Non chiamarmi Omar

film del 1992 diretto da Sergio Staino

Non chiamarmi Omar è un film del 1992, diretto dal disegnatore Sergio Staino sulla base del romanzo Nudi e crudi di un altro vignettista, Francesco Tullio Altan.[1]

Non chiamarmi Omar
Gastone Moschin in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1992
Durata102 min
Generefantastico
RegiaSergio Staino
ProduttoreMauro Berardi
Distribuzione in italianoItalnoleggio Cinematografico
FotografiaBlasco Giurato
MusicheCarlo Maria Cordio
CostumiChristiana Lafayette
Interpreti e personaggi

In un'ipotetica città del Nord Italia, invasa dalla nebbia, si incrociano i destini di personaggi disparati. Monica e una dolce paraplegica che passa la sua vita nel taxi guidato dal marito Bruno, un uomo dai modi bruschi e concitati. Poi c'è Viola, una casalinga dimessa e remissiva, la cui unica consolazione nella sua vita grigia è il televisore; vive con il marito, tecnico di produzione presso una locale emittente radiofonica, e il figlio appassionato di moto. Omar Tavoni è un barone della medicina, sposato con la stralunata Luisa e a capo di una clinica in cui lavorano anche l'incapace chirurgo Pizzetti e l'infermiera Tania, amante di vecchia data di Tavoni.

Il complicato quadro della vicenda ruota attorno a una misteriosa ventiquattrore in cui si celano segreti che potrebbero coinvolgere uomini di potere, politici di fama e addirittura il Vaticano: a questi aspirano, oltre a Tavoni, anche l'indecifrabile Golda, l'autista di ambulanza Gastone, ex fidanzato di Viola, la giovane Hanna Lefevre e il questore, tutti coinvolti nella realizzazione di uno strampalato programma radiofonico condotto da Ugo Carpioni.

Produzione

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Il film fu girato a Cinecittà e riuniva un ricco cast che comprendeva Ornella Muti, Stefania Sandrelli era la prima volta che dividevano il set: l'incontro si sarebbe ripetuto solo alcuni anni dopo in Compromesso d'amore), Elena Sofia Ricci, Gianni Cavina, Gastone Moschin e Barbara d'Urso, allora compagna del produttore Mauro Berardi. Accanto a questi furono coinvolti in ruoli secondari molti attori di lungo corso, vedi Corinne Cléry, Giuliana Calandra e Luigi Diberti, nonché altri personaggi dello spettacolo che non avevano in precedenza avuto esperienze cinematografiche, come ad esempio Vinicio Capossela, Pier Francesco Loche e Georges Wolinski.

Critica

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Il film venne presentato nel settembre del 1992 alla 49ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nella sezione Eventi speciali, dove suscitò pareri piuttosto contrastanti: in conferenza stampa il regista lo definì "bello e divertente", non trovando però i critici d'accordo. Il film aveva degli spunti interessanti, quali la critica a una televisione aggressiva e mentalmente soggiogante, la sete di potere delle nuove come delle vecchie generazioni e il complottismo di natura politica, il tutto condito con frequenti richiami all'attualità italiana dei primi anni 90 – fra tutti, un gruppo di estremisti della Lega Nord che inveiscono contro i meridionali, e lo spopolante fenomeno delle Tartarughe Ninja.

Tuttavia nonostante le ambizioni, il film risulta slegato e poco appassionante, oltre che manchevole proprio laddove dovrebbe brillare, ovvero nell'essere divertente. Non ci si emoziona mai o quasi mai, non si empatizza con personaggi, sempre in bilico tra il registro dell'isteria e quello patetico; alla fine gli unici personaggi apprezzabili sono quelli non interpretati da veri attori, ovvero il pizzaiolo Nando, interpretato da Capossela e il disegnatore Assiro Fez, interpretato da Wolinski.

Distribuzione

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Il film fu distribuito nelle sale italiane a partire dal 5 novembre 1992 dalla Italnoleggio Cinematografico, mentre in home video fu distribuito, a partire dall'anno successivo, dalla Twentieth Century Fox unicamente in VHS; non è mai stato editato in DVD e/o in digitale.

  1. ^ Non chiamarmi Omar (1992), su mymovies.it. URL consultato il 18 febbraio 2019.

Collegamenti esterni

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