenere la madre lavorando nella sua azienda.[8] Strelow continuò la sua attività di resistenza nel movimento della gioventù operaia e organizzò un gruppo ad Amburgo in contatto anche con Klaus Bücking e Gustav Böhrnsen a Brema. In questo modo conobbe Conrad Blenkle, istruttore della sezione settentrionale del Partito Comunista di Germania (KPD).[6]

Nella primavera del 1939, fu arruolato nel Reichsarbeitsdienst[9] e assegnato a un'impresa di costruzioni nella città polacca[2] di Dabie,[10] dove lavorò alla riparazione dei ponti distrutti. In questo periodo fu testimone dell'inizio della seconda guerra mondiale.[2] Sua madre, già vedova di guerra,[11] intervenne per chiedere che il figlio fosse riportato ad Amburgo, riuscendo nell'intento.[2] Una volta tornato ad Amburgo, continuò il suo servizio militare.[2]

Nel 1940, durante una vacanza ad Amburgo, sposò Liselotte Rüggen (nata Timm).[12] In quel periodo, era di stanza nell'area di addestramento militare di Altengrabow, situata tra Potsdam e Magdeburgo.[13] Nell'aprile del 1941, fu trasferito all'Ufficio Ispezione Munizioni dell'Esercito a Wannsee[14] e fu promosso a sottufficiale.[2] Durante la sua permanenza a Berlino, su raccomandazione della madre che conosceva la famiglia Bontjes van Beek, Strelow visse con lo scultore Jan Bontjes van Beek e la sua famiglia.[2] Durante questa permanenza, divenne amico della figlia di Bontjes van Beek, Cato Bontjes van Beek[2] e nel tempo ne divenne l'amante.[15]

Cato aveva conosciuto Libertas Schulze-Boysen, moglie di Harro Schulze-Boysen[16] nella casa paterna nel settembre del 1941.[16] All'epoca, Harro era il leader di un gruppo di resistenza antifascista operante a Berlino dell'Orchestra Rossa.[17] Fu tramite Cato che Strelow fu presentato alla coppia Schulze-Boysen: Cato si era già unita alla resistenza, prima di conoscere Strelow.[16]

 
La pietra d'inciampo di Heinz Strelow posizionata ad Amburgo.[18]

Mentre si recava nello studio del padre, Cato notò che l'ultima carrozza dei treni che si fermavano alla stazione locale della S-Bahn trasportava i prigionieri di guerra francesi.[16] Insieme ai suoi amici, iniziarono a fornire ai prigionieri rifornimenti come cibo, medicine, frutta, accendini e kit da cucito.[15][16] Nell'autunno del 1941, Cato affittò da Libertas Schulze-Boysen due stanze del suo grande appartamento a Charlottenburg. Strelow ne affittò, a sua volta, una da Cato.[16]

Van Beek e Strelow si impegnarono a scrivere e distribuire volantini e opuscoli, insieme rielaborarono l'opuscolo Die Sorge Um Deutschlands Zukunft geht durch das Volk! che Schulze-Boysen e diverse altre persone del gruppo avevano redatto il 15 febbraio 1942,[16] per produrne una prima copia poi battuta a macchina da Maria Terwiel[19] e quindi duplicata al ciclostilo. Una copia sopravvive ancora oggi.[20][21]

Strelow e Van Beek si resero conto del pericolo che stavano correndo con quell'iniziativa e iniziarono a ritirarsi dal gruppo e dalle attività di resistenza ma, tuttavia, i membri del gruppo erano già sotto osservazione dell'Abwehr.

