Ospedale Sant'Ottone Frangipane
L'ospedale Sant'Ottone Frangipane (ufficialmente: presidio ospedaliero Sant'Ottone Frangipane[1]; nella cartellonistica: presidio ospedaliero di 1º livello Sant'Ottone Frangipane - G. Bellizzi; in letteratura: ospedale Frangipane[2]) è un presidio ospedaliero della Campania ubicato nella città di Ariano Irpino, sede del distretto sanitario n° 1 nell'ambito dell'azienda sanitaria locale di Avellino[3].
Ospedale Sant'Ottone Frangipane | |
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![]() in primo piano si osserva l'elisuperficie. | |
Stato | ![]() |
Località | Ariano Irpino |
Indirizzo | corso Vittorio Emanuele 1 |
Patrono | Ottone Frangipane |
Sito web | www.aslavellino.it/index.php/it/azienda/strutture/presidi-ospedalieri/presidio-ospedaliero-sant-ottone-frangipane |
Mappa di localizzazione | |
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Storia
modificaSi tramanda che una prima casa di ricovero fosse stata fondata personalmente da sant'Ottone Frangipane (eremita e protettore della città di Ariano) "per apprestar ospizio a' pellegrini" al tempo delle crociate, entro la prima metà del XII secolo[4][5]; nelle sue stanze si sarebbe inoltre trattenuto per più giorni, "prestando ogni servizio agl'infermi", anche san Francesco d'Assisi (asceta e patrono d'Italia) allorché dall'exclave pontificia di Benevento muoveva in pellegrinaggio alla volta del santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano e della basilica di San Nicola in Bari, agli inizi del XIII secolo[6][7]. Si ignorano però le caratteristiche strutturali e dimensionali di tale primordiale istituto di assistenza, del quale non si hanno altre informazioni né si conservano vestigia di sorta.
Le notizie storiche più sicure risalgono invece al Quattrocento: la prima pietra dell'ospedale per i pellegrini e gli infermi (in latino medievale: Hospitalis pro Peregrinis, et Infirmis) fu infatti posata il 20 agosto 1410 dal vescovo della diocesi di Ariano Angelo de Raino (o de Reymo)[8][9]; la struttura era situata a ridosso delle mura cittadine, nel rione Strada, detto così perché vi passava la mulattiera che collegava l'allora capitale Napoli ai territori pugliesi[10]. L'edificio sorgeva in posizione soleggiata, arieggiata e panoramica, con vista sull'eremo ove qualche secolo prima aveva vissuto lo stesso sant'Ottone Frangipane quale umile riparatore di calzature per i pellegrini[11].
L'ospedale quattrocentesco era assai ampio e accogliente, disponendo di sale riservate alle donne, ai sacerdoti, agli aristocratici, ai poveri pellegrini, nonché agli ammalati[12]. Nei pressi del nosocomio era stata eretta anche una chiesa (non più esistente) affidata a un'apposita confraternita e dedicata al patrono dei pellegrini San Giacomo; in seguito tale denominazione sarebbe stata popolarmente associata allo stesso ospedale, pur in assenza di intitolazione ufficiale. Poco più a valle, fuori dalle mura cittadine, vi era inoltre un padiglione riservato ai pazienti affetti da lebbra e dunque potenzialmente contagiosi: tale struttura, che costituiva una commenda dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (presente nel regno di Napoli fin dal 1311[13]), sorgeva lungo un'antica via d'accesso al centro abitato a metà strada fra l'eremo di sant'Ottone e la chiesetta del Crocifisso, quest'ultima edificata in epoca ignota a seguito di un evento miracoloso attribuito allo stesso sant'Ottone[14]; entrambi gli edifici religiosi sono tuttora esistenti. In adiacenza al lebbrosario, soggetto a regolari visite ispettive da parte degli stessi commendatori, fu poi fondata una terza chiesa (dedicata a Santa Maria Maddalena) la quale però, unitamente allo stesso lebbrosario, finì distrutta nel corso del XVIII secolo, forse a causa del disastroso terremoto dell'Irpinia del 1732[15]. La medesima sorte dovette toccare anche alla chiesa di Sant'Antonio Abate e all'attigua casa di cura specializzata nel trattamento del fuoco sacro, ubicata in altra parte della città e gestita dall'Ordine degli Ospedalieri Antoniani[16].
