Linea di successione al trono di Grecia
Le linea di successione al trono di Grecia è un ordine determinato da un insieme di regole definite dai trattati internazionali e poi dalle costituzioni elleniche nel corso del XIX e XX secolo, che, durante il regno di Grecia, definisce le condizioni da soddisfare per succedere al trono di Grecia.
Storia
modificaDinastia Wittelsbach (1832-1862)
modificaNel 1821 le etnie greche si ribellarono all'Impero ottomano cominciando quella che è passata alla storia come la Guerra d'indipendenza greca; il conflitto venne supportato anche dalla Gran Bretagna, dalla Francia e dall'Impero russo, potenze che vedevano nella guerra una possibilità per indebolire ulteriormente la Turchia. Nel 1830, tramite il Protocollo di Londra, la Pace di Adrianopoli venne trasformato un documento di indipendenza e così la Grecia veniva riconosciuta come stato autonomo con un regime monarchico costituzionale. Nel 1832 il sultano Ottomano riconobbe l’indipendenza greca con il Trattato di Costantinopoli [1][2][3][4]. La Grecia divenne così ufficialmente indipendente; la neo Assemblea nazionale decise di adottare la monarchia come forma di governo, iniziando una ricerca per il primo re di Grecia. La scelta cadde inizialmente per Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha, poi primo Re del Belgio, che però rifiutò la proposta poiché diffidava della neo corona ellenica. La seconda e decisiva scelta fu per il principe Ottone Wittelsbach, figlio del re Ludovico I di Baviera e primo cugino dell'Imperatrice Elisabetta d'Austria. Con la Conferenza di Londra del 1832, Ottone fu proclamato Re di Grecia il 7 maggio dello stesso anno, venendo poi riconosciuto come primo sovrano ellenico dall'Assemblea nazionale ellenica il 5 ottobre 1832. Ottone I salì sul trono greco quando era ancora minorenne. Il suo primo governo fu inizialmente gestito da un Consiglio di reggenza, composto da alcuni uomini della corte bavarese, che avevano lasciato la Baviera per il neo regno ellenico. Una volta ottenuta l'indipendenza, la Grecia aveva redatto una costituzione la quale prevedeva che il sovrano dovesse professare la religione greco-ortodossa, ma alla fine tale condizione non venne rispettata poiché re Ottone era di culto cattolico [5][6][7][8][9].
La monarchia venne dichiarata come "ereditaria per ordine di primogenitura nella linea legittima di re Ottone o, in mancanza, in quella di suo fratello Liutpold o, in mancanza, in quella di suo fratello Adalberto". Il trattato specifica, tuttavia, che "in nessun caso le corone di Baviera e di Grecia saranno unite sullo stesso capo" (art. 8) [10][11][12]. Nel 1833, tramite un documento firmato a Londra, vennero ribadite le regole della successione al trono del neo regno di Grecia: venne riaffermato infatti che la successione devesse avvenire solo in ordine di primogenitura maschile nei discendenti legittimi di Ottone di Grecia, e dei fratelli minori Luitpold ed Adalberto di Baviera. Un altro articolo del documento specificava che le donne potevano ascendere al trono ellenico solo nel caso in cui ci dovesse essere una totale estinzione degli eredi maschi, appartenenti alle case reali di Grecia e Baviera. Nell'articolo viene specificato anche l'impossibilità di riunire la corona della Grecia con quella di un altro paese, per esempio quella della Baviera [13]. Con una rivolta del 1843, guidata da alcuni ufficiali dell'esercito che miravano all'instaurazione di una monarchia costituzionale (fino ad allora re Ottone era a capo di una monarchia assoluta), il regime assoluto cadde ed un anno dopo, il Parlamento ellenico emanò una costituzione. Gli articoli 37 e 28 riaffermarono le regole di successione al trono, rifacendosi ai documenti precedenti come quello del 1832 e del 1833. L'articolo 39, concede all'ultimo legittimo erede al trono, nel caso in cui quest'ultimo non abbia eredi, la possibilità di nominare il proprio successore con l'accordo dei 2/3 del Parlamento e del Senato greco, convocati in sessione straordinaria. L'articolo 40 stabilisce che i successori di Ottone I devono professare la religione ortodossa per poter ascendere al trono ellenico. E' una disposizione molto importante poiché i Wittelsbach, famiglia regnante di Baviera a cui apparteneva re Ottone, professavano il cattolicesimo. L'articolo 42 stabiliva che la maggior età per l'erede al trono era fissa a diciotto anni. L'articolo 45 invece determina che in caso di un trono vacante, un assemblea composta da deputati, senatori e da un numero uguale di rappresentanti eletti dai cittadini, elegge il nuovo sovrano greco. La costituzione stabiliva anche che ogni sovrano greco dovesse prestare giuramento alla presenza del governo, del Santo Sinodo, dei senatori, dei deputati e degli alti funzionari, proclamando "di proteggere la religione dominante dei Greci, di sostenere l'inviolabilità della costituzione e delle leggi della nazione greca, di difendere l'indipendenza nazionale e di preservare l'integrità del territorio ellenico [14][15][16][17][18]."
