Martin Rees

astronomo e cosmologo inglese

Martin John Rees, barone Rees di Ludlow (York, 23 giugno 1942), è un astronomo e cosmologo inglese.

Il barone di Rees di Ludlow
Martin Rees nel 2019

15° Astronomo reale
Durata mandato1995 –
2025
PredecessoreArnold Wolfendale
SuccessoreMichele Dougherty

60° Presidente della Royal Society
Durata mandato2005 –
2010
PredecessoreRobert May, barone May di Oxford
SuccessorePaul Nurse

78° Presidente della Royal Astronomical Society
Durata mandato1992 –
1994
PredecessoreKen Pounds
SuccessoreCarole Jordan

39° Master of Trinity College di Cambridge
Durata mandato2004 –
2012
PredecessoreAmartya Sen
SuccessoreGregory Paul Winter

Membro della Casa dei Lord
Lord temporali
In carica
Inizio mandato6 settembre 2005

Dati generali
Partito politicoNessuno (Crossbencher)
Titolo di studioShrewsbury School
UniversitàTrinity College

Lui è stato il 15° Astronomo reale dal 1995 al 2025[1][2][3] e master del Trinity College dell'Università di Cambridge dal 2004 al 2012 e dal 1º dicembre 2005 al 2010 è stato presidente della Royal Society.[4][5]

Biografia

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Rees ha studiato presso la Shrewsbury School e il Trinity College. In seguito ha studiato negli Stati Uniti prima di diventare professore all'Università del Sussex. Tornato all'Università di Cambridge, prese il posto di Plumian Professor di astronomia fino al 1991 e di direttore dell'istituto di astronomia dell'Università. Dal 1992 al 2003 è stato professore di ricerca della Royal Society e dal 2003, professore di cosmologia e di astrofisica. È stato professore di astronomia al Gresham College di Londra nel 1975 e dal 1979 è membro della Royal Society. Inoltre è professore esterno all'Imperial College di Londra e all'Università di Leicester.

Ricerca

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Nella sua carriera ha prodotto più di 500 pubblicazioni e ha dato importanti contributi alla teoria dell'origine della radiazione cosmica di fondo, oltre che allo studio della formazione delle galassie. I suoi studi sulla distribuzione dei quasar diedero una forte argomentazione contro la teoria dello stato stazionario. Fu inoltre uno dei primi a proporre che l'energia dei quasar sia prodotta da enormi buchi neri. È inoltre un noto divulgatore scientifico di astronomia e di scienze in generale.

Dal 22 luglio 2005 è titolare di seggio a vita alla Camera dei Lord e dal 6 settembre dello stesso anno è stato nominato Barone Rees di Ludlow, una città nella contea di Shropshire.

Nel 2010 ha tenuto l'annuale serie delle prestigiose Reith Lectures per la BBC.[6]

Impegno pubblico

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Oltre ad ampliare i suoi interessi scientifici, Rees ha scritto e parlato ampiamente dei problemi e delle sfide del XXI secolo e delle interfacce tra scienza, etica e politica.[7][8][9]

Nei suoi libri Our Final Hour e On the Future, Rees avverte che l'umanità si trova ad affrontare significativi rischi esistenziali nel XXI secolo a causa dei progressi tecnologici, in particolare nella bioingegneria e nell'intelligenza artificiale. Ha stimato una probabilità del 50% di estinzione umana durante il XXI secolo, ma rimane ottimista sul fatto che, se i rischi saranno gestiti con successo, la tecnologia potrebbe migliorare drasticamente gli standard di vita.[10]

Nel 2007, ha tenuto le Gifford Lectures on 21st Century Science: Cosmic Perspective and Terrestrial Challenges presso l'Università di St Andrews.[11] Ha tenuto due TED talk sui rischi esistenziali.[12]

Rees ritiene che la ricerca di intelligenza extraterrestre sia utile e ha presieduto il comitato consultivo del progetto "Breakthrough Listen", un programma di indagini SETI finanziato dall'investitore russo-statunitense Yuri Milner.[13]

Nell'agosto 2014, Rees è stato uno dei 200 personaggi pubblici firmatari di una lettera al Guardian in cui esprimevano la speranza che la Scozia votasse per rimanere parte del Regno Unito nel referendum di settembre su tale questione.[14]

