Luigi Torraca

chirurgo italiano (1885-1963)

Luigi Torraca (Vallerano, 27 luglio 1885Napoli, 28 marzo 1963) è stato un medico e chirurgo italiano.

Rappresenta una figura chiave nella storia della chirurgia italiana del Novecento, lasciando un segno profondo nella scuola medica di Napoli dove, per decenni, ha ricoperto la Cattedra di Clinica Chirurgica, distinguendosi non solo per la sua abilità operatoria e clinica, ma anche per il suo rigore metodologico derivato da una profonda formazione umanistica e biologica.

Biografia

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Nato a Vallerano, in Provincia di Viterbo, il 27 luglio 1885, Luigi Torraca crebbe in un ambiente intellettuale eccezionalmente stimolante.

Origini e Formazione

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Suo padre, Francesco Torraca, fu un celebre storico della Letteratura Italiana, allievo e successore di Francesco De Sanctis all'Ateneo Napoletano, al quale si deve un indimenticato "Commento" della Divina Commedia dedicato proprio al figlio Luigi. L'ambiente familiare, dominato dalla forte personalità del genitore e dagli incontri con figure di spicco del mondo umanistico (tra cui Benedetto Croce), ne plasmarono il gusto, il rigore metodologico e lo spinsero all'acquisizione di una vasta cultura e di una profonda conoscenza delle lingue classiche e moderne (tedesco, inglese e francese)[1].

Luigi Torraca si laureò nel 1909 all'Università di Napoli con il massimo dei voti e la lode. Le prime fasi della sua formazione medica furono multidisciplinari: frequentò l'Istituto di Anatomia Umana con il Prof. Giovanni Antonelli, e successivamente gli Istituti di Fisiologia e di Patologia Generale, diretti rispettivamente dal Prof. Filippo Bottazzi e dal Prof. Gino Galeotti. Questa esperienza in laboratori di ricerca biologica condizionò in modo significativo la sua visione della Medicina e della Chirurgia, che Luigi Torraca avrebbe sempre vissuto mantenendo un'impostazione anatomica e, soprattutto, fisiopatologica[1].

Carriera e Incarichi Accademici

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La carriera chirurgica di Luigi Torraca iniziò precocemente. Nel 1911 fu nominato Assistente Ordinario negli Ospedali Riuniti di Napoli. Pur continuando a condurre ricerche sperimentali presso l'Istituto di Patologia Generale fino al 1924, nel 1916, all'età di appena 31 anni, conseguì la Libera Docenza in Patologia Chirurgica[1].

Dopo la parentesi della Prima Guerra Mondiale come Tenente Medico nella Croce Rossa Italiana (servizio per cui ottenne la Croce di Guerra al Valor Militare), nel 1920 divenne Aiuto Ordinario nella Clinica Chirurgica diretta dal Prof. Giovanni Pascale (Senatore del Regno), con il quale strinse un sodalizio fondamentale per il suo destino professionale[1].

Successivamente, il Prof. Torraca ricoprì diverse cattedre in Italia:

Nel 1932 fece ritorno a Napoli, chiamato dal suo Maestro, il Prof. Giovanni Pascale, per ricoprire nuovamente la Cattedra di Patologia Chirurgica. Questo ritorno fu l'atto preparatorio alla successione: nel 1934, raggiunto il limite di età dal Maestro, Luigi Torraca gli succedette alla guida della Prima Clinica Chirurgica napoletana[1][2]. Mantenne la direzione dell'Istituto per 21 anni, fino al 1955 (anno in cui un insulto cardiocircolatorio ne segnò indelebilmente le capacità fisiche)[1][2]. Fu anche Preside della Facoltà di Medicina di Napoli per 9 anni.

Visione Chirurgica e Didattica

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Il Prof. Luigi Torraca sviluppò una visione personalissima della Chirurgia. La sua rigorosa formazione interdisciplinare - che includeva la conoscenza delle lingue classiche e il lavoro sperimentale nei laboratori di Patologia e Fisiologia - lo portò a concepire la Chirurgia non come disciplina meramente tecnica, ma come "un corpo dottrinario" in cui l'atto tecnico è solo "l'espressione conclusiva di un concatenamento di postulati dottrinari che partono dalla patologia e dalla fisiopatologia e passano attraverso la clinica"[1].

La sua didattica era celebre per l'esigenza e il rigore:

  • le sue lezioni si tenevano in un anfiteatro costantemente affollato[2];
  • pretendeva negli esami un'esposizione precisa, elegante e sostenuta da assoluta proprietà terminologica, sconfinando spesso in campi come storia, letteratura e lingue straniere, incutendo timore anche nei colleghi in commissione[1];
  • istituì, inoltre, fra le prime in Italia, la Scuola di Specializzazione in Anestesiologia nell'Ateneo Napoletano, in collaborazione con il suo Allievo Giovanni D'Errico[1].

Contributo Scientifico e Istituzionale

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Luigi Torraca fu un ricercatore eclettico e prolifico, autore di circa 220 pubblicazioni, che spaziano sui più svariati temi chirurgici e non solo. La sua produzione scientifica spazia da studi sulla cicatrizzazione delle ferite, gli effetti dell'ipotermia, la valutazione della resistenza degli operandi, agli innesti dei tessuti, fino alla cura chirurgica della litiasi biliare e alla gestione delle complicanze post-operatorie[1].

