Manlio Orobello
Manlio Orobello (Salemi, 7 maggio 1943) è un politico italiano, esponente del Partito Socialista Italiano e sindaco di Palermo dal 1992 al 1993.
| Manlio Orobello | |
|---|---|
| Sindaco di Palermo | |
| Durata mandato | 4 dicembre 1992 – 18 aprile 1993 |
| Predecessore | Aldo Rizzo |
| Successore | Vittorio Piraneo (commissario straordinario) |
| Dati generali | |
| Partito politico | Partito Socialista Italiano |
| Titolo di studio | Laurea in geologia |
| Università | Università degli Studi di Palermo |
| Professione | Docente |
Biografia
modificaOriginario di Salemi, in provincia di Trapani, si è laureato in geologia, materia che ha insegnato all'Istituto Superiore "Gioeni Trabia" di Palermo.
È stato uno dei maggiori esponenti del Partito Socialista Italiano della sua città di adozione, di cui è stato anche segretario provinciale e comunale. Nel 1989 la sua leadership fu tuttavia contestata dal presidente dell'ARS Salvatore Lauricella e dal consigliere regionale Turi Lombardo, cosa che portò i due a dimettersi dai loro incarichi.[1] In rappresentanza dei socialisti eletti a Palermo, partecipò all'opposizione al consiglio comunale contro la giunta del sindaco Leoluca Orlando, contestando la sua rielezione nel luglio 1990, ottenuta grazie ai voti dei comunisti e dei verdi.[2]
Fu eletto successivamente consigliere provinciale e comunale, per poi divenire nel giugno 1992 vicesindaco sotto la giunta di Aldo Rizzo, al quale succedette il 4 dicembre dello stesso anno, alla guida di un'alleanza tra le tre principali forze politiche rappresentate nell'assemblea: tre consiglieri socialisti, 11 democristiani e due liberali, tra cui il sottosegretario alle Finanze Stefano De Luca. Questa maggioranza opportunistica permise di evitare lo scioglimento del consiglio comunale e di ritardare l'attuazione della nuova legge che introduceva l'elezione diretta del sindaco.
Fu costretto a dimettersi insieme a 10 dei suoi 16 consiglieri di maggioranza, in seguito alla decisione di Sergio Mattarella, all'epoca leader provinciale della Democrazia Cristiana, di ritirare il sostegno del suo partito, paralizzando di fatto l'amministrazione, che non era riuscita ad approvare alcuna risoluzione o il bilancio del 1993.[3] Fu sostituito da un commissario straordinario in attesa dell'elezione diretta del sindaco nel novembre 1993, che vide Orlando nuovamente eletto.
Controversie
modificaNel 1998 fu sospettato di aver truccato appalti a favore della mafia, insieme a numerose personalità politiche siciliane, tra cui gli ex deputati regionali democristiani Francesco Canino e Franz Gorgone, l'ex parlamentare democristiano Francesco Spina, i presidenti della Provincia di Palermo Girolamo Di Benedetto e Francesco Caldaronello, l'ex segretario provinciale della CISL di Trapani Vincenzo Gullo e gli imprenditori Romano Tronci, Giuseppe Crini e Giovanni Bini. Fu incarcerato per un anno nel carcere dell'Ucciardone. Fu infine assolto nove anni dopo.[4][5]
Note
modifica- ^ Crisi nel Psi palermitano Laurìcella e sinistra contro il segretario (PDF), su archivio.unita.news, l'Unità, 5 luglio 1989.
- ^ A Palermo il Psi detta condizioni alla Dc: «Trattiamo solo se Orlando se ne va (PDF), su archivio.unita.news, l'Unità, 13 luglio 1990.
- ^ IL SINDACO DICE ADDIO, su ricerca.repubblica.it, 20 marzo 1993.
- ^ Cosche e appalti, 50 arresti, su ricerca.repubblica.it, 8 luglio 1998.
- ^ chroniclesmagazine.org, 8 ottobre 2014, https://chroniclesmagazine.org/web/from-round-here/.
Collegamenti esterni
modifica- Registrazioni di Manlio Orobello, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.