Oleg I di Černihiv
Oleg I Svjatoslavič (in russo e in ucraino Олег Святославич?; ... – 1º agosto 1115) di principe di Tmutarakan' (1083-1094), Černihiv (1194-1196) e di Novhorod-Sivers'kyj (1097-1115).
Oleg I Svjatoslavič | |
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principe di Volinia | |
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In carica | 1073 – 1078 |
Predecessore | Jaropolk Izjaslavič |
Successore | Jaropolk Izjaslavič |
principe di Černihiv | |
In carica | 1094 – 1096 |
Predecessore | Vladimiro Monomaco |
Successore | Vladimiro Monomaco |
Altri titoli | principe di Volinia (?-1077) principe di Tmutarakan' (1083-1094) principe di Novhorod-Sivers'kyj (1097-1115) |
Morte | 1º agosto 1115 |
Dinastia | Rjurikidi |
Padre | Svjatoslav II Jaroslavič |
Madre | Cecilia |
Consorte | Feofania Muzalon una figlia di un khan poloviciano |
Figli | Vsevolod, Igor', Svjatoslav, Gleb |
Religione | ortodossia |
Contesto storico
modificaNel momento storico in cui nacque Oleg, il ruolo di principe di Kiev, la massima autorità della Rus' era esercitato dal fratello di Svjatoslav Izjaslav, che nel rispetto del sistema rotale istituito del padre vantava più di ogni altro il diritto a comandare, in quanto maggiore figlio in vita.[1] Tuttavia, nel 1073 Svjatoslav «trasgredì il comandamento del padre» e, alleandosi con il fratello Vsevolod, attaccò la capitale Kiev e si insediò sul trono.[2] Ciò gli permise di eguagliare quanto era riuscito al padre Jaroslav (al potere dal 1019 al 1054), ovvero detenere in contemporanea sia Kiev sia Černihiv.[3] Pur avendo raggiunto un accordo che prevedeva l'assegnazione di alcune terre a Vsevolod, la posizione di Svjatoslav poteva dirsi sicura, poiché deteneva un patrimonio enormemente vasto ed economicamente florido.[4]
Biografia
modificaGiovinezza
modificaOleg era il secondogenito del principe di Černihiv Svjatoslav II Jaroslavič,[5] a sua figlio dell'importante principe di Kiev Jaroslav I il Saggio (al potere dal 1019 al 1054), e della sua seconda moglie Cecilia. Quando Svjatoslav divenne principe, egli tentò di rafforzare la propria supremazia sulla Rus' nominando il suo primogenito Gleb signore di Novgorod, mentre, secondo Martin Dimnik a Oleg fu riservata in un momento storico imprecisata la città di Volodymyr, in Volinia.[6][7] Si trattava di un'assegnazione importante, essendo la seconda città più importante che Izjaslav era riuscito a usurpare dopo Kiev.[5]
Nel 1076, la Cronaca degli anni passati riferisce che Oleg partecipò a una spedizione assieme al cugino Vladimiro Monomaco in aiuto dei polacchi contro i boemi.[8] Il contesto storico attorno a tale episodio è stato ricostruito dagli studiosi: Svjatoslav aveva delegato il figlio Oleg e il nipote Vladimiro in assistenza di Boleslao II di Polonia, marito di una figlia di Svjatoslav.[9] Non è dato sapere l'esito di questa spedizione, né le Istruzioni realizzate decenni dopo da Vladimiro Monomaco forniscono il quadro, in quanto l'unico dettaglio che viene indicato è che i due comandanti rus' vagarono nelle foreste boeme per circa quattro mesi.[9] A prescindere dall'esito, è certo che questa campagna non ebbe un impatto di qualche genere sulla Rus', ma servì forse a rinsaldare i legami tra Oleg e Boleslao, considerando che i possedimenti dei due confinavano.[10]
Rancori familiari
