Metodo Boffo
Metodo Boffo è una locuzione utilizzata nel linguaggio politico e giornalistico per indicare una campagna di diffamazione a mezzo stampa che si basa su fatti reali uniti a falsità e illazioni, il cui scopo è screditare un avversario politico, ma, soprattutto, per creare un diversivo mediatico per spostare l'attenzione dell'opinione pubblica da temi altrimenti scomodi.[1] L'espressione "metodo Boffo" è entrata nel gergo della politica italiana,[1] diventando sinonimo di "macchina del fango", e venendo citata per presunti trattamenti simili subiti da altri personaggi politici italiani.[2]
Storia
modificaPrende il nome dalla vicenda subita tra agosto e settembre 2009 dall'allora direttore di Avvenire Dino Boffo: dopo aver scritto alcuni editoriali contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Boffo fu accusato su il Giornale da Vittorio Feltri, che pubblicò una presunta informativa della polizia in cui Boffo era indicato come un "noto omosessuale", querelato da una signora di Terni che aveva ricevuto telefonate sconce e offensive e intimidazioni, perché lasciasse il marito che aveva una relazione con Boffo.[1] Boffo definì una "patacca" la documentazione pubblicata sul Giornale (che fu smentita anche dal gip di Terni), ammettendo invece di aver pagato un'ammenda per il reato di molestia alle persone, per una vicenda causata però da altri e cioè, da un giovane che tuttavia, nel frattempo, era morto.[3][1]
Il 3 settembre 2009 Boffo si dimise da direttore di Avvenire.[4] Per le false accuse a Boffo, nel 2010 Feltri fu sospeso dall'albo dei giornalisti per sei mesi, poi ridotti a tre.[5] Marco Tarquinio, successore di Boffo all'Avvenire, nel 2010 ha condannato il metodo Boffo, definendolo un "misfatto", un uso della stampa "per fare del male in modo consapevole e violento".[3]
I contenuti della campagna mediatica de Il Giornale
modificaNote
modifica- ^ a b c d Cos'è il "metodo Boffo", su ilpost.it, 30 settembre 2013. URL consultato il 6 settembre 2014.
- ^ Giovanna Faggionato, Boffo: «Chiamatelo metodo Sallusti», su lettera43.it, 4 novembre 2013. URL consultato il 6 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2014).
- ^ a b Giacomo Galeazzi, "Metodo Boffo con falsi grossolani", su lastampa.it, 29 agosto 2010. URL consultato il 6 settembre 2014.
- ^ Boffo dà le dimissioni, Bagnasco le accetta, su corriere.it, 4 settembre 2009. URL consultato il 6 settembre 2014.
- ^ Feltri sospeso dall'Ordine per tre mesi dopo il caso Boffo. Potrebbe lasciare il Giornale, su ilsole24ore.com, 12 novembre 2010. URL consultato il 6 settembre 2014.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Boffo, il supercensore condannato per molestie, su ilgiornale.it. URL consultato l'11 settembre 2014.
- Caso Boffo, scontro tra Cei e il Giornale Feltri: "Moralisti smascherati, avanti", su ilgiornale.it. URL consultato l'11 settembre 2014.
- Boffo: "E' una patacca". Feltri: "Ecco le carte", su ilgiornale.it. URL consultato l'11 settembre 2014.
- Boffo ha mentito: ecco la prova che lo sbugiarda Feltri: "Le proteste frutto del doppiopesismo", su ilgiornale.it. URL consultato l'11 settembre 2014.
- Avvenire, Boffo lascia: "La mia vita violentata", su ilgiornale.it. URL consultato l'11 settembre 2014.