Movimenti intellettuali in Iran
I movimenti intellettuali in Iran coinvolgono l'esperienza iraniana della modernità e le relative strutture artistiche, scientifiche, letterarie, poetiche e politiche, che sono in continua evoluzione a partire dal XIX secolo.
Storia della modernità iraniana
modificaMolto prima che il Rinascimento europeo generasse le idee radicali che alla fine avrebbero rimodellato l'Europa e gli Stati Uniti, statisti, artisti e intellettuali persiani avevano formulato idee che anticipavano sorprendentemente quelle della modernità. Da oltre mille anni in Persia si combatte un conflitto tra la ricerca della modernità e le forze dell'oscurantismo religioso.
Circa duemilacinquecento anni fa, quando Erodoto scriveva le sue Storie, la Persia era l'altra forza modernista per eccellenza, in contrapposizione all'Occidente.
È convinzione comune tra gli studiosi che la modernità abbia avuto origine in Occidente e che, per la sua natura filosofica, i suoi fondamenti economici e le sue esigenze culturali, sia un fenomeno esclusivamente occidentale. In qualche modo, tutte le altre culture, in special modo quelle che hanno vissuto il lato oscuro del Rinascimento, si presuppone che abbiano dovuto emulare l'esperienza occidentale per essere moderne. Da Max Weber a Milan Kundera, molti studiosi e scrittori occidentali hanno sostenuto che tutto, a partire dalla democrazia rappresentativa e dal pensiero razionale fino all'arte del romanzo e del saggio, non solo ha origine occidentale, ma è anche specificamente adatto alla sua cultura e in qualche modo nativo dei suoi climi temperati.
La Persia, con il suo patrimonio culturale straordinariamente ricco e variegato, ha avuto un ruolo determinante nel plasmare la coscienza occidentale. La Bibbia si caratterizza per una evidente ricchezza di elogi alla Persia e ai suoi re. Le lodi della Bibbia a Ciro il Grande erano in parte un riconoscimento del suo ruolo nella liberazione degli ebrei dalla prigionia babilonese; di pari importanza era il fatto che il vasto impero persiano dell'epoca fosse un esempio di tolleranza religiosa e culturale.
Hegel, i cui scritti sono considerati da molti l'apice della tradizione filosofica occidentale, elogia il ruolo della Persia e di Zarathustra nella storia.
Seguendo Hegel nella Germania del XIX secolo, Nietzsche scrisse la sua opera magna, Così parlò Zarathustra, che si soffermava in modo analogo su questa figura chiave dell'immaginario persiano. Il libro di Nietzsche offre una critica radicale, quasi una totale smentita, dell'intera tradizione filosofica occidentale. Non è un caso che Nietzsche abbia scelto di articolare le sue opinioni critiche nel nome di Zarathustra. La fine del XIX secolo non fu l'unica né l'ultima volta in cui Zarathustra giocò un ruolo di primo piano nel plasmare la coscienza e il discorso filosofico occidentali. Negli anni Novanta, le influenze persiane sulla febbre millenarista e su altri temi New Age furono così forti che l'eminente critico americano Harold Bloom suggerì che l'ultimo decennio del XX secolo dovesse essere definito "un ritorno alle origini zoroastriane".
L'arte occidentale, non meno della storia e della teologia, testimoniano l'ubiquità della presenza persiana nell'antichità. Di tutte le opere di tragedia greca esistenti, ad esempio, l'unica che tratta un soggetto non greco è la tragedia I Persiani di Eschilo.
Generazioni di intellettuali iraniani
modificaPrima generazione
modificaI riformatori persiani del XIX secolo, considerati la prima generazione di intellettuali iraniani, erano perfettamente consapevoli del fatto che non era sufficiente basarsi sull'antichità della civiltà persiana per pensare alla sua capacità di sopravvivere. Cercarono di stabilire un rapporto con uomini di potere che avrebbe permesso loro di dettare i loro progetti di riforma. Questi progetti, naturalmente, rimasero senza impatto immediato tra gli uomini di potere a cui erano rivolti. Queste riforme intellettuali incontrarono una diffusa opposizione da parte della corte e degli 'Ulama. Abd al-Rahim Talebof, Fath-'Ali Akhoundzadeh e Sani o Doleh appartengono a questa generazione.
Seconda generazione
modificaLa seconda generazione intendeva introdurre la civiltà moderna in Persia, non solo imitando l'Occidente, ma attraverso un approccio coerente e sistematico alla cultura europea. Mohammad Taqī Bahār, Ali Dashti, Ali Akbar Davar, Mohammad Ali Foroughi, Sadegh Hedayat, Bozorg Alavi, Ahmad Kasravi, Saeed Nafisi, Hasan Taqizadeh, Abdolhossein Teymourtash e 'Abdu'l-Bahá appartengono a questa generazione.
