Odi profanum vulgus, et arceo
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Con la famosa frase Odi profanum vulgus, et arceo (odio il volgo profano, e lo tengo a distanza) inizia la prima ode del terzo libro delle Odi di Orazio.
Significato
modificaQui il poeta esprime il suo disprezzo per il popolo, anzi per il "volgo", ossia per un popolo rozzo e incolto, che è incapace di comprenderlo, specificando che solo una ristretta élite di persone colte sarà in grado di capire e di apprezzare lui e la sua opera. Successivamente la frase divenne un proverbio in cui si esprime una sdegnosa superiorità verso la massa plebea.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
modifica- Odi profanum vulgus, et arceo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.