Yazd

città dell'Iran
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Yazd (in persiano یزد‎) è il capoluogo dell'omonima provincia iraniana. In seguito al suo adattamento secolare al deserto circostante, Yazd presenta un'architettura unica. È nota in Iran per l'artigianato di prima qualità, che produce soprattutto tessuti di seta e prodotti dolciari. È uno dei principali centri dello zoroastrismo.

Yazd
città
يزد
Yazd – Veduta
Yazd – Veduta
Localizzazione
StatoIran (bandiera) Iran
ProvinciaYazd
ShahrestānYazd
Circoscrizione
Territorio
Coordinate31°54′N 54°22′E
Altitudine1 216 m s.l.m.
Abitanti423 006[1] (2006)
Altre informazioni
Prefisso0351
Fuso orarioUTC+3:30
Cartografia
Mappa di localizzazione: Iran
Yazd
Yazd
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Città antica di Yazd
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(iii)(v)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2017
Scheda UNESCO(EN) Historic City of Yazd
(FR) Scheda

Geografia fisica

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Territorio

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Yazd è situata sull'altopiano iranico in un'oasi fra i deserti del Dasht-e Kavir e del Dasht-e Lut, in un bacino interno allungato che si estende da vicino Kashan a Bāfq.[2] La città è chiamata talvolta "la sposa del Kavir" per la sua posizione, in una valle fra lo Shir Kuh, la montagna più alta della provincia (4075 m s.l.m.) e il Kharaneq. La città sorge a 1.230 m s.l.m.[2]

Yazd è la più secca fra le principali città iraniane, con una media annuale delle precipitazioni di 60 mm ed è anche la più calda fra le città a nord del Golfo Persico, con temperature estive che superano frequentemente e abbondantemente i 40 °C senza umidità. Anche di notte le temperature estive sono torride. In inverno le giornate sono miti e assolate, ma al mattino le temperature possono essere di parecchi gradi sotto lo 0 °C.

Le notizie sulla Yazd preislamica sono scarse. Una leggenda riportata nel Tārīkh-i jadīd-i Yazd da Aḥmad b. Ḥusayn al-Kātib vorrebbe che Yazdgard III avesse trascorso due mesi a Yazd dopo la sua sconfitta a Nihāvand nel 642 e che vi avesse seppellito il suo tesoro.[3]

Anticamente la città era conosciuta come Katha, che era il nome di una fortezza e prigione probabilmente fondata da Alessandro Magno. La leggenda vuole che in seguito sorsero nuovi insediamenti sul sito, e che Yazd divenne nota come dār al-ʿibāda quando Toghrul Beg la assegnò al kakuyide Abū Manṣūr Farāmarz ʿAlāʾ al-Dawla nel 1051.[2]

Dopo la conquista islamica della Persia, molti zoroastriani delle province circostanti trovarono rifugio a Yazd. La città rimase zoroastriana per secoli e l'islam divenne la principale religione della città solo gradualmente. Coloro che mantennero la loro fede zoroastriana furono soggetti alla jizya o tassa personale. È verosimile che Yazd facesse parte del Fārs durante il califfato omayyade. Si conosce molto poco della storia di Yazd sotto i primi abbasidi, mentre le notizie abbondano a partire dal periodo selgiuchide, nonostante risultino confuse e cronologicamente inaffidabili.[3]

Nel X secolo Ibn Hawqal definì Yazd una città fortificata con due porte di ferro. Secondo Hamdallah Mustawfi era costruita in mattoni crudi che duravano quanto i mattoni cotti altrove, poiché vi pioveva raramente. L'acqua tuttavia non mancava grazie ai canali provenienti dalle colline, di fatti ogni casa disponeva di una cisterna propria.[2]

A causa della remota posizione nel deserto e della difficoltà di raggiungerla, Yazd si è conservata pressoché intatta dalle distruzioni delle guerre. Ad esempio, è stata un rifugio per i fuggiaschi da altre città dell'impero persiano durante l'invasione di Gengis Khan. Nel 1272 fu visitata da Marco Polo, che diede conto della raffinata tessitura della seta.

«Anche Jasdi è una città persiana bella e nobile e di grandi commerci. Si lavora qui quel tessuto di seta che si chiama appunto Jasdi, molto richiesto dai mercanti che lo portano per tutto il mondo e fanno grossi guadagni. Gli abitanti adorano Maometto.
Chi vuole partire da queste terre e procedere oltre, cavalca per sette giorni sempre in pianura e trova solo tre luoghi abitati dove è possibile fermarsi. Ma ci sono anche, e spesso, deliziosi boschetti di palme che si possono percorrere a cavallo e sono ricchi di cacciagione di bosco, pernici e coturnici che piacciono molto ai mercanti in viaggio per quei ridenti luoghi. E ci sono bellissimi asini selvatici.»

