Oliveto Lucano
Oliveto Lucano (Uluétë in dialetto locale) è un comune italiano di 338 abitanti[1] della provincia di Matera in Basilicata.
Oliveto Lucano comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicola Terranova (lista civica Noi ci siamo) dal 5-10-2021 |
Territorio | |
Coordinate | 40°32′N 16°11′E |
Altitudine | 546 m s.l.m. |
Superficie | 31,19 km² |
Abitanti | 338[1] (31-7-2025) |
Densità | 10,84 ab./km² |
Comuni confinanti | Accettura, Calciano, Garaguso, San Mauro Forte |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 75010 |
Prefisso | 0835 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 077019 |
Cod. catastale | G037 |
Targa | MT |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 882 GG[3] |
Nome abitanti | olivetesi |
Patrono | san Cipriano |
Giorno festivo | 10-11-12 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaÈ situato a 546 m s.l.m. su una piccola altura circondata da piantagioni di olivo, all'interno del parco naturale di Gallipoli Cognato - Piccole Dolomiti Lucane, precisamente alle falde del monte Croccia, dove si trova un'importante area archeologica in cui è presente il complesso megalitico chiamato Petre de la Mola, in un territorio ricco di boschi. Il paese è posizionato nella parte nord-occidentale della provincia di Matera e confina a nord con il comune di Calciano (13 km), ad est con Garaguso (7 km), a sud con San Mauro Forte (15 km) e ad ovest con Accettura (12 km). Fa parte della comunità montana Medio Basento.
Storia
modificaIl punto più alto del borgo, dove oggi è situata la Cattedrale, probabilmente coincide con la torre di avvistamento dell'antica Croccia-Cognato ma la configurazione dell'attuale nucleo antico di Oliveto Lucano è sicuramente di origine medioevale. Lo sviluppo del borgo si articolò intorno ad una economia prevalentemente agricola e pastorale e all'attività di commercializzazione di olio e olive, da cui deriverebbe il suo nome.
Le prime notizie scritte di Oliveto Lucano si trovano in bolle del 1060, 1070 e 1183. Dal 1150 il feudo di Oliveto Lucano passò di famiglia in famiglia, fino all'ultimo barone, nell'anno 1715, Gerolamo de Lerma. Nel 1735 il casale risultava abitato da 200 persone. Con l'unità d'Italia l'economia povera e arretrata di Oliveto Lucano non ebbe miglioramenti e così si verificò il crescente fenomeno dell'emigrazione [4].
Simboli
modificaLo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 700 del 24 febbraio 1978.[5]
Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di giallo.
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- La Chiesa Madre, intitolata a Maria Santissima delle Grazie: sorge alla sommità del paese, in stile romanico a tre navate, conserva all'interno tre altari in lamine di bronzo ed una tela con l'immagine dell'Immacolata.
- I portoni di Bacco, caratteristici portoni in legno delle cantine situati lungo la via delle Grotte e realizzati a moduli geometrici, costruiti da artigiani locali tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
- I ruderi dell'area archeologica di Monte Croccia: situati nei dintorni, sono i resti di un'antica città lucana sorta tra il VI ed il IV secolo a.C., dei quali sono visibili alcuni tratti di mura ad archi.
- Petre de la Mola: complesso megalitico che sorge vicino alla cima del Monte Croccia, utilizzato probabilmente dagli antichi abitanti del Monte Croccia come un calendario di pietra per indicare particolari date dell’anno (solstizio d'inverno e solstizio d'estate), a scopo rituale ed a fini pratici.
- La Cappella campestre in contrada Piano di Campo. Edificio sacro ad una navata che custodisce la pregevole statua della Madonna di Piano di Campo. Di questo luogo di culto si fa menzione già nel 1544 negli Atti di Mons. Zavarrone. La statua della Vergine appare seduta in trono, interamente lignea con Bambino. E' custodita in una teca, in legno e vetro che gli olivetesi chiamano " u stpon". Ogni prima domenica di maggio la statua viene portata processionalmente in paese. Fa ritorno nella cappella la quarta di domenica di maggio.
Il suo culto trae origine da una leggenda, che narra di un bovaro che trovo' le sue giovenche in quel luogo ai piedi della quercia. Il contadino prese l'ascia per rimuovere la quercia e mentre stava per colpirla senti' una voce femminile che gli diceva " NO M FA MAL" (non mi far male). Li vi era custodita la tanto amata statua
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[6]

Cultura
modificaEventi
modificaAd Oliveto Lucano, come in altri centri dell'interno della Basilicata, si svolge la festa del Maggio[7], antico rito arboreo di origini pagane inserito nella festa religiosa di San Cipriano, protettore di Oliveto. Il Maggio è il fusto di un albero di cerro, che viene abbattuto la prima domenica di agosto, sfrondato e trainato in paese il 10 agosto, giorno dell'inizio della festa patronale, al suono di zampogne ed organetti. In quello stesso giorno, sempre nei boschi circostanti Oliveto Lucano, viene abbattuta una cima di agrifoglio, e viene trasportata a spalle in paese tra canti e balli. Il Maggio (lo sposo) e la Cima (la sposa) entrano in paese all'imbrunire, ed il 12 agosto, giorno della processione di San Cipriano, la Cima viene innestata sul Maggio ed insieme vengono eretti nella piazza del paese.
Tradizioni
modificaOliveto Lucano è al centro di una zona della Basilicata in cui c'è una consolidata tradizione di arte pastorale di lavorazione del legno, con la realizzazione di molti oggetti, ormai destinati più al regalo e al collezionismo che all'uso pratico, e in particolare alle cucchiare che portano incise forme di gallo, di particolare originalità[8].
Amministrazione
modificaNote
modifica- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2025 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Oliveto Lucano, cenni storici, su comune.olivetolucano.mt.it.
- ^ Oliveto Lucano, decreto 1978-02-24 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 4 settembre 2022.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Sito del Maggio olivetese, su maggiolivetese.org.
- ^ Genuario Belmonte, Basilicata. Guida agli oggetti della tradizione, Lecce, Edizioni Grifo, 2019, ISBN 9788869942051.
Bibliografia
modifica- Giuseppe Pennetti, Notizie storiche di San Mauro Forte e degli altri paesi del Mandamento, Accettura-Garaguso-Oliveto (in Basilicata), Avellino, tipo-litografia E. Pergola, 1909.
- F. Boenzi, N. Ciaranfi, P. Pieri, Osservazioni geologiche nei dintorni di Accettura e di Oliveto Lucano (Tav. 200 NE, IV SE e IV NE), Pisa, Pacini Mariotti, 1968.
- Pietro Innella; presentazione di Donato Dente, Superstizioni, credenze e paure in un piccolo paese del sud, Edizioni Arci Postiglione, 2001.
- Catalogo della Mostra su Oliveto Lucano tra il 1700 e il 1900, Matera, Archivio di Stato di Matera, 2001.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oliveto Lucano
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.olivetolucano.mt.it.