Particolare menzione meritano i suoi "studi letterari" applicati alla medicina, dove la sua cultura classica emerge in pubblicazioni originali come:

A livello istituzionale:

Fu Membro di molte Accademie e Società scientifiche:

  • Socio Corrispondente della Reale Accademia Petrarca di Arezzo;
  • Socio Corrispondente Nazionale della Società Piemontese di Chirurgia;
  • Socio della Società Italiana di Chirurgia;
  • Socio della Società Internazionale di Chirurgia;
  • Socio della Società della Società Napoletana di Chirurgia;
  • Socio della Società Medica Chirurgica di Padova.

Opere Maggiori

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Il suo testamento scientifico è il monumentale "Trattato di tecnica operatoria"[3], affidato alle sue cure editoriali dopo la morte del fondatore dell'opera, Roberto Alessandri. Pubblicato in 5 volumi dalla casa editrice Vallardi a partire dal 1944, quest'opera divenne un punto di riferimento insostituibile per la formazione dei chirurghi italiani. Luigi Torraca stesso scrisse, fra gli altri, il capitolo sulla "Introduzione allo Studio della Chirurgia" e quello sulla "Tecnica Chirurgica Generale"[1].

Fu, inoltre:

  • Condirettore de "La Riforma Medica";
  • ideatore della "Rivista di Chirurgia";
  • fondatore e Direttore del "Giornale Italiano di Chirurgia" (1945)[1].

Allieve e Allieve Illustri

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Alla sua Scuola si formarono numerosi chirurghi che hanno onorato la Chirurgia Napoletana, tra cui: Giovanni D'Errico, Alberto Giardiello, Armando Aghina, Raffaele Palma, Felice Del Genio, Pietro Lombari, Mario Battiloro, Francesco Paolo Tinozzi, Faust Grieco, Gaetano Balice, Diego Rodinò, Luigi Imperati, Luigi De Gaetano, Giovan Battista Bifulco, Fausto Lippo, Mario Romeo, Donato Mainiero, Matteo Di Maria, Corrado Tangari, Carlo Rendano e Enrico Sanseverino[1].

Luigi Torraca si spense a Napoli la sera del 28 marzo 1963 nella sua casa nel Borgo Santa Lucia, ove oggi è visibile una lapide in sua memoria. Nonostante negli ultimi anni fosse gravemente minato nel fisico (un insulto cardiocircolatorio ne aveva compromesso le capacità fisiche già dal 1955) e fosse privato anche del bene preziosissimo della vista, continuò a vivere con stoicismo. Il suo allievo Ettore Ruggieri lo ricordò come un uomo "stoicamente sdegnoso della fragilità della carne" che continuò a vivere "nel suo mondo fatto solo di spirito"[1]. Lasciò questo mondo nella stessa solitudine in cui era vissuto, non avendo avuto figli né contratto matrimonio e contando pochissimi amici[1].

Onorificenze

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«Torraca Luigi, da Vallerano (Roma), tenente medico Croce Rossa italiana. Sotto il fuoco dell'artiglieria nemica, con l'esempio e con l'energia, seppe mantenere la calma fra i propri dipendenti, provvedendo efficacemente alla cura ed allo sgombro dei feriti.»
— Collaz, 16 luglio 1915 (Decreto Luogotenenziale del 13.02.1916, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Guerra, Dispensa n° 14 del 16.02.1916)

tramutato nella seguente:

«Torraca Luigi, da Vallerano (Roma), tenente medico Croce Rossa italiana. Sotto il fuoco dell'artiglieria nemica, con l'esempio e con l'energia, seppe mantenere la calma fra i propri dipendenti, provvedendo efficacemente alla cura ed allo sgombro dei feriti.»
— Collaz, 16 luglio 1915 (Regio Decreto del 18.03.1923, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Guerra, Dispensa n° 19 del 30.03.1923, Pag. 913)
«Concessa a tutti i combattenti italiani che avessero onorevolmente servito per un intero anno di guerra in zone di operazioni o fossero stati feriti in azione.»
— Roma, 1918
«Per almeno quattro mesi, aver preso parte alle attività di guerra in territorio nazionale.»
— Roma, 1920
«Aver prestato servizio per almeno quattro mesi in zona sotto la giurisdizione delle armate ed a disposizione delle autorità mobilitate e collaborando direttamente con l'esercito operante.»
— Roma, 1920
«A tutti coloro che avevano combattuto in almeno una delle guerre per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia 1848-1918.»
— Roma, 1922
«Alle persone che con opere di riconosciuto valore, con segnalati servigi o con cospicue elargizioni, abbiano acquistato titoli di particolare benemerenza nel campo dell'educazione, della scuola e nella diffusione ed elevazione della cultura.»
— Roma, 1951/1963
  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Giuseppe Romagnuolo e Biagio Trojaniello, La Società Napoletana di Chirurgia, in Luigi Torraca (1885-1963), Collegio degli Storici della Chirurgia, su collegiostoricidellachirurgia.it. URL consultato il 27 ottobre 2025.
  2. ^ a b c d e Cento Anni di Chirurgia, SICPlus, Società Italiana di Chirurgia, su sicplus.it. URL consultato il 25 ottobre 2024.
  3. ^ Dati bibliografici del "Trattato di tecnica operatoria" curato da Torraca e Alessandri, su internetculturale.it. URL consultato il 25 ottobre 2024.

Voci correlate

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