Già a partire dal 1731 la stessa sede centrale dell'ospedale aveva comunque mutato destinazione: terminato infatti l'afflusso di viandanti dopo la costruzione della nuova via regia delle Puglie, il complesso fu trasformato dapprima in rifugio per donne convertite ("conservatorio") e successivamente nel monastero delle suore oblate di San Francesco Saverio, mentre il nosocomio vero e proprio fu trasferito in una struttura attigua di minori dimensioni[12]; tale ultimo edificio divenne poi a sua volta noto con il nome di "palazzo San Giacomo". Nell'Ottocento l'ospedale costituiva ormai la più antica opera pia esistente sul territorio (accanto a un monte frumentario e a due monti dei pegni)[17], laddove tutti gli altri istituti di beneficenza o d'istruzione erano di ben più recente fondazione[18]; a causa però delle scarsissime risorse disponibili e del sovraffollamento, le condizioni igienico-sanitarie all'interno del nosocomio risultavano assai precarie. In effetti fu soltanto in epoca post-unitaria che si riuscì a provvedere al restauro e alla messa a norma dell'intera struttura, sebbene l'assoluta carenza di spazi costrinse a ridurre i posti letto ad appena dieci[9]. Tali restrizioni non si attenuarono neppure nella prima metà del Novecento; anzi nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, risultavano ufficialmente fruibili soltanto sei posti letto[19].
Nel secondo dopoguerra si ritenne opportuno ricostruire integralmente l'ospedale; a tal fine fu costituito un apposito consorzio presieduto dallo storico Ortensio Zecchino[20]. L'area prescelta, ampia e facilmente accessibile, era la stessa ove in antico insistevano il lebbrosario e la chiesa di Santa Maria Maddalena. Nel 1972, al termine dei lunghi lavori di edificazione e dei successivi collaudi, il nuovo plesso ospedaliero fu finalmente aperto al pubblico, benché le operazioni di ampliamento si protrassero ancora per qualche decennio; si dovette infatti attendere il 2011 affinché fosse ufficializzata l'intitolazione dell'intera struttura a sant'Ottone Frangipane[21]: in precedenza il nosocomio era denominato semplicemente Ospedale civile (dapprima di Ariano[22], poi di Ariano di Puglia[23], quindi di Ariano Irpino[19]). A decorrere dal 2015 la vecchia sede di palazzo San Giacomo, ubicata nello storico rione rupestre Tranesi (sede delle antiche fornaci della maiolica arianese), costituisce il polo didattico-scientifico del museo civico della ceramica.[24]
Struttura e servizi
modificaSecondo il piano di riordino dei presìdi ospedalieri della regione Campania, l'ospedale Sant'Ottone Frangipane è classificato come presidio di base, sede di pronto soccorso, punto nascita della rete neonatale (in virtù della deroga concessa alle zone disagiate)[25] nonché punto hub nella rete tempo-dipendente per le emergenze cardiologiche[26]; il piano programmatico regionale del 2018 ha disposto altresì l'implementazione di un DEA di primo livello[27].
Le unità operative complesse presenti nella struttura sono:
- ostetricia e ginecologia con 16 posti letto;
- pediatria con 7 posti letto;
- ortopedia e traumatologia con 16 posti letto;
- chirurgia generale con 24 posti-letto;
- anestesia e rianimazione con 4 posti letto;
- neurologia con 10 posti-letto;
- cardiologia con 15 posti letto;
- medicina con 26 posti letto.
Tra le numerose unità operative di diagnosi e cura si citano il reparto di nefrologia e dialisi (con 10 letti tecnici) e il centro trasfusionale con l'annesso punto di raccolta sangue[21]. All'interno del nosocomio è inoltre fruibile una sezione speciale riservata ai degenti sottoposti a regime di detenzione[1]. La struttura costituisce altresì un polo didattico, in ambito infermieristico, dell'università della Campania Luigi Vanvitelli[28].
L'area ospedaliera, ubicata in adiacenza alla strada statale 90 delle Puglie, dispone di un'elisuperficie abilitata ai soli voli diurni[29], nonché di parcheggi e di una fermata per il servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano; quest'ultima è situata a breve distanza dall'ingresso del pronto soccorso, presso cui si erge la statua bronzea di san Pio da Pietrelcina (plasmata nel 1993 mediante l'antica tecnica della fusione a cera persa)[30]. Nell'ospedale, dotato anche di un'aula magna e di un punto di ristoro[1], è infine operativa una cappellania della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia[31].
Riconoscimenti
modificaIl plesso ospedaliero si fregia del bollino rosa emesso dalla fondazione Onda ("Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere") grazie all’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie, con percorsi ottimizzati per il genere femminile negli ambiti della cardiologia, diabetologia, endocrinologia e malattie del metabolismo, ginecologia ed ostetricia, neurologia, oncologia ginecologica, psichiatria, reumatologia, violenza sulla donna e altri servizi.[32]
Note
modifica- ^ a b c Presidio ospedaliero Sant'Ottone Frangipane, su Azienda Sanitaria Locale - Avellino (archiviato il 9 febbraio 2023).