Il kakuyide Farāmarz ordinò la costruzione di mura con torri e quattro porte di ferro. Una parte delle mura fu distrutta da un'inondazione nel 1275, ma venne restaurata dall'atabeg Yūsuf Shāh b. Tughān (1286–1315).[2] I successori di Faramarz proseguirono le politiche di sviluppo urbano ordinando la costruzione di nuovi villaggi e qanāt nei dintorni della città.[4]

Per breve tempo Yazd divenne capitale sotto la dinastia muzaffaride nel XIV secolo e fu assediata senza successo fra il 1350 e il 1351 dagli Ingiuidi comandati dallo sceicco Abu Ishaq. Nonostante le lotte intestine tra i muzaffaridi, a questo periodo risalgono importanti opere pubbliche per la città, come nuovi villaggi e qanāt, madrase e biblioteche, nonché il bazar di Sulṭān Ibrāhīm fatto erigere dal nipote di sua sorella, e il bazar di Khātūn accanto alla moschea del Venerdì, composto da 60 botteghe con hujra al piano superiore.[5] Muẓaffar al-Dīn Muḥammad Muẓaffar (1313–1358) fece erigere un muro esterno con sette porte che inglobava vari quartieri, poi nel 1367–68 il suo discendente Shāh Yaḥyā aggiunse fossati e torri.[2]

Nel 1392 gli ultimi principi muzffaridi si sottomisero a Tamerlano, che era partito dalla Transoxiana per iniziare la sua seconda campagna contro la Persia.[5] Il timuride Pir Muhammad, figlio di Umar Shaikh Mirza I e nipote di Tamerlano, costruì una cittadella destinata ai governatori con mura e fossato, che venne poi parzialmente distrutta da ʿAbbās I il Grande.[2] Quando Shah Rukh succedette a Tamerlano, Yazd venne assegnata al governatore Jalāl al-Dīn Chaqmaq che garantì un prospero periodo di pace. Lui e la sua famiglia fecero erigere numerosi edifici religiosi e civili a Yazd e nei dintorni, istituendo molte waqf a loro sostegno. Uno degli edifici costruiti in questo periodo fu la nuova moschea del venerdì (1436-1438, oggi Complesso Amir Chakhmaq) nel quartiere di Dahūk inferiore. Nei pressi della moschea furono costruiti una khānaqāh, un caravanserraglio, un ḥammām, una cisterna, una bottega di dolciumi (qannād-khāna) e un bazar, e fu scavato un pozzo.[5]

Per tutta la seconda metà del XV secolo Yazd fu teatro di carestie e di lotte intestine tra i vari pretendenti al comando, tuttavia si distinse particolarmente nel settore manifatturiero e per i rapporti commerciali con l'India. I safavidi, che avevano la loro capitale a Tabriz, non incisero particolarmente nello sviluppo locale di Yazd, per quanto il commercio continuasse a prosperare. A causa di un indebolimento dell'autorità reale e di un calo della sicurezza, le tribù beluci ne approfittarono per attaccare l'impero safavide, raggiungendo Kerman e quindi Yazd nel 1722. La città venne più volte assediata durante l'occupazione afghana.[6]

Durante il governo di Muḥammad Taqī Khān nel periodo qajar, Yazd conobbe un nuovo periodo di sviluppo e prosperità, con un aumento della popolazione, la messa in funzione di nuovi qanāt e la costruzione di giardini e di istituzioni di beneficenza. Tuttavia, in quegli anni la città non fu del tutto immune dalle spedizioni militari delle fazioni in lotta,[6] in particolare nel contesto della guerra russo-persiana del 1826–28. Nella seconda metà del XIX secolo la città assistette a un ammodernamento generale, con la nascita di scuole e di giornali locali e con un ruolo attivo all'interno del Movimento costituzionale.[7]

Sotto i Pahlavi, un folto gruppo di curdi della tribù Gulbaghi si trasferì dal nord della provincia del Kurdistan nelle città di Yazd, Esfahan, Kashan e Na'in, finendo per assimilarsi più di tutti nella popolazione di queste città.[8][9]

Monumenti e luoghi di interesse

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Yazd vanta alcuni degli esempi più raffinati dell'architettura tradizionale del deserto persiano

Yazd è una città di primaria importanza come centro dell'architettura persiana. A causa del clima secco, ha una delle più ampie reti di qanat nel mondo e i costruttori di qanat di Yazd sono considerati i più abili dell'Iran. Per affrontare le estati torride, molti edifici antichi sono dotati di magnifiche torri del vento (bādgīr) e di vasti ambienti sotterranei (sardāb). Un'altra peculiarità di Yazd sono le cisterne d'acqua (āb-anbār o miḥrāb) insieme alle eleganti moschee.[2] La città ospita anche importanti esempi di yakhchal, di cui alcuni sono ancora usati come ghiacciaie per conservare il ghiaccio proveniente dalle vicine montagne. La città vecchia di Yazd è uno dei più grandi centri urbani costruito quasi interamente con adobe, un impasto di argilla, sabbia e paglia.