modificaIntorno alla fine del 1076, Svjatoslav II morì per via di un tumore maligno al collo.[2] La Cronaca degli anni passati si limita a segnalare che la sua salma fu portata a Černihiv per poi essere seppellita,[11] ma non accenna se alla cerimonia furono presenti i suoi figli, a parte la verosimile presenza del più piccolo, Jaroslav, assieme alla madre Oda.[12] Sebbene la morte di Svjatoslav gli avesse fatto sperare di tornare al potere, Izjaslav fu anticipato dal fratello Vsevolod. A giudizio di Volodymyr Ryčka, questi pensò a una piccola ridistribuzione dei possedimenti collocando alla guida di Černihiv il figlio Vladimiro, detto il Monomaco, (futuro importante principe di Kiev), confermando Oleg a Volodymyr.[13] Secondo Martin Dimnik, la questione di chi fu principe di Černihiv tra il gennaio e il luglio del 1177, ovvero la durata della breve parentesi al potere di Vsevolod,[3] sarebbe più criptica: il primogenito di Svjatoslav, Gleb, rimase a Novgorod fino alla sua morte, motivo per cui si deve pensare che Oleg fosse il candidato più papabile a ereditare Černihiv.[nota 1][14] Si pensa che Oleg rimase a Volodymyr fino a maggio prima di raggiungere Černihiv assieme a Vsevolod, a cui probabilmente arrivò contro la sua volontà quando lo zio di Izjaslav (e fratello di Vsevolod) decise di invadere la Rus' assieme ai polacchi per tornare al potere.[15] A un certo punto, Boris Vjačeslavič, cugino di Oleg, si impossessò di Černihiv e vi rimase al comando per otto giorni prima di essere scacciato, con il tacito appoggio di Oleg;[16] quest'informazione, sia pur testimoniata dalla tarda Cronaca di Hustyn, avvalorerebbe l'ipotesi che tra Vsevolod e Oleg non corresse buon sangue.[15] Ciò consentirebbe inoltre di dedurre, stando alla ricostruzione di Martin Dimnik, che se a Oleg premeva tanto assicurarsi il controllo della città di Černihiv, allora il padre Svjatoslav doveva avergliela assegnata per via testamentaria.[17] Boris fuggì poi alla volta di Tmutatakan' da Romano, fratello minore di Oleg, quando seppe che Vsevolod stava tornando dalla Volinia per scacciarlo; si deve pertanto pensare che Vsevolod avesse rifiutato di consegnare la città a Oleg, malgrado gli spettasse di diritto.[18]
Dopo nemmeno un anno di dominio, Vsevolod fu costretto ad abdicare in favore del fratello Izjaslav, tornato al potere per la terza volta.[3] Benché il suo ritorno ripristinò il sistema rotale così come lo aveva ideato il padre Jaroslav, il ritorno di Izjaslav si rivelò effimero e dalle conseguenze furono disastrose.[3] A proposito dell'enigma sulla successione a Černihiv, Izjaslav non volle concederla a Oleg e confermò alla famiglia soltanto la gestione di possedimenti molto remoti della Rus', in particolare Murom e Tmutarakan'.[13][19] Quest'assegnazione coincise anche con l'allontanamento definitivo di Oleg dalla Volinia, in quanto si trovava nell'impossibilità materiale di recuperare un territorio così a lui lontano.[3] Izjaslav esacerbò ulteriormente la problematica inerente a Černihiv, poiché pare che autorizzò il giovane in quella città ma senza alcuna autorità, e quindi praticamente «in un limbo politico».[20]
Sopportando la situazione con profondo rancore, nell'aprile del 1078 Oleg decise di abbandonare Černihiv, dove si trovava praticamente contro la sua volontà, e di raggiungere in tutta fretta Tmutarakan'.[21] È interessante segnalare che volle recarsi dal fratello minore Romano anziché Gleb, malgrado quest'ultimo fosse il principe più potente della famiglia.[22] È possibile che a Oleg fosse stato rifiutato l'aiuto, probabilmente perché Gleb temeva che ciò avrebbe fornito al principe di Kiev Izjaslav il pretesto per attaccarlo.[23] Si trattò del primo atto di insubordinazione compiuto in maniera aperta da Oleg nei confronti delle decisioni assunte dai suoi zii.[24] Nel mese di maggio, Gleb fu scacciato da Novgorod e ucciso, venendo sostituito da uno dei figli di Izjaslav, Svjatopolk, poiché il defunto non aveva eredi che potessero subentragli.[19][24] Lo scenario geopolitico sorrideva decisamente ai nemici degli Svjatoslavič, poiché Oleg non fu considerato per la successione a Novgorod; di lì a poco, avrebbe dimostrato di non volersi più piegare passivamente alle decisioni politiche assunte dal nuovo signore di Kiev.[19]