Terza generazione
modificaLa terza generazione di intellettuali iraniani segna l'assorbimento del marxismo russo nel pensiero politico e sociale iraniano. Con la popolarità dell'ideologia marxista tra la terza generazione di intellettuali iraniani, la nuova cultura della traduzione e della conoscenza della modernità fu inevitabilmente attratta da assoluti morali e politici. Gli intellettuali si proclamavano "insegnanti" e agivano come "legislatori morali", critici sia dello Stato che della società. Jalal Al-e-Ahmad e il noto intellettuale e teorico sociale Ali Shariati appartengono a questa generazione.
Quarta generazione
modificaLa quarta generazione di intellettuali iraniani è caratterizzata principalmente da riviste come Goftegu e Kiyan. In contrasto con la generazione ideologica di intellettuali iraniani che, nel loro incontro con la modernità occidentale, hanno favorito un atteggiamento monistico esemplificato dalle filosofie marxiste e heideggeriane, la quarta generazione di intellettuali iraniani ha deciso di allontanarsi e prendere le distanze criticamente dalle ideologie dominanti. La posizione metodologica della nuova generazione di intellettuali iraniani è caratterizzata da due principali atteggiamenti filosofici: l'estensione di un pensiero anti-utopico su base intersoggettiva da un lato, e l'impulso per uno scambio dialogico non imitativo con i valori moderni dell'Occidente dall'altro. Abdolkarim Soroush, tra molti altri, appartiene alla quarta generazione.
Movimento artistico moderno
modificaL'esperienza iraniana e lo sviluppo della modernità hanno portato a uno stile unico di cinema, pittura e musica. La Nouvelle Vague iraniana, un movimento del cinema iraniano, ha ottenuto fama mondiale grazie al suo stile profondamente filosofico, poetico e artistico. Abbas Kiarostami è la figura più importante della Nouvelle Vague del cinema iraniano. Nell'ambito artistico ed estetico, le caratteristiche della Nouvelle Vague persiane, ad esempio le opere di Abbas Kiarostami, possono essere classificate come postmoderne.
Nel suo libro Close Up: Iranian Cinema, Past, Present, Future[1] (2001), Hamid Dabashi descrive il cinema iraniano moderno e il fenomeno del cinema nazionale persiano come una forma di modernità culturale. Secondo Dabashi, "la possibilità visiva di vedere sullo schermo una determinata persona storica (in contrapposizione all'eterno uomo coranico) è probabilmente l'evento più importante che consente agli iraniani di accedere alla modernità".
Mehdi Saeedi è un artista e designer di fama internazionale. La sua estetica è diventata un pilastro del design in molte regioni, soprattutto in quelle che utilizzano la scrittura araba come alfabeto. E nel novembre del 2009 ha vinto il Grand Price per i Five Star Designers all'International Invitational Poster Triennial di Osaka, in Giappone.[2][3]
Il 13 dicembre 2006, il grafico Reza Abedini ha ricevuto il Principal Award ai Prince Claus Awards per il suo modo di applicare le conoscenze e le realizzazioni del patrimonio artistico iraniano, rinnovandole e rendendole nuovamente emozionanti. Lo stile Persian Sym di Reza Abedini unisce la ricca tradizione calligrafica della cultura persiana con la "modernità".[4]
Si ritiene che Ebrahim Golestan, Fereydoun Rahnema e Farrokh Ghaffari abbiano fondato uno stile cinematografico iraniano "differente" nonché il movimento intellettuale iraniano nel XX secolo.[5]
Marcos Grigorian e Hossein Zenderoudi sono stati pionieri della pittura e della scultura moderna iraniana.
Movimento architettonico moderno e contemporaneo
modificaSebbene la nuova era dell'architettura iraniana sia iniziata con l'ascesa della dinastia Safavide (1501-1736), è nei primi decenni del XX secolo che la prima generazione di architetti iraniani moderni, quasi come ogni generazione di architetti moderni nel mondo, sembra essere influenzata dal Movimento Moderno e dal razionalismo in architettura. Architetti come Vartan Hovanessian, Ali Sadegh, Mohsen Foroughi, Paul Akbar, Gabriel Guevrekian, Heydar Ghiai, Abdolaziz Farmanfarmaian e Houshang Seyhoun sono esempi di questo movimento.
Successivamente, a metà degli anni '60, Ali Sardar Afkhami, Kamran Diba e Nader Ardalan sono tra gli architetti iraniani che hanno aperto il loro approccio progettuale alla storia e alle tradizioni per rappresentare una tendenza del postmodernismo iraniano.
L'attenzione per le nuove tendenze dell'architettura internazionale è stata mantenuta dagli architetti iraniani anche dopo la Rivoluzione Islamica. Come nella maggior parte degli ambienti architettonici mondiali, negli anni '80 gli esperimenti di transizione dal postmodernismo ai nuovi sviluppi hanno influenzato molti architetti iraniani, in particolare Reza Daneshmir, Farhad Ahmadi, e Darab Diba.