- ^ Elvira Reale, La violenza invisibile sulle donne: Il referto psicologico: linee guida e strumenti clinici, FrancoAngeli, p. 20, ISBN 9788835114314.
- ^ Il distretto n° 1 comprende 29 comuni per una popolazione complessiva di 87 993 abitanti.
Regione Campania, Piano Regionale di Programmazione della Rete per l’Assistenza Territoriale 2016-2018 (PDF), su Quotidiano Sanità, p. 17. URL consultato il 15 giugno 2019 (archiviato il 28 agosto 2019). - ^ I. Potenza, p. 202.
- ^ Amalia Galdi, Santi, territori, poteri e uomini nella Campania medievale (secc. XI-XII), 2004, Laveglia Editore, p. 82, ISBN 9788888773186.
- ^ Arcangelo da Montesarchio, Cronistoria della riformata provincia di S. Angiolo in Puglia, Stamperia di Felice Mosca, 1732, p. 286.
- ^ T. Vitale, p. 196.
- ^ T. Vitale, p. 201.
- ^ a b N. Flammia, pp. 69-70.
- ^ N. Flammia, p. 20.
- ^ I. Potenza, p. 203.
- ^ a b T. Vitale, p. 244.
- ^ Edoardo Rotunno, Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (PDF), su AFOM, p. 10 (archiviato il 28 agosto 2019).
- ^ Carmine Iuorio, Ariano Irpino (mappa turistica), Ariano Irpino, 1996.
- ^ Alla fine del Settecento non ne rimanevano "altro, che pochi avanzi".
T. Vitale, pp. 285-286. - ^ T. Vitale, p. 281.
- ^ Amato Amati, Dizionario corografico dell'Italia, vol. 1, F. Vallardi, 1868, p. 410.
- ^ Gustavo Strafforello, La Patria, vol. 19, Unione Tipografica Editrice, 1898, p. 51.
- ^ a b Ministero dell'interno, Rendiconti dell'Istituto superiore di sanità, Tipografia editrice Italia, 1943, p. 35.
- ^ Silvano Zanetti, L'Italia dal 1996 al 2001: Breve storia della seconda e terza Repubblica dal 1994 al 2018 e dello stato sociale, Delos Digital Srl, 2021, p. 186, ISBN 9788825418613.
- ^ a b Carta dei servizi, su ASL Avellino (archiviato il 4 novembre 2021).
- ^ Collezione delle leggi e de'decreti reali del regno delle Due Sicilie, Stamperia reale, 1855, p. 15.
- ^ Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, Istituto poligrafico dello Stato, 1895, p. 56.
- ^ Polo didattico del Museo civico e della ceramica, su Campania CRBC (archiviato il 1º dicembre 2017).
- ^ Regione Campania - Riordino della rete ospedaliera (PDF), su Politica in penisola (archiviato il 14 giugno 2018).
- ^ Piano regionale della rete dell’Infarto Miocardico Acuto (Rete IMA) e delle principali Emergenze Cardiovascolari (PDF), su Regione Campania (archiviato il 18 luglio 2024).
- ^ Regione Campania, Decreto n° 87 del 5 novembre 2018, in Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera ai sensi del D.M. 70/2015 - Aggiornamento del 5 novembre 2018 (Bollettino Ufficiale della Regione Campania numero 82 del 12/11/2018), p. 96.
- ^ Corsi universitari, su ASL Avellino. URL consultato l'11 ottobre 2020 (archiviato l'11 ottobre 2020).
- ^ Piano di emergenza comunale di protezione civile, su Protezione Civile di Ariano Irpino (archiviato il 28 agosto 2019).
- ^ La scultura è stata realizzata, a titolo gratuito, dall'artista italiano Fernando Di Gregorio.
Nicola Maglione, Enciclopedia degli autori italiani, 3ª ed., 2005, p. 98, ISBN 8861700144, OCLC 62252432. - ^ Cappellanie, su Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2021).
- ^ ASL Avellino – Ospedale Ariano Irpino, su Bollini Rosa (archiviato il 30 novembre 2023).
Bibliografia
modifica- Ignazio Potenza, Memorie di S. Ottone Eremita, protettor principale della città e diocesi di Ariano, Roma, Stamperia Salomoni, 1780.
- Tommaso Vitale, Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi, Roma, Salomoni, 1794.
- Nicola Flammia, Storia della città di Ariano, Ariano di Puglia, Tipografia Marino, 1893, OCLC 886285390.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file inerenti all'ospedale Sant'Ottone Frangipane
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su aslavellino.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 314893002 · ISNI (EN) 0000 0004 0486 3663 |
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