Primi scontri
modificaLa morte di Gleb rendeva Oleg il più anziano dei discendenti della sua famiglia, malgrado fosse privo di un qualche dominio personale.[24] Muovendosi nei domini di suo fratello Romano, cercò di attirare un numero quanto più ampio possibile di sostenitori della sua causa, riuscendo nel giro di quattro mesi a ultimare i preparativi per compiere un'offensiva.[25] Alla testa di combattenti poloviciani e affiancato da suo cugino Boris Vjačeslavič, che, come detto, era stato principe di Černihiv nel 1077 per otto giorni, Oleg partì subito verso nord con l'intenzione di conquistare quanto gli era stato sottratto.[19] Il 25 agosto, Oleg e i poloviciani si imbatterono in Vsevolod, colui che era stato principe di Kiev per qualche mese, sul fiume Sož, a poca distanza da Perejaslav, e lo surclassarono, facendo il proprio ingresso a Černihiv.[19] La Cronaca degli anni passati riserva toni molto duri a tal proposito, affermando che «ritenendosi vincitori, [Boris e Oleg] arrecarono molto male alla terra rus', versarono sangue cristiano; per questo sangue versato Dio punirà la mano loro, e darà loro il castigo per la perdita delle anime cristiane».[26] L'opera ricorda poi che Oleg fu il primo a ricorrere ai poloviciani contro i cristiani, ma in realtà tale affermazione è stata messa in dubbio dagli storici, ricordando che in essa il pregiudizio nei confronti di Oleg risulta evidente.[27] È più corretto osservare che fu il primo Svjatoslavič a ricorrere al loro aiuto, distinguendosi in ciò dal padre Izjaslav, il quale aveva combattuto con le tribù poloviciane fino a giungere a una pace nel 1167.[28]
In fuga verso Kiev in cerca di aiuto, Vsevolod convinse il fratello Izjaslav a prestagli assistenza, considerando che aveva accettato di cedergli il trono di Kiev anche il cambio del possesso di quella città.[28] Considerato il gran numero di soldati che era riuscito a radunare il nemico, Oleg suggerì saggiamente a suo cugino Boris di negoziare, ma costui, dallo spirito più irruento, non volle scendere a compromessi e rese inevitabile uno scontro aperto.[29] Così il 3 ottobre 1078, in una località detta Nežatina niva e circoscritta ai dintorni di Nižyn, ebbe luogo una grande battaglia che portò prima alla morte di Boris e poi di Izjaslav stesso, principe di Kiev.[13][29] Nonostante i combattenti proseguirono in maniera ininterrotta a lungo, Oleg intuì che prima o poi la sconfitta sarebbe sopraggiunta e così fuggì in tutta fretta a Tmutarakan', concludendo così la sua effimera permanenza a Černihiv in quell'anno.[26] Indagando sulle ragioni di queste schermaglie, Volodymyr Ryčka ha sostenuto che l'incapacità di individuare delle norme relative alla distribuzione degli appannaggi, fosse causata dall'ignoranza del «concetto di eredità paterna o di diritto dei nipoti».[13] La sosta a Černihiv non si rivelò comunque senza conseguenze, poiché, come testimonia la Cronaca degli anni passati, a Vsevolod furono chiuse le porte dell'insediamento in faccia e dovette lottare per entrarvi, segno che gli abitanti preferivano il governo degli Svjatoslavič.[30]