In questo contesto, è interessante il tentativo di alcuni architetti come Abbas Gharib o Bahram Shirdel di approfondire le teorie e le tendenze più avanzate dell'architettura contemporanea e post-contemporanea, come la teoria dei sistemi complessi in architettura nel caso di Gharib e la teoria della piegatura nel caso di Shirdel. Questi esperimenti rappresentano metodi validi e un contributo per liberare l'architettura e il design dall'astrazione, dalla piattezza, dalla rigidità, dal rettangolo forzato e dall'eterotopia degli spazi modernisti, per un'architettura più fluida, flessibile, morbida e dinamica, aperta alle complessità del suo ambiente e contesto.
Panorama musicale
modificaContemporaneamente alla rivoluzione costituzionale in Iran, i giovani musicisti cercarono nuove forme musicali per sincronizzarsi con l'ondata di cambiamenti sociali. Nel 1937, l'Orchestra Sinfonica di Teheran iniziò ad eseguire musica sia occidentale che iraniana.
La rivoluzione del 1979 diede il via a una rinascita della musica classica persiana. La nascita di tre ensemble, l'Aref Ensemble, lo Sheyda Ensemble e i Masters of Persian Music, rivoluzionò la musica iraniana tra la fine del XX secolo e l'inizio del millennio.
Nuove figure emersero nella musica sinfonica persiana e diverse orchestre sinfoniche iniziarono la loro attività nonostante la mancanza di supporto da parte dei governi nazionali o di organismi internazionali. La nuova ondata può essere caratterizzata da un crescente interesse nell'uso di strumenti e generi musicali sia iraniani che europei. Forse gli esempi migliori sono la Melal Orchestra e l'Orchestra Sinfonica Nazionale Iraniana.
Nel contempo la musica popolare ha beneficiato dell'emergere di figure come Sima Bina e Kamkar. Questi musicisti hanno introdotto la musica popolare iraniana (khorasani, curda, bandari, mazandarani, tra le altre) alla comunità internazionale organizzando numerosi concerti in tutto il mondo.
Poesia e letteratura
modificaLa critica letteraria e la letteratura comparata in Iran entrarono in una nuova fase nel XIX secolo. La letteratura persiana vide l'emergere di figure influenti come Sadeq Hedayat, Ahmad Kasravi, Abdolhossein Zarrinkoub, Shahrokh Meskoob, Ebrahim Golestan e Sadegh Choubak.
Poesia successiva ai classici
modificaLa poesia persiana moderna nacque dopo Nima Yooshij. Tra le figure più importanti sono da annoverare:
- Nima Yooshij
- Bijan Jalali
- Fereydoon Moshiri
- Forough Farrokhzad
- Manouchehr Atashi
- Mehdi Akhavan-Sales
- Hushang Ebtehaj
- Ahmad Shamlou
- Mohammad Ali Sepanloo
- Mohammad Reza Shafiei-Kadkani
- Mohammad Zohari
- Simin Behbahani
- Sohrab Sepehri
Drammaturgia
modificaDopo la traduzione in persiano delle opere di Mirza Fatali Akhundov nel XIX secolo, il teatro persiano entrò in una nuova fase. Il XX secolo vide la comparsa di grandi drammaturghi come Bahram Beyzai e Akbar Radi.
Movimento scientifico moderno
modificaLa storia della scienza moderna in Iran risale all'anno 1851 e alla fondazione del Darolfonoon - creato grazie agli sforzi di Mirza Taghi Khan Amir Kabir - con l'obiettivo di formare e insegnare agli esperti iraniani in molti campi della scienza, e fu Abbas Mirza a inviare per primo gli studenti in Europa per permettere di ottenere loro un'istruzione occidentale.[7]
Con la fondazione dell'Università di Teheran, la scienza in Iran è entrata in una nuova fase. Mahmoud Hessaby, Ali-Asghar Hekmat, Moslem Bahadori e molti altri hanno avuto un ruolo nell'avvio e nella formazione di questi movimenti. Il risultato è stato l'emergere di ricercatori che si sono formati e hanno conseguito dottorati nel paese e hanno trovato reputazione internazionale. La modernizzazione della medicina iraniana non è avvenuta attraverso la semplice sostituzione della medicina tradizionale persiana con quella moderna europea. Piuttosto, l'integrazione della medicina moderna ha attraversato un lungo processo che ha incluso sia la reinterpretazione delle teorie tradizionali da parte dei medici tradizionali sia l'assimilazione delle teorie moderne attraverso il prisma della medicina tradizionale.[8]
Uno dei principali movimenti scientifici iraniani della fine del XX secolo fu attivo nel campo della chimica e della chimica farmaceutica. I principali leader di questo movimento furono Abbas Shafiee, Bijan Farzami, Mohammad-Nabi Sarbolouki, Issa Yavari e Ahmad Reza Dehpour. Il movimento diede vita a centinaia di articoli di ricerca pubblicati su riviste internazionali sottoposte a revisione paritaria.