  • Martin Rees, L'attrazione fatale della gravità: i buchi neri dell'universo, Bologna, Zanichelli, 1997, ISBN 88-08-15634-6.
  • Martin Rees, Prima dell'inizio: il nostro universo e gli altri, Milano, Raffaello Cortina, 1998, ISBN 88-7078-508-4.
  • Martin Rees, I sei numeri dell'universo: le forze profonde che spiegano il cosmo, Milano, Rizzoli, 2002, ISBN 88-17-86756-X.
  • Martin Rees, Il nostro ambiente cosmico, Milano, Adelphi, 2004, ISBN 88-459-1858-0.
  • Martin Rees, La lucciola e il riflettore: alla scoperta del mondo intorno a noi, Roma, Di Renzo, 2004, ISBN 88-8323-080-9.
  • Martin Rees, Il secolo finale: Perché l'umanità rischia di autodistruggersi nei prossimi cento anni, Milano, Mondadori, 2004, ISBN 88-04-52678-5.
  • Martin Rees (a cura di), Universo, Milano, Mondadori, 2006, ISBN 88-370-4377-5.
  • Martin Rees, Da qui all’infinito: una riflessione sul futuro della scienza, Torino, Codice, 2012, ISBN 978-88-7578-317-4.
  • Martin Rees, Il nostro futuro. Scenari per l’umanità, Treccani, 2019, ISBN 978-88-1200-733-2.

Riconoscimenti

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Gli è stato dedicato un asteroide, 4587 Rees[16].

Onorificenze

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  1. ^ Portraits of Astronomers Royal, su rmg.co.uk, Royal Museums Greenwich. URL consultato il 18 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2015).
  2. ^ Astronomer Royal, su royal.gov.uk, Royal Households of the United Kingdom. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  3. ^ UK gets first female Astronomer Royal in 350 years, BBC News, 30 luglio 2025.
  4. ^ Interviews with Charlie Rose, 2003 and 2008, su charlierose.com. URL consultato il 31 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2010).
  5. ^ Interviews Martin Rees, su New Statesman, 2010. URL consultato il 31 agosto 2014.
  6. ^ BBC - Podcasts - Reith Lectures 2011, su bbc.co.uk.
  7. ^ Martin Rees Biography and Interview, su achievement.org, American Academy of Achievement.
  8. ^ (EN) Martin Rees, Dark materials, The Guardian, 9 giugno 2006, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 16 marzo 2023.
  9. ^ (EN) Martin Rees, Astronomer Royal Martin Rees: How soon will robots take over the world?, The Telegraph, 23 maggio 2015, ISSN 0307-1235 (WC · ACNP). URL consultato il 23 giugno 2019.
  10. ^ (EN) Sean Illing, Cosmologist Martin Rees gives humanity a 50-50 chance of surviving the 21st century, su vox.com, 18 ottobre 2018. URL consultato il 13 ottobre 2024.
  11. ^ The St Andrews Gifford Lectures, su gifford.wp.st-andrews.ac.uk, University of St Andrews.
  12. ^ (EN) Martin Rees, Martin Rees | Speaker, su ted.com. URL consultato il 13 ottobre 2024.
  13. ^ Interview with Paul Broks, su prospectmagazine.co.uk. URL consultato il 31 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2012).
  14. ^ Celebrities' open letter to Scotland – full text and list of signatories, Londra, The Guardian, 7 agosto 2014. URL consultato il 26 agosto 2014.
  15. ^ (EN) Lord Rees receives Copley Medal 2023, su trin.cam.ac.uk, 30 agosto 2023. URL consultato il 3 febbraio 2024.
  16. ^ (EN) M.P.C. 18143 del 28 aprile 1991 (PDF), su minorplanetcenter.net.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN98143445 · ISNI (EN0000 0001 2283 3351 · SBN RAVV052453 · Europeana agent/base/149326 · LCCN (ENn80138784 · GND (DE118178687 · BNE (ESXX1189449 (data) · BNF (FRcb12283323n (data) · J9U (ENHE987007266949505171 · NSK (HR000555223 · NDL (ENJA00473610 · CONOR.SI (SL21849187