In conformità con la regola dell'ascesa rotale, Vsevolod, zio di Oleg e fratello del principe defunto, succedette a Izjaslav e decise di nominare suo figlio Vladimiro Monomaco alla guida di Černihiv.[13] Vsevolod era comunque molto preoccupato dallo status quo esistente, poiché i suoi possedimenti e quelli che aveva destinato ai figli erano completamente circondati da principati in ascesa o la cui fedeltà non poteva considerarsi integerrima.[31] Come se non bastasse, non possedeva un saldo controllo sulle principali rotte commerciali che attraversavano la Rus', non ultimo proprio quelle che conducevano alla fiorente Tmutarakan' di Oleg, situata a poca distanza dal Mar Nero.[31] L'avamposto beneficiava dell'arrivo di molti mercanti bizantini e Oleg stesso dimostrò tutto sommato di non disdegnare Tmutarakan', tanto da coniarvi delle proprie monete.[31] Desiderando ottenere maggiore sicurezza contro gli Svjatoslavič, Vsevolod preferì evitare un confronto diretto e adottare una tattica più sottile, concentrandosi su Romano, quartogenito di Svjatoslav.[5][31] Questi aveva eseguito un'incursione ai danni di Perejaslav assieme ai guerrieri poloviciani, ma Vsevolod ne corruppe alcuni affinché uccidessero Romano, cosa che fecero.[31] Nel frattempo, Oleg fu rapito da alcuni uomini cazari assoldati dal principe di Kiev e deportato a Costantinopoli, abbandonando così la città di Tmutarakan', al cui posto fu nominato un posadnik (governatore) di nome Ratibor fedele a Vsevolod.[31] Secondo Martin Dimnik, fu proprio l'intervento di Ratibor a impedire che i mercenari cazari uccidessero il catturato.[32]
Esilio
modificaSpostatosi nell'impero bizantino, Oleg trascorse due anni della sua turbolenta vita sull'isola di Rodi,[31] trascorrendone forse addirittura anche altri due lontano da casa.[33] Considerando che un principe rus' non poteva, in via unilaterale, esiliare un suo conterraneo nell'impero straniero, Vsevolod dovette certamente stringere dei contatti con l'imperatore Niceforo III Botaniate (r. 1078-1081).[34] Si ignora poi se fosse stato accolto con favore o se la sua presenza fosse stata considerata alla stregua di una concessione compiuta nei confronti di Vsevolod, la cui prima moglie era bizantina.[31] Si è immaginato che in quel frangente avesse celebrato le nozze con una nobildonna bizantina, una certa Feofania Muzalon.[31][33] Il suo tentativo di stringere saldi legami con i greci durante l'esilio non dovrebbe sorprendere, in quanto senza dubbio egli confidava nel loro sostegno per fare ritorno a Tmutarakan'.[35] È poi possibile che Oleg avesse spontaneamente offerto i propri servigi militari ai bizantini per ingraziarseli, considerato che, per quanto è possibile accertare, non nutrivano alcuna animosità nei suoi confronti.[36] Pur trovandosi così lontano da casa sua, non disdegnò di informarsi su ciò che stava accadendo e fu, con ogni probabilità, particolarmente contento di sapere che il funzionario insediato da Vsevolod a Tmutarakan' era stato scacciato da Davide Igorevič e Volodar Rostislavič, un nipote e un pronipote del principe di Kiev, rispettivamente.[31]
Non è dato sapere come fece a lasciare l'isola in cui era stato esiliato, ma si tende a credere che tale esito si dovette alla scomparsa di Niceforo III Botaniate, il cui regno fu breve e turbolento, e l'ascesa di Alessio I Comneno (r. 1081-1118).[37] Salpato verso nord, Oleg navigò in direzione di Tmutarakan' e la raggiunse nell'aprile del 1083.[33] Sarebbe stato proprio Alessio Comneno a fornirgli supporto militare per compiere un'impresa altrimenti impossibile, ovvero l'occupazione della città e la cattura dei suoi cugini Davide Igorevič e Volodar' Rostislavič.[38][39] A giudicare dall'interesse dimostrato dall'imperatore bizantino, si crede che egli avesse acconsentito alla celebrazione del matrimonio di Oleg con Feofania per cementare i legami tra Grecia e Rus', in quanto Alessio intendeva cementare e tutelare i solidi interessi economici dei bizantini nella penisola di Taman'.