Altre figure importanti che hanno promosso la ricerca di livello mondiale in Iran durante il XX secolo sono
- Reza Mansouri e Yousof Sobouti (Fisica)
- Abolhassan Farhoudi (Immunologia)
- Mohammad Reza Zarrindast (Farmacologia)
- Fereydoun Davatchi (Reumatologia)
- Taher Movassaghian (Chimica)
- Ardeshir Ghavamzadeh (Ematologia)
- Ali Radmehr (Radiologia)
- Hossein Najmabadi (Genetica)
- Hormoz Shams (Oftalmologia)
- Moslem Bahadori (Patologia)
- Hormoz Dabirashrafi (Ostetricia e Ginecologia)
- Hossein Esteky (Neuroscienze)[9]
- G.R. Baradaran Khosroshahi (Matematica)
- Caro Lucas (Ingegneria elettrica, intelligenza artificiale)
- Jawad Salehi (Ingegneria elettrica)
- Ali Kaveh (Ingegneria civile)
La popolazione universitaria iraniana è aumentata da 100.000 nel 1979 a 2 milioni nel 2006. Da notare che in Iran circa il 70% degli studenti di scienze e ingegneria sono donne.[10]
L'Iran è ora leader mondiale in alcuni settori come la teoria delle stringhe. Quando un giornalista di Nature chiese a Reza Mansouri: "Perché vedo così tanti articoli sulla teoria delle stringhe provenienti dall'Iran?", lui spiegò come gli scienziati iraniani lavorarono insieme durante la rivoluzione, le sanzioni e la guerra per portare l'Iran a tale posizione: "Ricordo esattamente l'inizio della rivoluzione, alcuni vecchi colleghi si sedettero insieme e parlarono di cosa potevamo fare per l'Iran. È sottinteso che dobbiamo puntare all'eccellenza, in alcuni settori in cui potremmo essere forti e in cui potremmo diventare forti, quindi quello sarà il campo della fisica. Così abbiamo iniziato da lì. Capita che i fisici più attivi nel nostro paese stessero lavorando sulla teoria delle stringhe in quel periodo. Quindi cercarono di formare una scuola, per così dire, e sapevamo che quella era l'unica via in qualche modo indipendente da tutte queste fluttuazioni politiche riguardanti la guerra, la rivoluzione culturale, tutto il resto, e ci siamo davvero impegnati a costruire scuole. Così ora ce l'abbiamo, scuole sulle stringhe, per così dire in qualche modo."[11]
Nel 2007 le Nazioni Unite hanno conferito a Hossein Malek-Afzali il prestigioso Premio ONU per la Popolazione. Afzali ha contribuito a elaborare strategie per migliorare le procedure sanitarie, in particolare per quanto riguarda la salute degli adolescenti, la salute riproduttiva e la pianificazione familiare. Nel campo della salute riproduttiva, ha coinvolto politici e leader religiosi nella pianificazione e nell'attuazione, in Iran, di programmi a riguardo.[12]
Movimenti delle donne iraniane
modificaAttualmente, i gruppi per i diritti delle donne sono tra i più attivi in Iran e sono principalmente impegnati a ottenere la parità di diritti femminili nel sistema legale iraniano, opponendosi a specifiche leggi discriminatorie. Tuttavia, sotto il regime presidenziale di Mahmoud Ahmadinejad, eletto presidente nel 2005, le sostenitrici dei diritti delle donne sono state picchiate, incarcerate e perseguitate.[13][14][15]
La presenza delle donne nei movimenti intellettuali iraniani (scienza, letteratura moderna, cinema, attivismo per i diritti umani, ecc.) è stata notevole nel corso della storia dell'Iran moderno. Secondo il Ministero della ricerca iraniano, le donne rappresentavano il 56% di tutti gli studenti universitari in scienze naturali, incluso uno su cinque studenti di dottorato. Tali tendenze educative e sociali sono viste con crescente allarme dal governo iraniano.[16][17]
Nel cinema e nelle arti visive, Shirin Neshat, Tahmineh Milani, Rakhshan Bani Etemad e Samira Makhmalbaf hanno creato nuovi stili cinematografici che hanno attratto molti a livello globale, con un notevole riscontro nei festival internazionali. La poetessa e letterata persiana Simin Behbahani è stata candidata al Premio Nobel per la letteratura nel 1997. Il Premio Nobel per la pace del 2003 è stato assegnato a Shirin Ebadi per il suo impegno a favore della democrazia e dei diritti umani, in particolare per i diritti delle donne e dei bambini. Savushun di Simin Daneshvar è un romanzo basato sull'esperienza iraniana riguardo alla modernità nel XX secolo.
Punti di riferimento storici
modificaRivoluzione costituzionale persiana
modificaL'Iran aveva attraversato una fenomenale rivoluzione costituzionale all'inizio del XX secolo. Il movimento costituzionale si occupava di promuovere la modernità e i diritti umani. Portò all'istituzione di un parlamento in Iran. Mirza Jahangir-Khan Shirazi e Farrokhi Yazdi furono tra i più illustri scrittori e critici di quell'epoca, che sacrificarono la loro vita per l'instaurazione della democrazia e della libertà in Iran.
