Miguel Otero Silva

poeta venezuelano

Miguel Otero Silva (Barcelona, 26 ottobre 1908Caracas, 28 agosto 1985) è stato un poeta venezuelano, appartenente alla cosiddetta "Generazione del 28". È considerato uno dei principali intellettuali e umanisti venezuelani del XX secolo e cofondatore del quotidiano El Nacional.[1][2].

Miguel Otero Silva

Biografia

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Miguel Otero Silva nacque a Barcelona, nello Stato di Anzoátegui, da Henrique Otero Vizcarrondo e Mercedes Silva Pérez, in una famiglia con solidi principi e tradizione patriottica.[1][2] Frequentò il liceo San José di Los Teques e successivamente il liceo Caracas, diretto da Rómulo Gallegos, dove fu compagno di personalità come Rómulo Betancourt e Jóvito Villalba.[1][3][2] Dopo aver completato gli studi secondari nel 1924, iniziò gli studi di ingegneria civile presso la Universidad Central de Venezuela, senza ottenere la laurea.[1][3][2]

Fin dall’adolescenza, Otero Silva mostrò inclinazione per la letteratura e il giornalismo: nel 1925 pubblicò il primo poema Estampa sulla rivista Élite, influenzato dai modernisti Rubén Darío e Amado Nervo.[1][3][2] Parallelamente iniziò a scrivere umorismo e satire usando lo pseudonimo Miotsi su Fantoches e Caricaturas.[1][3][2] Nel 1928 partecipò attivamente alla Semana del Estudiante, evento che segnò l’inizio della sua carriera politica e lo legò alla cospirazione militare del 7 aprile, costringendolo all’esilio.[1][3][2]

Durante l’esilio, si unì a un gruppo di venezuelani guidati da Gustavo Machado e Rafael Urbina che prese il forte Ámsterdam a Curaçao e pianificò un’invasione della costa di Falcón.[1][3][2] In questo periodo iniziò a scrivere Fiebre, pubblicata dieci anni più tardi.[1][3][2] Nel 1930 si affiliò al Partito Comunista Internazionale e, durante un viaggio in Spagna, fu deportato in Francia.[1][3][2] Dopo la morte del dittatore Juan Vicente Gómez nel 1935, rientrò in Venezuela.[1][3][4][2]

Carriera giornalistica

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Con l’apertura parziale della libertà di stampa sotto Eleazar López Contreras, Otero Silva scrisse sul quotidiano Ahora i versi umoristici Sinfonías tontas, firmati con lo pseudonimo Mickey.[1][3][2] Nel 1937 fu nuovamente espulso con l’accusa di comunismo e si trasferì in Messico, dove pubblicò Agua y Cauce, soggiornando poi negli Stati Uniti, Cuba e Colombia.[1][3][4][2]

Nel 1941, con Francisco José “Kotepa” Delgado e Claudio Cedeño, fondò il settimanale satirico El Morrocoy Azul.[1][3][2] Nello stesso anno creò anche il semanario di sinistra Aquí Está.[1][3][2] Nel 1943, insieme al padre e ad Antonio Arráiz, fondò El Nacional, di cui fu primo capo redattore e poi direttore.[1][3][4][2]

Nel 1949 si laureò in giornalismo presso la Universidad Central de Venezuela e fu presidente della Asociación Venezolana de Periodistas.[1][3][2] Le pressioni politiche del governo di Rómulo Betancourt nel 1960 lo costrinsero a lasciare la direzione del quotidiano, sebbene vi collaborasse ancora in casi eccezionali.[1][3][2] Come senatore per lo Stato di Aragua (1958), promosse la creazione dell'Instituto Nacional de Cultura y Bellas Artes (INCIBA).[1][3][2]