Un trattato del 1852, confermava una legge approvata dal Parlamento ellenico che conferiva alla regina Amalia di Grecia, moglie di Ottone I, il titolo di reggente del regno di Grecia in caso di vacanza della corona o di minore età del successore del marito [19][20]. L'imposizione della religione greco-ortodossa creò una situazione spiacevole, poiché i fratelli e le cognate del re Ottone era molto legati alla fede cattolica e quindi si rifiutavano di educare i propri figli secondo il credo ortodosso. Nel 1861, Ludovico di Baviera, figlio di Luitpold e nipote di Ottone di Grecia, sembrava mostrare interesse per il trono ellenico e, nonostante la loro riluttanza, i suoi genitori acconsentirono alla sua conversione alla religione ortodossa quando raggiunse la maggiore età (prevista per il 5 gennaio 1863) e considerarono un fidanzamento con sua cugina, la principessa ortodossa Eugenia di Leuchtenberg, nipote dello zar Nicola I di Russia, per rassicurare la popolazione greca [21][22]. Il progetto che vedeva il principe Ludovico come futuro sovrano greco fallì poiché nel 1861 scoppiarono due congiure militari, mentre un anno dopo, nel 1862, ci fu un'insurrezione a Nauflia ed una rivolta a Siro. Nell'ottobre 1862 si ribellarono le guarnigioni di Atene e di Missolungi. Nonostante gli eventi, Ottone I non volle ricorrere alla violenza per soffocare il moto e preferì allontanarsi e fu deposto così dal governo provvisorio. Il 24 ottobre il re e la regina Amalia s'imbarcarono su di una nave inglese, lasciando per sempre la Grecia, che aveva amata ma che non aveva saputo governare [23][24][25][26].
Dinastia Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
modificaCon la cacciata del re Ottone I di Grecia, il paese era alla ricerca di un nuovo sovrano: molti greci si avvicinarono ad una delle potenze mondiali, ovvero la Gran Bretagna, guardando al principe Alfredo, duca di Edimburgo quale loro possibile secondo monarca. Il Ministro degli Esteri britannico, Lord Palmerston, riteneva che il popolo ellenico vedesse tale opportunità come un'occasione per ottenere le Isole Ionie, allora dominio inglese. Tuttavia, la Convenzione di Londra, tenutesi nel 1832, proibì a tutte le famiglia regnanti delle Grandi Potenze di accettare la corona greca, ma comunque la regina Vittoria si oppose fermamente all'idea che il figlio diventasse Re di Grecia. I greci però insistettero per tenere un plebiscito in cui Alfredo di Edimburgo ricevette oltre il 95% dei 240.000 voti, mentre 93 voti furono a favore della repubblica. Inoltre re Ottone ricevette un voto [27][28]. Alla fine però la Grecia e le potenze proposero il principe Guglielmo di Danimarca che vinse il trono greco. Il reale danese era figlio di Cristiano IX di Danimarca e di Luisa d'Assia-Kassel, nonché fratello di Alessandra, principessa di Galles e Dagmar, futura Imperatrice di Russia. Guglielmo salì al trono greco il 30 marzo 1863, come Giorgio I, re degli Elleni. A differenze del suo predecessore, re Ottone, Giorgio I fu proclamato ufficialmente dall'Assemblea Nazionale ellenica e non imposto al popolo da potenze straniere; inoltre fu proclamato come Re degli Elleni, invece di Re di Grecia, probabilmente sottolineare il carattere della monarchia quale costituzionale parlamentare e non assoluta [27][29][30][31][32][33]. Il Trattato di Londra del 1863, sempre riguardante la Grecia, ribadiva che il nuovo monarca dovesse abbracciare la fede ortodossa, inoltre veniva stabilito che la maggior età del sovrano era diciotto anni ma che il Parlamento poteva anticiparla, se lo ritenesse necessario. Successivamente venne stabilito il titolo del monarca ovvero "re degli Elleni" e non "di Grecia", connotazione usata dal re Ottone [34][35][36][37].