28 Colpo di Stato di Mordad
modificaNel colpo di Stato noto in Iran come colpo di Stato del 28° Mordad, il 19 agosto 1953 fu rovesciato il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq. Il colpo di Stato fu orchestrato dal Regno Unito (con il nome di "Operazione Boot") e dagli Stati Uniti (con il nome di Progetto TPAJAX).[18][19][20][21]
Mossadeq aveva cercato di ridurre il ruolo semi-assoluto dello Scià garantito dalla Costituzione del 1906, rendendo così l'Iran una democrazia a tutti gli effetti, e di nazionalizzare l'industria petrolifera iraniana, costituita da vaste riserve di petrolio e dalla raffineria di Abadan, entrambe di proprietà della Anglo-Iranian Oil Company, una società britannica (ora BP).[22][23][24] Fu formato un governo militare sotto il generale Fazlollah Zahedi che permise a Mohammad Reza Pahlavi, lo Scià dell'Iran, di governare effettivamente il paese come un monarca assoluto secondo la costituzione. Fece molto affidamento sul sostegno degli Stati Uniti per mantenere il potere fino al suo rovesciamento nel febbraio 1979.[22][23][24][25]
Nell'agosto 2013 la Central Intelligence Agency (CIA) ha ammesso di essere stata coinvolta sia nella pianificazione che nell'esecuzione del colpo di Stato, inclusa la corruzione di politici iraniani, alti funzionari della sicurezza e dell'esercito, nonché la propaganda a favore del colpo di Stato.[26] La CIA è citata mentre riconosce che il colpo di Stato è stato portato a termine "sotto la direzione della CIA" e "come un atto di politica estera degli Stati Uniti, concepito e approvato ai massimi livelli di governo".[27]
Rivoluzione iraniana
modificaAlcuni ricercatori ritengono che la rivoluzione iraniana non sia stata un semplice scontro tra modernità e tradizione, ma un tentativo di conciliare la modernità con un senso di autentica identità islamica, cultura ed esperienza storica.[28] Percepita da molti come una rivolta contro la modernità secolare dell'Occidente, la rivoluzione iraniana è stata accolta da alcuni pensatori occidentali come un trionfo dei valori spirituali sul mondo profano del materialismo capitalista. Per altri, la rivoluzione iraniana è stata una protesta contro la stessa razionalità politica dell'era moderna.[29]
2° movimento di Khordad
modificaL'elezione dell'ex presidente Mohammad Khatami nel maggio 1997 avvenne attraverso l'emergere di una nuova forza politica, la gioventù. Ispirata da ideali al contempo individualisti e democratici, incompatibili sotto ogni aspetto con i valori e i simboli autoritari tradizionalmente associati, nell'arena intellettuale iraniana, alle visioni del mondo marxiste e heideggeriane. È in questa nuova atmosfera sociale che l'emergere di una comunità globale o di una cyberpolis è stata in grado di rivelare alla gioventù iraniana la vera natura della razionalità strumentale come standard universale moderno. Saeed Hajjarian era ampiamente ritenuto il principale stratega del movimento riformista iraniano del 1997. Egli avrebbe dimostrato la supremazia della politica in quanto tale su qualsiasi norma religiosa quando affermò che la sopravvivenza della Repubblica Islamica era fondamentale e che nessun rituale religioso avrebbe dovuto ostacolarla. Questo tipo di decisione, afferma, significa che la politica è più importante della religione e che ciò riconosce la secolarizzazione della religione. In questo contesto, sostiene, è possibile rivalutare il velayat faqih e rifiutarne la supremazia nel campo politico iraniano. Pur invitando a costruire un nuovo movimento riformista, Hajjarian ritiene che il movimento riformista, avviato nel 1997, si sia esaurito durante il secondo mandato di Khatami. Ritiene inoltre che il progetto di riforma avviato dalla rivoluzione costituzionale persiana non sia ancora stato completato.[30]
La portata del 2° movimento di Khordad era molto più ampia del piano di riforme del presidente Khatami. Quest'ultimo è stato criticato per aver voluto un progresso lento e non aver prodotto una vera alternativa democratica per l'attuale repubblica islamica. Quando gli è stato chiesto di questo durante la visita di Khatami nel Regno Unito, ha affermato: "Sapete, per secoli siamo stati sotto dittatura, quindi non possiamo arrivare alla democrazia all'improvviso, dobbiamo procedere passo dopo passo".[31]
Campagne contro gli intellettuali
modificaDopo la Rivoluzione iraniana, la Rivoluzione culturale e la serie di omicidi a catena in Iran furono due importanti campagne che comportarono l'imprigionamento, la tortura, l'emigrazione e il massacro di studiosi iraniani.
Circoli intellettuali della fine del XX secolo
modificaGli ambienti intellettuali dell'Iran post-rivoluzionario possono essere classificati nelle seguenti categorie:
Circoli intellettuali rivoluzionari
modificaLe figure principali di questa categoria sono Ali Shariati, Jalal Al Ahmad e Morteza Motahhari. Quest'ultimo è stato il principale teorico e pensatore della rivoluzione iraniana. È considerato uno dei leader filosofici più influenti dell'Iran pre-rivoluzionario e l'impatto e la popolarità del suo pensiero continuano a farsi sentire nella società iraniana anche a molti anni di distanza.
