Max Guedj
Maurice Jean Max Guedj (Sousse, 8 giugno 1913 – Leirvik, 15 gennaio 1945) è stato un militare e aviatore francese, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale. Decorato con la Croce di Commendatore della Legion d'onore, dell'Ordre de la Libération, della Croix de guerre 1939-1945 con sei palme, della Médaille de la Résistance con rosetta[2][3].
Maurice Jean Max Guedj | |
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Soprannome | Max Maurice |
Nascita | Sousse, 8 giugno 1913 |
Morte | Leirvik, 15 gennaio 1945 |
Cause della morte | Morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() ![]() |
Forza armata | Armée de terre Forces aériennes françaises libres Royal Air Force |
Anni di servizio | 1935-1945 |
Grado | Comandante di stormo |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Max Guedj[1] | |
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Biografia
modificaNacque l'8 giugno 1913 a Sousse, Tunisia, unico figlio di Félix, di professione avvocato, e Gilberte Sultan.[2][4][5] Crebbe a Casablanca, in Marocco, dove il padre divenne presidente dell'ordine degli avvocati, e nel 1929, la famiglia si trasferì per un certo periodo a Parigi.[3] Appassionato al mondo dell'aviazione, conseguì la maturità al Lycée Janson de Sailly, nel XVI arrondissement, ottenendo il baccalaureato nel 1930.[3] Studiò poi giurisprudenza nella Capitale, e dopo aver conseguito la laurea lavorò come avvocato nello studio di famiglia.[1] Viaggiò in Unione Sovietica, negli Stati Uniti d'America e in Germania, pubblicando alcuni articoli di stampa.[1]
Prestò il servizio militare come soldato semplice di 2ª classe, presso gli archivi della base aerea di Metz-Frescaty (1934-1935).[2] Quest'ultima era allora sotto l'autorità dell'Armée de terre (l'Armée de l'air era stata costituita proprio nel 1934).[2] Si iscrisse poi all'aeroclub di Casablanca conseguendo il brevetto di pilota civile nel 1938.[6] All'atto della dichiarazione di guerra alla Germania, il 3 settembre 1939, fu mobilitato come soldato di 2ª classe nel 2º Reggimento zuavi di stanza a Meknès.[6] Nel 1940 fu promosso sergente e prestò servizio in una unità della contraerea (DCA) di stanza in Marocco.[6] Smobilitato il 14 agosto agosto dello stesso anno, tornò alla professione forense.[3] Deluso dalla firma dell'armistizio del 22 giugno 1940 e desideroso di unirsi alla Francia Libera, si procurò un passaporto falso e finse di esercitare la professione forense a Tangeri, il che gli permise di lasciare il continente africano per raggiungere Lisbona, in territorio neutrale.[5] Da lì, via Gibilterra. raggiunse l'Inghilterra il 6 settembre 1940, e si unì immediatamente alla Forces aériennes françaises libres, come allievo pilota (matricola 30464), il 26 settembre 1940.[6] Adottò lo pseudonimo di "Jean Maurice" per evitare rappresaglie contro la sua famiglia rimasta in Nord Africa.[6]
Dopo un periodo di addestramento presso le scuole della Royal Air Force, tra cui la Flying Training School di Odiham dove fu promosso cadetto, a Sywell con l'istruttore tenente Édouard Pinot e a Shawbury, nell'agosto del 1941 fu nominato sottotenente pilota.[1][3] Promosso tenente nel dicembre 1941, si unì al Coastal Command per pilotare i cacciabombardieri bimotore Bristol Beaufighter e de Havilland DH.98 Mosquito.[1][7] Il 19 febbraio 1942 fu assegnato in servizio al No.248 RAF Squadron di Dyce, equipaggiato con i Beaufighter Mk.VIc specializzato negli attacchi antinave.[3][5][6] Volò con il navigatore, sergente pilota Charles Clayton Corder (1917-2005).[4] Il 17 maggio 1942 prese parte ad uno degli attacchi contro l'incrociatore pesante tedesco Prinz Eugen (operazione Zauberflöte), scortato da quattro cacciatorpediniere, in un gruppo di quattro aerei.[6] Attaccò tre volte, rientrando a terra con l'aereo gravemente danneggiato.[N 1] Il Prinz Eugen, che stava completando riparazioni di fortuna dopo un siluramento, rientrò a Kiel il giorno dopo.[3]
Successivamente effettuò numerose missioni in Norvegia, Paesi Bassi, nel Mediterraneo ( dal 10 agosto 1942). Nell'agosto del 1942, il 248° Squadrone fu trasferito di base a Malta, per garantire la protezione dei convogli incaricati del rifornimento dell'isola.[6] L'11 dello stesso mese in un attacco sugli aeroporti di Elmas Cagliari e Decimomannu, in Sardegna, distrusse due aerei italiani e uno tedesco.[1] Il 15 ottobre 1942 venne a conoscenza della morte, dal padre, vittima di abusi in carcere, dopo oltre un anno di reclusione (20 settembre 1941), per ordine del governo di Vichy.[4]