Arresto

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Strelow fu arrestato il 1° ottobre 1942 dalla Gestapo.[2] Il 18 gennaio 1943, il Reichskriegsgericht lo condannò alla pena di morte "per alto tradimento e per attività di tradimento in favore dell'Unione Sovietica".[5] Il 13 maggio 1943, fu ghigliottinato nella prigione di Plötzensee insieme ad altri dodici membri del gruppo, lo stesso giorno.[22]

Cato Van Beek fu arrestata dagli agenti della Gestapo il 20 settembre 1942 nel negozio di ceramiche del padre a Berlino. Il 18 gennaio 1943, presso il tribunale militare del Reichskriegsgericht, fu dichiarata colpevole di "concorso in alto tradimento" e condannata a morte. L'appello di clemenza della ventiduenne fu personalmente negato da Adolf Hitler, sebbene il tribunale stesso avesse suggerito un rinvio a giudizio.[23] Fu ghigliottinata il 5 agosto 1943 nella prigione di Plötzensee a Berlino.[16]

  1. ^ (DE) Karl Heinz Biernat e Luise Kraushaar, Die Schulze-Boysen/Harnack-Organisation im antifaschistischen Kampf., 1st, Berlin, Dietz Verlag, 1970, p. 166, OCLC 164532831.
  2. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Heinz Strelow, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, German Resistance Memorial Center. URL consultato il 26 dicembre 2021.
  3. ^ (DE) Wolfgang Benz, Lexikon des deutschen Widerstandes, Frankfurt, S. Fischer, 1994, p. 400, ISBN 3-10-005702-3, OCLC 231610249.
  4. ^ a b Tafel 27 Kunstgewerbegeschäft Meta Strelow, su historischer-rundweg-bendestorf.de.
  5. ^ a b c Marquardt, p. 12
  6. ^ a b Marquardt, p. 13
  7. ^ Marquardt, p. 5
  8. ^ Marquardt, pp. 17-18
  9. ^ Marquardt, p. 28
  10. ^ (DE) Manfred Flügge, Meine Sehnsucht ist das Leben: eine Geschichte aus dem deutschen Widerstand : Dokumentar-Roman, Aufbau-Verlag, 1996, p. 157, ISBN 978-3-351-02347-8.
  11. ^ (DE) Heidelore Kluge, Cato Bontjes van Beek: ich will nur eins sein, und das ist ein Mensch : das kurze Leben einer Widerstandkämpferin, 1920-1943, Urachhaus, 1994, p. 74, ISBN 978-3-8251-7003-5.
  12. ^ Marquardt, p. 41
  13. ^ Vinke, p. 68
  14. ^ a b Cato Bontjes van Beek, su stolpersteine-berlin.de.
  15. ^ a b c d e f g h Geyken, p. 79
  16. ^ Paul L. Kesaris (a cura di), The Rote Kapelle: the CIA's history of Soviet intelligence and espionage networks in Western Europe, 1936-1945., Washington, University Publications of America, 1979, p. 140, ISBN 0-89093-203-4.
  17. ^ Karl-Heinz Strelow, su stolpersteine-hamburg.de.
  18. ^ (DE) Maria Terwiel, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, German Resistance Memorial Center. URL consultato il 5 dicembre 2021.
  19. ^ Corina L. Petrescu, Against All Odds: Models of Subversive Spaces in National Socialist Germany, Peter Lang, 2010, p. 219, ISBN 978-3-03911-845-8. URL consultato il 5 dicembre 2021.
  20. ^ (DE) Die Sorge Um Deutschlands Zukunft geht durch das Volk! (PDF), su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, Harro Shulze-Boysen, German Resistance Memorial Center, 6 marzo 1942. URL consultato il 5 gennaio 2022.
  21. ^ (EN) Wolfgang Benz e Walter H. Pehle, Encyclopedia of German Resistance to the Nazi Movement, Continuum, 1997, p. 324, ISBN 978-0-8264-0906-5.
  22. ^ (DE) Adolf Hitler, Request For Pardon - Rejection of requests for clemency, su Plötzensee Memorial, Stiftung Gedenkstätte Deutscher Widerstand, luglio 1943. URL consultato il 28 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2015).

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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