Circoli intellettuali riformisti
modificaLe figure principali di questa categoria sono Mehdi Bazargan, Abdolkarim Soroush, Mohammad Mojtahed Shabestari, Mostafa Malekian, Mohsen Kadivar, Alireza Alavitabar e Hossein Bashiriyeh.
I tratti unificanti di questi intellettuali includono il riconoscimento della riforma del pensiero islamico, della democrazia, della società civile e del pluralismo religioso, nonché la loro opposizione alla supremazia assoluta del Faqih. L'ascesa degli intellettuali religiosi può essere seguita attraverso gli scritti di Abdolkarim Soroosh. L'idea principale di Soroosh è che esistano verità religiose perenni e immutabili, ma la nostra comprensione di esse rimane subordinata alla nostra conoscenza nei campi della scienza e della filosofia. A differenza di Ali Shariati, che si rivolse al marxismo per apportare una prospettiva storicista al pensiero sciita, Soroosh dibatte il rapporto tra democrazia e religione e discute la possibilità di quella che chiama democrazia religiosa.
Influenzato dal misticismo persiano, Soroush sostenne un tipo di Islam riformista che andava oltre la maggior parte dei pensatori musulmani liberali del XX secolo e sosteneva che la ricerca della riconciliazione tra Islam e democrazia non era semplicemente una questione di trovare frasi appropriate nel Corano che fossero in accordo con la scienza moderna, la democrazia o i diritti umani. Attingendo alle opere di Molana Jalaleddin Balkhi, Immanuel Kant, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Karl Popper ed Erich Fromm, Soroush chiese un riesame di tutti i principi dell'Islam, insistendo sulla necessità di mantenere lo spirito originale di giustizia sociale della religione e la sua enfasi sulla cura degli altri.[32]
Altre figure influenti in questi circoli sono Saeed Hajjarian, Ahmad Sadri, Mahmoud Sadri, Ezzatollah Sahabi, Ahmad Ghabel e Hassan Yousefi Eshkevari. Anche Akbar Ganji era stato associato a questo circolo prima di pubblicare il suo Manifesto del Repubblicanesimo. Inoltre, Akbar Ganji fece un tour in tutto il mondo per invitare intellettuali non iraniani a unirsi al movimento intellettuale iraniano. Molti studiosi persiani ritengono che tali interazioni con studiosi di fama mondiale promuoverebbero l'intellettualismo iraniano e la riforma democratica. Richard Rorty, Noam Chomsky, Anthony Giddens, David Hild, Shmuel Noah Eisenstadt, tra gli altri, accettarono la nomina a membro onorario della società intellettuale iraniana.
Forse il risultato più importante di questo circolo è stato quello di aver formato una nuova generazione di intellettuali iraniani, molto più avanti dei loro mentori e non appartenenti a nessun circolo intellettuale consolidato in Iran. Ahmad Zeidabadi e Mehdi Jami appartengono a questa nuova generazione di studiosi persiani.
Circoli religiosi democratici (riformatori interni al sistema)
modificaQuesti gruppi sono caratterizzati da quanto segue:
- Sostegno alla repubblica islamica come migliore forma di governo
- Appello alla tolleranza religiosa
- Appello ai valori democratici
- Rifiuto del liberalismo
- Rifiuto del secolarismo
- Appello allo stato di diritto e alla società civile
- Convinzione riguardo al fatto che l'etica abbia priorità sulla politica.
Il principale pensatore e teorico di questo circolo è Mohammad Khatami, ex presidente dell'Iran. Altre figure di spicco includono Yousef Sanei, Abdollah Noori, Mir-Hosein Musavi e Mostafa Moin. Sono principalmente influenzati dalle idee dell'Ayatollah Mirza Hossein Na'eeni e dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini.
Circoli intellettuali neoconservatori
modificaA differenza degli intellettuali riformisti, gli intellettuali neoconservatori in Iran sono a favore della supremazia della Guida e contrari a concetti come democrazia, società civile e pluralismo. Questo movimento include figure come Reza Davari Ardakani, Javad Larijani e Mehdi Golshani. La personalità più nota tra questi è Reza Davari Ardakani, che come filosofo anti-occidentale ha molta familiarità con le opere di Martin Heidegger. Davari, a differenza di Soroosh, riprende alcuni tratti del pensiero di Heidegger, principalmente la critica della modernità, e li traduce in una formulazione islamica. Rifiuta il modello occidentale di democrazia, basato sulla separazione tra politica e religione.
Circoli intellettuali non religiosi
modificaLe figure principali di questa categoria sono Javad Tabatabaei, Dariush Shayegan, Amir Hossein Aryanpour, Ramin Jahanbegloo, Ehsan Naraghi, Khosro Naghed, Abbas Milani e Aramesh Doustdar.
