Omotesandō
Omotesandō (表参道?) è un viale a due corsie situato tra Shibuya e Minato a Tokyo, in Giappone, che si estende dall'ingresso al santuario Meiji fino ad Aoyama-dōri, in prossimità della stazione omonima. Per Omotensadō si intende quindi anche l'intera area che va dalla zona di Harajuku, compresa la vicina stazione, fino al quartiere di Aoyama.
Omotesandō | |
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表参道 | |
Stato | ![]() |
Città | Tokyo |
Quartiere | Shibuya, Minato |
Data istituzione | 1919 |
Sito web | omotesando.or.jp |
Il viale, ornato per tutta la sua lunghezza da una serie di zelkove giapponesi, è una famosa via dello shopping che ospita sia boutique di moda che grandi centri commerciali.
Storia
modificaOmotesandō fu inizialmente progettata nell'era Taishō come via principale per il santuario Meiji, e lo stesso toponimo significa letteralmente "accesso frontale". Come altre zone di Tokyo, Omotesandō è il risultato delle diverse campagne di ricostruzione che la capitale dovette approntare in seguito al terremoto del 1923, ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e al boom economico dei decenni immediatamente successivi. Inoltre, la natura commerciale della zona è da attribuire alla crescita esponenziale del consumismo in Giappone, conseguenza a sua volta dell'apertura delle frontiere durante la seconda metà del XIX secolo, quando gli shōtengai (grandi spazi commerciali simili a quelli occidentali) divennero la norma[1].
Omotesandō divenne così un importante catalizzatore per lo sviluppo commerciale nonché un crocevia essenziale nell'economia del trasporto urbano di Tokyo. Negli anni funse da nesso tra la cultura giapponese e quella occidentale, grazie alla sua vicinanza al parco di Yoyogi, il quale servì da accampamento per i soldati statunitensi durante il periodo di occupazione e da centro di ritrovo per gli atleti stranieri durante le olimpiadi del 1964. Proprio la costruzione del villaggio olimpico permise l'ampliamento della strada e l'edificazione di numerosi negozi pensati per una clientela non necessariamente giapponese[1].
Oggi Omotesandō è conosciuta come una delle più importanti vie dello shopping al mondo, con una moltitudine di negozi monomarca e boutique di moda a breve distanza l'uno dall'altro[1].
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaL'area attorno al quartiere di Harajuku è universalmente nota per essere una fucina di stili di strada e di tendenze giovanili estremamente innovative, ma - rispetto alla vicina Takeshita-dōri - l'immagine di Omotesandō risulta essere più sofisticata e raffinata[2]. La zona offre numerose boutique di marchi internazionali, che vanno dai negozi di fascia alta come Louis Vuitton (Jun Aoki, 2002), Prada (Herzog & de Meuron, 2003), Tod's (Toyo Ito, 2004), Dior (SANAA, 2004), Chanel e Bulgari (presenti all'interno del complesso commerciale Gyre, MVRDV, 2007)[1][3], ai rivenditori fast fashion come Forever 21, H&M e Zara[4]. Omotesandō è considerato una delle ___location di Tokyo più adatte a ospitare un negozio di beni di lusso[5], ed è comunemente indicato come la Champs-Élysées di Tokyo[6].
La maggiore attrazione è rappresentata da Omotesandō Hills[7], un centro commerciale progettato nel 2005 da Tadao Andō e di proprietà della Mori Building[8]. Omotesandō è anche la sede del negozio di giocattoli Kiddyland[9], del Laforet, un centro commerciale la cui merce è rivolta principalmente a un target di giovani donne[10], e dell'Oriental Bazaar, un negozio di souvenir popolare tra i turisti internazionali[11]. Nelle viuzze laterali, note come Ura-Harajuku, si possono invece trovare piccoli café, bar e ristoranti, così come boutique specializzate in qualsiasi cosa, dalle borse alle cartoline, fino all'antiquariato[4].
Cultura
modificaOgni anno il viale ospita la parata della festa di san Patrizio[12].
Servizi
modificaStazioni
modificaNote
modifica- ^ a b c d Anderson, Frampton e Maki, 2012, pp. 42-43.
- ^ (EN) Omotesando, su Harajuku, Japan-guide.com. URL consultato l'11 dicembre 2015.
- ^ Cenerini Bova, 2011, pp. 147-148.
- ^ a b Goss, 2014, p. 27.
- ^ Chevalier, 2012.
- ^ Cenerini Bova, 2011, p. 145.
- ^ (EN) Omotesando, su Tokyo Guide: Aoyama, Japanvisitor.com. URL consultato il 10 dicembre 2015.
- ^ (EN) Julian Worrall e Charles Spreckley, The view from the Hills. Minoru Mori defends the Omotesando Hills development and reveals big plans for Tokyo, in Metropolis, 3 febbraio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2006).
- ^ (EN) Omotesando, su Att-Japan.net. URL consultato il 10 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
- ^ (EN) Misha Janette e Samuel Thomas, Harajuku and Omotesando: Where pop and luxury fashion are friendly neighbors, in The Japan Times, 12 maggio 2014. URL consultato il 10 dicembre 2015.
- ^ Cenerini Bova, 2011, p. 247.
- ^ (EN) St. Patrick’s Day 2015, in The Japan Times. URL consultato il 10 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
Bibliografia
modifica- (EN) Collin Anderson, Kenneth Frampton e Fumihiko Maki, Evolution of a Retail Streetscape: DP Architects on Orchard Road, Images Publishing, 2012, ISBN 978-1-86470-462-4.
- Anna Cenerini Bova, Guida di Tokyo: Itinerari, cultura, shopping, cucina e..., Gangemi Editore, 2009, ISBN 978-88-492-1705-6.
- (EN) Michel Chevalier, Luxury Brand Management, Singapore, John Wiley & Sons, 2012, ISBN 978-1-118-17176-9.
- (EN) Rob Goss, Tokyo Tuttle Travel Pack: Your Guide to Tokyo's Best Sights for Every Budget, Tuttle Publishing, 2014, ISBN 978-1-4629-1630-6.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Omotesandō
Collegamenti esterni
modifica- (JA) Sito ufficiale, su omotesando.or.jp.
- (EN) Harajuku/Omotesando/Aoyama Area, su Japan National Tourism Organization (JNTO).
- Harajuku/Omotesando, su Go Tokyo.