[40] In quel frangente, Vsevolod sembrò non curarsi molto degli avvenimenti in corso lungo il Mar Nero, dovendo preoccuparsi piuttosto delle rimostranze dei suoi particolarmente aggressivi nipoti, «assetati di terre».[41] È possibile che il principe di Kiev desiderasse in realtà non inimicarsi il nuovo sovrano di Costantinopoli Alessio Comneno, avendo forse accettato il fatto che Oleg potesse tornare in possesso di Tmutarakan' a patto che i rapporti tra i due restassero pacifici; poiché Oleg non attaccò più lo zio per il resto della sua vita, questa ricostruzione appare altamente realistica.[42]
Ritorno a Tmutarakan'
modificaA giudicare dalla facilità con cui Oleg si insediò a Tmutarakan', l'opposizione incontrata dovette essere di poco conto.[43] Anche gli imprigionati Davide e Volodar' ritornarono in libertà dopo un breve lasso di tempo.[43] La sua crociata ai danni dei Cazari, ritenuti da lui colpevoli della morte del fratello e del suo quasi assassinio prima dell'esilio, lasciano immaginare che in realtà questo gruppo sociale vantasse dei diritti politici.[43] La riconciliazione con il principe di Kiev, avvenuta grosso modo nello stesso frangente, sarebbe stata forse avvalorata dalla scelta del nome del primogenito di Oleg, nato nel 1083 e nel 1084 e chiamato Vsevolod forse in onore dello zio.[44] Si tratterebbe di un'informazione sorprendente, considerando che mentre i suoi fratelli avevano chiamato i rispettivi primogeniti "Svjatoslav", in memoria del padre, Oleg avrebbe assegnato non solo il nome dello zio che lo aveva privato del suo patrimonio, ma anche colui che lo aveva inviato in esilio.[44]
Solitamente, il discendente più anziano della famiglia quale Oleg era diventato nutriva saldi rapporti con i fratelli e vantava un'autorità morale, ma il suo allontanamento forzato stravolse la normale prassi.[45] Vi sono prove che oltre a Tmutarakan', Oleg amministrasse anche Murom.[45] Quanto alla politica religiosa, si è scoperto che non solo incoraggiò il culto dei santi Boris e Gleb, ma volle anche farvi costruire una chiesa nei dintorni di Tmutarakan'.[46] Quanto all'estensione territoriale di quanto amministrato, alcune testimonianze consentono di ravvedere che Oleg amministrasse una parte della porzione occidentale dello stretto di Kerc', incluso il Bosforo Cimmerio, Kerc' e i dintorni.[46] È possibile che fossero compresi nei suoi domini la Zichia e una piccola sezione della Cazaria, ma si dubita che i confini fossero definiti con esattezza.[47]
Eventi successivi
modificaDal ritorno a Tmutarakan' nel 1083, Oleg trasformò la città in un avamposto per ritornare nelle aree più centrali Rus', alleandosi stabilmente con i Cumani. Con l'ausilio dei guerrieri mercenari, eseguì incursioni nei territori di Kiev e Perejaslavl', conducendo guerre contro i cugini e figli di Vsevolod. Il più importante scontro a riguardarlo fu quello con Vladimiro Monomaco, che lo considerava un traditore per l'appoggio sistematico ai nomadi.
Con l'appoggio dei Cumani, Oleg riuscì infine a prendere possesso di Černihiv nel 1094, la capitale del suo ramo familiare. Ciò acuì il dualismo con i Monomachidi, che dominavano su Perejaslavl' e, più tardi, Kiev. Nel 1097, allo scopo di sedare gli animi, fu organizzato il congresso di Ljubeč, in occasione del quale, per porre fine alle guerre fratricide, si stabilì il principio che ogni ramo dei Rjurikidi avrebbe governato in eredità la propria terra paterna. A Oleg fu dunque riconosciuta Černihiv e il suo territorio come dominio ereditario degli Ol'govici. La rinuncia al possesso della capitale sancì la nascita di una dinastia autonoma, contrapposta a quella dei Monomachidi.