Javad Tabtabaei deplora le profonde radici della religione nella cultura iraniana. Per Tabatabai, il declino del pensiero politico iraniano risale al IX e X secolo e, da allora, è stato impossibile per loro comprendere adeguatamente la modernità. Le scienze sociali, secondo lui, sono state introdotte in Iran senza la secolarizzazione del pensiero e la sua razionalizzazione e, pertanto, riproducono in modo inconscio gli antichi pregiudizi e l'incapacità di pensare in modo adeguato. Dariush Shayegan critica una visione della religione che non tiene conto delle principali tendenze del mondo moderno, dove l'omogeneità culturale e l'assolutismo religioso vengono messi in discussione. La ricerca di un'identità olistica basata su una visione monolitica dell'Islam è estranea all'evoluzione del mondo moderno e significa isolamento e regressione della società (iraniana).
Dariush Shayegan, che scrive principalmente in francese (ma è stato ampiamente tradotto in persiano), condivide alcune delle opinioni di questi intellettuali, ma il suo contributo principale è quello di invitare gli iraniani ad accettare l'"identità frammentata" del mondo moderno e a rinunciare a una visione unitaria del Sé che porta al fascino di ideologie utopiche e mitologiche. Egli insiste sul fatto che, poiché l'Iran ha subito il passaggio diretto dalla tradizione alla postmodernità senza la mediazione della modernità, sta vivendo un forte malessere. La sua soluzione è quella di aprire l'Iran al nuovo mondo multiculturale in cui bisogna accettare la diversità delle prospettive e, quindi, essere tolleranti verso coloro che non pensano e non si comportano allo stesso modo del Sé. Questo invito ad aprire la mente e ad abbandonare l'idea di una cultura omogenea esercita un'innegabile influenza su molti giovani in Iran.
Studiosi tradizionali
modificaIl circolo più noto era quello di Hossein Nasr, fondatore dell'Accademia Imperiale Iraniana di Filosofia. Per Nasr, il mondo tradizionale era pervaso da un profondo senso del Sacro e dell'Assoluto, mentre l'avvento della modernità comportò proprio la recisione di quella consapevolezza, con il risultato di quello che Max Weber avrebbe poi definito il disincanto del mondo. Nasr è stato un accanito oppositore del fondamentalismo islamico in tutte le sue forme per tutta la sua carriera, perché lo vede come un movimento reazionario in qualche modo vigilante che opera all'interno del paradigma dello Stato nazionale moderno, ma ancor di più perché privo di una solida base metafisica radicata in una tradizionale comprensione musulmana del mondo che rispetti sia la natura che la dignità umana.
Altre figure degne di nota
modificaCi sono diverse figure intellettuali che continuano a esercitare una grande influenza nella società iraniana, pur non appartenendo a nessuno dei circoli filosofici sopra menzionati:
- Studiosi
- Yadollah Sahabi, eminente accademico, scrittore e scienziato
- Mohammad Gharib, medico e accademico
- Fereydoun Hoveyda (illustre studioso, scrittore e regista)
- Daryoush Ashouri (eminente studioso, linguista e teorico culturale)
- Masoud Behnoud (eminente giornalista e scrittore)
- Parviz Variavano (studioso, archeologo ed esperto di beni culturali)
- Farrokhroo Parsa (studiosa, politica e medico; prima donna ministro dell'Iran)
- Economisti
- Mousa Ghaninejad (economista)
- Fariborz Rais-Dana (economista)
- Esperti di diritto e scienze politiche
- Davoud Hermidas-Bavand (eminente studioso e politologo)
- Nasser Katouzian (professore di diritto e scienze politiche presso l'Università di Teheran)
- Jamshid Momtaz (professore di diritto internazionale presso l'Università di Teheran)
- Javad Zarif (eminente studioso, analista politico ed esperto di relazioni internazionali)
Sadeq Zibakalam (eminente politologo e professore dell'Università di Teheran)
- Amir Attaran, avvocato e immunologo, esperto di salute pubblica e questioni relative allo sviluppo globale.
- Elaheh Koulaei (politologa ed esperta dell'URSS presso l'Università di Teheran)
L'educazione filosofica in Iran
modificaLa filosofia è diventata una materia di studio popolare negli ultimi decenni in Iran. Confrontando il numero di libri di filosofia attualmente pubblicati in Iran con quello di altri paesi, l'Iran si colloca probabilmente al primo posto in questo campo, ma è sicuramente al primo posto in termini di pubblicazione di libri di filosofia. Attualmente, diversi approcci operano in diversi campi della filosofia:
- 1. Filosofia islamica persiana tradizionale. la filosofia classica tradizionale riprese vita dopo un periodo di silenzio, nella scuola di Teheran, e in particolare nelle opere di Agha Ali Modarres Zonoozi all'inizio del XX secolo, dopo di lui entrambe le scuole di Teheran e Qom (con le opere di Allameh Tabatabai e Imam Ruhollah Khomayni) attivarono dibattiti filosofici. Al giorno d'oggi, la filosofia islamica è il periodo più fresco in tutto il mondo in Iran, dopo la scuola Sfavide di Isfahan. Le figure più importanti del nostro tempo includono Muhammad Husayn Tabâtabâ'î, Allameh Rafiai Gazvini, Mehdi Hayeri Yazdi, Falatouri, Hasan zadeh Amoli, Morteza Motahhari, Abolhasan Jelveh, Mohammad tagi Amoli, allameh hossein Gharavi Isfahani (kompani), Ibrahim Ashtiyani, Jalaloddin Ashtiyani, Kazem Assar.
