Michele Iorba
Michele Iorba, o Jorba (fl. 1510-1528), è stato un vescovo cattolico spagnolo, attivo in Trentino e Veneto nel primo terzo del Cinquecento.
Michele Iorba, O.S.H. vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nomina a vescovo | 1510[1] |
Biografia
modificaSi hanno scarse informazioni sulla sua vita; nato in Spagna da un tal Francesco, faceva parte dell'ordine dei poveri eremiti di San Girolamo[1][2][3][4]; di lui ci sono giunte alcune lettere indirizzate a Isabella d'Este, marchesa di Mantova, città dove risiedevano sua madre, sua sorella e suo fratello[2].
Nel 1510 venne creato vescovo titolare di Aretusa (Archusa; molte fonti, errando, lo vogliono invece vescovo di Argo[2]); contestualmente venne nominato ausiliare di Trento per il vescovo Giorgio Neideck, e anche ausiliare di Bressanone[1][2]. A Trento prese dimora nella "casa del beato Simone al Canton", già occupata dal suo predecessore Francesco De la Chiesa; nell'aprile 1511 gli venne affidata la parrocchia di Povo, che però già l'anno seguente risulta in altre mani, e il 30 ottobre 1511 ottenne la commenda sulla pieve di Torra, che manterrà fino alla morte. Dal 1512 in poi fu anche saltuariamente vicario per la diocesi di Feltre, per sopperire all'assenza dei vescovi ordinari (Lorenzo Campeggi prima e suo fratello Tommaso poi) che la consideravano alla stregua di una prebenda, celebrando in loro vece cresime, ordinazioni, consacrazioni e altre funzioni[5]. A inizio 1513 presenziò al Concilio Lateranense V, e al suo ritorno in Trentino concesse un sacerdote stabile alla parrocchia della Madonna del Rosario di Vervò (soggetta alla pieve di Torra)[2].
Il 12 giugno 1514 partecipò all'elezione di Bernardo Clesio come principe vescovo di Trento[2], e lo consacrò l'anno seguente[1]. Tuttavia Iorba non si trovava a suo agio in Trentino[2][4] e cercò varie volte di spostarsi in altre diocesi, perorando la propria causa in diverse lettere indirizzate alla marchesa di Mantova, che sperava lo raccomandasse; nel 1515 punta alla diocesi di Verona, nel 1516-17 a quella di Mantova, e sempre nel 1517 a quella di Milano, restando deluso tutte e tre le volte[2]. Solo nel 1518 riuscì finalmente a trasferirsi nella diocesi di Vicenza, dove rimase almeno sino al 1529[2][4]. Non si sa né dove né quando morì[2], ma certamente entro il marzo del 1531, anno in cui la commenda sulla pieve di Torra era passata al cardinale Niccolò Ridolfi, di cui era "familiare cardinalizio", a seguito del suo trapasso extra curiam[6]. Un reliquiario con il suo sigillo è conservato presso il museo diocesano tridentino[7].