Anche se con modifiche minori, la nuova costituzione del 1864 riprende le stesse disposizioni stabilite dalla legge fondamentale di venti anni prima, quella del 1844 emanata sotto il regno di Ottone. L'articolo 45 stabiliva che "la corona ellenica e i diritti costituzionali ad essa connessi sono ereditari e si trasmettono, in ordine di primogenitura, ai discendenti diretti e legittimi di re Giorgio I, essendo sempre preferiti gli eredi maschi alle femmine". L'articolo 46 ribadiva il diritto di una sovrano senza eredi di nominarne uno, per evitare una vacanza del trono. La procedura di nomina è leggermente allentata rispetto a quanto previsto dalla precedente carta costituzionale, poiché il monarca necessita ora solo dei 2/3 dei deputati del Parlamento ellenico. L'articolo 52 stabiliva che in caso di vacanza del trono, un'assemblea composta dai deputati greci e da un numero uguale di rappresentanti eletti dai cittadini, aveva il compito di scegliere il nuovo sovrano del paese. L'articolo 47 stabilisce che i successori di Giorgio I devono professare la religione ortodossa, mentre l'articolo 49 della Costituzione fissava a diciotto anni l'età per ascendere al trono. Essa richiedeva inoltre che i nuovi sovrani prestassero giuramento, alla presenza del governo, del Santo Sinodo, dei deputati e degli alti funzionari, proclamando "di proteggere la religione dominante degli Elleni, di osservare la costituzione e le leggi della nazione ellenica e di mantenere e difendere l'indipendenza nazionale e l'integrità del territorio ellenico" [38][39][40].
La Costituzione greca del 1952, emanata in seguito alla Guerra civile (1946 - 1949), incorporava tutte le leggi di successione presenti nella carta del 1864. Tuttavia, introdusse un'importante innovazione: nell'articolo 45 venne aggiunta la disposizione la quale prevedeva che gli «eredi maschi» restano «preferiti alle donne» nella determinazione della successione, ma si precisa che «il significato di questo articolo è che la corona di Grecia spetta preferibilmente ai discendenti di ciascuno dei re, secondo il loro ordine di nascita, dando la preferenza ai figli maschi». In altre parole, grazie a questo nuovo testo, le figlie del monarca hanno ora la precedenza sui cugini maschi nell'ordine di successione alla corona. Tale disposizione fu attuata nel 1964 quando Costantino II, succeduto al trono a seguito della morte del padre, re Paolo, designò come proprio erede la sorella minore Irene e non il principe Pietro di Grecia, primo cugino del padre. Con la nascita della primogenita Alessia nel 1965, il sovrano designò nuovamente come proprio erede una femmina, in questo caso sua figlia. Nel 1967 poi nacque il principe Pavlos, che venne nominato principe ereditario [41][42][43].
Rinuncia ai diritti al trono
modificaSecondo le varie disposizioni, ogni principe e principessa della Casa reale greca che tramite matrimonio entravano a far parte di famiglie reali straniere, dovevano rinunciare ai propri diritti al trono greco. Nel 1962 l'allora principessa Sofia di Grecia, figlia di Paolo I e della regina Federica, rinunciò ai propri diritti sul trono greco per sposare il principe Juan Carlos, poi re di Spagna dal 1975 al 2014. Anche i suoi discendenti sono esclusi dalla successione greca. Nel 1947, il principe Filippo, unico figlio maschio di Andrea di Grecia e della consorte, Alice di Battenberg, dovette rinunciare al proprio posto nella successione greca per sposare l'allora principessa Elisabetta, poi sovrana del Regno Unito. Tuttavia pare non esista un vero e proprio atto di rinuncia scritto. Indipendentemente da ciò, il principe Filippo rinunciò alla cittadinanza greca ed alla religione ortodossa, condizioni indispensabili per essere inclusi nella linea di successione. Il principe Michele di Grecia, unico figlio di Cristoforo di Grecia e di Francesca d'Orléans, rinunciò ai propri diritti al trono a seguito del suo matrimonio morganatico con Marina Karella, nel 1965.