Tornato in Inghilterra nel gennaio del 1943, riprese le missioni di attacco contro la Kriegsmarine e le pattuglie di protezione dei convogli sul Golfo di Biscaglia.[4] Il 10 marzo, abbatté uno Junkers Ju 88 sulla pista di Predannack durante uno di queste pattugliamenti.[4][8] Sebbene leggermente ferito, riuscì a riportare l'aereo danneggiato al suo aeroporto, con l'equipaggio illeso. In seguito a questo fatto fu insignito del contemporaneamente del Distinguished Service Order e della Distinguished Flying Cross.[4][6]
Dal marzo 1943 al febbraio 1944, fu istruttore presso l'Air Firing Flight (OTU 132), con base all'aeroporto di East Fortune.[6] Nel maggio 1944 fu promosso capitano, e Wing Commander (tenente colonnello) della RAF nel mese di luglio.[4] Il 4 luglio 1944, durante una missione sul Golfo di Biscaglia rimase ferito, con un motore in panne, e con l'aiuto del suo navigatore Corder ritornò alla base effettuando un per fare un atterraggio di emergenza con il velivolo.[4][5]
Nel settembre 1944 assunse il comando del No.143 RAF Squadron equipaggiato con DH 98 Mosquito FB. Mk.VI.[1][6] Il 30 dicembre 1944 fu nominato cavaliere e ufficiale della Legion d'onore.[1] Alle 9:30 dell 15 gennaio 1945, decollò dalla base aerea di Banff per una missione che prevedeva di raggiungere la costa norvegese presso l'isola di Karmoy e di navigare verso nord in direzione di Bergen alla ricerca di navi nemiche da attaccare.[5] Alle 11:24 la formazione di 19 aerei appartenenti principalmente ai No.235° e No.248 Squadron, mentre si avvicinava al porto norvegese di Leirvik, avvistò diverse navi.[1][5] Nonostante l'intenso fuoco antiaereo, attaccò alla petroliera Claus Rickmers da 6.000 tonnellate, già danneggiata il 9 gennaio, danneggiandola ulteriormente, ma il suo aereo fu colpito dalla contraerea e un motore si spense. Attaccò di nuovo con un solo motore e questa volta finì per affondarla.[5] Una seconda nave apparve di fronte a lui, sempre con un solo motore, che attaccò e danneggiò.[5] Un'altra nave mercantile fu distrutta e un peschereccio armato fu affondato.[5] A questo punto arrivarono una dozzina di caccia Focke-Wulf Fw 190 che attaccarono gli aerei britannici.[5] Il suo aereo, il Mosquito FB. Mk.VI (PZ460/NE-K), fu visto l'ultima volta mentre era inseguito da tre FW 190.[1][6] Colpito al motore sinistro il suo Mosquito scomparve in acqua alle 11:36, con la perdita di tutto l'equipaggio, composto da Guedj e dal Flight-lieutenant J.F. Langley.[6] All'epoca aveva accumulato 1290 ore di volo di cui 630 in guerra, abbattuto un aereo nemico, danneggiato altri tre aerei e affondato 25 navi.[5][6]
Fidanzato con Maria, è padre della scrittrice Sarah Dars, nata nel 1940, studiosa specializzata in sanscrito e autrice di romanzi gialli.
Onorificenze
modificaOnorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Precipitato in mare, l'aiutante di volo della Francia libera Ottino Sabbadini fu fatto prigioniero dai tedeschi.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (FR) Jean-Pierre Allali, Les émeraudes de l'Etoile, cinquante figures juives, Paris, Editions Romillat, 2001.
- (FR) Pierre Clostermann, Feux du ciel, Paris, Flammarion, 1951.
- (FR) Henry Lafont, Aviateurs de la liberté: Mémorial des Forces Aériennes Françaises Libres, SHAA, 2002, ISBN 2-904521-46-1.
- (FR) Bernard Marck, Dictionnaire universel de l'aviation, Paris, Tallandier, 2005, ISBN 2-84734-060-2.
- (FR) Jean-Christophe Notin, 1061 Compagnons: histoire des Compagnons de la Libération, Paris, Éditions Perrin, 2000, ISBN 2-262-01606-2.
- (FR) Vladimir Trouplin, Dictionnaire des Compagnons de la Libération, Bordeaux, Elytis, 2010, ISBN 2-35639-033-2.
- Periodici
- (FR) Georges-Didier Rohrbacher, Les French Flights des Escadrilles Françaises su seins de la RAF, in Aéro Journal, n. 33, Agén-Boe, Aéro Éditions, aôut-septembre 2003.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (FR) Guedj, Jean Max, su Leonore. URL consultato il 19 aprile 2025.
- (FR) Max Guedj, su Ordre de la Liberation. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Max Guedj (1913-1945), héros méconnu de la France libre, su Veronique Chemla. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Lisa Decamps, Max Guedj, su Mémoires de résistances. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Max Guedj, su France Libre. URL consultato il 24 aprile 2025.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316736871 · ISNI (EN) 0000 0004 5094 4093 · BNF (FR) cb144887703 (data) |
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