«Yazd si distingue dalle altre città della Persia. Non possiede, per proteggersi dalle impervie terre desertiche che la circondano, una cintura di giardini o di fresche cupole azzurre. Città e deserto hanno in comune il colore e la sostanza: la prima è il frutto del secondo, e le alte torri di ventilazione, che attestano il calore che vi domina, sono il genere di foresta che può crescere naturalmente nel deserto. Esse conferiscono alla città un profilo irreale [...] Le torri di Yazd sono quadrangolari e prendono il vento dai quattro lati mediante profonde scanalature, che lo spingono in basso verso i vani sottostanti. Due vani di questo tipo alle due estremità di una casa creano una corrente che la percorre tutta.»

Il patrimonio di Yazd come centro zoroastriano è anch'esso importante. C'è una torre del Silenzio nei dintorni e in città c'è un tempio del Fuoco, che conserva un fuoco che arde ininterrottamente dall'anno 470.

Società

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La popolazione della città è costituita in stragrande maggioranza da musulmani sciiti duodecimani. L'identità islamica sciita è molto forte; Yazd è infatti considerata una città fortemente religiosa, tradizionalista e conservatrice. I principali eventi celebrati nelle strade delle città sono gli azadari, le processioni in onore dei martiri islamici, in particolare quello di Ashura. Vi è poi una comunità di zoroastriani; Yazd rappresenta insieme a Kerman uno dei principali centri dello zoroastrismo. Vi è poi una comunità ebraica, emigrata in gran parte nel XX secolo verso Israele e Tehran.[10]

Nel 2006 la città aveva una popolazione di 423006 persone.

Cultura

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Istruzione

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L'Università di Yazd fu fondata nel 1988 e comprende una facoltà di architettura con specializzazione in arte e architettura tradizionali iraniane

Nel 2000 è stato aperto il Museo dell'Acqua di Yazd.[11]

Economia

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Sempre apprezzata per la qualità delle sue sete e dei suoi tappeti, Yazd è oggi un centro dell'industria tessile iraniana. È presente anche in industria delle ceramiche e dei materiali per l'edilizia, come anche l'industria dolciaria e l'oreficeria.

Una parte significativa della popolazione è impiegata nell'agricoltura, nell'allevamento, nella lavorazione dei metalli e nella produzione di macchinari. Alcune aziende operano nel ramo dell'informatica e nella produzione di componenti elettronici come cavi e connettori. Yazd ospita il più grande produttore iraniano di fibre ottiche.

I pasticceri di Yazd sono famosi in tutto l'Iran e costituiscono anche un'attrattiva turistica. I laboratori (esperti o khalifehs) mantengono segrete le loro ricette e molti di loro sono rimasti attività familiari tramandate da molte generazioni. Baghlava, ghotab e pashmak sono i dolci più richiesti.

Amministrazione

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Gemellaggi

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Yazd è gemellata con le seguenti città:

Galleria d'immagini

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  1. ^ Il dato proviene dal sito World Gazetteer, che non esiste più e non è stata trovata una copia disponibile.
  2. ^ a b c d e f g h Bosworth, p. 557.
  3. ^ a b Bosworth, p. 561.
  4. ^ Bosworth, p. 562.
  5. ^ a b c Bosworth, p. 563.
  6. ^ a b Bosworth, p. 564.
  7. ^ Bosworth, p. 565.
  8. ^ (AR) Mansur Ahmadi, سیاست های ایلیاتی پهلوی اول برابر گلباغی ها, in The Scientific Journal of Cihan University– Sulaimaniya, vol. 6, n. 3, 18 luglio 2022, pp. 391–404, DOI:10.25098/6.3.21. URL consultato il 22 agosto 2025.
  9. ^ (FA) کینه رضا شاه از طوایف و عشایر گه‌لواخی/ نه گلباغی ماند اینجا نه همدانی آنجا, su روژان پرس | پایگاه خبری روژان‌پرس | kurd news, 8 maggio 1402. URL consultato il 22 agosto 2025.
  10. ^ (EN) Michael M. J. Fischer, Iran: From Religious Dispute to Revolution, University of Wisconsin Press, 2003, p. XV, ISBN 9780299184735.
  11. ^ Copia archiviata, su qanat.info. URL consultato il 12 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2007).

Bibliografia

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  • (EN) Clifford Edmund Bosworth, Historic cities of the islamic world, Brill, 2007, ISBN 978-90-04-15388-2.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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