Ishaq ibn Hunayn

medico

Abū Yaʿqūb Isḥāq ibn Ḥunayn (in arabo ﺍﺑﻮ ﻳﻌﻘﻮﺏ إسحاق بن حنين?; Baghdad, 830Baghdad, 910) è stato un traduttore e matematico siro.

Biografia

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Figlio del celebre medico di età abbaside Ḥunayn b. Isḥāq, ricevette un'educazione cristiana.

Iniziò a lavorare giovanissimo nello scriptorium fondato dal padre. Come quest'ultimo, conosceva non solo l'arabo e il siriaco, ma anche il greco. Ben presto divenne un traduttore di grande competenza: nella lettera di Hunayn che riassume le traduzioni fatte o da fare di Galeno, scritta nell'856, si legge che Ishaq stava già rivedendo e correggendo il lavoro di altri collaboratori del padre. Mentre Hunayn traduceva più spesso dal greco al siriaco, Ishaq tradusse più in arabo, e grazie ai consigli di Ibn al-Qifti e Ibn Abi Usaybi'a, raggiunse una padronanza di questa lingua ancora maggiore di quella di suo padre[1].

Come il padre Ishaq ibn Hunayn fu il medico personale di alcuni califfi, molto apprezzato durante i regni di al-Mu'tamid (870-892) e al-Mu'tadid (892-902), e con il visir di quest'ultimo, Qasim ibn 'Ubaydallāh. Secondo alcuni autori, si convertì all'islam in età adulta[2].

Dei suoi due figli, Dāwūd ibn Isḥāq divenne un traduttore e Ḥunayn ibn Isḥāq ibn Ḥunayn fu un medico.

Traduzioni

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L'elenco delle traduzioni di Isḥāq b. Ḥunayn comprende:

Opere originali

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Ishaq ibn Hunayn fu autore di diverse opere di medicina che sono andate sostanzialmente perdute: un libro di testo intitolato Elementi di medicina, un trattato Sui semplici, un altro Sulle medicine correnti, un altro sulla teriaca (preparato farmaceutico dalle supposte virtù miracolose di origine antichissima), un trattato sull'urina, ecc. Dei suoi testi originali si è conservata soprattutto la Storia dei medici (Tārīkh al-aṭibbā'), che è la prima di una lunga serie nella letteratura araba medievale. L'opera fu composta dopo un simposio di studiosi tenutosi nel 903. Ishaq si basò su un'opera con lo stesso titolo attribuita a Giovanni Filopono.

  1. ^ Giovanni Ventimiglia, Aristotele, ponte culturale Palermo lo celebra così, in La Repubblica, 25 agosto 2018. URL consultato il 22 novembre 2020 (archiviato il 22 novembre 2020).
  2. ^ Tatimmat ṣiwān al-ḥikmā, a cura di Muhammad Shaft, Lahore, 1935, p. 5.

Bibliografia

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Voci correlate

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