Nonostante l'incontro a Ljubeč, i conflitti con i Monomachidi non cessarono: la rivalità dinastica continuava, e i Cumani rimasero alleati strategici di Oleg. Costui rimase al potere a Černihiv per quasi un ventennio, consolidando il potere dei suoi discendenti. La sua politica fu però sempre percepita come ambigua e spesso ostile al resto della Rus', per via della collaborazione con i Cumani, vista come un tradimento dai cronisti di Kiev. Morì nel 1115, lasciando il potere ai figli (tra cui Vsevolod e Igor), da cui discenderà il ramo dei principi di Černihiv, molto influente nel XII secolo.
Monetazione
modificaIn qualità di principe di Tmutarakan', Oleg coniò delle proprie monete, su cui in almeno quattro copie rinvenute è indicato il suo nome di battesimo, "Michele".[48] La parte posteriore ritrae l'Arcangelo Michele, mentre davanti sono riportate le lettere "M" e "Kh", con un'iscrizione recitante «Signore, aiuta Michele».[49] Si scorge poi la sua figura con uno scettro e quello che sembra essere una sorta di globo crucigero.[49]
Discendenza
modificaNon esistono prove certe sul luogo in cui Oleg si sposò, benché sia altamente probabile che le nozze ebbero luogo in Grecia nell'ultimo periodo durante il quale Oleg rimase lontano da casa.[33] A giudicare dalle consuetudini diplomatiche greche, il contratto di matrimonio prevedeva senza dubbio la concessione di tornare a Tmutarakan'.[33] È stato ipotizzato che la famiglia di Feofania avesse un ruolo importante nella Chiesa ortodossa e che fosse associata (almeno nel XIII secolo) alla città di Adramittio (l'odierna Edremit), sulla costa occidentale dell'Asia Minore.[36]
Si immagina che i figli di Oleg nacquero probabilmente tra il 1083 e il 1094 a Tmutarakan'.[50] La Cronaca degli anni passati non riferisce alcunché sulle loro nascite, circostanza la quale rende difficile determinare i figli maggiori e minori.[50] Stando alle informazioni disponibili, ebbe quattro figli maschi e nessuna femmina.[50] Gli storici accettano il seguente ordine di successione: Vsevolod, Igor', Svjatoslav e Gleb.[50] Sebbene il cronista non riporti nemmeno la nascita di un figlio maschio, Vsevolod nacque probabilmente intorno al 1083 o al 1084, subito dopo il ritorno di Oleg dall'esilio.[50]
Note
modifica- Esplicative
- ^ Verrebbe da chiedersi come mai fosse stato designato il secondogenito e non il primogenito per l'importante città di Černihiv. Gli storici hanno sostenuto che questa decisione si doveva alla scelta di Izjaslav di estendere la propria influenza anche su città su cui non aveva mai detenuto il controllo e la cui politica poté influenzare quando ascese al trono di Kiev. Per tale motivo, egli ritenne più urgente nominare Gleb come principe di Novgorod, accettando di nominare il secondo figlio Oleg alla guida di Černihiv: Dimnik (1994), p. 139.
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Bibliografia
modifica- Fonti primarie
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- Fonti secondarie
- (EN) Martin Dimnik, The Dynasty Of Chernigov, 1054-1146, Pontifical Institute Of Mediaeval Studies, 1994.
- (EN) Simon Franklin e Jonathan Shepard, The Emergence of Rus 750-1200, ed. rivista, Routledge, 2014, ISBN 978-13-17-87224-5.
- (EN) Janet Martin, Medieval Russia, 980-1584, Cambridge University Press, 2007, ISBN 978-0-521-85916-5.
- Volodymyr Ryčka, Il crepuscolo della Rus' (PDF), in Ucraina e Russia: incroci di storia, Università per stranieri di Siena, 2024, pp. 61-85.
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