La consacrazioni in cui è documentato sono: nel principato vescovile di Trento, nel 1510 Santa Maria Assunta di Condino, Sant'Anna in Castel d'Enna (Montagna) e San Vigilio di Castelvecchio (Caldaro); nel 1511 San Bernardo di Rabbi; nel 1512 Santo Stefano di Cavedine (oggi scomparsa), San Vitale di Romallo, San Maurizio di Tregiovo, San Bartolomeo di Pegaia (Peio), Sant'Udalrico di Corte Inferiore (Rumo), San Rocco di Caldes, Santa Maria di Volano e San Nicolò di Ega (Nova Ponente); nel 1513 Santi Re Magi di Postal, Sant'Anna in Castel d'Enna (di nuovo), San Severino di Foiana (Lana, altare laterale), Santa Maria Assunta di Marlengo (la campana maggiore)[2] e San Rocco di Almazzago[8]; nel 1514 Sant'Anna di Roncogno[9]; nel 1515 San Michele nella rocca di Samoclevo (oggi scomparsa), Santi Andrea ed Egidio di Salobbi e San Floriano di Arsio; nel 1516 Santa Maria Assunta di Cembra e gli altari di Santi Filippo e Giacomo di Faver, San Leonardo di Lisignago e San Biagio di Nanno; nel 1518 San Paolo di Marcena (Rumo), San Paolo di Pavillo, Santa Maria Assunta di Tassullo, Immacolata e San Zenone di Sanzenone (Ville d'Anaunia)[2] e Sant'Orsola di Tuenno[10]. Nella diocesi di Feltre, nel 1515 San Giovanni di Mezzano[11][12] e Sant'Andrea di Siror[13][14]; nel 1520 San Pietro di Aune e San Rocco di Servo (Sovramonte)[15], Santa Maria degli Angeli[5] e San Paolo di Feltre[16] e altre due chiese a Cesio[5]; nel 1526 Santi Pietro e Paolo di Imer[17]. Nella diocesi di Vicenza, nel 1512 la cripta del cimitero di Valdagno[2]; nel 1522 San Bovo di Vicenza (poi soppressa)[18] e Sant'Urbano di Altavilla[19]; nel 1525 San Giorgio di Sorio (Gambellara)[20]; nel 1527 Santa Maria di Bolzano Vicentino[21] e Santa Lucia di Lisiera[22]; nel 1528 la chiesa della Misericodia di Vicenza[23]. Nel 1527 consacrò anche la chiesa di San Sebastiano di Venezia[3].
Successione apostolica
modificaLa successione apostolica è:
- Cardinale Bernardo Clesio (1515)
Note
modifica- ^ a b c d (EN) Bishop Michele Iorba (Jorba), Hisp. O. S. Hier †, su Catholic Hierarchy. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Weber, pp. 82-87.
- ^ a b Chiesa e Convento di San Sebastiano vulgo San Bastian, su Conoscere Venezia. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ a b c Prodi, p. 141.
- ^ a b c Laura Milano, Messa per i 500 anni della chiesa degli Angeli, su Corriere delle Alpi, 24 luglio 2020. URL consultato il 6 settembre 2024.
- ^ Suppliche al pontefice - Diocesi di Trento 1513-1565 (PDF), su Fondazione Bruno Kessler. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Bottega trentina (1515), Reliquiario a bicchiere con sigillo di Michele Iorba, su BeWeB. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Chiesa di San Rocco <Commezzadura>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Chiesa di Sant'Anna <Roncogno, Pergine Valsugana>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Chiesa di Sant′Orsola e Compagne <Tuenno, Ville d′Anaunia>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista <Mezzano>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Chiesa dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, Mezzano, 1515 agosto 4 - 1987 gennaio 24, su Trentino Cultura. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Chiesa di Sant′Andrea <Primiero San Martino di Castrozza, Siror>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Parrocchia di Sant'Andrea in Siror. Inventario dell'archivio storico (1220-1950) e degli archivi aggregati (1683-1970), su Trentino Cultura. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Mille anni tra due chiese, su Chiesa di Belluno-Feltre, 17 agosto 2020. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Chiesa di San Paolo, su Il Fondaco per Feltre. URL consultato il 6 settembre 2024.
- ^ Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Imer>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 5 maggio 2023.
- ^ Riccardi, p. 193.
- ^ Maccà, vol. 5, pp. 89-90.
- ^ Parrocchia di San Giorgio di Sorio, Gambellara, su SIUSA. URL consultato il 5 settembre 2024.
- ^ Maccà, vol. 6, pp. 65-66.
- ^ Maccà, vol. 6, p. 202.
- ^ Rumor, p. 289.
Bibliografia
modifica- Gaetano Maccà, Storia del territorio vicentino. 14 tom. [in 17 pt.]., vol. 5-6, 1813.
- Paolo Prodi (a cura di), Bernardo Clesio e il suo tempo, vol. 1, 1988.
- Tommaso Riccardi, Storia dei vescovi vicentini, 1786.
- Sebastiano Rumor, Musaeum lapidarium Vicetinum, 1887.
- Simone Weber, I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, Aor, 1932.
Collegamenti esterni
modifica- (EN) David M. Cheney, Michele Iorba, in Catholic Hierarchy.