Linea di successione
modificaLa linea di successione è attualmente:
- S.M. il re Costantino II di Grecia (1940-2023), primo figlio di re Paolo I
- S.A.R. il principe Paolo di Grecia, nato nel 1967, primo figlio di re Costantino II
- 1. S.A.R. il principe Costantino Alessio di Grecia e Danimarca, nato nel 1998, primo figlio di Paolo
- 2. S.A.R. il principe Achille Andrea di Grecia e Danimarca, nato nel 2000, secondo figlio di Paolo
- 3. S.A.R. il principe Odysseas Kimon di Grecia e Danimarca, nato nel 2004, terzo figlio di Paolo
- 4. S.A.R. il principe Aristide Stavros di Grecia e Danimarca, nato nel 2008, quarto figlio di Paolo
- 5. S.A.R. la principessa Maria Olympia di Grecia e Danimarca, nata nel 1996, prima figlia di Paolo
- 6. S.A.R. il principe Nicola di Grecia e Danimarca, nato nel 1969, secondo figlio di Costantino II
- 7. S.A.R. il principe Filippo di Grecia e Danimarca, nato nel 1986, terzo figlio di Costantino II
- 8. S.A.R. la principessa Alessia di Grecia e Danimarca, nata nel 1965, prima figlia di Costantino II
- 9. Carlos Morales y de Grecia, nato nel 2005, primo figlio di Alessia
- 10. Arrietta Morales y de Grecia, nata nel 2002, prima figlia di Alessia
- 11. Anna Maria Morales y de Grecia, nata nel 2003, seconda figlia di Alessia
- 11. Amelia Morales y de Grecia, nata nel 2007, terza figlia di Alessia
- 12. S.A.R. la principessa Teodora di Grecia e Danimarca, nata nel 1983, seconda figlia di Costantino II
- S.A.R. il principe Paolo di Grecia, nato nel 1967, primo figlio di re Costantino II
- 13. S.A.R. la principessa Irene di Grecia e Danimarca, nata nel 1942, seconda figlia di Paolo I
Note
modifica- ^ Miriam Campopiano, L'indipendenza greca: la lotta per la Grecia indipendente, su laCOOLtura, 9 dicembre 2020. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ (EN) Greece profile - Timeline, in BBC News, 14 marzo 2012. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ (EN) Modern History of Greece, su History. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Moderna Grecia, su Grecia. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ (EN) Modern History of Greece, su History. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Moderna Grecia, su Grecia. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Re Ottone I, primo monarca della Grecia: Dall'euforia alla cacciata in 30 anni | Athens Insider | Maria Kani, su mariakaniyouths.org, 25 giugno 2021. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Ottone re di grecia - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ History of Greek constitution, su hellenicparliament.gr.
- ^ Stamatopoulos 2016, p. 107.
- ^ Clercq 1880, p. 177.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 86.
- ^ Clercq 1880, p. 241.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 237-243.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 256.
- ^ Great Britain-Foreign and Commonwealth Office 1859, p. 993.
- ^ Great Britain-Foreign and Commonwealth Office 1859, p. 994.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 255-256.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 366-367..
- ^ Clercq 1880, p. 236-237..
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 255-256, 257-259, 303-304, 365-366, 427-429 et 471.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 470-471.
- ^ (EN) Modern History of Greece, su History. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Moderna Grecia, su Grecia. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Re Ottone I, primo monarca della Grecia: Dall'euforia alla cacciata in 30 anni | Athens Insider | Maria Kani, su mariakaniyouths.org, 25 giugno 2021. URL consultato il 4 marzo 2025.
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- ^ a b King George I Christian Wilhelm Ferdinand Adolf, of Greece, su geni_family_tree, 27 febbraio 2025. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ George I of Greece - New World Encyclopedia, su www.newworldencyclopedia.org. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ The Greek Royal Family, su www.greekroyalfamily.org. URL consultato il 4 marzo 2025.
- ^ Clercq 1880, p. 593.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 78-79.
- ^ Christmas 1914, p. 48.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 79.
- ^ Clercq 1880, p. 593-594.
- ^ Driault et Lhéritier 1926, p. 84-85.
- ^ Clercq 1880, p. 608.
- ^ Clercq 1880, p. 614.
- ^ (FR) Jean-Pierre Maury, Grèce, Constitution de 1864, Digithèque MJP, su mjp.univ-perp.fr. URL consultato il 17 aprile 2025 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2024).
- ^ Great Britain-Foreign and Commonwealth Office 1870, p. 577.
- ^ Great Britain-Foreign and Commonwealth Office 1870, p. 577-578.
- ^ Hourmouzios 1972, p. 243-244.
- ^ Tantzos 1990, p. 67-68.
- ^ (el) Royaume de Grèce, « Ψήφισμα περί ψηφίσεως του υπό της Επιτροπής του ΞΗ΄ Ψηφίσματος της Δ΄ Αναθεωρητικής Βουλής συνταχθέντος νέου Συντάγματος » [« Résolution sur le vote de la nouvelle Constitution rédigée par le Comité XDC du Parlement de la quatrième révision »], Ἐφημερίς τῆς Κυβερνήσεως (Gazette du Gouvernement grec), vol. A, no 1, 1er janvier 1952, p. 8, contenant le texte de la Constitution de la Grèce de 1952..