Luigi Vacchini

Vigile urbano morto nei campi di concentramento per la sua attività per la Resistenza

Luigi Vacchini (Lodi Vecchio, 19 giugno 1883Ebensee, 1º aprile 1944) è stato un partigiano e vigile urbano italiano.

Luigi Vacchini

Biografia

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Nato a Lodi Vecchio e figlio di Francesco e di Ernesta Veneroni, cresce in un ambiente fortemente socialista e a 22 anni viene assunto nei vigili urbani di Milano.[1]

Si sposerà poi con Ester Maria Re, con la quale avrà due figli: Francesco e Angela.[2]

Nel 1926 vede il collega Dante Aristide Rossi venire ucciso dalle camicie nere, con i perpetratori che vengono arrestati ma poi assolti, l'evento lo porta all'allontanamento ideologico dal fascismo, ma non si iscriverà mai ad alcun partito per tutta la sua vita.[1]

La sua partecipazione alla Resistenza

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Dopo l'Armistizio di Cassibile si unisce alla Resistenza italiana: per via della sua età elevata lo fa raccogliendo denaro per finanziare le formazioni partigiane e la sua costanza attira l'attenzione dei fascisti, così il primo marzo 1944 viene arrestato dalla legione Muti grazie alla delazione di Amedeo Brochieri, sansepolcrista, ardito di guerra e legionario fiumano.[1]

Torturato, viene poi consegnato ai tedeschi e prima portato nel campo di Fossoli e poi, una settimana dopo la cattura, a Mauthausen, con un treno partito da Firenze: arriva nel campo l'11 di marzo e dopo la quarantena il suo gruppo viene portato nel campo satellite di Ebensee.[1]

Muore il primo aprile 1944, dopo essere stato assegnato agli scavi di pietra, stroncato dagli sforzi impostigli.[1]

Commemorazione

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Venne seppellito nel campo stesso, dove oggi c'è un monumento in ricordo di tutti i deportati.[1] In piazza Cesare Beccaria a Milano vi è una pietra d'inciampo dedicatagli[2], posta il 25 gennaio 2019 alla presenza della vicesindaca Anna Scavuzzo, della senatrice a vita Liliana Segre, dell'artista tedesco Gunter Demnig e del capo della polizia locale Marco Ciacci.[3]

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