- 2. Filosofia occidentale. La filosofia occidentale fu per lo più benvenuta in Iran nel XIX secolo, ma il suo pieno sviluppo iniziò negli anni '70, con il movimento di reazione contro il pensiero politico di sinistra della setta sovietica del partito Tudeh, in particolare attraverso la confutazione delle loro opere marxiste-leniniste (tipicamente nelle opere di Tagi Arani). Tra le figure di spicco figurano Allameh Tabatabai e il suo allievo Morteza Motahhari. Anche Ahmad Fardid e il suo Circolo, che introdussero la fenomenologia e in particolare Martin Heidegger nel mondo accademico iraniano. I suoi allievi come Reza Davari e Dariush Shayegan, oggi tra i più famosi filosofi iraniani, svilupparono il suo modo di interpretare le condizioni moderne in Iran. Oggi il ramo più dominante della filosofia occidentale nel mondo accademico iraniano è la filosofia continentale; il predominio del dipartimento di filosofia dell'Università di Teheran nell'insegnamento della filosofia, con l'aggiunta della filosofia islamica e della filosofia continentale, lo pone al primo posto nell'insegnamento della filosofia in Iran. Il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Teheran è tradizionalmente al primo posto tra i più grandi centri di filosofia del sistema educativo laico iraniano; tra i filosofi dell'Università di Teheran da menzionare ci sono Reza Davari, Ebrahimi Dinani e Mahmoud Khatami, la cui influenza è evidente tra gli studenti di filosofia. Reza Davari, filosofo con grandi dibattiti sulla condizione moderna, l'intellettualismo e l'illuminismo, è considerato il principale filosofo persiano con un approccio anti-occidentale. Le sue idee sfidano i difensori della cultura occidentale e in particolare i difensori della filosofia analitica e dello scientismo. Dinani è un difensore della filosofia islamica che parla anche dell'Occidente; Mahmoud Khatami, comunemente considerato un fenomenologo, è considerato uno studioso a tutto tondo, senza alcuna impronta politica, che insegna filosofie analitiche e continentali all'università, ma ha sviluppato una filosofia diversa, chiamata Ontetica.[33] Tuttavia, la filosofia analitica è stata introdotta in Iran anche negli anni '70 dalle traduzioni dall'empirismo britannico, e, dal 1980 ad oggi, c'è un crescente interesse da parte degli studenti di filosofia per approfondire questa branca della filosofia del XX secolo. In particolare, la filosofia analitica della scienza e delle scienze sociali e la filosofia morale sono state introdotte da Abdolkarim Soroush all'inizio degli anni '80, e seguite da altri. La filosofia della mente è stata introdotta nel mondo accademico iraniano da Mahmoud Khatami, e la filosofia della logica e la filosofia del linguaggio sono state introdotte da Hamid Vahid Dastgerdi. Anche la filosofia della religione è una branca molto apprezzata dagli studiosi iraniani.
- 3. La filosofia comparata è una tendenza degli studi iraniani.
- 4. Anche l'approccio tradizionalista (sonnatgera) è stato introdotto da Hossein Nasr.
Note
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Altri progetti
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Bibliografia
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- The fourth generation of Iranian intellectuals, Ramin Jahanbegloo, (2000).
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- Farhad Khosrokhavar, The New Intellectuals in Iran, Social Compass, Vol. 51, No. 2, 191-202 (2004)
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- Ali Gheissari, Iranian Intellectuals in the 20th Century. Austin University of Texas Press, 1998.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Religious Intellectual and Political Action in the Reform Movement
- The next chapter: Atypical conversations with Daryush Shayegan on the impact of ideology in contemporary Iranian history
- Far Near Distance: Contemporary positions of Iranian artists
- The great land of the Sophy: Persian influences
- The Emergence and Development of Religious Intellectualism in Iran
- Sadeq Hedayat Centenary Symposium
- Amir Hossein Aryanpour, A rational man
- Coming to Terms with Modernity: Iranian intellectuals and the emerging public sphere
- The reform movement and the debate on modernity and tradition in contemporary Iran
- Abdolkarim Soroush; Iran's Democratic Voice Time magazine
- Amir Hossein Aryanpour, Prominent Iranian intellectual
- Iranian Intellectuals and the West: The Tormented Triumph of Nativism
- Swedish scholar, Hans Rosling on Iranian experience of modernity in lingua persiana