Attività letteraria

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Otero Silva iniziò la carriera letteraria con Agua y Cauce (1937).[3][4][2] Pubblicò poi raccolte poetiche come 25 Poemas (1942), Elegía Coral a Andrés Eloy Blanco (1958), Sinfonías tontas (1962), La mar que es el morir (1965) e Umbral (1966), successivamente riunite in Obra poética (1976).[4][2] Il suo primo romanzo, Fiebre (1940), narra le lotte studentesche del 1928-1929 contro la dittatura di Gómez.[1][3][4] Con Casas Muertas (1955), vincitore del Premio Nacional de Literatura e del Premio di Novela Arístides Rojas, descrive la decadenza della città di Ortiz, devastata da epidemie e oppressione oligarchica.[1][3][4][2] Seguirono Oficina Número Uno (1961), ambientato nei giacimenti petroliferi di El Tigre, La muerte de Honorio (1963), legato alla caduta della dittatura di Pérez Jiménez, e Cuando quiero llorar no lloro (1970), ambientato tra il 1948 e il 1966.[4][2] Tra le opere successive figurano Lope de Aguirre, príncipe de la libertad (1979) e La Piedra que era Cristo (1984).[4][2] Scrisse anche saggi, teatro e opere umoristiche.[3][2]

Riconoscimenti

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Ricevette numerosi premi, tra cui il Premio Nacional de Novela Arístides Rojas, il Premio Nacional de Literatura (1955), il Premio Nacional de Periodismo (1960) e il Premio Lenin per la Pace (1980).[2] Fu membro fondatore della Asociación Venezolana de Periodistas e membro di varie accademie della lingua.[2]

Vita privata

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Si sposò con María Teresa Castillo Terán, con cui ebbe due figli, Mariana e Miguel Henrique.[2] Morì a Caracas il 28 agosto 1985.[1][3][4][2] Fece donazioni significative di opere d’arte ai musei venezuelani, tra cui collezioni di pittura venezuelana e cinetica.[2]

Romanzi

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  • Fiebre (1939)
  • Casas Muertas (1955)
  • Oficina Número Uno (1961)
  • La muerte de Honorio (1963)
  • Cuando quiero llorar no lloro (1970)
  • Lope de Aguirre, príncipe de la libertad (1979)
  • La Piedra que era Cristo (1984)
  • Agua y cauce: poemas revolucionarios (1937)
  • 25 poemas (1942)
  • Elegía coral a Andrés Eloy Blanco (1959)
  • Sinfonías tontas (1962)
  • La Mar que es el Morir (1965)
  • Las Celestiales (1965)
  • Umbral (1966)
  • Poesía completa (1972)
  • Obras selezionate raccolte in Obra poética (1976)
  • Don Mendo (1971)
  • Romeo y Julieta (1975)
  • México y la revolución méxicana: un escritor venezolano en la Unión Soviética (1966)
  • Florencia: ciudad del hombre (1974)
  • Ocho palabreos (1974)
  • Obra humorística completa (1977)
  • Prosa completa: opiniones sobre arte y política (1977)
  • Un morrocoy en el infierno: humor... humor... humor (1982)
  • Escritos periodísticos (1998)
  • El cercado ajeno. Opiniones sobre arte y política (1961)
  • México y la revolución mexicana (1966)
  • Florencia, ciudad del hombre (1974)
  • Ocho Palabros (1974)
  • Prosa completa: opiniones sobre arte y política (1976)

Bibliografia

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In italiano

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  • Qui succede, signori, che mi gioco la morte, Firenze, Vallecchi, 1973
  • Vittorino, Milano, Maitana, 1997

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN88977074 · ISNI (EN0000 0001 1030 7354 · SBN RAVV049002 · BAV 495/198672 · Europeana agent/base/75665 · LCCN (ENn79085038 · GND (DE118787349 · BNE (ESXX1022335 (data) · BNF (FRcb119182623 (data) · J9U (ENHE987007302553505171 · NSK (HR000181497 · NDL (ENJA00451908 · CONOR.SI (SL124964963
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  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v (ES) Venezuela Tuya, Miguel Otero Silva, su Venezuela Tuya. URL consultato il 29 settembre 2025.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad (ES) Henrique Otero Vizcarrondo, MIGUEL OTERO SILVA (1908-1985) Biografia, su Google Books. URL consultato il 29 settembre 2025.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v (ES) Julio Barroeta Lara, Otero Silva, Miguel, su Fundación Empresas Polar. URL consultato il 29 settembre 2025.
  4. ^ a b c d e f g h i j (IT) Luisa Pranzetti, Miguel Otero Silva, su Enciclopedia Italiana. URL consultato il 29 settembre 2025.